OTTAVIA MINORE - OCTAVIA THURINA MINOR




Nome completo: Octavia Thurina Minor
Nascita: Nola 69 a.c.
Morte: 11 a.c.
Dinastia: giulio-claudia
Padre: Gaio Ottavio
Madre: Azia minore
Fratello: Ottaviano Augusto
Marito: Marcello, Marco Antonio
Figli:  Claudia Marcella maggiore, Claudia Marcella minore e Marco Claudio Marcello.



Ottavia Turina minore, ovvero Octavia Thurina Minor; (Nola, 69 a.c. – 11 a.c.), è stata sorella di Ottaviano Augusto e moglie di Marco Antonio.

Ottavia era figlia di Gaio Ottavio e della sua seconda moglie Azia minore. Dalla prima moglie suo padre aveva avuto la sorellastra Ottavia maggiore, mentre Ottaviano era anch'egli figlio di Azia Minore. Da parte materna era parente di Gaio Giulio Cesare, zio di Azia.

Azia era figlia della sorella di Giulio Cesare e alla morte del marito Gaio Ottavio, dopo un tempo adeguato, si risposò. Morì durante il primo consolato del figlio Ottaviano, nell'autunno del 43 a.c.: il suo funerale, per volere di Ottaviano, avvenne secondo i più alti onori. Infatti nonostante le illazioni sul suo conto, le fonti non parlano dell'influenza di Azia nè su Ottaviano nè su Ottavia, che erano entrambi caratteri piuttosto indipendenti. Anzi nel Dialogus de oratoribus, Tacito la descrive come una donna eccezionalmente religiosa e morale, e una delle matrone più ammirate nella storia della Repubblica.

Sembra che Ottavia avesse preso molto del suo carattere, leale, fedele e generosa, ma pure forte e volitiva. Di aspetto peraltro, e le sue immagini lo confermano, sembra fosse piuttosto bella, e di lineamenti piuttosto fini, del resto anche suo fratello Augusto lo era.

Prima del 54 a.c., aveva sposato Gaio Claudio Marcello minore, console nel 50 a.c. Il marito di Ottavia apparteneva alla gens patrizia dei Claudii, discendendo da quel Marco Claudio Marcello che aveva combattuto nella Seconda guerra punica. All'epoca erano i genitori a decidere i matrimoni dei figli.

Nel 54 a.c., Gneo Pompeo Magno, uno degli uomini più potenti di Roma, aveva perso la moglie Giulia, figlia di Cesare. Lo zio di Azia, volendo mantenere dei legami familiari con l'influente Pompeo, gli propose di sposare Ottavia, dopo che questa avesse divorziato da Marcello. Pompeo rifiutò, e Marcello rimase marito di Ottavia e grande oppositore di Cesare, che osteggiò durante l'anno del consolato.

Quando Cesare sconfisse gli oppositori nella battaglia di Farsalo, Marcello, che pur osteggiando Cesare non lo aveva combattuto, ottenne il perdono del nuovo signore di Roma, e continuò a vivere tranquillamente a Roma con Ottavia e la famiglia.

Marcello e Ottavia ebbero tre figli: Claudia Marcella maggiore, Claudia Marcella minore e Marco Claudio Marcello.

- Al ritorno dalla Macedonia (Gaio Ottavio) morì improvvisamente, prima ancora di poter porre la sua candidatura al consolato; i figli superstiti erano Ottavia maggiore, che aveva avuto da Ancaria, Ottavia minore e Augusto, che gli erano nati da Atia. Costei era figlia di M. Atio Balba e di Giulia, sorella di Cesare. Balbo, i cui avi paterni erano originari di Ariccia e la cui famiglia vantava numerosi senatori, aveva, per via di madre, stretti legami di parentela con Pompeo Magno. Dopo aver esercitato la pretura, fece parte della commissione di venti magistrati che divisero tra i plebei il territorio di Capua, in forza della legge Giulia. Ecco perché Antonio, estendendo il suo disprezzo anche agli ascendenti materni di Augusto, gli rinfacciava che il suo proavo era di origine africana e aveva esercitato ora il mestiere di profumiere, ora quello di fornaio. Anche Cassio parmense, in una sua lettera, rimproverava ad Augusto di essere nipote non solo di un fornaio, ma anche di un cambiavalute con queste parole: "La tua farina materna proviene dal più grosso mulino di Ariccia ed è stato un cambiavalute di Nerulo a impastarla con le sue mani sporche del denaro che cambiava." -


Dunque il matrimonio di Ottavia dava lustro alla famiglia e Marcello era patrizio e famoso, ma Pompeo era più potente, tuttavia stavolta il matrimonio d'affari non funzionò, pur essendo bella ed elegante Ottavia venne rifiutata da Pompeo e restò la moglie di Marcello. Del resto con l'assurgere del potere di Ottaviano lei diventò la donna del momento, la lady che tutti ammirano e copiano.


