ARCO DI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO



ARCO DI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO


ARCVS GRATIANI VALENTINIANI ET THEDOSII 

L'Arco di Graziano, Valentiniano e Teodosio era un arco trionfale presente a Roma e dedicato agli imperatori romani: Graziano figlio di Valentiniano I (359 – 383), Valentiniano I ( 321 – 375) e Teodosio I (347 – 395). 

Pur non essendo più esistente, esso era situato in Campo Marzio: la sua epigrafe è stata rinvenuta, insieme ad alcuni resti dell'arco, nei pressi della Chiesa dei Santi Celso e Giuliano, situata in via del Banco di Santo Spirito.



GRAZIANO

Flavio Graziano, figlio di Valentiniano I che lo nominò augusto a soli otto anni, nel 367, ma alla morte di suo padre a soli 44 anni, nel 375, le truppe di stanza in Pannonia proclamarono imperatore d'occidente il suo fratellastro, Valentiniano II. Fu uomo gentile e collaborativo, senza sete di potere, rifiutò la veste di porpora pur accettando la nomina, rifiutando anche il titolo di Pontifex Maximus, data la sua fede. 

Secondo altri fu facilmente influenzabile e schivo dai compiti dello stato preferendo le sfide e i circhi dove si esibiva abbondantemente. Probabilmente sono attendibili ambedue le ipotesi. dell'assenza di sete di potere e di scarsa audacia.

IN ROSSO LA SELEZIONE DELL'ARCO


VALENTINIANO I

Flavio Valentiniano (321 – 375) affidò le regioni orientali al fratello minore Valente, e poco dopo associò al trono anche il figlio Graziano. Valentiniano e Valente erano cristiani e dunque abbandonarono la politica di Giuliano in campo religioso.

Valentiniano rafforzò con battaglie vittoriose il confine del Reno e dell'alto Danubio. Alla sua morte nel 375, dovuta a cause naturali, dopo 11 anni di regno, le truppe acclamarono Augusto anche l'altro figlio, Valentiniano II.



TEODOSIO IL GRANDE

Flavius Theodosius Augustus (347 – 395), profondamente cristiano e fortemente intollerante nel 380 con l'editto di Tessalonica fece del Cristianesimo la religione unica e obbligatoria dell'Impero; non solo tolse qualsiasi prebenda agli altri culti dandone abbondantemente ai sacerdoti del culto cristiano, non solo proibì i sacrifici e il culto pagano, ma condannò alla confisca dei beni e all'esilio le famiglie dei pagani, e alla morte i pagani stessi.

Per tale ragione fu chiamato Teodosio I il Grande dagli scrittori cristiani e le Chiese orientali lo venerano come santo. Ciò dette un fiero colpo alla salute dell'impero perchè la sete di potere e di gloria che prima spingeva gli aristocratici romani a diventare generali dell'esercito e a combattere per l'impero ora li spinse a diventare prelati.
 
RESTI DEL PORTICO E DELL'ARCO REINSERITI NEL '400


LA DEMOLIZIONE

I lavori per la realizzazione della Piazza del ponte S. Angelo causarono la scomparsa di alcune case e, soprattutto, dei resti dell'Arco di Graziano, Valentiniano e Teodosio, risalente al IV secolo d.c. Si ritiene si trattasse di un arco di trionfo, posto al termine della "Porticus Maximae", un lungo rettifilo costituito da un complesso di porticati, tra loro comunicanti, costruito sulla "via Tecta" (in latino "tecta" significa "coperta"), che collegava il Teatro di Marcello con il "ponte Elio".

I percorso corrispondeva grosso modo alle odierne vie del Portico di Ottavia, di S.Maria del Pianto, dei Giubbonari, dei Cappellari, dei Banchi Vecchi e del Banco di S.Spirito: l'Anonimo Gaddiano ne attribuiva la costruzione in occasione del ritorno e del trionfo di Giulio Cesare, conquistatore della Gallia.

L'Anonimo Gaddiano, o Magliabechiano, è un manoscritto della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Cod. Magliab. XVII, 17).Già appartenuto alla famiglia Gaddi, entrò nella collezione di Antonio Magliabechi, da cui i nomi, rappresenta il nucleo centrale della biblioteca fiorentina. Databile più o meno al 1540, è fonte preziosa per la storia dell'arte italiana, costituendo la trattazione più completa prima delle "Le Vite" di Vasari nell'edizione del 1550, da cui lo stesso Vasari dovette attingere molte informazioni.


BIBLIO

- Giuliano Malizia - Gli archi di Roma - Newton Compton Ed. - Roma - 2005 -
- Silvio De Maria - Gli archi onorari di Roma e dell'Italia romana - L'Erma di Bretschneider - Roma 1988 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Verona - Arnoldo Mondadori Editore - 1984 -
- Auguste A. Beugnot - Histoire de la Destruction du Paganisme en Occidente - 1832 -
Orosio - Historiarum adversus paganos libri septem -



1 comment:

rikka on 8 ottobre 2022 alle ore 17:54 ha detto...

Scusate, dove avete trovato l'informazione che i resti in foto, inseriti nel palazzo, sono in parte dell'arco di Graziano, Valentiniano e Teodosio? Non ho trovato questo dato da nessuna parte. Grazie

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