L. CORNELIO SCIPIONE BARBATO - SCIPIO BARBATUS



TOMBA BARBATO


Nome: Lucius Cornelius Scipio Barbatus
Nascita: --
Morte: 280 a.c.
Incarico politico: 298 a.c.


"Il termine Circolo degli Scipioni, venne per primo adottato da Cicerone, in un passo del Laelius de amicitia: 'Saepe enim excellentiae quaedam sunt, qualis erat Scipionis in nostro, ut ita dicam, grege' (Spesso infatti ci sono personalità superiori, quale era quella di Scipione, nel nostro, per così dire, gregge)"
Lucio Cornelio Scipione Barbato fu uno dei due consoli del 298 e guidò l'esercito romano alla vittoria contro gli Etruschi presso Volterra. Fu padre di Lucius Cornelius Scipio e Gnaeus Cornelius Scipio Asina e nonno di Scipione l'Africano.

Si mise in luce come ufficiale patrizio della repubblica durante la III Guerra Sannitica quando Roma si dovette difendere da una coalizione di stati confinanti: Etruschi, Umbri e Sanniti alleati dei Galli.



BATTAGLIA DI VOLTERRA 298 a.c.

- Prima del 298 a.c., la guerra era già scoppiata tra Roma e l'Etruria, quando gli Etruschi decisero di invadere Roma, con alcuni alleati Galli che avevano pagato. L'attacco previsto era una violazione a un precedente trattato con Roma. I Galli rinnegati e gli Etruschi si trovarono di fronte un esercito romano guidato dal console Tito Manlio, che però morì dopo una caduta da cavallo, sostituito dal console Marco Valerio Corvo. Marco fece irruzioni nel territorio degli Etruschi per provocarli a combattere, ma questi rifiutarono.

CORNELIUS
- Nel 298 a.c. Appio Claudio e Publio Sulpicio divennero interreges per motivi sconosciuti. Nella Roma repubblicana l'interrex era un magistrato nominato dal Senato per convocare i comitia centuriata, le assemblee popolari della Res Publica Romana, onde eleggere i nuovi consoli o i nuovi tribuni consolari, quando i loro predecessori non avessero potuto provvedere durante il loro mandato. L'eletto riceveva l'imperium, che gli dava diritto di verificare se gli auspicia erano favorevoli.

- Sulpicio indisse le elezioni che nominarono consoli Scipione Barbato e Gneo Fulvio Massimo Centumatus. I Lucani parlarono davanti al Senato dicendo che i Sanniti devastavano il loro paese e chiedendo la protezione di Roma in cambio di un trattato e ostaggi. Il Senato acconsentì e spedì araldi per intimare i Sanniti a ritirarsi, ma questi vennero uccisi, pertanto il Senato dichiarò guerra al Sannio. 

- Scipione Barbato prese il comando dell'esercito in Etruria, mentre Centumatus intraprese la campagna iniziale nella III guerra sannitica. Gli etruschi attaccarono Volterra. La giornata di battaglia non portò novità, ma nella notte gli Etruschi si ritirarono nelle loro città fortificate lasciando il loro accampamento e le attrezzature ai Romani. Accampato il suo esercito al confine etrusco, Barbato portò il suo esercito con armature leggere a razziare e devastare la campagna.



BATTAGLIA DI TIFERNUM, 297 a.c.

L'anno dopo gli Etruschi chiesero la pace. I nuovi consoli del 297 a.c, Quinto Fabio Massimo e Decio Mus, portarono la guerra nel Sannio, mentre Lucio Barbato divenne legatus sotto Maximus.

Per far avanzare i romani, i sanniti avevano nascosto il grosso dell'esercito nelle colline alle spalle per farli cadere in un trabocchetto. Ma  Fabio Massimo  fiutò l'inganno e pose il suo esercito in formazione quadrangolare prima del "nascondiglio" dei Sanniti, che allora scesero a combattere linea contro linea.

Non potendo ottenere la vittoria, Fabio ritirò i lancieri della I Legione dalla linea e li inviò a Scipione Barbato furtivamente girando il fianco nemico nelle colline alle spalle, da cui quest'ultimo era già disceso. Venne ordinato di coordinare un attacco da dietro con una carica di cavalleria particolarmente vigorosa verso la parte anteriore della linea sannita.
Il piano andò male: la carica era venuta troppo presto e fu respinta. Un contrattacco cominciava a rompere la linea romana quando degli "uomini apparvero sulle colline e vennero scambiati per il secondo esercito romano sotto Mus, un disastro per i Sanniti." Erano invece gli uomini di Barbato ma i Sanniti spaventati abbandonato il campo di gran fretta lasciando dietro di sé 23 insegne e 3400 uccisi, mentre 830 furono fatti prigionieri. Infatti Publio Decio Mure era lontano nel sud del Sannio.





CAMPAGNE SOTTO CLAUDIUS E FLAMMA, 296 a.c.

Avendo inviato all'esercito sannita due consoli, si procedette alla conquista sistematica del Sannio per un periodo di cinque mesi fino alle elezioni successive. Mus viaggiò operando con 45 campi in successione, mentre Massimo ne utilizzò 86. 

