MARCO PLAUZIO SILVANO - M. PLAUTIUS SILVANUS



GENS PLAUTIA

Nome: Marco Plauzio Silvano, ovvero Marcus Plautius Silvanus,
Nascita: Roma 5 a.c.
Morte: Roma dopo il 9, quando si hanno le sue ultime notizie.
Madre: Urgulania
Moglie: Lartia
Figli:
- Marco Plauzio Silvano. Prima sposò Fabia Numantina, ma il loro matrimonio finì prima del 24 d.c., poiché a quel punto era sposato con Apronia, figlia di Lucio Apronio. È stato accusato di aver ucciso Apronia gettandola da una finestra. L'omicidio fu indagato dallo stesso imperatore Tiberio. Urgulania ha quindi inviato a suo nipote un pugnale, incoraggiandolo a suicidarsi, cosa che fece. Poco dopo l'assassinio di Apronia, Fabia Numantina fu "accusata di aver causato la pazzia del marito con incantesimi e pozioni magiche", ma fu assolta.
- Aulo Plauzio Urgulanio. Morì all'età di nove anni.
- Publio Plauzio Pulcher. Amico e compagno del nipote Claudio Druso. Questore di Tiberio e augure; governatore della Sicilia.
- Plauzia Urgulanilla, prima moglie dell'imperatore Claudio.
Nipote adottivo: Tiberio Plautius Silvanus Aelianus.
Gens: Plautia
Professione: Console e generale romano.

Non ne conosciamo il nome del padre ma ne conosciamo quello della madre, Urgulania, amica stretta di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto. Sposò una certa Lartia, come lui di origine etrusca.

Marco Plauzio Silvano fu il primo membro della gens plautia con questo cognomen che raggiunse il consolato nel 2 d.c., insieme allo stesso imperatore, Augusto. Governò, quindi, come proconsole in Asia nel 4 d.c.. Divenuto governatore di Galazia e Panfilia (in Anatolia, Turchia, dove la Galazia comprendeva la regione costiera della Panfilia) nel 5-6, sedò una rivolta di Isauri.

Cassio Dio scrive che gli Isauri iniziarono una serie di scorribande e non desistettero fino a che non entrarono in guerra. Il re cliente di Roma, Archelao I, non riuscì a sedare la rivolta che ne conseguì, per cui Roma, sua protettrice dovette impegnare almeno due legioni guidate da Marco Plauzio Silvano per riprendere il controllo. Sembra che una di queste legioni fosse la Legio VII Macedonica che era di stanza ad Antiochia durante il periodo.


Verso la fine del 6, iniziò in Illyricum la Grande Rivolta Illirica o Bellum Batonianum. Nel 7, tardo autunno o inizio dell'inverno, Silvano fu convocato da Tiberio, che era stato assegnato al comando della situazione militare in Illyricum, per portare più forze per aiutare a reprimere la rivolta. Si pensa che abbia portato due (o forse tre) legioni, forse Legio IV Scythica e Legio V Macedonica, forse tratte dalla Siria.

Una volta che i due generali, Silvano e Caecina Severo, e le loro legioni si unirono marciando verso Siscia (l'odierna Sisak) per unirsi a Tiberio e alle due legioni già riunite lì. Tiberio divise immediatamente le forze in quattro, rimandando Cecina in Mesia e marciando con Silvano e le "legioni orientali" verso Sirmio dove svernarono, e da dove Silvano continuò ad operare per il resto del conflitto. 

Paterculus afferma che Tiberio li portò in una "marcia lunga ed estremamente ardua, le cui difficoltà sono difficilmente descrivibili", sebbene non menzioni il ruolo di Silvano. Raggiunsero comunque l'Illirico e combatterono contro i ribelli vicino a Sirmio. Le forze romane furono vittoriose, ma subirono pesanti perdite. Velleio Patercolo menziona la morte di tribuni militari, di alcuni prefetti, di un prefetto del campo e di alcuni centurioni, tra cui alcuni di primo grado, ma senza quantificare i morti. 

Paterculus definì questa battaglia "una sconfitta quasi mortale" e afferma che la vittoria "guadagnò più gloria [ai soldati] di quanta ne fosse rimasta ai loro ufficiali", a causa della loro incapacità di seguire l'esempio di Tiberio e di inviare esploratori per accertare la posizione del nemico.


Poi, sempre il 7, guidò i rinforzi (le legioni IIII Scythica e V Macedonica) contro i ribelli Pannoni. Riuscì quindi ad unirsi alle forze del legato di Mesia (Thracia Macedoniaque), Aulo Cecina Severo, ma attaccati a sorpresa dai ribelli mentre erano in marcia lungo il fiume Sava, ad ovest di Sirmio, rischiarono la distruzione delle truppe. Tuttavia con notevole perizia e senso di orientamento riuscirono a fuggire e a raggiungere il quartier generale di Tiberio, a Siscia, con un esercito di ben dieci legioni.

Durante l'8 d.c., Dione riferisce che Silvano condusse personalmente una campagna di successo per sconfiggere i Breuci e vinse la fedeltà di alcune altre tribù illiriche senza combattere. Nell'ultimo anno della rivolta, il 9 d.c., Silvano rimase nell'Illirico, agendo da Sirmio. Dione narra che le sue forze  devastarono la Pannonia, per cui le restanti tribù scesero a patti. 

