VILLA AD DUAS LAUROS



MAUSOLEO  DI S. ELENA


AD DUAS LAUROS

Ad Duas Lauros, ovvero"ai due lauri" era una grande proprietà imperiale romana, oggi compresa nel Parco di Centocelle a Roma.

STAMPA DEL PIRANESI DEL MAUSOLEO DI S. ELENA
La zona viene citata per la prima volta nel Liber Pontificalis, riferendosi alla grande proprietà imperiale che partiva dal III miglio della via Labicana dove sorgeva una grande villa, nota come l'abitazione dei Flavi Cristiani e residenza dell'imperatrice Elena.

La datazione si riferisce al mutamento della tecnica costruttiva, cambiando la destinazione d'uso di alcune abitazioni in terme. In seguito l'imperatrice dona la proprietà alla Chiesa, come citato sempre nel Liber Pontificalis nella parte dedicata alla vita di papa Silvestro I.

La proprietà era ancora in uso nel V sec., dato che le fonti riportano questo come luogo della morte di Valentiniano III, dove vi fu istituita la diocesi suburbicaria Subaugusta, poi sciolta a causa delle invasioni barbariche.

In anni recenti, l'edificazione nel 1926 dell'aeroporto di Centocelle ha coperto e distrutto parte degli impianti archeologici, probabilmente dando origine anche al nome attuale di Centocelle.



LA VILLA

In via Casilina 700, ovvero al IV miglio dell'antica via Labicana, sorge la Villa detta Ad Duas Lauros che presenta diverse fasi costruttive, dall'età repubblicana fino all'epoca tardo antica (V-VI sec. d.c.).
PLANIMETRIA DELLA VILLA

I resti più antichi sono riferibili ad un edificio di età medio-repubblicana con muri in opera quadrata e pavimenti in tufo, diversamente orientato rispetto al grande impianto di epoca successiva; annesso a questo edificio doveva essere un impianto agricolo le cui tracce testimoniano la coltivazione della vite in filari.

L'impianto successivo subisce nel tempo modifiche ed ampliamenti. La villa, nel suo periodo di massima espansione, occupava un'area di oltre un ettaro ed ha vissuto per più di 1000 anni. 

È possibile individuare alcuni specifici ambienti della grande villa. Nel corso del III sec. d.c. l'antico atrio, situato nell'area centrale della villa, viene coperto da una volta a crociera; viene quindi eseguita una nuova pavimentazione in opus sectile, al centro della quale è una vasca rettangolare rivestita di marmo; nello stesso periodo lavori di ristrutturazione vengono realizzati negli ambienti vicini.

La villa doveva avere un'area a giardino dell'estensione di quasi un ettaro: il limite S appare costituito da un corridoio con le estremità arrotondate (xystus), della lunghezza di circa 150 m., alla cui estremità era un impianto termale ed una terrazza panoramica, che si affacciava sul fosso di Centocelle.
Tutta l'area può essere interpretata come una palestra-ginnasio, dedicata ad attività ginniche e ricreative, sistemata a giardino e decorata con varie opere d'arte, di cui un esempio potrebbe essere l'erma bifronte del II sec. d.c., rinvenuta in una buca di epoca successiva.

VISTA AEREA
La villa cosiddetta "ad duas lauros", costruita nel I secolo a.c. sui resti di un edificio più antico, presenta consistenti testimonianze di frequentazione di media e tarda età imperiale.

Nel corso del III secolo d.c. l'antico atrio, situato nell'area centrale della villa, viene ampliato, ripavimentato in opus sectile e decorato con una vasca rettangolare, contemporaneamente lavori di ristrutturazione vengono realizzati anche negli ambienti vicini.

A partire dal IV secolo un'intensa attività edilizia coinvolge la zona settentrionale della villa, una serie di ambienti sono ripavimentati con mosaico o in opus sectile. Inoltre, contestualmente alla creazione del recinto monumentale, nell'area ad est della villa viene costruito un monumento funerario in laterizio di pianta circolare. Gli ultimi interventi effettuati nella villa, databili al V secolo, consistono nella costruzione di alcuni ambienti di grandi dimensioni. Un'ampia aula (m 12 x 6) viene a chiudere l'ingresso al recinto monumentale con la costruzione di un muro con tre nicchie semicircolari. 