Dopo le elezioni dei nuovi consoli si ordinò loro di continuare la guerra nel Sannio per sei mesi, ciascuno con il grado di proconsole, poichè i Sanniti non accettarono di ritirarsi dal territorio dei Lucani. L'esercito sannita sotto Gellio Egnazio, non potendo rimanere nel Sannio, offrì i suoi servizi all'Etruria, che vennero accettati, sotto la guida di Egnazio. 
Degli Umbri erano stati arruolati  e mercenari galli erano stati assunti. Chiamati a riunione i capi dell'Etruria, Egnazio dichiarò che la guerra per la libertà era meglio della pace con servitù ed annunciò la sua intenzione di attaccare Roma. Gli Etruschi concordarono.

Avuto notizia del pericolo il senato inviò in Etruria le legioni I e IV con 12.000 soldati di truppe alleate. Si susseguirono diverse scaramucce inconcludenti. II console del 296, Lucio Volumnio Flamma, assisteva i due proconsoli nella conquista del Sannio quando i Lucani disertarono, influenzati da un appello dalla gente del Sannio.
Flamma affermò di aver ricevuto una lettera da Claudio che chiedeva assistenza militare, richiesta successivamente smentita da Claudio. Massimo con Barbato venne inviato alla conquista della Lucania.

Claudio voleva cacciarlo via ma tutti gli ufficiali del suo esercito insisterono perchè restasse. Il clamore richiamò i nemici alla battaglia.  I Romani attaccarono così ferocemente con Claudio in prima fila insieme ai soldati e continuamente invocando la Dea della guerra, Bellona, con le mani alzate al cielo, che i romani uccisero 7300 e presero 2.120 prigionieri.

Nel frattempo le forze ridotte di Massimo e Mus non riuscirono a trattenere i Sanniti, che con un nuovo esercito invasero e saccheggiarono la Campania. Arrivando a marce forzate. Flamma apprese che l'esercito sannita era accampato al fiume Volturno. Nella battaglia di Volturno del 296 a.c. l'esercito di Flamma attese per un agguato al di fuori dei cancelli del campo sannita. Flamma aveva inviato spie la sera prima, da cui aveva appreso che i Sanniti avrebbe fatto marcia all'alba.

Infine Flamma consentì di uscire a parte dell'esercito sannita, dividendo le loro forze, prima di lanciare un attacco dentro al campo nemico. 7400 prigionieri romani presi in precedenza dai Sanniti vennero liberati e si unirono nei combattimenti. Alla fine della giornata i romani avevano ucciso 6000 sanniti, preso 2.500 prigionieri, tra cui quattro tribuni militari e il comandante, Stazio Minacio, e catturato 30 stendardi. Ridistribuirono il bottino sannita ai richiedenti e regalò le proprietà non reclamate ai soldati. Alle speranze sannite del sud era stato inferto un colpo fatale.

Tuttavia giunsero notizie a Roma che Gellio Egnazio aveva sollevato un altro esercito nel nord composto da Sanniti, Etruschi, Umbri e Galli. Il Senato si preparò a mobilitare l'ultima delle forze romane: tutti i maschi, inclusi gli adolescenti, gli anziani e i figli dei liberti. Per la prima volta si cominciò a discutere lo spopolamento permanente del Sannio, che fu effettuato solo in parte.

INTERNO DELLA TOMBA


LA SVOLTA 295 a.c.

Con le elezioni del 295 ac. Flamma fu richiamato a condurre i romani. Maximus e Mus furono eletti, con Appius Claudius con la carica di pretore. Maximus insistè per il comando in Etruria finchè il Senato acconsentì alla sua richiesta.

Claudio venne sollevato dall'incarico e mandato a casa perchè aveva permesso ai suoi uomini di stare in campo senza addestramento, senza marce per il pattugliamento e la formazione. Grazie a Claudio, Massimo fu però presto richiamato a spiegare la sua condotta nella campagna etrusca e ricevere eventuali ulteriori ordini. Barbato compare improvvisamente perchè era stato sotto il comando di Massimo per tutto il tempo. Massimo assegnò Barbato come propretore della II Legione di stanza temporaneamente a Chiusi. Si dipartì quindi per Roma.


Censore Patrizio

All'epoca della sua morte Barbatus fu censore patrizio nel 280 ac. Fu un censorato, notevole perchè è il primo che ricordiamo. .


Epitaffio

Il suo sarcofago fu scoperto nella Tomba degli Scipioni, l'unica trovata intatta, scritta in latino antico, ed ora si trova nel Museo Vaticano. Versi Saturni: CORNELIVS·LVCIVS·SCIPIO·BARBATVS·GNAIVOD
PATREPROGNATVS·FORTIS·VIR·SAPIENSQVE
QVOIVS·FORMA·VIRTVTEI·PARISVMAFVIT
CONSOL CENSOR·AIDILIS·QVEI·FVIT·APVD·VOS
TAVRASIA·CISAVNASAMNIO·CEPIT
SVBIGIT·OMNE·LOVCANA·OPSIDESQVE·ABDOVCIT



BIBLIO

- Tito Livio - Ab Urbe Condita Libri - X -
- P. Nicorescu - La tomba degli Scipioni - in Ephem - Duco-romana - I - 1923 - 
- A. M. Colini - La sistemazione del sepolcro degli Scipioni - in Capitolium - V - 1929 - 
- E. Q. Visconti - Monumenti degli Scipioni - Roma - 1785 - con tavole incise dal Piranesi - 
- Theodor Mommsen - Corpus Inscript Latinorum - I - 1863 - II ediz. 1918 -


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