GENS VIBIA



GENS VIBIA - SEPOLCRO

La gens Vibia era una famiglia plebea che compare nella storia romana durante il periodo della II Guerra Punica, nessun membro di questa gens viene trovato a Roma fino all'ultimo secolo della Repubblica.
Il primo dei Vibii ad ottenere il consolato fu Gaio Vibio Pansa nel 43 a.c., e da allora fino al periodo imperiale i Vibii occuparono regolarmente gli uffici più alti dello stato romano.
Gli imperatori Treboniano Gallo e Volusiano rivendicarono ciascuno la propria discendenza dalla famiglia.



I NOMEN

Il nomen Vibius è un cognome patronimico, derivato dal praenomen Vibius, che doveva appartenere a un antenato della gens. Il nome è generalmente considerato un praenomen osco e si trova diffusamente in Campania, ma era usato anche nel Lazio e compare a Roma fin da un periodo molto precoce, essendo usato dai patrizi Sestii e occasionalmente dai membri di alcune famiglie plebee di spicco. La stessa gens vibonese era probabilmente osca.



I PRAENOMINA

I principali praenomina dei Vibii erano Gaio, Lucio e Quinto. Una famiglia di epoca imperiale utilizzava il praenomen Titus, mentre sono noti singoli esempi di Aulus e Sextus.



I COGNOMINA

I cognomina dei Vibii sotto la Repubblica erano Pansa e Varus, ciascuno dei quali compare sulle monete. Entrambi i cognomi derivano dalle caratteristiche fisiche delle persone a cui si applicavano originariamente; Pansa si traduce come "piede storto" (secondo altre versioni alluderebbe al culto del Dio Pan), mentre Varus è "ginocchio a terra" (derivato dal culto della Dea del Destino).



MEMBRI ILLUSTRI

- Vibius Accuaeus - originario di Accua, un villaggio dell'Apulia, guidò una coorte di soldati paeligni nell'esercito romano nel 212 a.c., durante la II guerra punica, e combatté con notevole coraggio. Non è certo se Vibius fosse il suo praenomen o il suo nomen. 

- Vibius Paciacus - o forse Pacianus, diede rifugio a Crasso, che si era rifugiato in Hispania per sfuggire alle proscrizioni di Marius e Cinna nell'86 a.c..

- Gaio Vibio Pansa - fu proscritto da Silla nell'82 a c., e forse per questo suo figlio fu sempre un fedele seguace di Cesare.

- Lucius Junius Vibius Paciacus - prestò servizio sotto Cesare nella guerra di Spagna, 45 a.c. e fu inviato da Cesare con sei coorti e alae di cavalleria per rafforzare Ulia. che fu assediato dal Cn. Pompeo. Paciacus, non è un nome romano. Orelli legge Paciaecus, che è preferibile; ma può forse essere Pacianus, o Pacciano, o Paciaso.

- Vibius - un uomo che assomigliava molto a Gneo Pompeo Magno e veniva spesso scambiato per il generale.

DENARIO DI VIBIO PANSA CON PAN E SILENO

- Gaio Vibio Pansa - padre adottivo del console Pansa Caetronianus.

- Lucio Vibio - un equo, capo dei pubblicani a Siracusa al tempo di Verre.

- Sesto Vibio - residente a Larinum, fu ucciso da Oppianicus.

- Vibius Cappadox - abitante di Larinum, che Aulus Cluentius Habitus fu accusato di aver avvelenato.
Pro Cluentio è un discorso dell'oratore romano Cicerone pronunciato in difesa di un uomo di nome Aulus Cluentius Habitus Minor, accusato nel 69 ac dalla madre Sassia di aver avvelenato il suo patrigno, Oppianico che Cluentius aveva perseguito con successo nel 74 ac per aver tentato di avvelenarlo, assicurando l'esilio di Oppianico. E che morì in disgrazia tre anni dopo. I delitti di Oppianico furono così enormi, che Cluentius non ebbe bisogno di corrompere i giudici
Nell'80 ac Oppianico si innamorò di Sassia, vedova di Aulo Cluentius Habitus il Vecchio, vittima delle proscrizioni sillane e la vedova Sassia si innamorò del genero Melino e costrinse la figlia a divorziare da lui per sposarlo. Oppianico organizzò l'omicidio di Melino in modo che Sassia potesse essere libera di sposarlo; non era incline, tuttavia, a essere una matrigna, quindi Oppianico uccise i suoi due figli più piccoli prima che lei accettasse il matrimonio.
Cicerone ebbe un tale successo che il giovane Cluentius fu assolto dalle accuse. Nel processo la reputazione del Sassia fu completamente distrutta.

