CULTO DI VIRBIUS



TESEO RINGRAZIATO DAI GIOVINETTI CHE HA SALVATO

Virbio (in latino: Virbius) è secondo alcuni un personaggio della mitologia greca trasposto in quella romana, secondo altri è un'antica divinità italica a cui venne sovrapposta una divinità ellenica. Nella mitologia greca corrisponde ad Ippolito, figlio di Teseo e di un'Amazzone (Antiope o Ippolita o Melanippe o Glauce). Secondo alcuni autori romani sposò una donna di nome Aricia e divenne il padre di un figlio omonimo, Virbio.

Soprattutto è indicato come un antico Dio laziale venerato nel santuario di Diana nel "nemus Aricinum" presso il lago di Nemi, dove poi sarebbe sorta la città di Ariccia. In seguito alla penetrazione delle tradizioni mitologiche greche nel mondo romano, si affermò che Artemide-Diana aveva dato nuova vita a Ippolito, ucciso dai suoi stessi cavalli, facendolo rinascere quale Ippolito il quale fu dapprima affidato da Diana alla ninfa Egeria, poi, sposo della ninfa Aricia, ebbe un figlio chiamato pure Virbio, il quale combatté insieme con Turno contro Enea. Secondo l'interpretazione del Pascoli, il nome deriverebbe da Vir-bis, cioè "uomo-due volte".

Alcuni lo credevano un Dio solare, o un demone protettore delle nascite, un Dio a forma di cavallo, una divinità fluviale di Aricia, un demone delle querce, l'eroe greco Ippolito il cui culto sarebbe stato portato in età arcaica dalla Laconia a Roma, ma la maggioranza lo identificò con l'eroe greco Ippolito, forse perché nel recinto di Aricia non dovevano penetrare i cavalli.



TESEO

Teseo fu l'eroe mitico che uccise il Minotauro salvando i sei fanciulli ateniesi che dovevano essergli immolati, ma lo fece con l'aiuto di Arianna, principessa di Creta, figlia di Minosse e Pasifae nonchè sorella del Minotauro, che gli consegnò un gomitolo di lana per svolgerlo nel labirinto e ritrovare la via del ritorno.

IPPOLITO - ERCOLANO
Ma Teseo, tornando ad Atene per sedere sul trono, fa addormentare Arianna sull'isola di Nasso e l'abbandona, sola e disperata, perchè intanto si è innamorato della di lei sorella, Fedra, che intende sposare. Giunto a casa infatti ripudia la moglie amazzone che si ripresenta con una turma di guerriere che però Teseo fa sconfiggere e uccidere da una turma di guerrieri, e anche la sua moglie amazzone vi trova la morte.



IPPOLITO

Il figlio di Teseo, Ippolito non si interessa minimamente alle vicende di Teseo nè alla reggia in generale, egli ha appreso l'abilità nella caccia dal centauro Chirone e la esercita ogni giorno con grande passione al seguito della vergine Diana mantenendosi anch'egli casto e lontano dalle donne.

Narra il mito che la cosa non piacque a Venere che in qualità di Dea dell'amore se ne sentì oltraggiata, pertanto operò la sua vendetta facendo innamorare follemente Fedra del figliastro. Naturalmente Ippolito ricusa la profferta amorosa sia perchè si tratta della matrigna sia perchè non è interessato.

Ma Fedra impazzisce, si suicida e lascia al marito una lettera in cui accusa Ippolito di aver provato a sedurla. Teseo addolorato e infuriato prega il padre Poseidone di vendicarlo e questi mentre Ippolito corre col suo carro sulla riva del mare, gli fa uscire dalle onde un toro inferocito che terrorizza i cavalli e li fa imbizzarrire.

Così i cavalli rovesciano il carro e Ippolito è tratto nella folle corsa restando impigliato nel carro. Diana impietosita rivela a Teseo la calunnia di Fedra e il padre va a riconciliarsi col figlio morente. Poi Ippolito muore ma Diana chiama Asclepio che lo resuscita con le sue cure meravigliose.

ARTEMIDE - DIANA

DIANA

Chi non è contento della cosa però è Giove che non tollera ritorni dagli inferi, pertanto scaraventa lo stesso Ascepio negli inferi per aver osato la resurrezione di un morto e poi cerca Ippolito per fare altrettanto, ma interviene la provvida Diana che avvolge Ippolito in una nube per renderlo invisibile, poi lo trasforma in un vecchio e infine lo trasferisce dalla Grecia a Nemi nel Latium vetus.

Qui Ippolito assume il nome di Virbio e fonda il santuario di Diana Nemorense, dove si pensa che Oreste fuggitivo con sua sorella Ifigenia porti qui il simulacro di Diana Taurica, la Dea che salvò la principessa Ifigenia dall'essere immolata dal proprio padre Agamennone che l'avrebbe sgozzata sull'altare.

