MASADA (Israele)




Giuseppe applicò furbescamente la profezia proprio a Vespasiano, che del resto era il suo datore di lavoro: «Questa gli ebrei la intesero come se alludesse a un loro connazionale, e molti si sbagliarono nella sua interpretazione, mentre la profezia in realtà si riferiva al dominio di Vespasiano, acclamato imperatore in Giudea».

L'impero romano si impose violentemente con le guerre in un mondo che sembrava un game di "Mangi o vieni mangiato" I paesi confinanti in particolare, essendo per lo più tribali, e quindi nomadi, vivevano di invasioni e razzie. Si uccidevano gli abitanti, si incendiavano le case, si rubavano gli armenti, le riserve di grano e i tesori dei templi, poi via verso la propria terra.

Ai romani non restava che sottomettere queste terre, per poi romanizzarle, cioè farle vivere in cittadine ben costruite con i fori, i tribunali, i mercati, le scuole, i templi, i porticati, i giardini e le favolose terme. Dopo un po' di anni le popolazioni scoprivano che quel modo di vivere era molto confortevole. Tutti studiavano il latino e potevano commerciare con tutti paesi perchè tutti parlavano latino e si scambiavano merci.

RICOSTRUZIONE DI MASADA
Ma con i giudei la cosa non funzionò, perchè il loro monoteismo e il loro dominio assoluto su mogli e figli, che erano trattati come schiavi, facevano temere qualsiasi cambiamento seppure in meglio. Poco importava se le città erano splendide e ben servite, se i cittadini erano colti e ricchi. La legge di Dio era molto più importante, non si potevano adorare altri Dei accanto al Dio unico.

Del resto tutte le religioni monoteiste non hanno mai sopportato la presenza di altri Dei, e non sopportano neppure Dei unici, cioè non solo combattevano il politeismo ma nemmeno un monoteismo che non fosse identico al loro. Le guerre di religione le hanno fatte sempre i monoteisti, e ne hanno fatte tante.

La rivolta del popolo giudaico contro la dominazione di Roma iniziò sotto il regno di Nerone, nell’autunno del 66 d.c. Per domare i rivoltosi venne inviato il comandante delle forze romane Vespasiano, bravissimo generale e molto amato dalle truppe, il quale venne proclamato imperatore dai suoi, mentre stava iniziando l’assedio di Gerusalemme. Fu pertanto costretto ad interrompere le operazioni per raggiungere al più presto Roma.

Il comando fu affidato allora al figlio Tito, altrettanto amato e stimato dai soldati, che riprese l’azione militare portando a termine la conquista della città in una battaglia sanguinosa che comportò la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Di rivolte giudaiche in realtà ce n'erano state molte, tanto è vero che il Messia sperato non era per gli ebrei il portatore di un'etica nuova, ma il capo della rivolta contro i romani.

I COLOMBARI DI MASADA
Infatti i romani crocifissero il Cristo non perchè sovvertitore religioso, di questo non gliene poteva importare di meno, del resto all'epoca di messia a Gerusalemme ce n'erano una ventina, ma perchè i sacerdoti giudei l'avevano indicato come un rivoltoso con largo seguito. I romani ci avevano creduto, che potevano saperne degli inghippi e delle guerre di religione se loro non ne avevano mai avute?

Poichè anche Tito era un ottimo generale, vinse la “guerra judaica” e rientrò a Roma, dove nel 71 d.c. celebrò con il padre un grandioso trionfo, di cui resta il ricordo nel celebre Arco di Tito. Non c'è da meravigliarsi che Tito osasse distruggere il tempio di Israele, perchè i giudei avevano distrutto i magnifici templi che i romani avevano lì edificati.

