LUCIO MANLIO VULSONE - L. MANLIUS VULSO



LUCIO MANLIO VULSONE

Nome: Luvio Manlio Vulsone, Lucius Manlius Vulso
Nascita: III secolo a.c.
Morte: III secolo a.c., probabilmente disperso dopo la Battaglia di Canne del 216 a.c.
Gens: Manlia
Professione:  politico e militare, pretore e propretore in Gallia Cisalpina
Padre:  Lucio Manlio Vulsone Longo, console nel 256 a.c. e nel 250 a.c.


LA VITA

Lucio Manlio Vulsone è stato un politico e militare romano appartenente alla gens Manlia, che venne eletto pretore in Gallia Cisalpina nel 219 a.c., durante il primo anno della II guerra punica e propretore l'anno seguente, nel 218 a.c..  

Fu un figlio del console del 256 e 250 a.c., Lucio Manlio Vulsone Longo, che durante il suo consolato nel 256 a.c., con il collega Marco Atilio Regolo guidò alla vittoria la flotta romana nella battaglia di Capo Ecnomo (Licata), dopo cui le legioni romane poterono invadere il territorio cartaginese in Africa. Si ignorano le precedenti tappe della vita di Manlio Vulsone.

Lo storico romano Tito Livio lo cita insieme a Gaio Atilio Serrano (che Cicerone definì stultissimus homo) con il loro nome completo solo in occasione della loro candidatura senza successo per il consolato del 216 a.c., ma si tratta probabilmente dei due pretori Lucio Manlio e Gaio Atilio del 218 a.c. che sono sempre citati da Livio e dallo storico greco Polibio, senza il loro praenomen.

Verso l'inizio del 218 a.c. furono dedotte le colonie romane di Placentia (Piacenza) e Cremona e verso la metà dello stesso anno, incoraggiati dalle notizie del prossimo arrivo di Annibale nel nord Italia, i popoli gallici Boi presero le armi nella pianura padana contro i Romani. A questa rivolta fece seguito quella degli Insubri dell'Italia nord-occidentaleche unitisi a loro aggredirono i coloni romani di Piacenza e Cremona che si dettero alla fuga rifugiandosi a Mutina (Modena) dove i nemici posero assedio.

Tito Livio ci informa che L. Manlio Vulsone ricoprì la carica di pretore nel 219 nel territorio della Gallia Cisalpina; probabilmente in qualità di "praetor inter peregrinos", in quanto, all'epoca, il numero dei pretori era stato recentemente aumentato a quattro (nel 227 a.c., a partire dalla cronologia proposta dal prof. T. Corey Brennan dell'Università Rutgers in USA). 

I "praetor inter peregrinos" nelle regioni a nord di Roma erano sorti a causa della minaccia della calata dei Galli ribellatisi in vista dell'avvento di Annibale. Attraverso le decisioni del praetor peregrinus il diritto romano divenne il diritto applicabile a tutti i territori dell'impero romano, divenendo poi il diritto scritto di tutto il mondo civilizzato.

Nell'anno della sua pretura, Vulsone dovette affrontare disordini e sedizioni, in seguito ai quali edificò un tempio alla Concordia. L'anno successivo, nei 218, Manlio si trovò sempre in Gallia Cisalpina, in qualità di pro praetore, avendo il senato prorogato il suo imperium relativo alla carica, in vista dei nuovi pericoli.

Volendo contrattaccare i Boi sollevatisi contro le colonie di Placentia e Cremona, il propretore Vulsone che già si trovava nell'area con la sua legione, cercò di aiutare le colonie contro il nemico gallico che si apprestava ad attaccare Mutina, dove avevano riparato triumviri incaricati della deduzione.

Ma Manlio Vulsone cadde vittima di un’imboscata e fu costretto a ripiegare a Tannetum, o Taneto, forse oggi Sant'Ilario d'Enzaforse, dove dovette, ormai assediato, attendere l'intervento dell'altro pretore, Gaio Atilio Regolo, il nuovo praetor inter peregrinos, che costrinse i Galli alla fuga.

Lucio Vulsone, insieme a Gaio Attilio, lasciò poi il comando dei suoi uomini al console P. Cornelio Scipione, giunto via mare a Pisa, e da allora non se hanno più notizie.


BIBLIO

- Tito Livio - Ab Urbe condita libri -
- Guido Clemente, La guerra annibalica, in Storia Einaudi dei Greci e dei Romani - Milano - Il Sole 24 ORE - 2008 -
- Friedrich Münzer, Manlius 92 - in Paulys Realencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, vol. XIV - Stoccarda - 1928 -
- T. Corey Brennan - The Praetorship in the Roman Republic I - Oxford University Press - 2000 -


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