VIA POPILIA - ANNIA DEL SUD





VIA POPILIA o VIA CAPUA REGIUM o VIA ANNIA

La Via Capua - Regium (Via ab Regio ad Capuam), nota anche come Via Popilia o Via Annia, è la strada più importante dell'antichità nel meridione d'Italia, costruita nel 132 a.c. per ordine della magistratura romana che chiedeva una strada che congiungesse agevolmente Roma con la "Civitas foederata Regium", estrema punta della penisola italica.



IL PERCORSO

La strada si staccava dalla via Appia a Capua e raggiungeva:

TOMBA SANNITA A NOLA
- Nola,
- Nuceria Alfaterna (Nocera Superiore, del VI sec. a.c.)
- Salernum (Salerno) sul mare Tirreno.
- Eburum (Eboli).
- Atina (Atena Lucana),
- Tegianum,
- Consilinum (Padula),
- Sontia (Sanza)
- i pagi di Marcellianum e Forum Anni,
- Forum Popilii.
- Nerulum: antico sito fondato dai Lucani nel VI secolo a.c menzionato da Livio.
- Muranum (Morano Calabro),
- Interamnium (San Lorenzo del Vallo),
- Caprasia (da Ciparsia del Comune di Castrovillari),
- Consentia (Cosenza)
- Mamertum (Martirano) alleata di Roma, che fece eroica resistenza contro Pirro nelle guerre pirriche e per aver dato origine al nome di Mamertini, soldati mercenari famosi soprattutto per ail loro importante ruolo nella I guerra punica.
- Ad Sabatum Flumen, passaggio obbligato per l'antica Vibona, (Vibo Valentia).
- Hipponium, ribattezzata dopo le guerre pirriche Valentia (unita con Vibo nel comune di Vibo Valentia),
- Nicotera, (prov. Vibo Valentia) - il porto di Scyllaeum (Scilla),
- Civitas foederata Regium.

Ad essa si innestavano altri antichi percorsi viari, come la via Herculea che collegava il Sannio alla Lucania, ovvero che da Nerulum portava a Venosa, passando per Grumentum, Potentia, Anxia).

La strada venne riedificata alla fine del III sec. per volere di Diocleziano.

Si ritiene fosse denominata Via Popilia, in quanto ordinata dal console Publio Popilio Lenate, forte avversario e persecutore dei Gracchi) nel 132 a.c. come testimonia il lapis Pollae, una lapide in lingua latina, rinvenuta a San Pietro di Polla (Salerno).

Secondo altri si tratterebbe invece della Via Annia, costruita dal Console Tito Annio Lusco, grande oratore e nemico di Tiberio Gracco, nel 153 a.c.. come da iscrizione miliare ritrovata nel vibonese, recante il nome di un certo "Tito Annio, pretore, figlio di Tito" e la distanza da Vibo a Capua (255 miglia).

Ora si pensa che la strada sia stata iniziata da Popilio ma completata l'anno successivo da Annio.
Non però Tito Annio Lusco ma Tito Annio Rufo, uno dei pretori del 131 a.c. che si pensa figlio del precedente.



IL CIPPO DI POLLA

TRATTO DELLA VIA POPILIA
IN PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA
Il cippo di Polla è un'epigrafe in lingua latina incisa su una lastra in marmo di 70 x 74, il cui nome deriva dal luogo del rinvenimento, in San Pietro di Polla (Salerno).

Il reperto è la più importante testimonianza scritta sulla strada romana che univa Capua a Reggio Calabria, comunemente nota come Via Capua-Rhegium (o Via Annia Popilia). Sembra che la strada risalga alla prima metà del II sec. a.c.

Sul cippo (iscrizione) ritrovato a Polla (prov. Salerno) sono indicati i centri principali attraversati dalla Via ab Regio ad Capuam:

Stazione Località attuale
Capua Capua
Nuceria Nocera
Moranum Morano
Cosentia Cosenza
Valentia Vibo Valentia
ad fretum ad statuam (o ad columnam) presso Cannitello
Regium Reggio


