LUCIO ARTORIO CASTO - LUCIUS ARTORIUS CASTUS



IL PERSONAGGIO DI ARTORIUS NEL FILM

Nome:
Lucius Artorius Castus
Nascita: III secolo (Campania felix?)
Morte: ?
Professione: Generale romano


Tutto ciò che sappiamo di Lucio Artorio Casto è davvero poco, in quanto proviene da un´epigrafe ritrovata a Podstrana, sulla costa della Dalmazia, in Croazia, composta di 2 frammenti poco leggibili. Sembra tuttavia che si tratti di parte della stele proveniente dal sarcofago di Lucio Artorio Casto, come riportato sui frammenti.

Una seconda iscrizione più breve, incisa su una targa commemorativa nella stessa località, riporta pochi dati ma simili a quelli del sarcofago.
Una terza iscrizione (di dubbia autenticità), reca il solo nome di Lucio Artorio Casto, fu ritrovata a Roma, ed ora è (tanto per cambiare) conservata al museo del Louvre.


LO SCOOP

Abbiamo valide ragioni per supporre che Casto, membro della gens Artoria, sia non solo romano ma originario della Campania, o delle zone limitrofe, e sia vissuto nel III secolo d.c..



GENS ARTORIA

I  membri della gens artotia vissero tra il III sec. a.c. fino al V-VI sec. d.c. quando ormai l’impero d’Occidente era perduto.

Sull’origine di questa gens alcuni farebbero derivare il nome dall’etrusco Arnthur, altri hanno cercato una derivazione latina, traducendo il nome come "contadino" (il cui equivalente era però Arator, non Artor).

Per altri ancora il  nome della gens Artoria é di origine messapica, dunque probabilmente illirica.

Non possiamo escludere però la derivazione da Artois, nome gallico dell'orso, derivata dall'antica Dea Orsa, una Dea Madre Celtica che invasava col suo furore i re e i guerrieri in battaglia.

Il re Orso era colui che si faceva inebriare dal furore selvaggio della Dea Orsa divenendo irresistibile in battaglia, perchè l'invasamento divino lo rendeva pericoloso e invulnerabile fintanto che durava.

Ma per altri l'origine di Artù sarebbe dell'antica Roma ma di nascita siciliana



IL SARCOFAGO

Secondo il lungo testo dell’iscrizione del sarcofago, Artorio Casto era stato un centurione della III Legione Gallica, poi passato alla VI Ferrata, poi alla II Audiutrix, successivamente alla V Macedonica, di cui divenne il primo pilo, il che dimostra il suo valore. Fu incaricato poi come preposto della flotta di Miseno (Napoli), e divenne infine prefetto della VI Victrix. Insomma era uno che si faceva notare.

ARTORIUS INTERPRETATO DA CLIVE OWEN
In questa legione ebbe infatti modo di assurgere ai gradi più elevati come alto ufficiale, fino a essere nominato “dux legionum Britaniciniarum," (in Britannia) titolo dato a chi si distingueva per aver compiuto eccezionali imprese. Dunque si trattava di un tipo già un po' leggendario.

Risulta infatti, nel 185 d.c., che abbia partecipato a una spedizione in Bretagna, Armorica e Normandia, al cui comando era Ulpio Marcello, come riportato da Cassio Dione. Se Casto, come sembra, partecipò alla vittoriosa campagna guidata da Ulpio Marcello (forse un suo parente, dato che la gens Ulpia era imparentata con la gens Artoria) contro i Caledoni, e a difesa del Vallo Adriano, era possibilmente stazionato assieme ad un contingente di cavalieri Sarmati.

In effetti, la V Macedonica era schierata sul fronte danubiano, contro Daci e Sarmati al tempo di Marco Aurelio e Commodo. Dunque, un contatto con reparti della cavalleria sarmata, passati al soldo delle legioni, é plausibile. La VI Victrix, poi, era, in effetti, stanziata in Britannia, come zona operativa.

Si ritirò infine dall´esercito divenendo procurator centenarius (governatore di una provincia che rendeva 100.000 sesterzi annui) della Liburnia (parte settentrionale della Dalmazia), dove, con molta probabilità, terminò la sua vita, facendosi seppellire a Salonae Palatium (Salona, Dalmazia).

LA TAVOLA ROTONDA

IL MITO

Re Artù è un leggendario condottiero britannico che, secondo alcune storie medievali, difese la Gran Bretagna dagli invasori sassoni, popolo germanico piuttosto feroce, tra la fine del V sec. e l'inizio del VI. Lo sfondo storico delle vicende relative ad Artù è descritto in varie fonti, tra cui:
- gli Annales Cambriae (annali del Galles, dal 447 al 954), 
- la Historia Brittonum (Storia dei Brittonici, un testo sulla storia dell'Inghilterra del IX sec. che narra le vicende dell'Inghilterra dopo la partenza delle legioni romane fino alle invasioni sassoni).
- gli scritti di Gildas di Rhuys, un abate (494 - 570) che descrisse la disastrosa situazione della Britannia a seguito del ritiro delle legioni romane.