- Vibius Curius - uno dei comandanti della cavalleria di Cesare all'inizio della guerra civile. Diversi generali di Pompeo passarono a Cesare e furono accettati da Curione. Probabilmente è lo stesso Vibio che diede a Cicerone i libri del poeta Alessandro Lychnus.

- Gaio Vibio Pansa Caetronianus - (tribuno della plebe del 51 ac., pretore del 48 ac., edile del 49 ac.,) console nel 43 a.c., guidò le forze romane contro i sostenitori di Marco Antonio nella battaglia di Forum Gallorum, dove ottenne la vittoria grazie all'assistenza del suo collega, Aulo Irzio. Pansa fu ferito mortalmente durante il combattimento e morì poco dopo.

- Gaio Vibio Postumus - console suffectus dalle Calende di luglio del 5 d.c. Nel 10 d.c. sedò la rivolta delle Dalmate, per la quale ricevette gli ornamenti trionfali. Fu governatore dell'Asia dal 12 al 15.

- Aulus Vibius Habitus - console suffectus dalle Calende di luglio dell'8 d.c.

- Manius Vibius Balbinus - governatore della Gallia Narbonensis dal 15 al 17 d.c..

- Gaio Vibio Rufo - console suffetto nel 16 d.c.

- Gaio Vibio Sereno - uno degli accusatori di Marco Scribonio Libo nel 16 d.c.. Era governatore della Hispania Ulterior nel 23, quando fu condannato ed esiliato nell'isola di Amorgus, nelle Cicladi, con l'accusa di vis publica, sommossa o rivolta, ma in realtà perché nemico di Sejanus. Fu richiamato l'anno successivo, dopo che il suo stesso figlio lo accusò di aver complottato contro Tiberio, ma fu poi riportato ad Amorgus.

- Gaio Vibio Marso - che Tacito chiama "vetustis honoribus studiisque illustris", fu senatore romano e console suffetto per la seconda metà dell'anno 17 con Lucius Voluseius Proculus come collega. Fu menzionato nell'anno 19 come possibile governatore della Siria, ma la carica andò a Gnaeus Sentius Saturninus. Il nome di "Gaius Vibius Marsus", proconsole, compare su diverse monete di Utica in Africa, coniate sotto Tiberio: deluso per la provincia della Siria, venne forse nominato in quella dell'Africa intorno al 20 d.c.. Venne mandato a convocare a Roma Gneo Calpurnio Pisone per sostenere il suo processo. Nel 26, nei dibattiti del Senato; e poco prima della morte di Tiberio nel 37 scampò alla propria morte, essendo accusato come complice della famigerata Albucilla. Nel 47 è governatore della Siria. 

- Gaio Vibio Sereno - accusò il padre esiliato di aver tramato contro Tiberio, insieme a Cecilio Cornuto, un ex pretore. Cornutus si tolse la vita prima del processo, ma l'anziano Serenus proclamò con veemenza la sua innocenza e sotto tortura i suoi schiavi lo sostennero. Il più giovane Sereno divenne un noto delatore, ma la sua accusa a Gaio Fonteius Capito non fu creduta.

- Vibius Fronto - comandante della cavalleria in Cilicia, catturò Vonones, il deposto re di Partia, durante la fuga di quest'ultimo in Armenia nel 19 d.c..

- Gaio Vibio Rufino - console suffectus nel 40 o 41 d.c. e governatore della Germania Superior dal 42 al 45 circa.

VIBIA SABINA

- Vibia - o Vibidia - moglie di Lucio Arruntio Camillo Scribonio, console nel 32 d.C., fu esiliata da Claudio nel 53 d.c., insieme al figlio Lucio Arruntio Furio Scribonio, con l'accusa di aver consultato astrologi per determinare la data della morte dell'imperatore.

- Lucio Vibio Secundus - probabilmente il fratello maggiore di Quinto Vibio Crispo.

- Quinto Vibio Crispo - poi Lucio Giunio Quinto Vibio Crispo, ricco oratore di notevole talento, fu console suffectus sotto Nerone nel 63 o 64 d.c., proconsole d'Africa nel 72 e 73, e console per la seconda volta nel 74 d.c., con il futuro imperatore Tito, dalle Idi di marzo alle Idi di maggio. Ottenne un terzo consolato sotto Domiziano, nell'82 o 83. Tacito suggerisce che ottenne la sua fortuna come delatore durante il regno di Nerone.

- Quinto Vibio Secundus - console suffectus dalle Calende di marzo alle Calende di maggio dell'86.