Il cippo di Polla (Lapis pollæ) Trascrizione del testo originale

VIAM·FECEI·AB·REGIO·AD·CAPVAM·ET
IN·EA·VIA·PONTEIS·OMNEIS·MILIARIOS
TABELARIOSQVE·POSEIVEI·HINCE·SVNT
NOVCERIAM·MEILIA·LI·CAPVAM·XXCIIII
MVRANVM·LXXIIII·COSENTIAM·CXXIII
VALENTIAM·CLXXX      AD·FRETVM·AD
STATVAM·CCXXXI    ·REGIVM·CCXXXVII
SVMA·AF·CAPVA·REGIVM·MEILIA·CCCXXI
ET·EIDEM·PRAETOR·IN
SICILIA·FVGITEIVOS·ITALICORVM
CONQVAEISIVEI·REDIDEIQVE
HOMINES·DCCCCXVII·EIDEMQVE
PRIMVS·FECEI·VT·DE·AGRO·POPLICO
ARATORIBVS·CEDERENT·PAASTORES
FORVM·AEDISQVE·POPLICAS·HEIC·FECEI

Traduzione

Feci la via da Reggio a Capua e in quella via posi tutti i ponti, i miliari e i tabellarii.
Da questo punto a Nocera 51 miglia, a Capua 84, a Morano 74, a Cosenza 123, a Vibo Valentia 180, allo Stretto presso la Statua 231, a Reggio 237.
da Capua a Reggio in totale 321 miglia.
E io stesso, pretore in Sicilia, catturai e riconsegnai gli schiavi fuggitivi degli Italici, per un totale di 917 uomini, e parimenti per primo feci in modo che sull'agro pubblico i pastori cedessero agli agricoltori.
In questo luogo eressi un foro e un tempio pubblici.

IL TESTO

Il testo dell'iscrizione può essere diviso in diverse parti:
  1. la prima presenta un'iscrizione relativa ad opera pubblica con la costruzione della via, l'edificazione dei suoi ponti e l'apposizione dei miliarii e tabellarii lungo il percorso;
  2. la seconda informa sulle distanze che separano il punto in cui era collocata dalle città di Nuceria e Capua verso nord, Muranum, Cosenza, Vibo Valentia, lo Stretto (con le mansiones "Ad Statuam Ad Fretum") e Reggio verso sud. Infine viene indicata la distanza totale da Capua a Reggio;
  3. con la terza si riconosce il merito, da governatore della Sicilia, della riconsegna di 917 schiavi sfuggiti ai legittimi proprietari e della prima distribuzione, agli agricoltori, di quote di agro demaniale sottratto ai pastori;
  4. la quarta ed ultima notifica la fondazione, in quel luogo e ad opera dello stesso
    magistrato, di un foro e di edifici pubblici.
Il nome del magistrato non compare nell'epigrafe o forse era inciso su un altro blocco andato perduto. Si sono fatte ipotesi di attribuzione, per giungere ad una data di costruzione della strada.

Infatti la riconsegna degli schiavi potrebbe collegarsi alla prima rivolta servile siciliana del 135-132 a.c., mentre le concessioni demaniali agli agricoltori potrebbero riferirsi alle distribuzioni di quote di ager publicus, di cui si ha notizia, avvenute a seguito della riforma agraria di Tiberio Gracco.

Su vari elementi si basa l'ipotesi  del Mommsen, la più attendibile, che individua il magistrato in Publio Popilio Lenate, console del 132 a.c., che avrebbe fondato quel Forum Popilii, segnato sulla Tabula Peutingeriana, che venne anche esiliato per indebita condanna ad alcuni cittadini populares.


BIBLIO

Vittorio Bracco - Della Via Popilia (che non fu mai Popilia) - «Studi lucani e meridionali» - Galatina - 1977 -
- Romolo A. Staccioli - Strade romane - L'Erma di Bretschneider -
- Anna Ferrari-Bravo (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - Touring Editore - Milano - 2004 -
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -


6 comment:

Unknown on 24 luglio 2017 alle ore 01:46 ha detto...

l'antica mamertum si trova in Oppido mamertina RC non credo si possa collocare a Martirano.

bobadilla on 29 gennaio 2019 alle ore 06:03 ha detto...

per 450 km di percorso largo tre metri occorrono milioni di basole che non si trovano lungo il percorso nè coperte nè riciclate . Quanto mostra la foto qui presentata credo sia un ramulo presso una città . forse la via Popilia annia fu solo uno stradone in terra e pietriso battuti e col tempo scomparve per frane e alluvioni : Prima e dopo il ponte sul Savuto non ci sono basole .

Anonimo ha detto...

Anch'io sono di questo parere. Di solito vicino alle citta' romane vi erano i basoli, man mano che ti allontanarvi la strada diventava un sentiero pedemontano.

Anonimo ha detto...

Esatto

Anonimo ha detto...

No ho mai visto in Calabria un tratto di strada basolata!

Anonimo ha detto...

Ho visto il tratto integro, di una trentina di metri, di Solano, sopra Bagnara Calabra

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