Del resto dal deserto popolato da ribelli esaltati, profeti deliranti (se dicevano cose diverse almeno la maggior parte delirava), serpenti e scorpioni velenosi,  i romani non potevano andarsene a mani vuote. Per cui si ripresero il bottino trafugato dagli ebrei dai templi romani e vi aggiunsero il ricchissimo bottino del Tempio di Salomone. E siccome non ne potevano più di combattere in quel deserto, gli spianarono pure il grande tempio, lasciandogli solo un muro dove piangere (che da allora si chiamò il muro del pianto).

Poichè però restavano altri rivoltosi, i cosiddetti “sicari”, un nome che già dice tutto, se è diventato termine tristemente famoso nel nostro vocabolario, che si erano impadroniti di alcune fortezze fra cui Masada imprendibile per i romani. Venne così inviato a provvedere il comandante Lucilio Basso, e alla morte di questi, il generale Flavio Silva, che vinse alla fine ogni resistenza.

A Masada si erano rifugiati gli ebrei ribelli di Eleazar ben Yair, prprio quelli che avevano innescato la rivolta giudaica a Gerusalemme. E da questa base inespugnabile avevano continuato la guerriglia per due anni. Fin quando le aquile imperiali non tornarono su quei luoghi imponendo la pax romana.

Rimase celebre l’espugnazione dell’ultima roccaforte rimasta in mano ai ribelli: Masada, che  significa "fortalezza" in ebraico e si trattava in effetti di una fortezza formidabile costruita su uno sperone di roccia nei pressi del Mar Morto. corona di un ripido altopiano immerso nel deserto della Giudea.






Questa fortezza fu teatro di uno degli sviluppi più inquietanti della grande rivolta ebraica che scosse questa zona arida del Medio Oriente tra il 66 e il 73. È interessante notare, e anche se il sito è oggi più brutto e triste di una cripta ammuffita, Masada fu inizialmente un bellissimo palazzo d'estate ordinato costruito da Erode il Grande tra il 31 e il 37 a.c. Essendo ad altezza elevata si godeva di un certo fresco pur trovandosi in pieno deserto, ed Erode si sa, non badava a spese.




GIUSEPPE FLAVIO

Giuseppe Flavio nacque tra il 37 e il 38 d.c., fu sacerdote a Gerusalemme e a 30 anni circa guidò delle truppe in rivolta contro l’esercito romano (66 d.c). Dopo quattro anni di guerra che si concluse con la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, Giuseppe ottenne di lavorare per i romani come storico presso Vespasiano (il futuro imperatore) a Roma.

Il che fa capire un po' il tipo, se poi se ne guarda il ritratto ricorda molto Sauroman nel Signore degli Anelli. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte: da un lato magnificò i romani e dall'altro santificò gli ebrei in un gesto eroico.

Tra il 75 e il 79 d.c. scrisse il libro “Guerra giudaica” , dove non solo descrisse le gesta belliche a cui anch'egli aveva partecipato, ma anche la profezia sul Messia. Giuseppe Flavio sostiene che il vero motivo che aveva indotto gli ebrei alla guerra fu l’attesa del Messia così come era attestato dalle Scritture:

«Ma quello che incitò maggiormente alla guerra fu un’ambigua profezia, ritrovata ugualmente nelle sacre Scritture, secondo cui in quel tempo “uno” proveniente dal loro paese sarebbe diventato dominatore del mondo» .

Lo storico Giuseppe Flavio  racconta che Flavio Silva adottò una soluzione incredibile, facendo costruire un enorme terrapieno che consentiva di attaccare con le macchine da guerra la fortezza non più dal basso, ma sullo stesso piano. Vistosi perduti, la notte prima dell’assalto gli assediati, su ordine del loro capo Eleazar, decisero di uccidersi tutti, comprese donne, vecchi e bambini in modo da non cadere prigionieri dei Romani.


Segue il racconto di come ognuno dovesse uccidere i suoi cari e come poi fu sorteggiato chi doveva uccidere gli altri. L’ultimo doveva uccidersi chiedendo perdono a Dio perché il suicidio era peccato per la religione ebraica, era l’aprile del 73 d.c.. Ma l'eccidio di tutti gli altri invece non lo era? (Misteri della fede).

