ALESSIO I COMMENO |
Nascita: Costantinopoli, 1048
Morte: Costantinopoli, 15 agosto 1118
Regno: 4 aprile 1081 - 15 agosto 1118
Padre: Giovanni Comneno
Madre: Anna Dalassena
Zio: Isacco I Comneno, fratello del padre
Zio: Isacco I Comneno, fratello del padre
Moglie: Irene Ducaena
Figli: tutti di Irene.- Anna Comnena, che sposerà Niceforo Briennio;
- Maria Comnena, sposerà Gregorio Gabra, e in seconde nozze Niceforo Euforbeno Catacalo;
- Giovanni II Comneno, successore al trono;
- Andronico Comneno, sebastocratore;
- Isacco Comneno, sebastocratore;
- Eudocia Comnena, sposerà Michele Iasite;
- Teodora Comnena, sposerà Costantino Courtice, poi Costantino Angelo. Fu nonna degli imperatori Isacco II Angelo e Alessio III Angelo;
- Manuele Comneno;
- Zoe Comnena.
Alessio I Commeno o Comneno (in greco antico: Αλέξιος Α' Κομνηνός, Alexios I Komnēnos) è stato un imperatore bizantino, basileus dei romei dal 4 aprile 1081 fino alla morte. Di famiglia greca patrizia, originaria di Comne presso Adrianopoli, con vasti possessi in Anatolia, a Qastamuni, era figlio terzogenito di Giovanni Comneno e nipote di Isacco I Comneno, fratello di Giovanni Commeno, che aveva regnato dal 1057 al 1059.
La madre, Anna Dalassena, donna abile e ambiziosa, rimasta sola dopo la morte di Giovanni (1067) ad allevare gli otto figli, cercò di portarli a condizioni di prestigio. Giovanni non aveva accettato il trono di basileus al momento dell'abdicazione del fratello Isacco (22 novembre 1059), al quale di conseguenza succedettero quattro imperatori di altre casate fino al 1081.
- Nell'Alessiade, la figlia Anna Comnena nella biografia di Alessio I, narra che il successo dei Comneni destò la gelosia dell'imperatore Niceforo e dei suoi ministri, in realtà i Comneni tentarono di rovesciare il regime senatoriale dell'aristocrazia della capitale, rappresentato dal vecchio imperatore Niceforo.
- Alessio, in qualità di Grande Domestico (generale comandante dell'esercito bizantino dell'Occidente) aveva già eliminato, al servizio di Botaniate, gli usurpatori Niceforo Briennio e Niceforo Basilacio.
- Alessio cercò allora l'appoggio di parte della corte, facendosi adottare dall'imperatrice Maria d'Alania, una principessa alana del Caucaso consorte successivamente di Michele VII e poi di Niceforo III Botaniate.
IL MATRIMONIO
- Acquistò ulteriore prestigio, sposando una principessa imperiale, Irene Ducas, figlia di Andronico Ducas (il traditore dell'imperatore Romano IV durante la battaglia di Manzicerta) che gli dette numerosi figli: Giovanni, Andronico, Isacco, Anna, Maria, Eudossia, Teodora.
- Alessio ottenne così l'appoggio del cesare Giovanni Ducas, e del suo braccio destro, Giorgio Paleologo. Rabbonito Niceforo Melisseno (diventato nel frattempo suo cognato sposando sua sorella Eudocia Comnena) con la promessa del titolo di Cesare, le due famiglie si incontrarono a Tzurullon, in Tracia, e decisero che Alessio sarebbe stato incoronato basileus.
Divenuto imperatore, Alessio adottò il figlioletto di Michele VII e di Maria, il principe Costantino Ducas, proclamandolo suo erede al trono, e convivendo ufficialmente con Maria nel palazzo di Mangana. Anna Comnena, nella sua Alessiade, nega la relazione, che peraltro esisteva, e poco dopo la nascita di sua figlia Anna, ella fu fidanzata a Costantino Ducas e trasferita a vivere al palazzo di Mangana con lui e Maria.
IL REGNO DI ALESSIO (1081-1091)
Alessio in trentasette anni di regno ebbe una serie quasi ininterrotta di conflitti:
- 1081 - Dovette respingere l'attacco dei Normanni, condotto da Roberto il Guiscardo e suo figlio Boemondo, appoggiati da Papa Gregorio VII. impegnato nella guerra delle investiture con Enrico IV, che avendo bisogno dell'alleanza militare di Roberto, giustificò la sua invasione.
- Il 18 ottobre i Normanni, nonostante l'aiuto veneziano, sconfissero l'esercito imperiale nella battaglia di Durazzo, prendendo Durazzo, Valona e Corfù.