Acconciatura alla Ottavia

Ottavia è bella e detta la moda a Roma, è lei a inventare una pettinatura detta appunto "all'Ottavia", in cui i capelli sono raccolti in una crocchia di trecce sulla nuca ma due scriminature isolano un ciuffo di capelli alla sommità del capo, ciuffo che viene ripiegato creando un cuscinetto cotonato e rigonfio, per raccogliersi poi in una ciocca o in una treccia che si unisce alla crocchia; mentre le ciocche ai lati del viso, rigonfie, arrotolate e pettinate, sono portate anch'esse alla nuca.



IL SECONDO MATRIMONIO

Comunque nel 41 a.c. Marcello muore, lasciando Ottavia incinta; intanto all'inizio del 40 a.c., anche Marco Antonio divenne vedovo, perdendo Fulvia, che gli aveva dato due figli. Poiché Antonio e Ottaviano si sono appena riappacificati dopo essersi tanto combattuti, si decide di ratificare l'accordo con un matrimonio. Allora usava ed usò in tutte le monarchie future per ratificare accordi tra gli stati d'Europa.

È Plutarco a raccontare gli eventi (Vita di Antonio, XXXI):

“… (Ottavia) era, come tutti dicevano, una donna meravigliosa. Aveva perso da poco il marito Caio Marcello ed era vedova. Anche Antonio, dopo la morte di Fulvia, lo era, almeno in apparenza: infatti, pur non negando di essere l’amante di Cleopatra, non voleva però ammettere di essersi sposato con lei. Su questo punto egli ragionava ancora bene e dentro di sé combatteva il suo amore per l’egiziana. 

Tutti perciò si prodigavano per combinare questo matrimonio sperando che Ottavia, che univa alla sua grande bellezza, serietà ed intelligenza, una volta sposata ad Antonio e da lui amata come lo meritava una donna sua pari, avrebbe appianato le contese tra i due rivali ed avrebbe portato ad una fusione dei due partiti. 

Anche i due contendenti lo pensavano. Perciò, appena essi furono arrivati a Roma, si celebrarono le nozze di Ottavia con Antonio, nonostante che la legge non ammettesse un secondo matrimonio prima che fossero passati dieci mesi dalla morte del primo marito. Ma una decisione del Senato permise loro di non attendere tutto quel tempo.”

Ottavia è infatti incinta del marito e la legge proibisce le nozze a chi porta in grembo figli del precedente connubio, ma il Senato romano può dare la dispensa, come del resto la darà a Livia per sposare Augusto.

MARCO ANTONIO ED OTTAVIA
Così Ottavia sposa Antonio distogliendolo dall'affascinante Cleopatra, e quando, nel 36 a.c. Ottaviano e Antonio litigano di nuovo, Ottavia riesce a riconciliarli, nei pressi del fiume Taras, in Puglia, inoltre si prende cura dei figli, di quelli avuti da Marcello, dei figli di Antonio, e delle due figlie avute dal secondo marito, Antonia maggiore e Antonia minore.

Questa è la sua generosità e il suo grande senso materno, che la porta ad occuparsi del loro benessere e della loro educazione, anche se non sono figli suoi. Il suo matrimonio sembra funzionare, sia Antonio che Ottaviano sono contenti di lei, anche se Ottaviano poco si fida di Antonio, e sogna di sbarazzarsene. Non ha tutti torti, Antonio ha una sessualità sfrenata che lo induce a tradire e nel modo più licenzioso. Ma Ottavia non molla e difende tanto il matrimonio quanto la sua selva di figli, suoi e non suoi.

Poi Antonio va in oriente per combattere contro i Parti, e torna da Cleopatra, che aveva già frequentato nel 41 a.c. e da cui aveva avuto due gemelli. Per Roma e per Ottaviano questo è un tradimento nei confronti della patria. Cesare indulse a Cleopatra ma restò fedele a Roma, Antonio non è forte come Cesare, perchè ha un sesso che lo governa.

Ottavia però è ancora innamorata e tenta di riconciliarsi col marito. Spinta dal fratello che non ammette queste defezioni, si pone in viaggio nel 35 a.c. col denaro e le truppe che Antonio dovrà guidare nella campagna contro Artavasde di Armenia, ma Antonio, spinto da Cleopatra, non la riceve neppure, le manda incontro dei messi ad Atene, con una lettera che la invita a tornare indietro.

Ottavia è piena di dolore eppure consegna soldi e truppe e torna a Roma. Secondo alcune testimonianze, fu Ottaviano a fornirle le truppe per Antonio, voleva rompere definitivamente con Antonio e sa che l'umiliazione di Ottavia farà grande presa sul senato, perchè sua sorella è stimata e amata.