Capita poi che gli scavi dell’anfiteatro di Urbisaglia, cittadina in provincia di Macerata, rivelano diverse iscrizioni da cui risulta che  Flavio Silva originario di questa città, fece costruire a, proprie spese, l’edificio a beneficio dei concittadini.

Si tratta di Lucius Flavius Silva Nonius Bassus. Ai generali vincitori erano riservati solo gli ornamenta triumphalia, cioè tutti gli onori che avrebbe ottenuto un vincitore, con l’esclusione della sfilata che era riservata agli Imperatori e ai loro figli.

Poiché questi ultimi avevano già celebrato il trionfo, l’imperatore volle comunque ricompensare adeguatamente il generale vincitore della resistenza ebraica e di Masada. Infatti come rivelano le epigrafi di Urbisaglia, lo innalzò cioè al rango dei “patrizi”, e lo compensò con tanto denaro da permettere a Flavio Silva di regalare un anfiteatro ai suoi concittadini.



LA CRONACA

"Novecentosessanta furono le vittime, comprendendo nel numero anche le donne e i bambini, e la data dell’eccidio fu il quindici del mese di Xanthico. I romani, che s’aspettavano di dover ancora combattere, verso l’alba si approntarono e, gettate delle passerelle per poter avanzare dai terrapieni, si lanciarono all’attacco.


Non vedendo alcun nemico, ma dovunque una paurosa solitudine e poi dentro fiamme e silenzio, non riuscivano a capire che cosa fosse accaduto.

Quando furono di fronte alla distesa dei cadaveri, ciò che provarono non fu l’esultanza di aver annientato il nemico, ma l’ammirazione per il nobile proposito e per il disprezzo della morte con cui tanta moltitudine l’aveva messo in atto.”

Così Giuseppe Flavio descrive l’epilogo dell’assedio di Masada, e la tragica sorte dei suoi difensori.

Masada cadde nella primavera dell’anno 73 d.c. dopo che i romani della Legione X Fretense avevano innalzato una rampa per colmare il dislivello che faceva della rocca di Masada una fortezza naturale apparentemente imprendibile.

I difensori, di fronte alla prospettiva di cadere nelle mani dei legionari, soppressero i propri familiari, poi estrassero a sorte dieci di loro che uccidessero gli uomini, e infine fra questi dieci uno che desse la morte agli altri nove, e che si sarebbe poi suicidato.

Si salvarono solo due donne e cinque bambini, nascosti per sfuggire al suicidio collettivo.

Masada è considerata il simbolo di un eroismo sfortunato e dell’afflato verso la libertà e contro la tirannia (per tali motivi l’UNESCO ha dichiarato nel 2001 i resti della fortezza di Erode patrimonio dell’umanità).



EROISMO O FEMINICIDIO E FILICIDIO?

Ma davvero fu un eroismo? Davvero pensiamo che venne chiesto alle donne e ai bambini se desideravano morire anzichè essere venduti schiavi? Le due donne e i cinque bambini dovettero nascondersi per salvarsi. Ovvero le due donne riuscirono a salvare se stesse e 5 bambini nascondendosi chissà dove e con tanta paura.

Di certo le donne e i figli, se avessero potuto scegliere la vita non avrebbero dovuto nascondersi. Si parla di dominio romano ma il dominio degli ebrei su mogli e figli era molto peggio. A nostro avviso l'eccidio fu una vergogna infamante.

Oggi i soldati dello Tzahal, le forze armate israeliane, dopo aver scalato la rocca alta 400 metri vi compiono il loro giuramento al termine del periodo addestrativo, promettendo a gran voce “mai più cadrà Masada”.
Una visione un po' di parte, coi ribelli-buoni e gli imperialisti-cattivi di cui oggi però si inizia a dubitare.