- Roberto tornò in Italia e i domini normanni in terra bizantina furono affidati a Boemondo che conquistò Joannina e Trikala, fino a Larissa, in Tessaglia, dove pose l'assedio nell' 1083. Alessio vinse e Boemondo si ritirò verso Durazzo e Valona sulla costa, occupando Kastoria, e stabilendovi un forte distaccamento di conti, con a capo Gualtieri I di Brienne. Alessio assediò subito Kastoria, e la prese nell'ottobre/novembre del 1083 offrendo garanzie e denaro ai conti che fossero passati dalla sua parte. Boemondo salpò verso la Puglia e chiese l'aiuto del padre, Roberto.
- Ma Roberto fu ripetutamente sconfitto dai veneziani in una serie di battaglie navali, di cui l'ultima fu la famosa battaglia di Butrinto. Riparò con la sua flotta a Corfù, ma improvvisamente si ammalò e morì a Cefalonia il 17 luglio 1085.
- Suo figlio Ruggero Borsa, appoggiato dalla madre Sichelgaita di Salerno, ereditò i domini paterni in Italia (a scapito di Boemondo), tornò in Italia e dovette affrontare una furiosa tempesta nello stretto di Otranto. Alessio alla notizia che Roberto era morto, riconquistò rapidamente i territori persi.
- Ma in Anatolia Alessio la situazione era difficile per la sconfitta di Romano IV nella battaglia di Manzicerta (1071). I turchi Selgiuchidi non vedendo pagato il loro tributo di liberazione nei confronti di Romano, avevano invaso l'Asia Minore.
- Alessio si rassegnò al dominio turco dell'Asia minore e concluse un trattato di pace nel giugno 1081, con il quale al sultano veniva riconosciuto il dominio su Nicea e in cambio si impegnava a non saccheggiare la Bitinia con il suo capoluogo Nicomedia, che rimaneva all'impero.
- Dissidi interni fra gli eredi portarono a una frammentazione dell'impero dei turchi Selgiuchidi e a una serie di guerre civili, nelle quali Sulaymān fu costretto al suicidio presso Antiochia nel 1085. L'emiro selgiuchide Abu l-Qasim si impadronì di Nicea, e giunse ad attaccare Nicomedia, mentre l'emiro Çaka occupava Smirne e le isole di Lesbo e Chio con una potente flotta corsara, nel 1090.
- In Occidente, dopo le trionfanti conquiste di Basilio II Bulgaroctono che aveva annesso l'impero di Bulgaria, nuove invasioni dei Peceneghi e poi dei Cumani in Tracia e per di più, i manichei Bogomili avevano fatto causa comune con i popoli invasori. I Peceneghi, di molto superiori numericamente all'esercito bizantino, giunsero a minacciare Costantinopoli, mentre Çaka con la sua flotta si apprestava all'assedio dal mare, il suo punto debole e prendeva accordi con i Peceneghi, in modo che occupassero il Chersoneso.
- L'inverno 1090-1091 Alessio che si salvò alleandosi con i Cumani, popolazione nomade di lingua turca penetrata nei Balcani assieme ai Peceneghi. La battaglia decisiva si ebbe ai piedi del monte Levunium, presso il fiume Maritza, il 29 aprile 1091, e si risolse in una quasi completa distruzione dei Peceneghi.
- Nel 1092 a Sulaymān era succeduto suo figlio Qilij Arslan I, che aveva trasferito la corte e l'harem da Iconio a Nicea. Alessio rinnovò con lui il vecchio trattato di pace, facendo eliminare Çaka, che venne assassinato, nel 1092, nonostante fosse suocero del nuovo sultano.
- Alessio, avendo usato i Cumani contro i Peceneghi e Arslan contro Çaka (e prima ancora, i Veneziani contro i Normanni), userà i Turchi contro i Crociati e i Crociati contro i Turchi, il massimo della diplomazia bizantina.
Nel 1096, Alessio dovette affrontare l'arrivo dei cavalieri della Prima crociata. Sicuramente fece una richiesta di aiuto a Papa Urbano II nel 1089, probabilmente la richiesta di un corpo di spedizione per combattere i Turchi.
Mentre (1090-1091) Costantinopoli era accerchiata, ci fu una richiesta di aiuto al conte Roberto II di Fiandra: Anna parla di 500 cavalieri e di un «regalo di 150 cavalli» Non ci fu mai un invito a intraprendere una crociata.
Boemondo lasciò Tancredi ad Antiochia, e tornò in Italia e in Francia in cerca di aiuto, ottenne il sostegno di papa Pasquale II che appoggiò l'idea di una "crociata" contro i Bizantini. Alessio rafforzò le difese di Durazzo, e si stabilì col grosso dell'esercito a Tessalonica.