L'aula è pavimentata con un mosaico a grandi tessere marmoree, che racchiude un mosaico a tessere più piccole con un motivo a scacchiera; gli ambienti adiacenti sono invece pavimentati in opus sectile. Le ampie dimensioni di queste aule e l'uso di decorazioni con elementi di "lusso" porterebbero ad identificarle con ambienti di rappresentanza. In questo periodo vengono apportate modifiche al sepolcro circolare (rimasto parzialmente in piedi fino alla costruzione dell'aeroporto) al quale viene aggiunta, probabilmente al posto di un'originaria nicchia, una vasca di piccole dimensioni, pavimentata con un mosaico policromo che rappresenta un kantharos.

Queste trasformazioni fanno ipotizzare un cambio di destinazione d'uso dell'edificio; inoltre sul lato est viene costruita un'altra struttura di dimensioni minori sempre di forma circolare. Del nuovo edificio rimane la fondazione realizzata con materiale di recupero (basoli, marmi e tufo). Databili al V secolo sono anche le tre sepolture presenti all'esterno della villa: due sul lato occidentale e una sul lato orientale. Le tombe sono probabilmente da mettere in relazione con l'utilizzo del recinto e del tempio come area sepolcrale (cfr. scheda n° 249).

Dopo questi ultimi interventi edilizi gli strati di obliterazione datano al VI secolo l'abbandono definitivo della zona settentrionale della villa, mentre non sappiamo se tutta la parte meridionale continuasse ad essere frequentata in epoca tardoantica.

Nei secoli successivi, almeno fino al XII secolo, sono scarse le tracce di frequentazione, probabilmente legate solo ad attività di spoliazione dell'area. Invece una concentrazione di materiali databili tra il XII e il XIV secolo, nell'area del sepolcro circolare, permette di ipotizzare un riuso di questo edificio in epoca medievale.

Cinquecento metri circa a Sud della grande villa, sono stati parzialmente messi in luce e poi reinterrati notevoli resti di un complesso rustico comprendente un impianto termale anch’esso chiaramente legato alla proprietà imperiale.

Gli scavi archeologici, condotti dalla Soprintendenza Archeologica nel 1984, hanno portato alla scoperta di un impianto termale, che si sviluppa in direzione Nord-Ovest Sud-Est, nonchè di altre strutture pertinenti ad un complesso di villa rustica.
Dell’impianto termale si sono scavati n.19 ambienti e si è appurato che il complesso è il risultato di successivi interventi edilizi articolati in tre fasi principali.

Gli ambienti originari e alcune murature dell’ambiente I e di altri ambienti appartengono alla prima fase di cui non è possibile, senza ulteriori indagini, definire l’impianto e le funzioni. Si tratta di strutture in opera reticolata di tufo con ammorsature e testate in laterizio o blocchetti di tufo.

Nella seconda fase l’edificio assume sicuramente le funzioni di terme, si creano le sale absidate XIII, XIV, XV e le strutture presentano tutte un paramento di opus testaceum. L’ambiente XIII è il calidarium, coperto a volta, nel quale sono stati rinvenuti numerosi tasselli in pasta vitrea azzurra che fanno supporre l’esistenza di decorazioni musive.
Numerose le opere murarie a rinforzo delle strutture absidate, originariamente coperte a volta, per garantirne la stabilità.

Nella terza fase il complesso termale viene ampliato con la creazione degli ambienti VIII e II; quest’ ultimo con le vasche III e IV costituisce il frigidarium; viene inoltre ristrutturato l’ambiente I che, accessibile da tre lati, è dotato di un piano rialzato e presenta una scala formata di almeno due rampe.

Ad ovest della villa “Ad duos Lauros” sono in corso sondaggi archeologici su due aree di scavo. Al di sotto dello strato superficiale sono venuti in luce i resti di una grande villa identificabile con uno degli edifici indagati e quindi demoliti negli anni ‘30, per consentire la realizzazione del campo di aviazione di Centocelle.

Durante i suddetti lavori la villa fu rilevata e descritta in un giornale di scavo ma non ubicata topograficamente; pertanto sinora se ne ignorava l’esatta localizzazione.

Dai dati registrati nel 1930 si può ipotizzare che la villa includesse un grande cortile delimitato da portici, intorno al quale erano disposti una serie di ambienti riconducibili a differenti fasi edilizie e articolati in nuclei con diverse destinazioni d’uso (ambienti di rappresentanza, residenziali, terminali, di servizio).