Ma Giuseppe non fu presente all'episodio di Masada, quindi dovette servirsi di testimonianze, ma quali visto che gli ebrei erano tutti morti? Forse quelle dei romani, ma non le colse direttamente, e comunque sappiamo di quale diplomazia disponesse. Gli studi dell’archeologo israeliano Nachman Ben-Yehuda, sociologo e antropologo e docente dell'Università di Gerusalemme, invece hanno rivisto ampiamente la vicenda, e tratteggiano una versione più realistica degli eventi.

IL PALAZZO A 3 LIVELLI

IL PALAZZO A 3 LIVELLI

Quando esaminiamo a fondo la Grande Rivolta e Masada, semplicemente non abbiamo alcun ritratto di eroismo. Al contrario: i racconti narrano la storia di una fatale (e discutibile) rivolta, di un gigantesco fallimento e della distruzione del Secondo Tempio e di Gerusalemme, di massacri di ebrei su larga scala, di differenti fazioni di ebrei che combattevano e si ammazzavano a vicenda, di suicidi collettivi (un atto non visto con favore dalla fede ebraica) perpetrato da un gruppo di terroristi e assassini il cui “spirito combattivo” può essere stato incerto.”

RICOSTRUZIONE
Così si esprime il professor Nachman Ben-Yehuda, ordinario dell’Università Ebraica di Gerusalemme nel dipartimento di Sociologia ed Antropologia. Masada, demolendo un mito su cui si è fondato molto dell’ethos del moderno Israele, per cui Masada fu meta di pellegrinaggio archeologico nei primi anni ’60 del secolo scorso.

L’archeologo Yigael Yadin guidò le ricerche e gli scavi, alla testa di un piccolo esercito di volontari, volti a scoprire le radici guerriere di Israele. E queste radici tornarono alla luce: le pietre dell’altopiano di Masada mostrarono prima chiaramente la pianta della fortezza erodiana, poi restituirono cocci, monete del periodo della rivolta, armi, infine anche resti umani.

Le tracce dell’assedio poi divennero chiare quando si identificò la gigantesca rampa edificata dai legionari per aver ragione della montagna. Yadin trovò anche undici “ostraka”, dei cocci usati per le estrazioni a sorte, su cui erano incisi dei nomi, uno dei quali è “Ben Yair”. Era la prova che la storia raccontata da Giuseppe Flavio era vera. Yadin non si soffermò sull’origine dei resti umani. Per lui erano i “difensori di Masada”.

Il governo israeliano, addirittura volle che fossero sepolti con gli onori militari, come poi avvenne nel 1969. Sembra invece che i corpi ritrovati appartenessero a occupanti molto più tardi, di epoca bizantina, oppure a romani della Legione Fretense o della guarnigione che fu presa con l’inganno e massacrata dagli uomini di Elazar, un’ipotesi suffragata anche dal ritrovamento nel 1982 di ossa di maiale, animale considerato impuro dagli ebrei.


D'altronde lo Stato di Israele era accerchiato da paesi ostili e solo vent’anni prima la quasi totalità del suo popolo in Europa era stata condotta a morte in un atroce sterminio senza combattere. C’era dunque la profonda necessità spirituale di dimostrare al mondo (e agli ebrei stessi) che un ebreo sapeva battersi e morire.

D'altronde molti sopravvissuti all’olocausto provavano vergogna per non essersi opposti al nazismo e ai pogrom. non si capiva perché gli ebrei europei non avessero fatto ovunque come a Varsavia nel 1943, rivoltandosi contro Hitler, invece di farsi assassinare senza combattere.

Non a caso dopo la "Guerra dei 6 giorni" i ragazzi ebrei di Roma corsero a ballare sotto l'arco di Tito, quello stesso arco che illustrava la vittoria dei romani sugli ebrei con le spoglie del Tempio di Gerusalemme. Era la rivendicazione degli ebrei contro i romani vincitori.. ma i romani che c'entravano? Avevano vinto contro i romani non contro gli arabi.

