CRUSTUMINI (Nemici di Roma)





Cinque grandi città, mano alle incudini, fan nuove armi: la potente Atina, Tivoli stupenda, Crustumerio ed Ardea e la turrita Antenne”.
(Virgilio - Eneide, VII, 629-631)

I Crustumini (per contrazione di Crustumerini), erano un popolo dell'Italia preromana che occupavano un territorio del Latium Vetus delimitato ad ovest dal fiume Tevere, al di là del quale si trovavano i Veienti.

CRUSTUMERIUM NEL LATIUM VETUS
Erano considerati di stirpe latina anche se Plutarco li ritiene di origine sabina. La loro capitale era Crustumerium (o Crustumeria), posta a nord di Fidenae e ad ovest della città sabina Corniculum, presso le sorgenti del fiume Allia, sulla collina della Marcigliana Vecchia, che domina la via Salaria presso Settebagni.

Il nome Marcigliana deriva dal Fundus Marcellianus, appartenuto alla famiglia romana dei Marcelli, ramo della gens Claudia.

Crustumerium,  è inclusa da Plinio il Vecchio nella sua lista di città scomparse. Infatti i Crustumini vennero assorbiti dai Romani, dopo la vittoria che Romolo, il primo re di Roma, ottenne nel 752-751 a.c. in seguito al "ratto delle Sabine". Crustumeria venne occupata e nei territori adiacenti vennero inviati coloni romani che andarono a popolare soprattutto la città di Crustumerium, ambita per i suoi terreni fertili. Tuttavia molti crustumini, soprattutto genitori e parenti delle donne rapite, si stabilirono a Roma.

La distruzione della città, come narra Tito Livio avvenne verso la metà del V sec. a.c., con il trasferimento della popolazione a Roma e la creazione della nuova tribù Crustumina.

La successiva perdita di importanza della città, determinata dalla politica territoriale di Roma, è attestata in occasione della battaglia dell’Allia (390 a.c.), in cui i Galli sconfissero l’esercito romano, dato che nelle cronache si nominano solo i montes Crustumini senza cenno alla città.

Già dall’età repubblicana il territorio crustumino, compreso lo spazio che aveva accolto la città, si era del resto trasformata in un’area agricola gestita da fattorie che prosperavano sotto l’amministrazione dei Municipi di Nomentum e di Fidenae.


Tito Livio - XI 


RITROVAMENTI SUL SITO DI CRUSTUMERIA
" Intanto che i Romani intendeano a questo affare quelli d Antenna colto il bello che non v'avea difensori corsono sopra la terra di Roma. Ma Romolo subitamente venne loro incontro con la romana legione e sconfissegli e sbarattatili al primo assembro e romore prese la loro città per forza. Ed al tornare ch'egli faceva lieto di doppia vittoria, Ersilia sua moglie per preghi delle rapite il pregò eh'egli perdonasse ai loro padri e ch'ei gli ricevesse dentro la cittade imperò che cosi vi potrebbe crescere la cittade per accordo e per pace Romolo il concedette assai leggermente.
Poi andò incontro ai Crustumini i quali gli moveano guerra. Ma egli furo sì paurosi e spaventati della sconfitta degli altri che assai più leggermente venne a capo Romolo della guerra che non avea fatto delle altre. E mandò gente ad abitare all'una città e all'altra. E assai trovò di quelli che volentieri andarono ad abitare a Crustumeria per la terra che era buona e diviziosa e molti de Crustumini principalmente i parenti e li padri delle rapite se n'andaro ad abitare a Roma. "



LA STORIA

La città, latina, come riportano le fonti, fu fondata tra il X e il IX secolo a.c. e fin dall'inizio la sua 
storia si collega alle vicende della nascita e dello sviluppo di Roma e raggiunge l'apice della sua fioritura nei secoli VII e VI a.c.

TOMBA
- Tito Livio chiama la città Crustumeria e Crustumerium, la menziona nel Ratto delle Sabine  perchè anche delle donne crustumine vennero rapite e la riferisce occupata da Romolo.

