CLUNIA SULPICIA (Spagna)



IL TEATRO
La Colonia di Clunia Sulpicia è una città romana localizzata nell'Alta Castiglia, a più di 1.000 m s.l.m., posta tra i villaggi di Coruña del Conde e Peñalba di Castiglia, nel Sud della Provincia di Burgos in Spagna.
Sia a Coruña del Conde che nelle città vicine c'erano diversi insediamenti celtiberici, più precisamente arévacos (sito di El Castro ad Arauzo de Torre, Alto del Cuerno e Alto de Castro a Peñalba de Castro).

Vi sono dubbi su quale di questi ultimi due luoghi fosse la città preromana di Clunia che Livio cita come rifugio di Sertorio prima dell'occupazione di Pompeo nel 72 a.c. Infine, nell'anno 56 a.c. la città partecipa all'alleanza tra Arévacos e Vacceos per l'indipendenza contro Roma. 

Metelo assedia la città dopo aver conquistato Numancia e un anno dopo, nel 55 a.c., Afranio, sottomette definitivamente Arévacos e Vacceos e romanizza la zona. I romani manterranno il nome di Clunia, da cui deriva il comune,
L'ALCHETRON
Clunia può essere considerata una delle città romane più importanti della Meseta settentrionale della Spagna e, dal I secolo a.c. fu la capitale di una circoscrizione giuridica nella provincia della Spagna Citeriore Tarragonese, denominata Giurisdizione di Clunia. 
La città sorgeva sulla strada che collegava Caesaraugusta (Saragozza) con Asturica Augusta (Astorga). Clunia è un toponimo di origine celtiberica (tribù degli Arévaco).
Clunia fu fondata su una collina presso un insediamento celtibero denominato Cluniaco o Kolounioukou, nome facente capo alla cultura degli Arévaco, una tribù preromana appartenente alla etnia delle popolazioni celtibere.

QUINTO SERTORIO

QUINTO SERTORIO (126 a.c. – 72 a.c.)

Nel 77 Marco Perperna Vento venne da Roma, con un seguito di nobili romani insieme a Gneo Pompeo Magno (106 a.c. - 48 a.c.) per sconfiggerlo. Sertorio dimostrò, secondo taluni, di valere più del suo giovane avversario Pompeo, sconfiggendolo completamente nei pressi di Saguntum. 

Pompeo scrisse a Roma per chiedere rinforzi, senza cui, egli disse, lui e Metello sarebbero stati cacciati via dalla Spagna. In realtà Sertorio fu sconfitto più dalla tattica temporeggiatrice di Metello che da quella avventata e spregiudicata di Gneo Pompeo Magno, ancora acerbo come comandante militare.

A causa delle gelosie fra gli ufficiali romani che servivano sotto di lui con gli ispanici di rango più elevato, non poté mantenere la sua posizione e la sua influenza sopra le tribù natali venne meno, benché avesse vinto sempre fino alla fine. 


Da Livio, sappiamo che il sito fu assediato da Pompeo nella sua lotta contro Sertorius nel 75 a.c. e che Pompeo fu costretto a lasciare Clunia anche a causa delle condizioni meteorologiche. Solo dopo tre anni Pompeo ebbe la meglio su Sertorio con un tradimento.

Nel 72 a.c. infatti Sertorio venne assassinato in un banchetto, e sembra che il principale istigatore sia stato Marco Perperna Vento dopo che Quinto Cecilio Metello Pio e Gneo Pompeo Magno ebbero messo una taglia sulla sua testa. 

A questo punto per rappresaglia verso Clunia Pompeo distrusse tutta la città, senza salvare nè edifici nè persone, compresi donne e bambini. Clunia cadde poi sotto il controllo dei Vacceos nel 56 a.c., ma successivamente cadde nuovamente sotto il controllo romano, così come i ribelli Vacceos e Arevaci. 

PONTE BARRUSIO (ROMANO) A CORUNA DEL CONDE

LA RIFONDAZIONE

Diversi anni più tardi la città fu fondata di nuovo durante l'impero di Tiberio (42 a.c. - 37 d.c.), all'interno della Provincia romana denominata Spagna Citeriore Tarragonese. Inizialmente venne eletta al rango di municipium, ed emise monete che rappresentavano i quattro dirigenti locali del quadriumvirato che governava la città.

Successivamente, tra gli imperi Tiberio e di Claudio, essa divenne sede di uno dei Legati Giuridici della Provincia di Tarragona, assumendo il ruolo di capitale della Giurisdizione Cluniense. Clunia acquisì il rango di colonia romana assumendo la denominazione di Sulpicia in quanto in essa si autoproclamò imperatore il generale Servio Sulpicio Galba, che vi si rifugiò durante la rivoluzione anti-neroniana. 

MOSAICO
Qui ricevette la notizia della morte di Nerone e quella di essere stato nominato Imperatore dai legionari (perciò alcuni storici aggiungono il nome di Galba alla denominazione della città). Con Sulpicio Galba, Clunia fu la capitale dell'Impero. Comunque il definitivo riconoscimento dello stato di colonia romana glielo dette l'imperatore Vespasiano.