Ottaviano le propone di lasciare la casa di Antonio e di recarsi a vivere con lui, ma Ottavia rifiuta, lì ha i suoi figli ed Antonio è ancora suo marito. Non è facile disubbidire ad Ottaviano, ma lei lo fa. Il che aumenta la stima che i romani hanno di lei, una fedele Giunone, e una buona madre. E' testarda e tenace come suo fratello.

Questo fino al 32 a.c., quando Antonio le invia la lettera di divorzio e finalmente Ottavia abbandona la sua casa ma rifiuta di recarsi alla reggia come vorrebbe il fratello. Non vuole allevare i figli tra le beghe di palazzo.

Poi Antonio muore, Ottavia continua ad avere cura dei suoi figli, sia quelli avuti da Fulvia (Iullo Antonio, in quanto l'altro, Marco Antonio Antillo, era stato giustiziato da Ottaviano nel 31 a.c.), sia quelli avuti dalla rivale Cleopatra (Alessandro Helios, Cleopatra Selene e Tolomeo Filadelfo). La sua pietas supera qualsiasi rivalità.

OTTAVIA - SOMIGLIANZA CON AUGUSTO
Roma disapprova Marco Antonio, non solo perchè Cleopatra è egiziana, ma perchè Ottavia, si dice, è più bella, intelligente, generosa e affascinante dell'altra. Ottaviano è adorato ma anche sua sorella ha il suo seguito.

Il figlio di Ottavia e Marcello, Marco Claudio Marcello, viene adottato da Augusto, che ha un grande affetto per lui, come suo erede, ma muore prematuramente nel 23 a.c. Ottavia gli dedica la Biblioteca di Marcello, e Augusto il grande Teatro di Marcello.

Elio Donato narra che Virgilio declamò ad Ottavia ed Augusto i versi del sesto libro dell'Eneide, in cui si parla di Marcello: quando giunse al verso 884, "Tu sarai Marcello" Ottavia svenne e, rianimata a fatica, donò a Virgilio diecimila sesterzi per ogni verso dedicato al figlio.

Ottavia ebbe cinque figli: un maschio e due femmine da Marcello e due femmine da Antonio. Il figlio di Marcello sarebbe dovuto divenire l'erede di Augusto, ma per l'appunto morì prematuramente.
Si dice che almeno per un lungo periodo si trasferì a Tranto coi suoi figli.

Claudia Marcella maggiore sposò prima Marco Vipsanio Agrippa, Claudia Marcella minore sposò Marco Emilio Lepido e poi Marco Valerio Messala Barbato Appiano, da cui ebbe due figli: Claudia Pulcra, futura moglie di Publio Quintilio Varo e madre di Quintilio Varo, e Marco Valerio Messala Barbato, futuro marito di Domizia Lepida e padre di Valeria Messalina terza moglie dell'imperatore Claudio.

Le figlie di Antonio divennero le ave di tre imperatori: Antonia maggiore sposò Lucio Domizio Enobarbo e fu la nonna di Nerone; Antonia minore sposò Druso Maggiore, fratello di Tiberio, e fu la madre di Claudio e la nonna di Caligola.



LA MORTE

Ottavia morì nell'11 a.c.; l'orazione funebre fu pronunciata da Augusto, mentre i suoi generi trasportarono il suo feretro alla sua tomba. Il Senato decretò che le venissero conferiti molti onori, ma la maggior parte di questi vennero rifiutati da Augusto. Viene da chiedersi come mai, visto che per la madre li aveva cercati e ottenuti. Eppure Ottaviano aveva affetto per la sorella, a cui dedicò lo splendido portico d'Ottavia.

Viene da pensare che forse non volesse rivangare troppo nell'elogio quel Marco Antonio, suo acerrimo nemico, che sua sorella aveva invece, seppur poco ricambiata, tanto amato.


BIBLIO

- Plutarco - Vita di Antonio - XXXI -
- P. E. Arias - Nuovi contributi all'iconografia di Ottavia Minore - in Röm. Mitt. - LIV - 1939 -
- M. Marella - Di un ritratto di Ottavia - in Memoria Accsademia dei Lincei - III - 1942 -
- V. Poulsen - Studies in Julio-Claudian Iconography - in Acta Archaeologica - XVII - 1946 -
- J. Babelon - Le camée d'Octavie - in Monuments et mémoires de la Fondation Eugène Piot - XLV - 1951 -
- Augusto Fraschetti - Roma e il Principe - Bari - Laterza - 1990 -
- Paul Zanker - Augusto e il potere delle immagini - Torino - Einaudi - 2006 -

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