Quegli stessi arabi che all'epoca gli vendettero a caro prezzo i territori palestinesi dove insediarsi, che altro non erano se non un arido deserto, per vederlo poi rifiorire in una ricca oasi, tanto ricca da farli pentire di avergli accordato una così ricca terra.

Si erano dimenticati che all'epoca nella terra c'erano solo la sabbia e gli scorpioni. Un tempo furono i romani a renderla verde e ospitale, ma alla formazione dello stato israeliano furono gli ebrei stessi a farne una zona fertile.

“La Guerra Giudaica” dello storico ebreo Giuseppe Flavio narra di Eleazar ben-Yair come di un personaggio che oggi definiremmo un terrorista integralista.

Zelota massimalista, era un sicario.
I sicari erano una setta ebraica dedita agli assassinii tramite un pugnale chiamato “sica”, da cui il nome.

Egli fomentò il popolo contro i romani, pretendendo dai sacerdoti che non accettassero più i sacrifici da parte loro. Un gesto considerato dallo stesso Giuseppe Flavio empio, poiché al Tempio di Salomone ogni uomo aveva potuto offrire sacrifici al Dio unico quale che fosse la sua religione o razza.

Certamente non consentivano di sacrificare ad altro Dio che Javè, ma gli altri Dei se li sacrificavano a casa loro nei templi pagani. I romani non volevano rogne, della religione poco gli interessava, avevano sempre cercato di rispettare i costumi e le religioni di ogni popolo occupato. Non essendo fanatici non comprendevano perchè questo Dio, e i loro seguaci, fossero così accaniti contro gli altri Dei e i loro seguaci. perchè ognuno non si pregava il Dio in cui credeva?

Ora gli ebrei erano particolari perchè per il loro Dio avevano una vera e propria ossessione, un comportamento che i romani avrebbero considerato indegno anche da parte di un romano nei confronti di Yuppiter. I romani amavano la continenza su tutto, pure nella religione. E' vero che erano strapieni di cerimonie sacre, ma i romani non andavano a tutte, era sufficiente che le cerimonie le operassero i sacerdoti, che erano pagati dallo stato per questo, il pubblico non era tenuto. Le feste erano tante, ma i romani le passavano in campagna e al mare, e ,se restavano in città, sicuramente alle terme.

I nostri libri storici, scritti spesso con mentalità moderna, riferiscono che i templi pagani avessero le celle solo ad uso e consumo dei sacerdoti, perchè i profani celebravano aldifuori del tempio. Il fatto è che di gente che assisteva ce n'era poca, se qualcuno andava ad assistere a troppe feste di diversi templi era giudicato poco "pio", e piuttosto un esagerato e un fanatico.

BAGNO DI ERODE
Dunque per quieto vivere i romani erano giunti a un compromesso, eludendo così l'editto imperiale che obbligava la gente a sacrificare per l'imperatore, un editto che in realtà riguardava i nuovi fanatici: i cristiani, che erano intransigenti come gli ebrei. Così ogni anno i sacerdoti romani sacrificavano nel Tempio non all’Imperatore o alla Dea Roma, ma “pro rege et pro patria”, salvando così il monoteismo giudaico e la necessità politica dei romani di assolvere ai riti sacri.

Eleazar sapeva bene che i romani avrebbero percepito il rifiuto delle loro offerte come una offesa a Roma, e sarebbe stata guerra, ma era proprio quel che voleva. Non aveva fatti i conti non solo con i romani, ma con le popolazioni orientali ormai romanizzate ed ellenizzate che si rivoltarono contro gli ebrei.

Così in tutto il Medio Oriente le comunità ebraiche furono trucidate dalle popolazioni  locali, e gli stessi romani, dopo iniziali rovesci, si riorganizzarono e schiacciarono la rivolta con una ferocia inaudita.