Nelle citazioni più antiche che lo riguardano e nei testi in gallese non viene mai definito re, ma dux bellorum ("signore delle guerre"). Antichi testi alto-medievali in gallese lo chiamano ameraudur ("imperatore"), prendendo il termine dal latino, che potrebbe anche significare "signore della guerra". Il nome di Artù si ritrova anche nelle più antiche fonti poetiche come il poema Y Gododdin, un regno sorto agli inizi del V sec. nella Britannia nord-orientale dopo l'abbandono dei Romani.

ARTORIUS
Secondo alcuni studiosi questa interpretazione porterebbe all'identificazione del personaggio con il “Re Artù” storico: vissuto attorno al V-VI d.c, e che documenti, quali la Historia Brittonum di Jeoffrey di Monmouth (IX d.c), riferiscono di origine romana e riportano come vittorioso sulle invasioni dei sassoni.

L'identificazione di Casto con Artù fu avanzata per la prima volta da Kemp Malone nel 1924. Sebbene infatti Casto non visse al tempo delle invasioni sassoni in Britannia (V sec.), si potrebbe pensare che il ricordo delle gesta di Casto, tramandate nelle tradizioni locali, andarono crescendo col tempo fino a formare le prime tradizioni arturiane.

La prima apparizione del personaggio "Arthur", qualificato "dux" così come Artorius nell'epigrafe, nella Historia Brittonum del IX sec., secondo lo storico Leslie Alcock era tratta da un poema gallese, originariamente privo di un riferimento cronologico preciso, come pure di una indicazione degli avversari contro cui combatté le sue dodici vittoriose battaglie.

Di certo però sappiamo che il centurione Casto ebbe una strepitosa carriera, e che legó il suo nome indissolubilmente alla VI Ferrata, dove ebbe agio di dimostrare il suo grande valore unito a un grande ingegno e a una personalità così forte da essere carismatica per i suoi pari e i suoi sottoposti.



STELE DI LUCIUS ARTORIUS CASTUS

1) CIL 3, 1919 - PROVINZ:  DALMATIA     ORT: STOBREC  EPETIUM

D(is) M(anibus)  L(ucius)  ARTORIUS  CASTUS  (centurio) LEG(ionis)   III  GALLICAE  ITEM (centurio) LEG(ionis)  VI FERRATAE  ITEM  (centurio)  LEG(ionis)  II ADIUTR(icis)  ITEM (centurio)  LEG(ionis) V  MAC(edonicae)  ITEM  P(rimus)  P(ilus)  EIUSDEM  PRAEPOSITO CLASSIS  MISENATIUM  PRAEFE(ctus)  LEG(ionis) VI VICTRICIS  DU  LEGG(ionum)  TRIUM  BRITAN(n)IC(i)  (mi)LIARUM  ADVERSUS  ARMENIOS  PROC(urator)  CENTENARI PROVINCIAE  LIBURNIAE  IURE  GLADI(i)  VIVUS  IPSE  SIBI  ET  SUIS 3 EX  TESTAMENTO

2) CIL 03, 12791 - PROVINZ: DALMATIA   ORT: PODSTRANA

L(ucius) ARTORIUS / CASTUS  P(rimus)  P(ilus)   LEG(ionis) V MAC(edonicae)  PRAEFECT[t]US  LEG(ionis)  VI  VICTRIC(is)

L'ISCRIZIONE

LA FIGURA STORICA

E' ancora acceso il dibattito sulla questione se Re Artù fosse o meno una reale figura storica. 
Tale dibattito iniziò dal Rinascimento quando la dimensione storica di Artù fu strenuamente difesa, in special modo dalla dinastia dei Tudor, anche perchè avevano legato la loro discendenza a quella di Artù.

Gli studiosi moderni sostengono che ci furono persone realmente esistite mescolate ad alcune leggende, secondo cui Artù dovrebbe aver acquistato la fama di cavaliere combattendo contro gli invasori germanici nel tardo V secolo e nei primi anni del VI secolo. Tuttavia, fin quando non si troveranno delle prove storiche concrete il dibattito resterà incerto.

Comunque, non possiamo dimenticare l’influenza che Re Artù ha avuto sulla letteratura, l’arte, la musica e la società dal medioevo fino ai giorni nostri, visto le diverse saghe mitiche, con un fondo misterico di evoluzione spirituale.

E' in fondo il retaggio della via del guerriero, che in quanto eroe vine accolto nei miti nordici dalla Dea Morrigon che lo salva dal calderone dove mescola tutti i corpi e le anime dei caduti, per inviarlo nella sacra e benedetta terra dei suoi avi, o degli antichi Greci che spedivano gli eroi nei Campi Elisi.

LA SPADA NELLA ROCCIA

GLI EVENTI

Nel 175, l'imperatore Marco Aurelio arruolò 8.000 sarmati nell'esercito romano, 5.500 dei quali furono poi inviati lungo il confine settentrionale della Britannia romana dove si unirono alla Legio VI Victrix, in cui prestava servizio Lucio Artorio Casto, generale della cavalleria romana, (secondo alcuni alla base del personaggio di Re Artù), anche se sembra che sia sempre rimasto fedele a Roma.