Per migliorare l'esercito e scalzare dal potere imperiale l'aristocrazia burocratica Alessio si alleò con le grandi famiglie nobiliari di proprietari terrieri contro le quali avevano combattuto senza sosta tutti gli imperatori del X secolo. Il contadino-soldato, da piccolo proprietario diventa un suddito del pronoiario, tipo feudalesimo occidentale. Ciò permise di ricostituire un esercito, ma accelerò il collasso dell'impero verso la catastrofe della Quarta crociata.
Sotto il regno di Alessio invece, la concessione di un terreno in pronoia implicava che il concessionario partecipasse alle guerre (di solito, a cavallo e con l'armatura), e accompagnato da una truppa di fanteria, più o meno numerosa a seconda dell'estensione del fondo.
Le conseguenze furono: inflazione, appalto delle imposte, corruzione, con una pressione fiscale senza precedenti. Segno dell'inflazione fu la circolazione, assieme al consueto nomisma d'oro, di monete di leghe inferiori. La vecchia moneta aurea si era svalutata a quasi un terzo del suo valore originale.
ULTIMI ANNI (1110-1118)
Durante gli ultimi anni di vita Alessio perse gran parte della popolarità, per le persecuzioni alle eresie pauliciane e dei bogomili, mandando al rogo Basilio, un capo bogomilo con cui aveva ingaggiato una disputa teologica.
Nel frattempo una marina composta da Pisani e Genovesi minacciava di saccheggiare la costa ionica dell'impero. Alessio firmò un trattato con i Pisani, a cui concedeva una base commerciale permanente a Costantinopoli e si lanciò in una grande campagna contro i Turchi, riuscendo a vincere nei dintorni di Filomelio (1116).
Alessio però non procedette oltre, e quindi il confine alla sua morte rimase fissato alla città di Filomelio, l'ultima vittoria che Alessio ottenne, in quanto non combatté più, visto il suo precario stato di salute.
MORTE
Alessio negli ultimi anni fu sotto l'influenza della moglie Irene, per gran parte del suo regno egli fu sotto la forte influenza di sua madre Anna Dalassena, una donna dotata di una sensibilità e saggezza politiche fuori dal comune. Ella, fu infatti incoronata come imperatrice augusta (ossia basilissa) al posto della moglie Irene e fu l'effettiva amministratrice dell'impero bizantino durante le lunghe assenze di Alessio nelle campagne militari, ed ebbe una fortissima influenza sull'educazione dei numerosi figli di Alessio, fra cui la stessa Anna Comnena.
LE FONTI
- La principale fonte sulla vita di Alessio I Comneno è l'Alessiade scritta da Anna Comnena, figlia primogenita di Alessio: una biografia della vita di Alessio, dal regno di Romano IV Diogene, fino alla morte di Alessio nel 1118.
Anna è reticente su fatti che potrebbero mettere in cattiva luce l'imperatore, in particolare il racconto delle ultime ore di Alessio e parla pochissimo del fratello Giovanni II Comneno, che succedette al padre, Anna sperò per anni di succedere al trono. Quando questa sua ambizione rimase frustrata, partecipò con la madre Irene a una congiura per abbattere il fratello, ma venne scoperta e per questo esiliata in un convento, dove passò il resto della sua vita.
- Altre fonti coeve sono una storia incompiuta scritta dal marito di Anna, Niceforo Briennio, e che copre il periodo 1057-1081.
- Un'altra fonte è la parte conclusiva dell'Epitome di Giovanni Zonara, un alto funzionario imperiale che visse a cavallo fra il regno di Alessio e di Giovanni.
- Niceta Coniata ci fornisce una descrizione completa sulla morte di Alessio e la successione veloce di Giovanni, raccomandata dal padre, per non permettere alla moglie e alla sorella di rubargli il trono. Sembra che Alessio amasse molto il figlio primogenito. Niceta è da considerarsi la fonte più attendibile per la morte di Alessio.
BIBLIO
- Maria Comnena, sposerà Gregorio Gabra, e in seconde nozze Niceforo Euforbeno Catacalo;
- Giovanni II Comneno, successore al trono;
- Andronico Comneno, sebastocratore;
- Isacco Comneno, sebastocratore;
- Eudocia Comnena, sposerà Michele Iasite;
- Teodora Comnena, sposerà Costantino Courtice, poi Costantino Angelo. Fu nonna degli imperatori Isacco II Angelo e Alessio III Angelo;
- Manuele Comneno;
- Zoe Comnena.