SEPOLCRO A TEMPIETTO

La struttura, visibile sul lato nord della villa è un sepolcro "a tempietto", costruito agli inizi del III sec. d.c., probabilmente riferito a una derivazione stradale, adiacente ma in posizione marginale rispetto alla villa, destinato sicuramente al proprietario della villa, del quale purtroppo ignoriamo il nome; era costituito da una camera sepolcrale al piano seminterrato, e da un piano rialzato, cui si accedeva mediante una scalinata dal lato opposto.

L'edificio laterizio rialzato era un ambiente semipogeo voltato, accessibile da una scalinata frontale. La decorazione dell'edificio è ricostruibile soprattutto nell'ambiente inferiore, con una pavimentazione in opus sectile, una zoccolatura di rivestimento a crustae marmoree e un intonaco bianco contornato a fasce in pittura rossa sulle pareti alte e sulla volta.

RESTI DEL SEPOLCRO
Il piano superiore, ricostruibile sulla base di alcuni elementi architettonici identificati, era coperto da un tetto a spiovente in tegole e coppi marmorei. Il sepolcro era circondato da un imponente sistema di drenaggio a canalette e tombini. Connesse con la vita dell'edificio sono state rinvenute alcune sepolture di basso livello gerarchico, probabilmente relative alla familia, addossate alla facciata posteriore, sui lati della scaletta di accesso.

Agli inizi del IV secolo d.c. l'area subisce un'importante trasformazione architettonica, con l'innalzamento del livello di calpestio attorno al "tempietto". Il sepolcro viene circondato, in epoca costantiniana, da un recinto monumentale in opera listata con ampi nicchioni su tre lati e due nicchie maggiori assiali all'edificio centrale.

L'edificio poi viene ristrutturato con un restringimento della scalinata frontale, una copertura a tettoia dell'accesso al piano inferiore e, probabilmente, con un parziale restauro della copertura in tegole marmoree.  L'area viene riutilizzata nel V sec. da una serie di sepolture, e altri ambienti adiacenti l'area del sepolcro a tempietto, di grandi dimensioni e con pavimenti in mosaico o in lastre di opus sectile, elementi di lusso che, insieme alle ampie dimensioni degli ambienti, porterebbero ad identificarli come sale di rappresentanza.

 Pesanti interventi di spoliazioni e danneggiamenti, dovuti sia all'attività di recupero di materiali edilizi successiva all'abbandono, sia alle trincee degli scavi pregressi, non presentano interventi o frequentazioni successive. In quanto all'ultima frequentazione dell'edificio centrale, distrutto o modificato (tegole marmoree della sua copertura sono infatti state rinvenute reimpiegate nelle murature e nelle sepolture), si notano piccoli interventi di ripristino, come la ripavimentazione della sezione di fondo dell'ambiente semipogeo, con un rozzo mosaico a tessere bianche di varie dimensioni  simile a quello della vicina aula con absidi.