- Lucio Vibio Sabino - Lucius Vibius Sabinus, senatore romano e poi console suffectus nella seconda parte del I secolo, sposò Salonia Matidia, nipote di Traiano, e fu il padre dell'imperatrice Vibia Sabina, colei che sposò l'imperatore Adriano.

- Lucio Vibio Lentulo - segretario fiscale sotto Traiano, fu il primo equo di cui si abbia notizia a ricoprire questa carica, che in precedenza era affidata a liberti.

- Gaio Vibio Massimo - fu prefetto di un'ala di cavalleria delle truppe ausiliarie in Siria. Nel 93, sotto Domiziano , fu prefetto di una coorte, la III Alpinorum, in Dalmazia. Divenne poi governatore dell'Egitto dal 103 al 107 d.c..

- Vibia - moglie di Tito Sestio Cornelio Africano, console nel 112 d.c., e madre di Tito Sestio Lateranense, console nel 154.

- Tito Vibio Varo - console suffectus dalle Calende di settembre del 115 d.c..

- Vibia Sabina - figlia del console Lucio Vibio Sabino, divenne moglie di Adriano e imperatrice romana dal 117 d.c. alla sua morte, avvenuta nel 136 circa.

- Quinto Vibio Gallo - console nel 119 d.c.

- Tito Vibio Varo Laevillo - questore in Asia nel 132 d.c.

- Tito Vibio Varo - console nel 134 d.c.

- Tito Clodio Vibio Varo - console nel 160 d.c. fece carriera sotto Adriano, Antonino E Marco Aurelio

APOTEOSI DI VIBIA SABINA

- Vibia Aurelia Sabina - figlia di Marco Aurelio, sposò Lucio Antistio Burro, console dell'imperatore Commodo nel 181 d.c.. Burrus fu messo a morte per aver complottato contro Commodo nel 188.

- Vibia Perpetua - giovane madre, martirizzata cristiana a Cartagine nel 203, che lasciò un diario "Se ne andò sconfitto, lui (il padre che voleva abbandonasse la fede) e gli argomenti del diavolo". Poi Perpetua e altri cristiani furono portati in prigione nelle segrete. "O giorno amaro! Ero tormentata dalla preoccupazione per il mio bambino". La famiglia le portò il bambino e lei poté allattarlo. Ottenne il permesso di tenerlo con sé "Improvvisamente la prigione divenne una reggia per me, tanto che avrei preferito stare lì piuttosto che altrove".
Suo fratello le suggerì di chiedere a Dio una visione per sapere se sarebbe morta martire o sarebbe stata liberata. Le fu data una visione dove salì una scala che arrivava al cielo, calpestando la testa di un serpente e sottomettendolo nel nome di Cristo.  "E cominciammo a non avere più speranza in questo mondo".
Suo padre tornò "Abbi pietà di tuo padre. . non consegnarmi al disprezzo degli uomini. Pensa a tuo figlio, che non vivrà a lungo se tu muori. Rinuncia al tuo proposito, non distruggerci tutti".
"Questo disse baciandomi le mani e prostrandosi ai miei piedi". Fummo portati via per essere processati. Gli altri cristiani confessarono Cristo come Signore.  Quando il magistrato si avvicinò a Perpetua, arrivò il padre: "Compi il sacrificio, abbi pietà del bambino".
Invece Perpetua affermò la sua fede: "Sono cristiana". Allora Ilariano ordinò di gettare a terra il padre e di picchiarlo con una verga. Perpetua poteva fermare il processo sacrificando all'imperatore. Ma non volle rinnegare Cristo.
"Allora Ilariano ci condannò alle bestie; e noi scendemmo allegramente nella prigione". Chiese il bambino per dargli da mangiare, ma il padre rifiutò. Quello stesso giorno il bambino non aveva più bisogno di essere allattato.
Ebbe una visione del fratello pulito e riposato. "E mi svegliai. Allora capii che era stato tradotto dalle sue pene". Ebbe un'altra visione. Un brutto egiziano venne a combatterla. Le fu detto che se avesse vinto avrebbe ricevuto una ricompensa, sconfisse l'egiziano, ed entrò nella Porta della Vita. "Mi svegliai e capii che avrei dovuto combattere non con le bestie ma contro il diavolo; ma sapevo che la vittoria sarebbe stata mia".
Legate alle reti, Perpetua e la sua serva Felicitas furono esposte a una giovenca pazza, che le caricò e le scaraventò. Alla fine, tutti i cristiani affrontarono in silenzio e senza battere ciglio le spade delle guardie che venivano a finirli. 
L'episodio su Perpetua condivide la sua storia con i bambini dagli 8 anni in su, ispirandoli a confidare in Gesù e a preferire la "felicità eterna" alle ricompense terrene.