Alessio I Commeno o Comneno (in greco antico: Αλέξιος Α' Κομνηνός, Alexios I Komnēnos) è stato un imperatore bizantino, basileus dei romei dal 4 aprile 1081 fino alla morte. Di famiglia greca patrizia, originaria di Comne presso Adrianopoli, con vasti possessi in Anatolia, a Qastamuni, era figlio terzogenito di Giovanni Comneno e nipote di Isacco I Comneno, fratello di Giovanni Commeno, che aveva regnato dal 1057 al 1059.
La madre, Anna Dalassena, donna abile e ambiziosa, rimasta sola dopo la morte di Giovanni (1067) ad allevare gli otto figli, cercò di portarli a condizioni di prestigio. Giovanni non aveva accettato il trono di basileus al momento dell'abdicazione del fratello Isacco (22 novembre 1059), al quale di conseguenza succedettero quattro imperatori di altre casate fino al 1081.
LA CARRIERA MILITARE
- Nel 1062 sotto il regno di Costantino X Ducas, all'età di soli quattordici anni, partecipò alla sua prima campagna militare combattendo contro i turchi Selgiuchidi.
- Sotto Romano IV Diogene (1067-1071), Alessio divenne generale e si distinse in guerra contro i Turchi.
- Con Michele VII Ducas (1071-1078) e Niceforo III Botaniate (1078-1081) combattè, insieme al fratello maggiore Isacco Comneno, contro i ribelli in Anatolia, Tracia e in Epiro nel 1071.
- Nell'Alessiade, la figlia Anna Comnena nella biografia di Alessio I, narra che il successo dei Comneni destò la gelosia dell'imperatore Niceforo e dei suoi ministri, in realtà i Comneni tentarono di rovesciare il regime senatoriale dell'aristocrazia della capitale, rappresentato dal vecchio imperatore Niceforo.
- Alessio, in qualità di Grande Domestico (generale comandante dell'esercito bizantino dell'Occidente) aveva già eliminato, al servizio di Botaniate, gli usurpatori Niceforo Briennio e Niceforo Basilacio.
- Alla fine del 1080 era insorto a Nicea anche Niceforo Melisseno, contro cui Alessio non intervenne, e che morì combattendo contro i Normanni.
- Alessio cercò allora l'appoggio di parte della corte, facendosi adottare dall'imperatrice Maria d'Alania, una principessa alana del Caucaso consorte successivamente di Michele VII e poi di Niceforo III Botaniate.
IL MATRIMONIO
- Acquistò ulteriore prestigio, sposando una principessa imperiale, Irene Ducas, figlia di Andronico Ducas (il traditore dell'imperatore Romano IV durante la battaglia di Manzicerta) che gli dette numerosi figli: Giovanni, Andronico, Isacco, Anna, Maria, Eudossia, Teodora.
- Alessio ottenne così l'appoggio del cesare Giovanni Ducas, e del suo braccio destro, Giorgio Paleologo. Rabbonito Niceforo Melisseno (diventato nel frattempo suo cognato sposando sua sorella Eudocia Comnena) con la promessa del titolo di Cesare, le due famiglie si incontrarono a Tzurullon, in Tracia, e decisero che Alessio sarebbe stato incoronato basileus.
- Botaniate non oppose resistenza e si ritirò in un monastero. Alessio quindi divenne imperatore la domenica di Pasqua, del 4 aprile 1081, all'età di trentatré anni.
ANNA COMNENA |
L'IMPERATORE
Divenuto imperatore, Alessio adottò il figlioletto di Michele VII e di Maria, il principe Costantino Ducas, proclamandolo suo erede al trono, e convivendo ufficialmente con Maria nel palazzo di Mangana. Anna Comnena, nella sua Alessiade, nega la relazione, che peraltro esisteva, e poco dopo la nascita di sua figlia Anna, ella fu fidanzata a Costantino Ducas e trasferita a vivere al palazzo di Mangana con lui e Maria.
Ma nel 1087, quando nacque il figlio primogenito, Giovanni II Comneno, Anna venne trasferita al palazzo imperiale per vivere con sua madre Irene e sua nonna Anna Dalassena, e la condizione di erede di Costantino finì. Alessio si estraniò da Maria, che venne privata del suo titolo imperiale, e quando l'adolescente Costantino morì Maria fu confinata in un convento.
IL REGNO DI ALESSIO (1081-1091)
Alessio in trentasette anni di regno ebbe una serie quasi ininterrotta di conflitti:
- 1081 - Dovette respingere l'attacco dei Normanni, condotto da Roberto il Guiscardo e suo figlio Boemondo, appoggiati da Papa Gregorio VII. impegnato nella guerra delle investiture con Enrico IV, che avendo bisogno dell'alleanza militare di Roberto, giustificò la sua invasione.
- Il 18 ottobre i Normanni, nonostante l'aiuto veneziano, sconfissero l'esercito imperiale nella battaglia di Durazzo, prendendo Durazzo, Valona e Corfù.