- Virgilio la chiama Crustumeri, e la nomina nell'Eneide tra le cinque città impegnate nella fabbricazione delle armi che le popolazioni dell'Italia centrale dovevano usare per combattere Enea

- Silio Italico la chiama Crustumium.

- Per Dionigi di Alicarnasso la città fu fondata prima di Roma, dalla popolazione latina di Alba Longa, fu conquistata da Romolo e invasa dai coloni romani molto più di Antemnae e Caenina per la grande fertilità della terra, che si chiamò "Ager Crustuminus" anche dopo la scomparsa della città.

Successivamente la città che si era rivoltata a Roma, iscrivendosi alla Lega Latina, nello scontro contro Roma, durante il regno di Tarquinio Prisco. Crustumerium fu una delle molte città conquistate dal re, ma la città fu risparmiata, perché alla vista dell'esercito romano, aprì le porte senza combattere.

- Nel 499 a.c, consoli Gaio Veturio Gemino Cicurino e Tito Ebuzio Helva, fu conquista dai romani.

- Nel 494 a.c. la guarnigione romana di stanza in città, segnalò al Senato movimenti di Sabini, che sembravano preludere ad un attacco a Roma.

- Nel 468 a.c. le campagne intorno a Crustumium furono gravemente saccheggiate dai Sabini che, con le loro razzie, arrivarono fin sotto Porta Collina, prima di essere respinti dai romani, guidati da Quinto Servilio Prisco.
A questi venne affidata la campagna contro i Sabini che avevano duramente saccheggiato i territori di Crustumerium, già romani, arrivando fin sotto porta Collina, mentre al collega fu affidata la campagna contro i Volsci ed Equi, alleatisi contro Roma.
In risposta all'attacco dei Sabini, Quinto Servilio rispose con una spedizione che devastò il territorio sabino, e riportò un bottino ancora maggiore di quello fatto dai Sabini.

- Il centro decadde gradualmente e probabilmente non esisteva più già poco dopo la conquista romana di Veio, risalente ai primi anni del IV sec. a.c.

NECROPOLI CRUSTUMENTUM

IL SITO ARCHEOLOGICO

Crustumeria era una città affacciata sul Tevere tra Eretum e Fidenae.

Grazie a queste precise testimonianze, cui deve aggiungersi l'indicazione dell'esatta distanza da Roma lungo la via Salaria, si è potuto  identificare il sito storico, segnato da una vasta area di materiali archeologici di superficie.

L'abitato antico, per un'area di non meno di 60 ettari. è stato infatti individuato su basi archeologiche intorno al 1970.
I primi saggi furono effettuati dalla Soprintendenza di Roma nel 1982, mentre la necropoli è stata esplorata a partire dal 1987.

Essa è posta in località Marcigliana, a nord di Roma, nei pressi di Settebagni che, nata come zona agricola ma oggi urbanizzata, si sviluppa su una collina dove, nel 2002, sono stati effettuati rilevanti ritrovamenti archeologici (tombe ed altro) tuttora in corso di osservazione.

Dopo il casello dell'autostrada Firenze-Roma, al termine del lungo rettilineo finale, le colline di Crustumerium accompagnano per alcuni km il percorso di chi raggiunge la capitale.  Crustumerium, infatti, è l'unico centro dell’antica civiltà laziale non compromesso dalla moderna urbanizzazione e in tutta l’area il paesaggio è straordinariamente conservato.


Il Castello del Duca

Il Castello del Duca venne costruito nel medioevo sulle rovine di una villa romana. Fin dall’XI sec. fu proprietà dell’Abbazia di Farfa, con il nome di Marcilianus, o “Casale della Marciliana (o Marcigliana)”, nome derivato da “fundus Marcellianus”, o “praedium Marcellianum”, perché appartenente ai Marcelli, discendenti dei Claudii, ai quali il Senato e Popolo Romano aveva dato queste terre. 

Dal XII sec. il Castello del Duca divenne proprietà della chiesa di Santa Maria in via Lata, per passare poi a famiglie nobilifino ai Grazioli dalla II metà del 1800.

