PONTE ORAZIANO DI PALINO




Sant'Agata di Puglia era chiamata Castrum Artemisium, poiché il Castello sorgeva accanto ad un tempio dedicato alla Dea Artemide. Il territorio con l'arrivo dei Romani divenne municipium, con una vasta viabilità romana che, a parte il Castello sulla rocca e il Convento di Sant'Antuono, costruito su resti di un edificio romano di epoca imperiale, giunge fino alla località Palino, dove si trova un maestoso ponte, fabbricato per attraversare il Calaggio.

Il ponte romano poggia  infatti suoi pilastri sull'antico corso del fiume Calaggio-Carapelle, che oggi però si è spostato di circa un chilometro dalla sua antica sede e nella strada che da Sant'Agata di Puglia porta a Candela. Costruito in mattoni e pietra è lungo all'incirca 211 metri ed alto 1; da circa 10 anni per incertezza sulla sua stabilità il ponte non è più utilizzato, ma ancora se ne può ammirare la sua semplice e fantastica architettura.

Si ritiene che venisse venne eretto insieme ad altri ponti, quasi tutti crollati per la medesima incuria, quando si costruì l'importante strada Aurelia Accianensis che da Aeclanum (Mirabella Eclano) conduceva a Herdonia (Ordona), nei cui pressi si congiungeva alla via Traiana proveniente da Benevento via Bovino.


L'Aurelia Aeclanensis nel territorio compreso tra Scampitella ed Anzano di Puglia si dirigeva verso la vallata del fiume Calaggio, raggiungendo il ponte di Palino. Il percorso coincidente per alcuni tratti con la stessa via Equatia, rappresentò per secoli un'alternativa a quello dell'Appia antica sempre piuttosto transitata. Certamente su questo ponte dovette passare il poeta Orazio nel 38 a.c., durante il suo viaggio descritto nella 5 satira del libro l.

La costruzione, ancora imponente, visibile dall’autostrada Bari-Napoli, è invasa dalle erbe, con vari segni di cedimento soprattutto dalla parte danneggiata dall’alluvione del 2004. Il ponte è di notevole importanza storica, poiché nella viabilità romana e pure medioevale, fu un importante collegamento con Benevento, Equo Tutico, Ascoli, Ordona, Canosa e Venosa.

Il ponte fu pertanto un passaggio obbligato di varie strade che mettevano in comunicazione l’Irpinia, la Lucania, la Daunia, e tra queste la famosa Beneventana, la “Via di Orazio”, la scorciatoia dell’Appia Antica, che il poeta percorse nel 38 a.c. con Virgilio, Mecenate, Cocceio, Fronteio, ed altri amici, e che descrisse nella V Satira del libro I. Per questa ragione fu chiamato anche “Ponte oraziano”.


Secondo A. Chieffo è “un ponte dall’architettura semplice e solidissima”, da attribuirsi ad epoca repubblicana, e doveva servire a passare dalla sinistra alla destra del fiume per chi veniva da Benevento e percorreva la strada che da Roma portava a Brindisi.

Si ha notizia di un restauro realizzato nel 1884 dai comuni di Candela e Sant’Agata, per cui Lorenzo Agnelli, storico di quest’ultima località, dettò la seguente iscrizione:

Iscrizione per il Ponte romano di Palino

Questo Ponte
su cui la via Appia e le legioni
passarono
e sino a Carlo III di Borbone
la Puglia comunicò con Napoli
i concordi municipi di Santagata
e di Candela
dalla Provincia aiutati
per nuovi commerci e destini nuovi
cadente e solitario
hanno restaurato
1884

Salviamo il ponte: conservare i beni archeologici è conservare la storia, e la storia è l'identità dei popoli.



BIBLIO

- AA. VV. - La Puglia fra Bisanzio ed Occidente, in Civiltà e culture in Puglia - vol. 2 - Milano - 1981 -
- Francesco Maria Pratilli - La Puglia romana: un paesaggio pietrificato, in Quaderni dell'Archivio Storico Pugliese XXI - Bari - 1982 -
- L. Agnelli - Cronaca di S. Agata di Puglia - Cefalù - 1902 -
- G. Alvisi, La viabilità romana nella Daunia, Bari 1970.
- Quinto Orazio Flacco - Le Satire - Roma - Poligrafico dello Stato - 1994 -



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