- Roberto tornò in Italia e i domini normanni in terra bizantina furono affidati a Boemondo che conquistò Joannina e Trikala, fino a Larissa, in Tessaglia, dove pose l'assedio nell' 1083. Alessio vinse e Boemondo si ritirò verso Durazzo e Valona sulla costa, occupando Kastoria, e stabilendovi un forte distaccamento di conti, con a capo Gualtieri I di Brienne. Alessio assediò subito Kastoria, e la prese nell'ottobre/novembre del 1083 offrendo garanzie e denaro ai conti che fossero passati dalla sua parte. Boemondo salpò verso la Puglia e chiese l'aiuto del padre, Roberto.
- Ma Roberto fu ripetutamente sconfitto dai veneziani in una serie di battaglie navali, di cui l'ultima fu la famosa battaglia di Butrinto. Riparò con la sua flotta a Corfù, ma improvvisamente si ammalò e morì a Cefalonia il 17 luglio 1085.
- Suo figlio Ruggero Borsa, appoggiato dalla madre Sichelgaita di Salerno, ereditò i domini paterni in Italia (a scapito di Boemondo), tornò in Italia e dovette affrontare una furiosa tempesta nello stretto di Otranto. Alessio alla notizia che Roberto era morto, riconquistò rapidamente i territori persi.
- Ma in Anatolia Alessio la situazione era difficile per la sconfitta di Romano IV nella battaglia di Manzicerta (1071). I turchi Selgiuchidi non vedendo pagato il loro tributo di liberazione nei confronti di Romano, avevano invaso l'Asia Minore.
- Alessio si rassegnò al dominio turco dell'Asia minore e concluse un trattato di pace nel giugno 1081, con il quale al sultano veniva riconosciuto il dominio su Nicea e in cambio si impegnava a non saccheggiare la Bitinia con il suo capoluogo Nicomedia, che rimaneva all'impero.
- Dissidi interni fra gli eredi portarono a una frammentazione dell'impero dei turchi Selgiuchidi e a una serie di guerre civili, nelle quali Sulaymān fu costretto al suicidio presso Antiochia nel 1085. L'emiro selgiuchide Abu l-Qasim si impadronì di Nicea, e giunse ad attaccare Nicomedia, mentre l'emiro Çaka occupava Smirne e le isole di Lesbo e Chio con una potente flotta corsara, nel 1090.
- In Occidente, dopo le trionfanti conquiste di Basilio II Bulgaroctono che aveva annesso l'impero di Bulgaria, nuove invasioni dei Peceneghi e poi dei Cumani in Tracia e per di più, i manichei Bogomili avevano fatto causa comune con i popoli invasori. I Peceneghi, di molto superiori numericamente all'esercito bizantino, giunsero a minacciare Costantinopoli, mentre Çaka con la sua flotta si apprestava all'assedio dal mare, il suo punto debole e prendeva accordi con i Peceneghi, in modo che occupassero il Chersoneso.
- L'inverno 1090-1091 Alessio che si salvò alleandosi con i Cumani, popolazione nomade di lingua turca penetrata nei Balcani assieme ai Peceneghi. La battaglia decisiva si ebbe ai piedi del monte Levunium, presso il fiume Maritza, il 29 aprile 1091, e si risolse in una quasi completa distruzione dei Peceneghi.
- Nel 1092 a Sulaymān era succeduto suo figlio Qilij Arslan I, che aveva trasferito la corte e l'harem da Iconio a Nicea. Alessio rinnovò con lui il vecchio trattato di pace, facendo eliminare Çaka, che venne assassinato, nel 1092, nonostante fosse suocero del nuovo sultano.
- Alessio, avendo usato i Cumani contro i Peceneghi e Arslan contro Çaka (e prima ancora, i Veneziani contro i Normanni), userà i Turchi contro i Crociati e i Crociati contro i Turchi, il massimo della diplomazia bizantina.
PRESA DI GERUSALEMME |
LA I CROCIATA (1096-1099)
Nel 1096, Alessio dovette affrontare l'arrivo dei cavalieri della Prima crociata. Sicuramente fece una richiesta di aiuto a Papa Urbano II nel 1089, probabilmente la richiesta di un corpo di spedizione per combattere i Turchi.
Mentre (1090-1091) Costantinopoli era accerchiata, ci fu una richiesta di aiuto al conte Roberto II di Fiandra: Anna parla di 500 cavalieri e di un «regalo di 150 cavalli» Non ci fu mai un invito a intraprendere una crociata.
