ARCO DEI GAVII |
La gens Gavia, a volte chiamata anche Gabia, è un'antica famiglia romana di origine plebea. Il loro nome appare per la prima volta nel I secolo a.c., ma nessuno dei suoi membri ottenne incarichi politici di prestigio almeno fino all'avvento dell'impero.
Ciononostante la gens doveva essere piuttosto ricca, tanto che ci ha lasciato testimonianza con l'arco dei Gavi, realizzato a Verona intorno alla metà del I secolo, dedicato proprio a questa gens come fosse un arco trionfale, sicuramente costato un patrimonio.
Tuttavia i nomi di alcuni componenti della famiglia si possono trovare incisi anche in una loggia del teatro romano di Verona e in un'iscrizione che ricorda che un membro della gens Gavia provvide, per testamento, niente di meno che alla costruzione di un acquedotto veronese.
COME APPARIVA IN ORIGINE |
ARCO DE' GAVII
L'arco dei Gavi, situato lungo l'antica via Postumia a Verona, poco fuori dalle mura della città romana, è un rarissimo caso di arco onorario e monumentale a destinazione privata nell'architettura romana.
Durante il Rinascimento l'arco fu molto apprezzato, anche grazie alla presenza della firma di un Vitruvio, che si sperò fosse il noto architetto romano autore del "De architectura".
Il monumento fu così riprodotto e studiato nelle proporzioni e nelle decorazioni, e ripreso come modello da architetti e pittori, quali Palladio, Sangallo, Serlio, Falconetto, Sanmicheli, Bellini e Mantegna. Venne anche copiato per la realizzazione di portali, altari e cappelle nelle principali chiese di Verona.
LO SPLENDIDO SOFFITTO DELL'ARCO DE GAVII |
L'arco non sorge più nella sua posizione originaria in quanto Il 26 maggio 1805 Napoleone Bonaparte si fece incoronare sovrano della Repubblica italiana, sotto il controllo delle forze armate francesi che comprese l'Italia centro orientale e buona parte del settentrione con capitale Milano.
Oltre a trafugare moltissimi capolavori italiani L'Arco de' Gavii era stato demolito dal Genio Militare francese nello stesso anno, tuttavia i numerosi rilievi che erano stati prodotti precedentemente resero possibile la sua ricomposizione per anastilosi (tecnica di restauro con cui si rimettono insieme, elemento per elemento, i pezzi originali della costruzione andata distrutta) nel 1932, quando venne ricollocato nella piazzetta di Castelvecchio, dove si trova tutt'oggi.
IL NOMEN
Come nomen, Gavius è un patronimico derivato dal praenomen Gaius: praenomen utilizzato dalle popolazioni di lingua osca dell'Italia centrale e meridionale, probabilmente i primi Gavii erano quindi di origine sabina o sannita. Inizialmente potrebbero esserci state diverse famiglie non imparentate con lo stesso nomen, e alcune di queste potrebbero anche essere state di origine latina.
ISCRIZIONE DI VIBIA GAIA |
Si ritiene che Gavius possa essere la forma originale di Gaius, uno dei praenomem più diffusi durante tutta la storia romana, la cui radice è la medesima di gaudium, e quindi col senso di "godere". Ma invece si riferirebbe secondo molti studiosi al nome Caius e Caia, da cui la formula matrimoniale: "ove tu sei Caio io sono Caia" cioè "ubi tu Caius ego Caia",
Si trattava della frase cerimoniale del matrimonio, quando, terminato il banchetto nuziale, la sposa giungeva accompagnata alla casa del marito, questi, che l’aveva preceduta, stando sulla soglia le chiedeva come si chiamasse, ed ella rispondeva così, esprimendo la volontà di vivere con lo sposo.
MEMBRI RICORDATI
ISCRIZIONE DA MALEGNO - MUSEO ARCHEOL. VAL CAMONICA |
Nell'arco dei Gavi, sui piedistalli delle nicchie, che originariamente contenevano le statue dei committenti, erano incisi i nomi di quattro membri della famiglia Gavia:
- Caio Gavio Strabone - figlio di un Caio Gavio.
- Marco Gavio Macrone - figlio di un Caio Gavio.
- Gavia - figlia di Marco Gavio.
In un'altra epigrafe appare - Vibia Gaia -
BIBLIO
- George Davis Chase - The Origin of Roman Praenomina - in Harvard Studies in Classical Philology - Cambridge - Harvard University - 1897 -
- William Smith - Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology - Londra - Taylor and Walton - 1844 -
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