Tantum religio potuit suadere malorum” commenta Lucrezio sulla superstizione religiosa portatrice di grandi mali, e non gli si può dare torto. Naturalmente i miti cambiano nel luogo e nei tempi ed Euripide crea un finale positivo sostituendo la fanciulla, mentre il caro padre le sta affondando il pugnale, con un cerbiatto (positivo per Ifigenia ma non per il cerbiatto).

SACRIFICIO DI IFIGENIA

Oreste fuggitivo sarebbe stato dunque il primo sacerdote di Diana nemorense, come Ifigenia sua sorella, e da allora ci fu un fuggitivo che lo sostituì attraverso un combattimento. In genere il fuggitivo era uno schiavo che doveva spezzare un ramo dell'albero sacro per ingaggiare la lotta per la vita col "Rex Nemorensis", cioè il vecchio sacerdote.

Questa sfida avveniva ogni 5 anni entro i quali il sacerdote-re era intoccabile, dopodichè o moriva per mano del nuovo aspirante o regnava indiscusso per altri cinque anni. Questo costume durò molto a lungo, tanto che l'imperatore Caligola che non aveva un buon animo si lamentò del fatto che nessuno riuscisse ad uccidere il Rex nemorense e manifestò l'intenzione di inviargli uno schiavo abilissimo combattente per il gusto di farlo fuori.

In questo santuario dove la Divinità maggiore era Diana, venivano onorati anche Egeria, la ninfa delle acque che ispirò le leggi al re Numa Pompilio e Virbio

SACRIFICIO A DIANA

Così Virbio venne onorato nel tempio che sorgeva sullo Specchio di Diana, cioè sul lago di Nemi dove affluivano pellegrini da ogni parte perchè qui si operavano miracoli rendendo fertili le donne, facilitando il loro parto, ma pure curando malati, come è testimoniato da i numerosi exvoto rinvenuti, con la forma di un organo umano.

Del resto la strada che saliva da Bovillae (oggi Frattocchie) ad Aricia era chiamata clivus Virbi ed era nota per i numerosi mendicanti che chiedevano l'elemosina ai pellegrini che si recavano al tempio. Virbio era descritto come un uomo anziano e la sua immagine di culto non poteva essere toccata, non solo dai pellegrini ma neppure dal sole e nel suo recinto non potevano entrare i cavalli, forse in memoria della morte di Ippolito.

Ci sono alcune tracce della sua adorazione al di fuori del santuario di Aricia ed un'altra testimonianza del culto corrisponde ad un'iscrizione che menziona un Flamine Virbialis come sacerdote di Virbio. ma un flamen Virbialis è ricordato anche in una iscrizione di Napoli (Corpus Inscriptionum Latinarum, X, 1493).

SANT'IPPOLITO

Il fatto che non potesse venire toccato dai raggi del sole fa pensare a un Dio degli Inferi, una specie di Dio del tempo visto il suo aspetto anziano, probabilmente una specie di Saturno. anch'esso anziano e sepolto in un posto segreto del Lazio nel buio di un sepolcro.

Il 13 di agosto, nel periodo più caldo dell’anno, il boschetto di Nemi era illuminato da una miriade di torce il cui bagliore riverberava nelle acque del lago; e in tutto il territorio italico ogni famiglia celebrava quel rito sacro. Statuette bronzee ritrovate nel recinto, raffigurano la Dea che regge una torcia nella mano destra alzata, e le donne le cui preghiere erano state esaudite, si recavano inghirlandate, e con una torcia accesa, al santuario per sciogliere il voto.

Oggi il 13 Agosto il calendario cattolico celebra San'Ippolito che subì il martirio, guarda caso, squartato da quattro cavalli legati a braccia e gambe, quindi anche lui morto a causa dei cavalli. Evidentemente il culto di Ippolito-Virbio era molto seguito se la Chiesa credette bene di sostituirlo nel medesimo giorno di festa con un Santo dallo stesso nome e morto sempre a causa dei cavalli.



BIBLIO

- Igino - Fabulae - 40 251 -
- Plutarco . Vita di Teseo - 27 -
- Publio Ovidio Nasone - Le metamorfosi, XV -
- Euripide - Ippolito Coronato -
- L. Morpurgo - La rappresentazione figurata di Virbio - in Ausonia - IV - 1909 -
- Ovidio Fasti - VI -
- Aulo Persio Flacco - Saturae -
- Servio Mario Onorato - Commentarii in Vergilii Aeneidos libros - VII -
- Corpus Inscriptionum Latinarum - X - 1493 -


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