Il primo gruppo di Crociati, guidato da Pietro l'eremita, arrivò a Costantinopoli il 1º agosto del 1096, non era un aiuto nella sua guerra contro i Turchi, ma gente comune che si era riversata sulle sue terre e che egli spostò in Asia Minore (6 agosto 1096) e, contro la sua volontà, questa compì quella marcia nell'interno, che finì con la sua distruzione.
I Normanni circa 10.000 in tutto, saccheggiarono i dintorni di Nicea compiendo crudeltà orribili contro la popolazione civile, in massima parte bizantina e quindi cristiana (Anna riferisce che arrivarono a infilzare e arrostire al fuoco persino i neonati).
I Turchi quando i Normanni attaccarono la vicina città di Xerigordos, lasciarono che penetrassero in città, prendendola poi con un furioso assedio, nel quale i Normanni o morirono, o furono presi prigionieri e spediti in Khorasan.
Successivamente, i Turchi liquidarono anche il grosso delle forze di Pietro l'Eremita che i Turchi attesero in un'imboscata nei pressi del fiume Drakon, dove non si salvò quasi nessuno. Il disastro fu talmente grande, che le ossa dei morti furono usate in seguito per consolidare le mura di Nicea. Anna testimonia che molti decenni dopo si potevano ancora vedere le mura della città fatte di pietre mescolate a ossa.
Il secondo stuolo di cavalieri, guidato da Goffredo di Buglione, arrivò a Costantinopoli nel dicembre 1096 con la promessa di rifornirlo con vettovaglie in cambio di un giuramento di fedeltà feudale e che le vittorie conseguite avrebbero fatto recuperare all'impero bizantino un numero di città importanti e di isole.
Ottenuto il giuramento feudale di quasi tutti i conti, Alessio fece traghettare le armate al di là del Bosforo nell'aprile 1097, mentre prendeva segretamente accordi con Raimondo di Saint-Gilles, conte di Tolosa, avversario personale di Goffredo di Buglione.BIZANTINI E CROCIATI
La prima operazione congiunta dell'esercito bizantino e crociato fu la conquista di Nicea. Il 19 giugno i Crociati videro con stupore sulle torri della città issate le bandiere bizantine, accordati con la guarnigione turca che consegnò la città a patto che non ci sarebbero stati saccheggi e carneficina, cosa che sarebbe sicuramente successa con la conquista crociata. i Crociati iniziarono a parlare di tradimento dei Bizantini, ma era per salvare i civili di Nicea che erano Bizantini e non Turchi.
I Turchi furono ripetutamente sconfitti a Dorylaeum, a Hebraike, e ad Augustopoli. A questo punto i Turchi si ritirarono nell'interno dell'Anatolia, e l'esercito crociato puntò su Antiochia, dove arrivò il 21 ottobre 1097. Durante il lungo assedio l'esercito bizantino si rifugiò a Cipro. probabilmente Alessio non aveva nessuna intenzione di impegnarsi a fondo nella conquista di una città così importante e così lontana.
I Crociati affrontarono quindi da soli il potente esercito turco, al comando di Kirbogha, per rioccupare Antiochia: i Crociati sbaragliarono l'esercito turco il 26 giugno 1098. Boemondo fondò un principato indipendente e i Crociati proseguirono nella conquista della costa della Siria, poi giunsero a Gerusalemme, che fu presa il 15 luglio 1099. Alessio appoggiò la candidatura di Raimondo IV di Tolosa a re di Gerusalemme, in modo da arginare le ambizioni di Boemondo, ma alla fine la corona fu offerta a Goffredo di Buglione.
Quando i Crociati furono sconfitti a Ramleh, Alessio inviò un'ambasceria al califfo fatimide, riscattando i conti presi in ostaggio, tra cui era anche Goffredo, comprando così la loro neutralità. Contemporaneamente, si accordò con Raimondo per rafforzare la presenza dei Crociati sulla costa siriana: per i Bizantini, egli chiese che tutte le città della costa siriana venissero riconsegnate all'impero, mentre in cambio Raimondo creava per sé la contea di Tripoli.
La consegna di Laodicea ai Bizantini, costrinse Boemondo a venire allo scoperto, il nipote Tancredi fu inviato ad assediare Laodicea. Raimondo "tentò di dissuaderlo" ma invano e tornò alla sua roccaforte di Tripoli, mentre Tancredi entrava in Laodicea (1100).
Quando i Crociati furono sconfitti a Ramleh, Alessio inviò un'ambasceria al califfo fatimide, riscattando i conti presi in ostaggio, tra cui era anche Goffredo, comprando così la loro neutralità. Contemporaneamente, si accordò con Raimondo per rafforzare la presenza dei Crociati sulla costa siriana: per i Bizantini, egli chiese che tutte le città della costa siriana venissero riconsegnate all'impero, mentre in cambio Raimondo creava per sé la contea di Tripoli.
