SOTTO S GIOVANNI A PORTA LATINA



LE COLONNE DI SPOGLIO

Fu fondata nel V secolo, ricostruita certamente nel 720 e restaurata nel 1191 con un nuovo campanile e un nuovo ciclo di affreschi con ben 46 scene bibliche sia vetero che neotestamentarie.

Verso il 1578 un gruppo di portoghesi vi fondò una sorta di confraternita, e usava questa chiesa (all'epoca in stato di quasi abbandono, con il titolo lungamente vacante, per essere stata praticamente espropriata del proprio patrimonio dall'arcibasilica di San Giovanni in Laterano) per celebrare strani riti.

Secondo una versione si trattava di ebrei sefarditi rifugiati in Italia, o forse di omosessuali che celebravano propri matrimoni. Così la Chiesa cristiana, eseguì sette condanne a morte sul rogo, come riportano lo storico austriaco Ludwig von Pastor, nella "Storia dei Papi" e il filosofo francese Michel de Montaigne nel suo "Journal de Voyage en Italie par la Suisse et l'Allemagne" (en 1580 et 1581).


"Questa porta chiamasi Latina, perchè conduce al Lazio, in oggi detto Campagna di Roma, celebre Provincia degli antichi Romani, e famosa nell'istoria per la purità della sua lingua che fu adottata da tutti gli antichi Scrittori, e si sparse per tutto il Mondo.
Vicino a detta porta evvi la Chiesa di s. Giovanni Evangelista, edificata verso l'anno 772
sopra le rovine d'un antico Tempio di Diana Efesina."

ARTEMIDE DI EFESO
Il portico medioevale e le navate della chiesa sono sostenuti da colonne di spoglio appartenenti, secondo la tradizione, ad un tempio di Diana, parzialmente spogliate a favore del Laterano alla fine del XVIII secolo.

La chiesa non è particolare se non nella facciata, con portico realizzato con colonne di reimpiego, nelle colonne interne, anch'esse di reimpiego, notevole anche il pozzo in giardino, del IX secolo.

Le finestre dietro l'altare hanno degli splendidi vetri in alabastro giallino, dono del re d'Egitto Fuad I che ne face generosa elargizione per la Chiesa di San Paolo Fuori le Mura a causa dello scoppio della polveriera del Forte Portuense che mandò in frantumi le vetrate colorate.

Con il suo dono vennero abbellite diverse chiese di Roma, limitando il cambio dei vetri a quelli più visibili e ornamentali, in genere sull'abside centrale.



I MATRIMONI OMOSESSUALI

Questa chiesa è presumibilmente il luogo di uno dei primi matrimoni omosessuali in Europa occidentale. Michel de Montaigne, filosofo francese e saggista di spicco del XVI secolo, annotò nel suo diario che:

"Al mio ritorno da San Pietro ho incontrato un uomo che mi ha informato che in questo stesso giorno [18 marzo 1581] la stazione [della Settimana Santa] era a San Giovanni Porta Latina, nella cui chiesa alcuni anni prima alcuni portoghesi erano entrati in una strana fratellanza. 

Si sono sposati tra loro, maschio a maschio, alla messa, con le stesse cerimonie con cui noi celebriamo i nostri matrimoni, hanno letto lo stesso servizio evangelico matrimoniale, e poi sono andati a letto e hanno vissuto insieme. 

Gli ingegni romani dissero che poiché nell'altra congiunzione, di maschio e femmina, solo questa circostanza del matrimonio lo rende legittimo, era sembrato a questa gente acuta che quest'altra azione sarebbe diventata altrettanto legittima se l'avessero autorizzata con le cerimonie e i misteri della Chiesa. Otto o nove portoghesi di quella bella confraternita finirono bruciati."



BIBLIO

- Giovanni Mario Crescimbeni - L'istoria della chiesa di St Giovanni avanti Porta Latina - Roma - A. de Rossi - 1716 -
- Mariano Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma - Tipografia Vaticana - 1891 -
- Christian Hülsen - Le chiese di Roma nel Medio Evo - Firenze - Leo S. Olschki - 1927 -
Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - A. Mondadori Ed. - Verona - 1984 -



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