Sono state individuate in tutto 22 sepolture, collocate tra le nicchie del recinto, lungo i muri perimetrali all'esterno del grande monumento funerario o all'interno di esso. Le tombe disposte lungo il perimetro del recinto sono state costruite in muratura, adattando le nicchie con l'aggiunta di pilastrini; quelle dell'area centrale sono invece tombe a fossa, generalmente con copertura di tegole e coppi o lastre di riutilizzo.
Tutte le sepolture ricavate tra i pilastri hanno subito una massiccia spoliazione. Eccone alcune:
SARCOFAGO RAFFIGURANTE DIONISO E ARIANNA - III SEC. D.C.
  • Della tomba 1, sul lato ovest del cortile, rimane la parte inferiore di una costruzione in muratura, con al centro un vano rettangolare per la sepoltura. Tracce della copertura superiore del loculo, le grandi tegole di marmo bianco provenienti dall'originario tetto del sepolcro a tempietto. 
  • La nicchia più a settentrione del lato ovest del recinto è stata occupata dalle tombe 2-4. Lo spazio rettangolare tra i pilastri è chiuso con un muretto e in esso sono stati ricavati almeno tre piani per sepolture. 
  • All'interno della tomba 5-7, nel lato N del cortile, delimitata dai pilastri e chiusa da un muro in blocchetti irregolari di tufo, c'è un loculo inferiore coperto da tegole alla cappuccina, con sopra uno spesso piano di malta che costituiva il fondo della deposizione superiore. 
  • Nell'area sud della zona centrale c'è una sepoltura in anfora (tomba 9) con un contenitore cilindrico del V sec. d.c.,  leggermente intaccata dal taglio per la fossa di una sepoltura infantile alla cappuccina (tomba 8). All'esterno della sepoltura due elementi di corredo: una piccola bottiglia in ceramica di uso comune, chiusa da un frammento di laterizio, e nell'interro della fossa una lucerna in ceramica comune. 
  • Poco più tardi è stata deposta un'altra sepoltura in anfora (tomba 10), la cui fossa ha intaccato l'enkitrismos e la fossa della tomba a cappuccina. 
  • Sempre sul lato nord la parte inferiore del nucleo cementizio di una tomba, (tomba 17) con qualche traccia del paramento in opera listata. Il monumento era in origine inquadrato da pilastri o colonne su basi rettangolari ed rivestito da intonaco rosso. 
  • Lungo il lato S sono state rinvenute 4 tombe a fossa (tombe 20-23) in sequenza con una lunga cappuccina, realizzata con materiali eterogenei. 
  • A nord del sepolcro una sola sepoltura (tomba 24), con l'orientamento est ovest del muro perimetrale del "tempietto". La copertura è di 4 tegole disposte in piano, con le alette accostate e rivolte verso l'alto; è stata rinvenuta una brocca di corredo frammentata e incompleta, databile tra il 350 e il 425 d.c. Tutte le fosse sono state violate.
AREA AD DUAS LAUROS

MAUSOLEO

A N/E della villa è situato un grande edificio circolare, che si conservava in elevato fino agli inizi di questo secolo. Databile tra la fine del III e gli inizi del IV sec. d.c., era un sepolcro tipo mausoleo, conservato oggi quasi a livello di fondazione. Accanto ad esso venne costruito, in epoca più tarda, un altro edificio, sempre di forma circolare, del quale non esta che la fondazione, realizzata con materiali di recupero (basoli, marmi, tufi).

Forse nello stesso periodo, al mausoleo più antico venne aggiunta, probabilmente al posto di un'originaria nicchia, una vasca di piccole dimensioni, pavimentata con un mosaico colorato con la rappresentazione di un kantharos, forse destinata ad un eventuale culto funerario.



CATACOMBA DEI SS. MARCELLINO E PIETRO

Situate in Via Casilina, 641, le catacombe si sviluppano nell’ambito della proprietà imperiale Ad duas lauros, sulla Via Labicana. Sono tra le catacombe più grandi a Roma. La rete cimiteriale è un intreccio di cunicoli lungo i quali si aprono cubicoli decorati da splendide pitture dei secoli III-IV.

Terze per estensione fra le 35 di Roma, caratterizzate da centinaia di pitture murali che le rendono una vera pinacoteca della pittura del IV secolo d.c.

Oltre ai citati resti di età tardo-antica, nello stesso territorio ancor prima vi erano sepolcreti, colombari e strutture varie facenti parte di vari aggregati residenziali, nonchè la necropoli degli Equites Singulares, la Guardia Imperiale a cavallo, soppressa da Costantino per l'appoggio che questa diede al suo avversario Massenzio nella battaglia di Xaxa Rubra.

Rilevanti anche altri Mausolei come quello di Villa Gordiani e Colombari come quello di Largo Preneste.


Per maggiori approfondimenti: MAUSOLEO DI S. ELENA


BIBLIO

- G. Caruso, P. Gioia, R. Volpe - Wright volò sulle vestigia imperiali di Centocelle - Capitolium - I - 1997 -
- SDO: Indagini archeologiche preliminari - Centocelle I - Rubbettino editore; 
- R.Rea - Via Labicana. Centocelle: "ad duas lauros" (circ.VII) - BullCom - XCI - 1986 -
- R. Volpe, A.A. Huyzendveld - Interpretazione dei dati archeologici nella ricostruzione storica e ambientale del paesaggio suburbano: l'area di Centocelle nel suburbio sudorientale - Atti seminario "Roman villas around the urbs" - Swedish Institute in Roma - 2004 - Ed. Santillo Frizell & A. Klynne -





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