La consegna di Laodicea ai Bizantini, costrinse Boemondo a venire allo scoperto, il nipote Tancredi fu inviato ad assediare Laodicea. Raimondo "tentò di dissuaderlo" ma invano e tornò alla sua roccaforte di Tripoli, mentre Tancredi entrava in Laodicea (1100).
IRENE DUCAS |
II CONFLITTO NORMANNO (1105-1107)
Boemondo lasciò Tancredi ad Antiochia, e tornò in Italia e in Francia in cerca di aiuto, ottenne il sostegno di papa Pasquale II che appoggiò l'idea di una "crociata" contro i Bizantini. Alessio rafforzò le difese di Durazzo, e si stabilì col grosso dell'esercito a Tessalonica.
Boemondo attraversò il mare Adriatico e nel 1107 si ripresentò sotto le mura di Durazzo, ma la flotta comandata da Isacco Contostefano e poi da Mariano Mavrocatacalon, cognato di Anna, fu determinante per tagliare i rifornimenti di Boemondo dalla Puglia.
Una parte dell'esercito normanno fu sconfitto due volte da Cantacuzeno presso Valona e Boemondo fu costretto ad accettare l'umiliante trattato di Devol in cui rinunciava a qualsiasi pretesa sul mar Adriatico; si riconosceva vassallo di Alessio e confermava il possesso bizantino di Laodicea e delle fortezze in Cilicia. In compenso si vedeva riconosciuto il potere su Antiochia, col titolo di sebastocratore, ma alla morte di Boemondo, sarebbe comunque passato sotto il dominio diretto bizantino.
Dopo sei mesi Boemondo moriva, ma i tentativi di Alessio di coalizzare i principi crociati in Terrasanta contro Tancredi fallirono. Alessio organizzò allora il matrimonio di suo figlio Giovanni con Piroska d'Ungheria (poi chiamata Irene), figlia del re Ladislao I d'Ungheria.
POLITICA INTERNA
Per migliorare l'esercito e scalzare dal potere imperiale l'aristocrazia burocratica Alessio si alleò con le grandi famiglie nobiliari di proprietari terrieri contro le quali avevano combattuto senza sosta tutti gli imperatori del X secolo. Il contadino-soldato, da piccolo proprietario diventa un suddito del pronoiario, tipo feudalesimo occidentale. Ciò permise di ricostituire un esercito, ma accelerò il collasso dell'impero verso la catastrofe della Quarta crociata.
Un esempio della feudalizzazione è come si ricompensava il servizio militare, si consegnavano ai cittadini illustri dei terreni dello stato perché li amministrassero. L'usufruttuario non poteva venderlo, tuttavia, il concessionario poteva gestire tutti i beni presenti sul fondo, contadini compresi, i quali pagavano a lui le tasse e gli altri introiti del terreno: il concessionario era insomma il rappresentante dello Stato per i cittadini del fondo.
Sotto il regno di Alessio invece, la concessione di un terreno in pronoia implicava che il concessionario partecipasse alle guerre (di solito, a cavallo e con l'armatura), e accompagnato da una truppa di fanteria, più o meno numerosa a seconda dell'estensione del fondo.
Le conseguenze furono: inflazione, appalto delle imposte, corruzione, con una pressione fiscale senza precedenti. Segno dell'inflazione fu la circolazione, assieme al consueto nomisma d'oro, di monete di leghe inferiori. La vecchia moneta aurea si era svalutata a quasi un terzo del suo valore originale.
RAPPORTI CON LA CHIESA
Prima furono tesi, specie per l'istituto del charisticium in cui i monasteri e proprietà dei monasteri venivano affidati a un concessionario che però fu l'imperatore stesso che dava proprietà ecclesiastiche a laici, come una sorta di beneficio in cambio per esempio del servizio militare. Questo fu dovuto alla estrema necessità di denaro: ai tempi della prima guerra contro i normanni Alessio si vide costretto persino a confiscare i tesori delle chiese.
Tuttavia, nel seguito i rapporti con la Chiesa furono molto buoni. Alessio si adoperò in favore dei monasteri rigidamente ascetici, garantendo immunità e autonomia politica al monastero di San Giovanni a Patmo e ai monaci del Monte Athos. Nel 1107 Alessio attuò una riforma del clero, con cui veniva istituito un ordine di predicatori, che dovevano avere a cura la moralità popolare nelle proprie parrocchie.
Prima furono tesi, specie per l'istituto del charisticium in cui i monasteri e proprietà dei monasteri venivano affidati a un concessionario che però fu l'imperatore stesso che dava proprietà ecclesiastiche a laici, come una sorta di beneficio in cambio per esempio del servizio militare. Questo fu dovuto alla estrema necessità di denaro: ai tempi della prima guerra contro i normanni Alessio si vide costretto persino a confiscare i tesori delle chiese.