Invece di rimandare a casa questi guerrieri una volta terminati i loro 20 anni di servizio, le autorità romane li insediarono in una colonia militare nell'odierno Lancashire, dove fonti storiche del 428 attesterebbero all'epoca dei loro discendenti detti "truppa dei veterani sarmati".

Inoltre, come già detto, un'epigrafe lacunosa e in due frammenti venne rinvenuta a Podstrana, sulla costa dalmata, riconosciuta come lastra del sarcofago di Artorio. 

La seconda iscrizione, una targa commemorativa della stessa località, riporta dati simili. 
Un'altra epigrafe ancora, recante il solo nome di Lucio Artorio Casto, fu invece ritrovata a Roma.

Secondo l'iscrizione del sarcofago, Artorio Casto, membro della gens Artoria,  probabilmente originario della Campania Felix, era stato un centurione della III legione Gallica, poi passato alla VI legione Ferrata, alla II legione Adiutrice e alla V legione Macedonica, di cui divenne primo pilo. 

Fu poi Praepositus della flotta di Miseno, la forza navale della Baia di Napoli, e infine Prefetto della VI legione Vitrix. Qui ottenne il titolo di "dux", riservato a chi si era distinto per imprese eccezionali.
Casto si ritirò poi dall'esercito, divenne procurator centenarius, cioè governatore della Liburnia (Dalmazia settentr.), dove concluse la sua vita, sepolto nella necropoli di Salonae Palatium (Spalato).



RE ARTU'

La figura del sovrano appare infatti in moltissime leggende, poemi e racconti, conosciuti complessivamente con il nome di Materia di Britannia, una saga comprendente il Ciclo bretone e il Ciclo arturiano.

La leggenda nacque e si arricchì a partire dal Basso Medioevo, con aggiunte continue di numerosi autori antichi ma anche moderni, come Mark Twain, John Steinbeck, Marion Zimmer Bradley, Jack Whyte e T. H. White.

Questa letteratura ebbe particolare seguito nel XII secolo nella Francia settentrionale insieme all'epopea delle canzone di gesta (chanson de geste). La materia di Bretagna inizia dalla Historia regum Britanniae, scritta nel 1135 da un chierico gallese, Goffredo di Monmouth, dove si mescolano amori, battaglie, magie e avventure. Il più noto tra questi scrittori fu Chrétien de Troyes, grande interprete degli ideali cavallereschi.

Il ciclo bretone presenta profonde differenze dal genere della Chanson de geste tipica del ciclo carolingio. e ha come motivo principale non la lotta collettiva contro gli infedeli, ma l'amore e la ricerca individuale di avventure. 

Il cavaliere della Tavola Rotonda alla corte di re Artù non è più l'Orlando della Chanson de Roland che muore con tutta la sua schiera a Roncisvalle come un martire, ma è un solitario cavaliere errante che va alla ricerca di prove sempre più difficili per esaltare se stesso e per conquistare la donna amata.

Tra le storie più celebri si ricordano Merlino, la spada Excalibur, l'origine prodigiosa del regno di Artù, l'amore tra Lancillotto e la regina Ginevra, l'amore drammatico di Tristano e Isotta, la fata Morgana e suo figlio Mordred, i cavalieri della Tavola Rotonda, tra cui Lancillotto, Parsifal Tristano, Palamede il Saraceno, e soprattutto il tema del Graal. 

In cima all'epica del Graal c'è Artù, speranza degli uomini e poi loro guida, che cade e non può nè vivere né morire, finchè un cavaliere non riesca a portargli il mitico calice del santo Graal.



BIBLIO

- C. Bruce - Sicily, in The Arthurian Name Dictionary - Taylor & Francis - 1999 -
- E. M. R. Ditmas - The Cult of Arthurian Relics - in Folklore - n. 75.1 - 1964 -
- Kemp Malone, Artorius, in "Modern Philology" 23 (1924–1925),
- Scott C. Littleton, Linda Malcor - From Scythia to Camelot - New York - 1994 -
- Xavier Loriot, Un mythe historiographique: l'expédition d'Artorius Castus contre les Armoricains - Bulletin de la Société nationale des antiquaires de France - 1997 -
- Linda Malcor - Lucius Artorius Castus - Part 1: An Officer and an Equestrian - Heroic Age - 1999 -
- Linda Malcor - Lucius Artorius Castus - Part 2: The Battles in Britain - Heroic Age - 1999 -
- Scott C. Littleton, Linda Malcor - From Scythia to Camelot: A Radical Reassessment of the Legends of King Arthur, the Knights of the Round Table and the Holy Grail - New York - 2000 -
- Nenad Cambi, John Matthews Lucije - Artorije Kast I Legenda o kralju Arturu - Lucius Artorius Castus and the King Arthur Legend - Split - Knjizevni krug - Podstrana -  Matica hrvatska - Ogranak - 2014 -



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