I due anni di battaglie che seguirono portarono alla completa sottomissione dell'intero Illirico, con le nuove province di Pannonia e Dalmazia. Per questi successi si meritò gli Ornamenta triumphalia, insieme agli altri comandanti, cioè il Trionfo, attestato dall'iscrizione che compare sulla tomba di Silvano a Tivoli, in Italia.

Sebbene Silvanus abbia servito con successo sotto Tiberio per tutta la durata della Grande Rivolta Illirica o Bellum Batonianum, Syme suggerisce che il futuro imperatore avesse dei dubbi su di lui, a causa del suo stretto legame, tramite sua madre, con Livia. Certamente Silvano non compare nelle storie dopo gli eventi in Illyricum durante il 6-9. 

IL MAUSOLEO OGGI

IL MAUSOLEO

Il mausoleo di Plautius Locaunus, sulla Via Tiburtina, si trova nella piana di Tivoli presso il fiume Aniene, a circa un Km dalla famosa Villa di Adriano, poco a valle dove gli studiosi sono concordi nel localizzare l’antico porto fluviale da dove venivano imbarcati i materiale da costruzione destinati a Roma: il lapis tiburtinus (travertino) e legnami dai boschi dell’alta valle dell’Aniene.

Il sepolcro dei Plauzi, o Plautii, della metà del I sec. d.c.; è un mausoleo a forma cilindrica con base quadrangolare attualmente interrata, sormontata da una rotonda circolare a due ordini, alta circa 35 metri e rivestita di travertino. Sul corpo circolare infatti venne aggiunto un avancorpo rettangolare, incorniciato da mezze colonne ioniche, che potesse ospitare una serie iscrizioni sul suo proprietario e le sue benemerenze.

All'epoca infatti andavano per la maggiore i mausolei, compreso quello di Augusto, a vaga immagine del sepolcro di Mausolo. Augusto fece riportare sul suo mausoleo le sue gesta e così Pauzio fece riportare le sue. Una buona parte del cilindro è però rifacimento medievale, come pure la parte superiore, coronata da beccatelli. Nel sopravvissuto recinto antistante sono scolpite le iscrizioni funerarie di Marco Plauzio Silvano e del figlio di lui Tiberio Plauzio Silvano Eliano, dove si elencano tutte le cariche da loro ricoperte.

Il sepolcro, che nella forma ricorda quello più famoso di Cecilia Metella sulla via Appia, è con esso il più conservato dei mausolei di epoca tardo repubblicana, e si eleva sulla sinistra del fiume Aniene, su un territorio che apparteneva appunto alla gens Plautia. Nel medioevo fu trasformato in torre di difesa a protezione del ponte lucano. Nel 1465 fu restaurato ad opera di papa Paolo II che ordinò l’aggiunta della merlatura guelfa tutt’ora visibile insieme al suo stemma.

All’interno si trova un ambiente a croce collegato da un corridoio circolare, e, esteriormente ricoperta da blocchi di travertino; Il nome di Marcus Plautius Silvanus è menzionato nella cornice mediana della parte cilindrica e fu il primo ad esservi tumulato. Nel monumento vennero sepolti anche suo figlio, Publio Plautio Pulcro, e Plauzio Silvano Eliano (ovvero Plautius Silvanus Aelianus). Costui fu Console suffetto nel 45 d.c,, proconsole d'Asia e legato in Mesia, praefectus urbi nel 73, ricevette da Vespasiano per le sue battaglie gli ornamenti trionfali, e fu console per la seconda volta nel 74.



I TRIONFI E LE GESTAE

Marco Plautio Silvano, che fu console con Augusto nel 2 d.c., ricevette dal Senato gli ornamenti trionfali per la sua condotta nell’Illirico; attribuzione confermata dall’iscrizione inserita nel corpo cilindrico, al di sopra della cornice mediana. Ad indicare le passate gesta, sulla base del monumento vi sono delle esaurienti iscrizioni in pietra, con un indice, che è diviso in tre parti. 

La prima enumera i nomi e le note di consanguineità, con a fianco le dignità e le cariche di Plauzio Silvano Eliano, tra cui quelle di:
- pontefice
- Sodale Augustano,
- ascritto al Vingivirato (Vingiviratus Ianua erat ad honores),
- Questore di Tiberio Cesare,
- Legato della V Legione in Germania,
- Praetor Urbanus
- Legatus et Comites Claudii Caesaris in Britannia
. Due volte Console,
- Proconsole in Asia,
- Legatus in Spagna,
- Legatus Propraetor Moesias,
- Onorato con gli Ornamenta Triumphalis.

La seconda narra le sue gesta mentre era Legato Propretore nella Mesia.
La terza ricorda le ricompense che ottenne e l'elogio fattogli nel senato dall'Imperatore Vespasiano.


BIBLIO

- Cassius Dio -  Roman History - 2007 -
- Velleius Paterculus - Roman History - 2011
- Publius Cornelius Tacitus - Annales -
- Lily Ross Taylor - "Trebula Suffenas and the Plautii Silvani" - Memoirs of the American Academy in Rome - 1956 - 
- Inscription of the Tomb of the Plautii - Abdale, J.R -  The Great Illyrian Revolt: Rome's Forgotten War in the Balkans, AD6-9 - Pen and Sword - 2011 -
- Mitchell S. - Legio VII and the Garrison of Augustan Galatia - Classical Quarterly no. 26
Syme, Ronald - 1976 - 
- Mitchell S. - Galatia and Pamphylia under Augustus: The Governorship of Piso, Quirinus and Silvanus  - Klio - 1934 -


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