- Vibio, dei Brutti - andò con il fratello Paccio dal console Q. Fabio, nel 209, per chiedere il perdono ai Romani.

VIBIA SABINA

- Vibio Virrio di Capua - convinse i compatrioti a schierarsi dalla parte di Annibale dopo la battaglia di Canne nel 216. La famiglia si stabilì a Roma diverso tempo dopo tempo dopo (Grueber).
"Vibius Virrius, disse chet era giunto il tempo che i Campani recuperassero non solo il territorio sottrattogli ingiustamente dai Romani, ma che raggiungessero addirittura il dominio sull'Italia.
Essi avrebbero potuto firmare un trattato con Annibale ai loro termini, e quando la guerra fosse finita e Annibale dopo la sua conquista fosse tornato in Africa, la sovranità sull'Italia sarebbe spettata ai Campani.
"
Il popolo e la maggioranza del senato si prepararono alla rivolta; e gli stessi emissari che erano andati dal console Romano vennero mandati da Annibale (quindi anche Vibio Virrio).
Prima che la rivolta fosse iniziata, emissari furono mandati da Capua a Roma per chiedere come condizione per la loro assistenza che un console avrebbe dovuto essere un Campano e, tra l'indignazione che questa richiesta sollevò, si ordinò che gli emissari fossero cacciati dal Senato, e che un littore li conducesse fuori dall'Urbe con l'ordine che non restassero un solo giorno in territorio romano.
[Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXIII, 6]
Così visti i Romani sconfitti a Canne, i Capuani cercano prima di trarre il massimo profitto dalla disgrazia dell'alleato chiedendo che uno dei loro massimi magistrati fosse Capuano, e quando ottengono una risposta negativa vanno a siglare l'alleanza con Annibale.

- Gaio Vibio Treboniano Gallo - già console e governatore della Moesia superiore, fu proclamato imperatore nel 251 d.c.. Fu ucciso nell'agosto del 253, mentre Emiliano marciava su Roma.

- Gaio Vibio Volusiano - figlio di Treboniano Gallo, fu proclamato imperatore al fianco del padre, dopo la morte di Ostiliano nel 251. Volusiano fu ucciso insieme al padre nel 253.

- Vibia Galla - figlia di Treboniano Gallo imperatore romano dal 251 al 253 e di Afinia Bebiana, e sorella di Gaio Vibio Afinio Gallo Veldumniano Volusiano.

- Vibius Passienus - secondo Trebellius Pollio, Vibius Passienus proconsole d'Africa e il generale del limes tripolitanus Fabio Pomponiano proclamarono imperatore nel 265, XII anno di regno di Gallieno, Tito Cornelio Celso, un ex tribuno militare, che viveva nella provincia d'Africa, uomo senza grandi tratti se non quello dell'onestà. La ribellione fu sedata e Celso ucciso in una settimana per mano di Galliena, cugina dell'imperatore, e il suo corpo dato in pasto ai cani.

- Vibius Sequester - autore di un trattato che nomina e descrive brevemente varie caratteristiche geografiche presenti nei poeti romani, tra cui fiumi, sorgenti, laghi, boschi, paludi e montagne. Potrebbe aver preso in prestito da Servio, il che lo collocherebbe nel V secolo. Il titolo dell'opera è Vibii Sequestris de fluminibus fontibus lacubus nemoribus paludibus montibus gentibus per litteras; ma forse Virbius Sequenter è uno pseudonimo attinto alla Pro Cluentio, 25, di Cicerone, oppure il Sequester è un'aggiunta fatta in ricordo del passo ciceroniano.

- Vibius - l'incisore di una calcografia in corniola raffigurante il leggendario guerriero spartano Othryades.


BIBLIO

- Cicero - In Verrem - Pro Cluentio - Pro Cluentio - Epistulae ad Atticum - Epistulae ad Familiares.
- Gaius Julius Caesar - Commentarii de Bello Civili. -
- Fasti Capitolini - AE 1927 -
- Fasti Ostienses - CIL XIV -
- Fasti Antiates - CIL X, 6639 -
- Fasti Potentini - AE 1949 -
- Gallivan - The Fasti for the Reign of Claudius -
- Gallivan - Reign of Nero - The Fasti for A.D. -
- Tacitus - Annales - Historiae - Dialogus de Oratoribus -
- Titus Livius - History of Rome -


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