Attualmente l'area della città antica è conosciuta, solo nelle grandi linee, grazie a ricognizioni di superficie e a sporadici scavi della Soprintendenza Archeologica di Roma (dal 1982).

Sono state scoperte circa duecento sepolture con il recupero di notevoli corredi tombali composti da ceramiche e bronzi.

Circa 120 pezzi sono stati recuperati nella sola tomba 9, scavata nel 1987 in loc. Monte Del Bufalo.

Gli scavatori clandestini negli scorsi decenni sono riusciti a depredare migliaia di sepolture grazie all'incuria e la negligenza dello stato che tutela pochissimo il nostro patrimonio archeologico (numerosi oggetti di notevole valore sono comparsi recentemente nei mercati antiquari esteri), causando ingenti danni al patrimonio scientifico e compromettendo in parte la ricerca futura.

Tutta l’area dell’abitato, delle necropoli circostanti e parte del territorio dell’antico centro per un’estensione di circa 440 ettari, è tutelata ai sensi delle leggi 1089/39 e 1497/39 (anche se i tombaroli vi scorrazzano ancora visto la totale mancanza di controlli. Dal 1989 l’area di Crustumerium è interamente sottoposta a vincolo archeologico e dal 1997, con la costituzione della Riserva Naturale della Marcigliana, anche a vincolo paesaggistico e ambientale.

Un settore di 58 ettari comprendente parte delle aree funerarie di Monte Del Bufalo e Cisterna Grande è stato acquistato dalla Pubblica Amministrazione nel 1998. All’interno dell’area archeologica, gli scavi condotti negli ultimi anni dalla Soprintendenza Archeologica di Roma in collaborazione con l’Università di Groningen, hanno permesso di riportare alla luce una importante necropoli che si compone di alcune migliaia di tombe databili dal IX al VI sec. a.c.



LE TOMBE VISITABILI
- Tomba 9 (VIII-VII a.c.) - con pozzo verticale e due loculi (forse per marito e moglie). Il corredo maschile era costituito da tazzine-attingitoio con un vaso per liquidi, quello femminile da un tripode e sostegni in metallo.
- Tomba 25 (VII-VI a.c.) - a camera, con il soffitto crollato ed erosa, con loculi e sepolture anche sul pavimento; di sicuro erano sepolti 4 individui di sesso indeterminabile per il cattivo stato di conservazione, anche il corredo ritrovato era scarso. Un’urna in pietra a forma di tempio o di casa, contenente le ceneri di un individuo è stata ritrovata all’interno. Le tombe dalla 25 alla 29, essendo tutte vicine, sono relative alla sepoltura di una famiglia, sono state utilizzate in un arco di tempo di 150 anni (6 generazioni dal tardo VIII alla metà del VI).
 
- Tomba 26 (VIII-VII a.c.) - a fossa, all'interno era deposta una giovane donna in una cassa, ornata da monili, spille in bronzo e da una collana di perle di vetro; il corredo era dietro la testa. Fu intaccata dalla tomba 27.

- Tomba 27 (VIII-VII a.c.) - a fossa, vi era sepolto un uomo con una lancia. Con la rottura della parete in comune con la tomba 26 i corredi delle due si sono confusi.

- Tomba 28 (inizio VII a.c.) - a fossa, attribuita ad una donna per i tipi di oggetti rinvenuti, come una spilla in bronzo e un grosso vaso, a forma di tazza, con manico alto, utilizzato dalle donne per miscelare il vino con l’acqua. Questa tomba è la più antica, seguono la 27 e la 28 (a pozzo verticale) e infine la 25 e la 29 (a camera).

- Tomba 29 (VII-VI a.c.) - a camera, molto erosa, con soffitto crollato, ospitava un nucleo familiare ristretto, costituito da genitori e figli. I resti sono pertinenti a un uomo con armi (il padre) e ad altri due individui (una donna e un bambino). La tomba subì uno spostamento in fase di scavo, una volta intaccata la tomba 28.
- Tomba 36 (VII a.c.) - a fossa, relativa alla sepoltura di un guerriero, con una spada di ferro con fodero rinforzato con filo di bronzo, una spada e il resto del corredo dietro la testa.

