PORTA CESPIA (Porte Serviane)



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COLLE CISPIUS
La Porta era detta Cespia in quanto consentiva l'entrata e l'uscita dal Colle Cespio. Il Colle Cespio, o Cispio, o, in latino,  Cispius o ancora Cipsius, è una delle tre alture che, con Fagutal e Oppius costituivano il Mons Esquilinus.

Festo, secondo notizie dateci da Varrone, racconta che il colle Oppio e il colle Cispio che si trovano sull'Esquilino furono chiamati così perché durante una battaglia per difendere Roma dai ribelli Albani, il colle Oppio fu difeso dal condottiero omonimo, Oppius, che capeggiava i Tuscolani e il colle Cispio fu difeso dal condottiero Levio Cispio che capeggiava gli Anagnini.

Qui, sulla sommità del colle si estendeva il Lucus Poetelius, uno dei boschi sacri di Roma, nominato appunto in un passo di Varrone, giusto dove sorge Santa Maria Maggiore.

Il colle è una propaggine del colle Esquilino, e su questa propaggine sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore e sul lato dell'abside a piazza dell'Esquilino, sorge l'obelisco Liberiano o dell'Esquilino. L'obelisco di S. Maria Maggiore, poggia sul terreno spianato che un tempo era il mons Cipsius, portato a quel livello da Sisto V.

MONS CISPIUS
Infatti la via Cavour, all'incrocio con la via Urbana, e che si trova a solo 75 metri più a sud rispetto a piazza dell'Esquilino, poggia sopra un avvallamento nascosto dal manto stradale, che va dai 13 ai 17 metri, infatti le case che si trovano su via Urbana hanno cantine molto profonde, molte delle quali insistono su volte romane di età imperiale, che testimoniano l'altezza della modificata altura del mons Cispius.

Il Monte Cispio è alto 55 metri alla sua sommità, giusto dove si trova la Basilica di Santa Maria Maggiore. Tale edificio era comunque poco distante da altri luoghi del colle Cispio ricordati in diversi documenti: il Forum Esquilinum, il Macellum Liviae, la basilica di Giunio Basso trasformata nella chiesa di Sant'Andrea Catabarbara, il santuario di Giunone Lucina molto frequentato dalle partorienti.

Essendoci in zona il Foro Esquilino, il grande mercato del macellum Liviae e il famoso santuario di Giunone lucina è ovvio che la zona avesse una sua porta tra le mura che proteggevano la zona urbica.

Sappiamo pertanto che esisteva una Porta Cespia, a due pesanti battenti di legno rinforzati col ferro, dotata di potenti cardini di ferro, che assicurava l'entrata nel luogo nonchè la sua protezione.

Purtroppo non abbiamo indicazioni sull'ubicazione di questa porta anche se gli studiosi l'hanno dibattuta a lungo.


BIBLIO

- Mauro Quercioli - Le porte di Roma - Newton Compton - Roma - 1997 -
- Laura G.Cozzi - Le porte di Roma - F. Spinosi Ed. - Roma - 1968 -
- Salvatore Aurigemma - Le mura "serviane", l'aggere e il fossato all'esterno delle mura, presso la nuova stazione ferroviaria di Termini in Roma - Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma - 1961-1962 -
- Giacomo Boni - Nuova Antologia - Mura urbane - 1911 -
- J. Le Gall - La muraille servienne sous le Haut-Empire - in Rome. L’espace urbain et ses représentations - eds. F. Hinard, M. Royo - Paris - 1991 -



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