PORTA SAN PANCRAZIO - PORTA AURELIA (Porte Aureliane)



PORTA SAN PANCRAZIO OGGI

La porta San Pancrazio è una delle porte meridionali che si aprivano nelle Mura Aureliane di Roma. Esisteva un'altra “Porta Aurelia” (o “Cornelia”), che si trovava nei pressi del Mausoleo di Adriano e dava accesso alla via Aurelia nova che vennero poi distinte, la prima col nome di “San Pancrazio” e la seconda col nome di “San Pietro”, per la vicinanza alla basilica vaticana. 

Era denominata Porta Aurelia perché da qui fuoriusciva (e fuoriesce tuttora) la "via Aurelia". Nel VI secolo quando fu ribattezzata "sancti Pancratii" dal titolo della vicina chiesa dedicata al martire cristiano di cui esiste il sepolcro nella catacomba posta nelle vicinanze. 

LA PORTA AURELIA NEL 1661

La Porta Aurelia si trova presso la sommità del colle del Gianicolo, e venne edificata verso la fine della Repubblica, quando un piccolo centro abitativo ‘'trans-tiberino'’ venne difeso da una piccola cinta muraria che ovviamente richiedeva una porta. In seguito divenne il vertice occidentale del triangolo che la cinta, edificata nel 270 dall'imperatore Aureliano, disegnava arrampicandosi sul colle.

La XIV regione augustea era attraversata dalla via Aurelia vetus che, partendo dal ponte Emilio, saliva sulla collina ed usciva dalla città proprio attraverso la porta che dalla via prese il nome di Porta Aurelia. Questo era in effetti il suo nome originario, sebbene sia attestata anche la denominazione di “Gianicolense” o “Aureliana”, dal nome del console ideatore e realizzatore della via consolare. 



SAN PANCRAZIO

La chiesa, desiderosa poi di cancellare qualsiasi retaggio non solo pagano ma romano, rieditò il nome della porta, come più o meno quello di tutte le porta di Roma, ispirandosi ai santi, e in questo caso al vicino sepolcro del martire cristiano Pancrazio, un giovinetto chiamato a sacrificare, durante le persecuzioni di Diocleziano, ma, guarda caso, è sempre l'imperatore in persona che si interessa e si accanisce coi cristiani tentando di corromperli onde fargli cambiare idea. 

Così Pancrazio, nonostante fosse un semplice e oscuro 14nne, colpì Diocleziano e pure la sua corte (tutti lì riuniti solo per lui) per la sua avvenenza e tentò in ogni modo di fargli cambiare fede promettendogli onori e potere, ma non riuscendoci lo fece decapitare.

LA PORTA URBANIANA CON DIETRO LA PORTA AURELIA

Nei pressi della porta, sul lato interno, si trovavano anche i mulini pubblici, posti vicino allo sbocco dell'acquedotto di Traiano, che rimasero in funzione fin verso la fine del periodo medievale.

Del suo aspetto originario non si sa nulla, e forse si trovava anche in una posizione leggermente diversa. Alcuni indizi del XVI e XVII secolo fanno ritenere che dovesse essere ad un solo fornice con due torri quadrangolari poste ai lati, come in tutte le ristrutturazioni operate all'inizio del V secolo dall'imperatore Onorio. La controporta invece ha funzionato da controporta alla porta barocca fino al 1849.

L'intera porta San Pancrazio fu infatti parzialmente ricostruita nel XVII secolo da Mattia de Rossi (1637 - 1695), discepolo di Gian Lorenzo Bernini, in occasione dell'edificazione della nuova cinta muraria detta “Gianicolense“, voluta da papa Urbano VIII. Il De Rossi eliminò la porta, mantenendo però la controporta aureliana. La nuova cinta sostituì, demolendolo, tutto il tratto di mura aureliane posto sul lato destro del Tevere, comprese le porte Portuensis e San Pancrazio, riedificate ex novo (la prima, l'attuale Porta Portese, circa 400 metri più a nord della posizione originaria) e con lo stile architettonico barocco dell'epoca.

ANCORA LA PORTA URBANIANA

Distrutta poi dai bombardamenti operati dai francesi. Venne ricostruita nell'aspetto odierno dall'architetto Virginio Vespignani nel 1854 su commissione di papa Pio IX, e venne posta sull'attico la seguente iscrizione:

«PORTAM PRAESIDIO URBIS IN IANICULO VERTICE
AB URBANO VIII PONT. MAX. EXTRUCTAM COMMUNITAM
BELLI IMPETU AN. CHRIST. MD CCC IL DISIECTAM
PIUS IX PONT. MAXIMUS
TABERNA PRAESIDIARIS EXCEPIENDIS
DIAETA VECTIGALIBUS EXIGENDIS
RESTITUIT
ANNO DOMINI MDCCCLIV PONTIFICATUS VIII
ANGELI GALLI EQ TORQUATO PRAEFECTO AERARII CURATORI»

LA PORTA DOPO IL CANNONEGGIAMENTO DEL 1849

«Pio IX Pontefice Massimo ricostruì nell'anno 1854, ottavo del pontificato, come dimora per accogliere i soldati del presidio e come padiglione per esigere le gabelle, la porta fortificata costruita a presidio della città sulla sommità del Gianicolo dal Pontefice Massimo Urbano VIII, distrutta dall'impeto della guerra nel 1849 - curatore A.G.Torquato prefetto dell'erario»

La struttura ospitava infatti sia gli ambienti per il presidio militare (la taberna), sia l'ufficio per la riscossione del pedaggio per il transito (vectigalibus exigendis). In un documento del 1467 è riportato un bando che specifica le modalità di vendita all'asta delle porte cittadine per un periodo di un anno i cui compratori potevano riscuotere le gabelle

Attualmente Porta San Pancrazio è sede dell'Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini con annesso Museo Garibaldino (dedicato però anche alla Divisione italiana partigiana "Garibaldi", attiva tra il 1943 e il 1945). Peccato che ormai siano morti i garibaldini, i figli dei garibaldini e pure i nipoti dei garibaldini, e sono morti pure i membri della Divisione italiana partigiana Garibaldi.


BIBLIO

- Giuseppina Pisani Sartorio - Porta Aurelia, P. S. Pancratii - in Lexicon Topographicum Urbis Romae (a cura di E.M. Steinby) - III - Roma - 1996 -
- Giacomo Boni - Nuova Antologia - Mura urbane - 1911 -
- Mauro Quercioli - Le porte di Roma - Newton Compton - Roma - 1997 -
- Mario Attilio Levi - Roma antica - Torino: UTET - 1963 -
- Lucos Cozza - Le mura di Aureliano dai crolli nella Roma capitale ai restauri di un secolo dopo - L'archeologia in Roma capitale tra sterro e scavo - Venezia - Marsilio - 1983 -



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