GAIO MARCIO RUTILO CENSORINO - G. MARTIUS RUTILUS CENSOR



BATTAGLIA DI VADIMONE

Nome: Gaius Martius Rutilus Censor
Nascita: 339 a.c.
Morte: visse nel IV-III secolo a.c.
Padre: Gaio Marcio Rutilo
Professione: militare e politico romano.
Gens: Marcia


Figlio di Gaio Marcio Rutilo, IV sec. a.c., fu console nel 310 a.c. con il celebre Quinto Fabio Massimo Rulliano della gens Fabia, cinque volte console e un eroe delle guerre sannitiche. Ma anche Gaio Marcio ebbe la sua gloria.

"Iterum enim censor creatus ad contionem populum vocatum gravissima oratione corripuit, quod eam potestatem bis sibi detulisset, cuius maiores, quia nimis magna videretur, tempus coartandum iudicassent. Uterque recte, et Censorinus et populus: alter enim ut moderate honores crederent praecepit, alter se moderato homini credidit."

(Valerio Massimo - Liber Iv - Factorum Et Dictorum Memorabilium Libri Novem)


"Nominato console per la seconda volta riunì il popolo a cui rivolse parole durissime, per aver reiterato una carica che gli antenati avevano proibito di reiterare onde non concedere ad alcuno troppo potere. Furono corretti entrambi: l'uomo perchè voleva moderare gli onori degli uomini, e il popolo perchè ebbe fiducia nella sua moderazione."

A Fabio toccò, estratta a sorte, la campagna militare contro gli Etruschi, mentre a Gaio Marcio quella contro i Sanniti. Appena entrato nel Sannio, il console conquistò la città di Alife, razziandone poi le campagne. Però i Sanniti, saputo della campagna militare romana nei monti Cimini, così distanti da Roma, e contro un popolo valoroso come gli Etruschi, ripresero le speranze e attaccarono l'esercito consolare romano, che subì pesanti perdite, oltre il ferimento dello stesso console Gaio Marcio.

«Il console li andò ad affrontare, e lo scontro dall'esito incerto che ne seguì fu durissimo. Benché entrambe le parti avessero avuto perdite ugualmente gravi, tuttavia la voce comune attribuì ai Romani la sconfitta, perché avevano perso degli uomini di rango equestre, alcuni tribuni militari, un luogotenente e - ciò che aveva suscitato maggiore scalpore - era rimasto ferito addirittura il console
(Tito Livio, Ab urbe condita libri, IX, 38.)

Questa sconfitta, spinse il Senato alla nomina a dittatore di Lucio Papirio Cursore, che si recò immediatamente a Longula per prendere il comando degli uomini agli ordini di Gaio Marcio Rutilo Censorino, ormai decaduto, ma con i Sanniti non si arriva subito allo scontro, per cui si suppone che sia stato il dittatore Lucio Papirio Cursore a guidare l'esercito alla vittoria nella battaglia del lago Vadimone.

Infatti la distanza tra il lago Vadimone e Longula, l'importanza di queste due campagne militari e il fatto che Quinto Fabio Massimo Rulliano, nello stesso anno della dittatura, sconfigga il resto dell'esercito etrusco nei pressi di Perugia, potrebbe significare che il dittatore abbia lasciato il comando delle operazioni in Etruria a Fabio, e che questi abbia guidato i romani nella battaglia del lago Vadimone.

Livio pone la battaglia con i Sanniti sicuramente dopo quella contro gli Etruschi:
« Poco tempo dopo (della battaglia con gli Etruschi) i Romani corsero un pericolo analogo (con i Sanniti) »
(Tito Livio, Ab Urbe condita, IX,40)

Nel 300 a.c. fu uno dei primi quattro plebei ad accedere alla carica di pontefice, fino ad allora, accessibile solo ai Patrizi.


BIBLIO

- Tito Livio - Ab Urbe condita - IX -
- Sesto Aurelio Vittore - De viris illustribus Romae -
- Andrea Frediani - I grandi generali di Roma antica - Newton Compton - Roma - 2003 -
- Paolo Sommella - Antichi campi di battaglia in Italia, contributi all'identificazione topografica di alcune battaglie d'età repubblicana - Roma - De Luca - 1967 -
- A. Frediani - Le grandi battaglie di Roma antica - Roma - 2009 -



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