- Tomba 41 ( II metà VIII a.c.) - fu scavata dai clandestini, sono stati ritrovati pochi resti di corredo e una spada che permette di identificare il sesso del defunto.

- Tomba 51 (fine VIII a.c.) - a fossa , appartenente ad un individuo maschio sepolto in una cassa di legno o in un tronco. Il corredo era composto da numerosi vasi (posti dietro la testa) e da una lancia.

- Tomba 50 (VII a.c.) - con due loculi laterali, dove erano sepolte due donne. Nel loculo di destra è stata ritrovata un’olla con 34 tazzine-attingitoio e in quello di sinistra, pertinente a una donna più giovane, solo recipienti per miscelare il vino; nel corredo c’erano anche una fusaiola, una spilla in bronzo e dei contenitori per unguenti.

VASI RINVENUTI
- Tomba 97 (VII a.c.) - a fossa con nicchia laterale per il corredo: si tratta di un tipo isolato per Crustumerium, ma noto nel Latium Vetus. Ha subito ingenti danni a causa delle arature.

- Tomba 109 (fine VII-VI a.c.) - a camera, con due loculi, quello di fronte con un individuo privo di corredo, quello di lato con tre individui, due adulti e un bambino, con affianco una pisside corinzia.

- Tomba 110 (fine VII-VI a.c.) - a camera; il suo ritrovamento è stato casuale, dovuto al crollo della parete del dromos della tomba 109 (attigua a questa); a un solo loculo, con probabilmente un solo individuo. Il corredo era costituito da due olpai e da un kantharos di bucchero.


RESTI DI ABITATO

Risalgono al VI secolo a.c. Si tratta di una struttura di almeno quattro muri paralleli orientata NE/SO, identificabile probabilmente con un sistema di terrazzamento con funzione difensiva. E’ stata costruita a secco e l’intercapedine tra i muri era vuota all'origine, poi riempitasi con il crollo e con la terra dovuta all'abbandono. 

Il fatto che l'intercapedine fosse vuota fa pensare a un sistema di isolamento termico e soprattutto dall'umidità con piccole fessure che permettevano l'areazione dell'ambiente che doveva fungere anche da abitato ad una guarnigione.

TRINCEA VIARIA

Forse già esistente nell’VIII sec. a.c., era la via principale del territorio di Crustumerium, saliva in città da sud est con una lunghezza di oltre 200 m., dopo un tratto piano, discendeva verso la vallata del Tevere. Il livello attuale del fondo si è rialzato con il tempo.
Tra le strade che collegavano Crustumerium con i centri latini confinanti, è il tracciato che raggiungeva Roma tramite il guado dell’Aniene, poi sostituito dal Ponte Nomentano, prossimo al Monte Sacro. Probabilmente costituiva un'alternativa alla Salaria che costeggiava Fidene, quando Roma intratteneva rapporti pacifici con Crustumerium, mentre era in lotta con Fidenae. 
Le fonti riferiscono infatti che all'epoca di Romolo, i Fidenati, lungo il Tevere, intercettarono e distrussero delle imbarcazioni con cui i Crustumini avevano inviato provviste alimentari a Roma in occasione di una carestia.


BIBLIO

- Diodoro Siculo - Bibliotheca historica -
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- Mario Attilio Levi - L'Italia nell'evo antico, Padova: Piccin, 1988 -
- Mario Attilio Levi - Storia romana dalle origini al 476 d.C. - Bologna - Cisalpino - 1992 -
Andrea Carandini - La leggenda di Roma, volume II. Dal ratto delle donne al regno di Romolo e Tito Tazio, Mondadori - Fondazione Valla - Milano - 2010 -
Andrea Carandini - La leggenda di Roma, volume IV - Dalla morte di Tito Tazio alla fine di Romolo - Mondadori – Fondazione Valla - Milano - 2014 -




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