Del resto Roma aveva beneficato Gerusalemme di grandi edifici e monumenti, consentendole di svilupparsi ed arricchirsi, tanto più che le condizioni degli ebrei non erano affatto fiorenti. Avevano soprattutto portato loro il bene più prezioso: l'acqua per bere, lavarsi, cucinare e pure per irrigare i campi.

Ma gli ebrei erano tribali e le tribù di qualsiasi etnia si sono sempre scannati tra loro. Infatti le fazioni giudaiche iniziarono a massacrarsi a vicenda: gli zeloti e in particolare i sicari praticavano un sistematico terrorismo contro ogni comunità ebraica “colpevole” di non sufficiente odio verso gli “invasori” romani.

Eleazar stesso, fuggito e rifugiato a Masada con un migliaio di sicari, compì la sua miglior prodezza assaltando il vicino villaggio giudeo di Ein-Gedi sterminandone la popolazione, anch'essi ebrei, donne e bambini compresi. Quali erano i buoni e quali i cattivi?

L'ASSEDIO

L'ASSEDIO

ACQUA E VIVERI

Eleazar ben-Yair oltre alla guerriglia continua contro le truppe romane, erano intenti anche ad ammazzare tutti gli ebrei che collaboravano con gli invasori. Quindi Silva non ha esitato un istante. Ha raccolto un esercito composto dalla X LEGIO Fretensis AVXILIA sei coorti e, nell'inverno del 72, è stato lanciato l'assedio per sottomettere quegli ebrei bellicosi.
 

LA RAMPA
L'esercito romano ha un totale di circa 9.000 legionari, a cui va aggiunto un numero imprecisato di prigionieri ebrei di guerra adottati per i lavori pesanti, come quello di costruire il muro che in genere era di legno, ma dato che la zona era desertica, occorreva la pietra. 

Vennero così costruiti dai Romani, oltre a diversi forti, anche un muro perimetrale che circondasse l'intera fortezza di Masada per un'altezza di circa tre metri e poco più di un Km. di lunghezza, per impedire ai nemici qualsiasi tentativo di uscire o di attaccare i campi sparsi in tutto il fianco della collina.

Ma soprattutto vennero dirottati gli acquedotti che portavano l'acqua alla fortezza. Non solo per toglierla agli assediati, ma per rifornirne i 9.000 romani che si stavano liquefacendo sotto il sole. 

Con i Sicari ben forniti di acqua e cibo, su una posizione fortificata quasi inespugnabile, le truppe di Silva dovevano agire in fretta o sarebbero stati costretti a togliere l'assedio in breve tempo.

Ma è proprio così? Come avrebbero fatto i rivoltosi un paio d'anni come dice Giuseppe, o solo un anno, senza potersi rifornire di acqua e di viveri? Ammesso che avessero grandi scorte di cereali e di carne secca, occorreva l'acqua per ammorbidire e cuocere tutto ciò, oltre a quella per bere, a parte il lavarsi.

LA COSTRUZIONE DELLA RAMPA
Con quel calore i cereali potevano mantenersi bene ma l'acqua sarebbe diventata non più potabile, inoltre sarebbero morti di scorbuto e quant'altro, non potendo cibarsi di verdure e di frutta fresca per così tanto tempo.

In totale gli abitanti di Masada arrivavano a 967 persone, essendo i combattenti la metà di essi, per il resto erano donne, bambini e vecchi, i loro familiari.

Cosa avevano sperato di fare portandoseli appresso?

LA CISTERNA
Di solito i guerriglieri vanno per loro conto perchè i familiari intralciano il cammino rallentandolo di molto, e dove li lasciano quando combattono?

Ora è vero che Masada disponeva di enormi cisterne d'acqua e grandi magazzini di provviste, ma l'acqua e le provviste ogni tanto qualcuno ce le portava, due anni senza provviste sono davvero tanti per 1000 persone!