Lo splendore della città romana di Clunia si estese durante il I e II secolo d.c., alla stessa stregua di altre città della Meseta Settentrionale, come Asturica Augusta o Iuliobriga, rispettivamente nelle province di León e della Cantabria. Al suo apice la città di Clunia arrivò a contare oltre 30.000 abitanti.

Clunia possedette così:  
- due terme,
- una basilica,
- un forum,
- molte tabernae
- molti termopoli,
- un teatro,
- un grande tempio dedicato a Jupiter.



IL DECLINO

Nel corso del III secolo si verificò un graduale spopolamento del nucleo urbano, dovuto alla crisi del III secolo e all'incipiente declino dell'Impero Romano d'Occidente. 

Infatti verso la fine del III secolo, la città fu bruciata dalle tribù barbariche franco-germaniche, invasioni che, insieme all'instabilità economica, possono aver contribuito al declino di Clunia. Tuttavia, non sembra che ci sia stata una distruzione violenta e generale; in ogni caso, ciò prelude alla fine dell'influenza culturale romana nella città di Clunia e dintorni. 

Gli scavi rivelano la distruzione delle aree urbane di Clunia, che non sono state ricostruite. Durante i regni di Diocleziano e Costantino si sono avute alcune limitate ricostruzioni, ma gran parte della città era disabitata nel VII secolo, durante l'epoca visigota.

Più tardi venne ricostruito il villaggio di Peñalba de Castro, che riscattò la meseta dell'enclave di Clunia in cambio di acqua in un'epoca in cui il valore dell'acqua era più prezioso delle poche rovine non ancora sepolte rimaste della città romana abbandonata.  




I RESTI

Gli scavi archeologici nel giacimento sono iniziati nel 1915, riprendendo nel 1931 e nel 1958, portando alla luce il glorioso passato di una delle principali città della Hispania la cui estensione - a giudicare dagli scavi archeologici - si avvicinava a 1,2 kmq, una delle più grandi città di tutta la Hispania romana. 

Gli scavi hanno portato alla luce: 
- un teatro scavato nella roccia, 
- varie domus con mosaici, 
- strade, 
- rovine degli edifici del foro 
- una grande cloaca, 
- un'effigie di Iside e un torso di Dioniso, conservati presso il Museo Archeol. Naz. di Spagna e in quello di Burgos, 
- una grande quantità di monete, 
- rovine epigrafiche, 
- ceramiche romane di terra sigillata come i manufatti samiani, 
- oggetti in vetro e bronzo.

IL TEATRO

IL TEATRO

Il monumento più significativo è il teatro, uno dei più grandi del suo tempo in Hispania, è stato scavato nella roccia, e aveva una capacità di 10.000 spettatori, destinato ad ospitare spettacoli di opere teatrali del periodo classico.

Costruito su una collina chiamata Alto de Castro (a 1.000 metri di altezza), si trova tra gli attuali villaggi di Coruña del Conde e Peñalba de Castro, nel sud della provincia di Burgos. 

Il suo recupero ha meritato il premio nella sezione di Restauro e Riabilitazione conferito dai Premi biennali di Architettura di Castiglia e León del 2004-2005. 
La giuria ha sottolineato "il rispettoso recupero del teatro e il trattamento paesaggistico generale".
L'edificio fu costruito sotto il regno dell'imperatore Tiberio per monumentalizzare la città più importante, insieme ad Asturica Augusta, del bacino del Douro. 

La città si trovava nella provincia di Hispania Citerior Tarraconensis.



IL FORO

Nel centro delle città romane, dove il cardo maximus e il decumanus maximus si incrociavano, si apriva il foro della città, una vasta piazza circondata da portici. Qui si svolgevano attività politiche, commerciali, giudiziarie e religiose. 

A Clunia, il foro non è distante dal teatro, nei cui dintorni spiccano le rovine di tre domus, una basilica e un macellum (mercato). Gli edifici erano ornati da preziosi mosaici e sotto le abitazioni si aprivano gli ipocausti e i forni per il riscaldamento. Al di sopra del mercato, nel XVII secolo, fu costruito un eremo tutt'altro che artistico, che danneggiò le antiche abitazioni.

TEMPIO ROMANO-VISIGOTA DI UNA DEA TRASFORMATO IN CHIESA

LE TERME

Non distanti dal Foro romano si ergono le rovine delle terme romane, di grandi dimensioni e con i pavimenti rivestiti di mosaici un po' più semplici di quelli delle case del forum. Anche qui è ben visibile il sistema di riscaldamento delle diverse stanze termali, l'ipocausto.



IL SOTTOSUOLO 

Nel sottosuolo della città, dove non è ancora consentita la visita a causa della sua fragilità, si trovano interessantissimi sistemi di approvvigionamento idrico costruite utilizzando le grotte naturali esistenti nel sottosuolo calcareo dello sperone sopra il quale si eleva la città, con varie cisterne e canali e un santuario di Priapo, Dio della fecondità e della buona sorte.



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