Tuttavia, nel seguito i rapporti con la Chiesa furono molto buoni. Alessio si adoperò in favore dei monasteri rigidamente ascetici, garantendo immunità e autonomia politica al monastero di San Giovanni a Patmo e ai monaci del Monte Athos. Nel 1107 Alessio attuò una riforma del clero, con cui veniva istituito un ordine di predicatori, che dovevano avere a cura la moralità popolare nelle proprie parrocchie.
ULTIMI ANNI (1110-1118)
Durante gli ultimi anni di vita Alessio perse gran parte della popolarità, per le persecuzioni alle eresie pauliciane e dei bogomili, mandando al rogo Basilio, un capo bogomilo con cui aveva ingaggiato una disputa teologica.
Nel frattempo una marina composta da Pisani e Genovesi minacciava di saccheggiare la costa ionica dell'impero. Alessio firmò un trattato con i Pisani, a cui concedeva una base commerciale permanente a Costantinopoli e si lanciò in una grande campagna contro i Turchi, riuscendo a vincere nei dintorni di Filomelio (1116).
Alessio però non procedette oltre, e quindi il confine alla sua morte rimase fissato alla città di Filomelio, l'ultima vittoria che Alessio ottenne, in quanto non combatté più, visto il suo precario stato di salute.
MORTE
Alessio negli ultimi anni fu sotto l'influenza della moglie Irene, per gran parte del suo regno egli fu sotto la forte influenza di sua madre Anna Dalassena, una donna dotata di una sensibilità e saggezza politiche fuori dal comune. Ella, fu infatti incoronata come imperatrice augusta (ossia basilissa) al posto della moglie Irene e fu l'effettiva amministratrice dell'impero bizantino durante le lunghe assenze di Alessio nelle campagne militari, ed ebbe una fortissima influenza sull'educazione dei numerosi figli di Alessio, fra cui la stessa Anna Comnena.
La morte di Alessio per Anna fu di "gotta" ma Alessio era estremamente parco nel mangiare; dalla descrizione si intuisce che Alessio morì per enfisema polmonare. L'agonia fu aggravata dalle ansie della successione che sua moglie Irene voleva alterare a favore del marito di sua figlia Anna, Niceforo Briennio, per il quale fu creato il titolo di panhypersebastos ("sopra tutti onoratissimo"). Morì il 16 agosto 1118 in Costantinopoli, nel palazzo di Mangana, e fu sepolto nel monastero del Philanthropos.
LE FONTI
- La principale fonte sulla vita di Alessio I Comneno è l'Alessiade scritta da Anna Comnena, figlia primogenita di Alessio: una biografia della vita di Alessio, dal regno di Romano IV Diogene, fino alla morte di Alessio nel 1118.
Anna è reticente su fatti che potrebbero mettere in cattiva luce l'imperatore, in particolare il racconto delle ultime ore di Alessio e parla pochissimo del fratello Giovanni II Comneno, che succedette al padre, Anna sperò per anni di succedere al trono. Quando questa sua ambizione rimase frustrata, partecipò con la madre Irene a una congiura per abbattere il fratello, ma venne scoperta e per questo esiliata in un convento, dove passò il resto della sua vita.
- Altre fonti coeve sono una storia incompiuta scritta dal marito di Anna, Niceforo Briennio, e che copre il periodo 1057-1081.
- Un'altra fonte è la parte conclusiva dell'Epitome di Giovanni Zonara, un alto funzionario imperiale che visse a cavallo fra il regno di Alessio e di Giovanni.
- Niceta Coniata ci fornisce una descrizione completa sulla morte di Alessio e la successione veloce di Giovanni, raccomandata dal padre, per non permettere alla moglie e alla sorella di rubargli il trono. Sembra che Alessio amasse molto il figlio primogenito. Niceta è da considerarsi la fonte più attendibile per la morte di Alessio.
BIBLIO
- Alexias - ed. Reifferscheid - Lipsia - 1884 -
- Anna Comnena - Alessiade. XII secolo - Penguin Classics - 2003 -
- F. Chalandon, Essai sur le règne d'Alexis Comnène, Parigi 1900 -
- F. Chalandon - Histoire de la domination normande en Italie, Parigi 1907 -
- Steven Runciman - Storia delle crociate - Milano - BUR - 2006 -
- Gianfranco Cimino - L'esercito Romano d'Oriente - edizioni Chillemi - 2009 -
- Magdalino P, - The Empire of Manuel I Komnenos - Cambridge University Press - 1993 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -
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