Se una persona consuma solo (fra bere, cucinare, lavarsi e lavare una veste) 4 lt. al giorno (la strettissima sopravvivenza con quel caldo, cioè senza lavarsi, noi italiani ne consumiamo 200 al giorno ognuno), 1000 persone consumano 4000 lt al giorno, 120.000 al mese e 1.320.000 l'anno.

Suvvia non è credibile: un mc corrisponde a 1000 l, il che significa che le cisterne di Masada dovevano contenere 1320 mc di acqua, ma quando mai le avrebbero accumulate con le scarsissime piogge del deserto?



LA SALITA

Un'altra cosa: la fortezza di Masada si trova sulla sommità pianeggiante di un´altura isolata dai fianchi ripidi e scoscesi. Masada è separata dal territorio circostante da colline ripide alte da 300 a 1000 piedi. Secondo Giuseppe, i Romani riuscirono a spezzare la resistenza di Masada costruendo una gigantesca rampa sul lato ovest della montagna.

Basta vedere le dimensioni della rampa per comprendere il lavoro mostruoso occorso per realizzarlo: stuoie, pietre, tronchi, rami e carrelli. Dagli scavi archeologici sono emersi  i tronchi utilizzati dai romani per compattare la costruzione della rampa, del resto il deserto conserva tutto. E poi costruirono un ariete. 

Nella parte superiore avevano piantato una sambuca (un ponte volante per scalare le mura) e sopra tale livello, una tettoia coperta con lastre di ferro che proteggeva dal fuoco lanciato dal nemico, con baliste e scorpioni contro i difensori e le difese. Il terrapieno dovette risalire il ripido pendio di 20 gradi per non meno di 198 metri di lunghezza.

Il palazzo di Erode, che si trova su tre livelli era un complesso fortificato con un perimetro murato di circa 1.500 m, difesi da 38 torri.  
Vi si ergeva un sontuoso palazzo situato sul bordo settentrionale del pianoro, e un altro palazzo sul lato ovest.

Questo altopiano era lungo 645 m nell'orientamento nord-sud, e di 315 m, da est a ovest.  

Il lato meno aspro era la pendenza occidentale, tuttavia estremamente difficile da scalare. 
Per accedere al vertice c'era un solo sentiero chiamato "La Via Del Serpente" un sentiero di poco più di 5 km. piuttosto lungo, stretto e tortuoso.

RESTI DEL CASTRUM ROMANO DA CUI PARTIVANO GLI ATTACCHI
Però, rifatti i conti, la rampa costruita dai romani non sarebbe stata alta 375 piedi (125 m) come preteso da Giuseppe Flavio, ma molto meno, forse appena una dozzina di metri, poiché la Legione Decima comandata da Lucio Silva sfruttò uno sperone di roccia calcarea naturale. Bisogna attentamente riesaminare il mito prevalente relativo alle dimensioni della rampa romana d´assalto.

Un’opera che assieme al controvallo e al fossato scavato attorno alla fortezza, secondo l’abituale strategia romana d’assedio, non dovette occupare i legionari per più di un mese. Dunque non anni, ma settimane, durò la resistenza di Masada ai romani.

Giuseppe Flavio non trova riscontro neppure nella questione del successivo rogo: secondo lo storico ebreo i difensori di Masada appiccarono fuoco alla fortezza prima di suicidarsi, ma non ai magazzini, per dimostrare che non cedevano per fame.


Tuttavia i ritrovamenti archeologici mostrano spessi strati di cenere anche nei depositi. E infine: sono stati ritrovati finora solo 28 corpi, dei quali la maggior parte in caverne alla base della montagna. Gli altri 932 cadaveri dove sono?

Ultima questione: ma Giuseppe è di per sè soggetto affidabile? Teniamo conto che fu  prima legato del Sinedrio, poi governatore della Galilea e poi comandante dell’esercito giudaico nella rivolta antiromana, ed in seguito consigliere al servizio dell’imperatore Vespasiano e di suo figlio Tito. Ma fu anche prima seguace di Javè e poi credente cristiano. Quante bandiere aveva cambiato?

ANCORA OGGI E' BEN VISIBILE LA RAMPA

GLI EBREI

Yadin scoprì i due palazzi di Erode, decorati con meravigliosi affreschi murari, e mosaici sui soffitti. Dissotterrò la camera da bagno di Erode, un vasto complesso di camere adibite a deposito e di muri difensivi che circondavano la fortezza.

Il sito ospitava anche artefatti risalenti all´occupazione dei ribelli e piccoli pezzi di terraglie incisi con nomi, che si credeva essere stati usati dai ribelli per estrarre a sorte chi avrebbe dovuto uccidere gli altri. Masada divenne un simbolo di potere per l´allora giovane Stato di Israele.
Alle cerimonie per il giuramento sulla cima della montagna, i nuovi reclutati dell´esercito giuravano: "Masada non cadrà di nuovo!"



I DUBBI

In anni recenti, sono stati sollevati molti interrogativi sull´affidabilità del racconto di Giuseppe. Alcuni storici, per esempio, dubitano che i ribelli ormai in trappola commisero suicidio di massa; altri hanno sostenuto che gli scheletri trovati da Yadin non appartenessero ai difensori Ebrei ma ai soldati romani.

L´autore Gill ha notato che molta parte della sporgenza ovest di Masada è costituita di roccia naturale; i Romani dovettero aggiungere relativamente poco per riuscire ad accedere alla sommità.

Sulla foto sopra, guardano verso nord, Gill ha segnato la prova cruciale: la Linea A è una faglia, che divide Masada a destra dagli strati di roccia che probabilmente le collegavano ma che crollarono milioni di anni fa lungo la faglia

- B1 e B2 sono due sezioni della stessa formazione rocciosa (Bina), che dividono la faglia.
- C1, C2 e C3 sono i resti della formazione Manuha, che si trova al di sopra della formazione Bina e ad ovest della faglia e che si trovava sopra la sezione Bina che ha formato Masada; poiché la Formazione Menhua (e la Formazione Mishash che giace al di sotto) sono costituite da roccia soffice, l´erosione, in un periodo di tempo molto lungo, le ha rimosse dalla cima di Masada. La stessa cosa è avvenuta ad ovest.
- D ha dato origine alla rampa Romana.

La maggior parte della via d´accesso a Masada sul lato occidentale è di roccia naturale; i romani aggiunsero solo un piccolo strato di terra. Un processo che richiese molto meno tempo e sforzi di quanto gli storici avessero creduto. Su Masada è ancora giallo.


BIBLIO


- Giuseppe Flavio - Guerra giudaica - VII -
- Filippo Coarelli - Divus Vespasianus - il bimillenario dei Flavi - Electa - Milano - 2009 -
- Alan Millard - Masada l'ultima fortezza - Archeologia e Bibbia - Edizioni Paoline s.r.l. - 1988 -
- Giancarlo Biguzzi - Masada, la prima rivolta giudaica ed il suicidio di massa di Eleazar e dei suoi nel racconto di Flavio Giuseppe: alla ricerca della verità storica -
- Erminio Fonzo - Il mito di Masada nello Stato di Israele - Sulle spalle degli antichi - L’immaginario della grecità e della romanità nell’età contemporanea - Unicopli - Milano - 2014 -
- Ben-Yehuda, Nachman - The Masada Myth: Collective Memory and Mythmaking In Israel -University of Wisconsin Press - 1995 -
- Maria Grazia Siliato - Masada - Rizzoli - 2007 -




2 comment:

Unknown on 11 ottobre 2021 alle ore 20:55 ha detto...

È una verità in più di quello che già sapevo complimenti

Anonimo ha detto...

claro odio que tiene esta persona que escribe el blog tanto hacia judios como hacia cristianos, como si personalmente le hubieramos hecho una ofensa. una lastima que tu lado de la historia este inclinado solo a defender a los romanos y subertimar a los judios y cristianos

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