CASTRA PEREGRINORUM





CASTRA PEREGRINORUM

Era la caserma delle truppe provinciali distaccate a Roma, scavate e depredate come un po' tutta l'antica Roma all'epoca dei papi, soprattutto del rinascimento.
1575  « Mi sovviene che appresso s. Stefano Rotondo nella vigna di Adriano Martire accanto l'acquedotto (poi villa Casali) si trovò una statua con la testa di Adriano vestita alla consolare di buona maniera, con delle altre statue, delle quali non mi ricordo il nome, e un tripode da sacrifizio di metallo. Il detto Adriano lo comprò il popolo romano, ed ora si vede nel primo piano della scala del Consiglio publico ». Vacca, Mem. 87. Il simulacro è riprodotto nell'edizione de Rossi delle statue Cavalieri-Vaccaria, sotto il n. 18.

1553, dicembre R. IV. Scavi di un grande edificio ignoto di opera quadrata « Sia noto qualmente questo di 8 de Dee. 1553 costituiti bornardo e iacon q. de bertone hoste fratelli germani danno a cavare un certo suo horto et cortile accanto la sua casa, a ra. Marco de Agazinis romano habitante in la regione de monti il qual horto è contiguo alli beni del detto m marco con patti.
Chel detto marco possa cavare in ogni parte del detto horto
Chel detto marco marcho sia tenuto a dare alli predetti fratelli la mita dogni cosa
se trovara in dette cave durante ditto tempo [doi anni].
Item chel d.° m" marco possa servirse del detti horto per cavare o tirare la robba quadri che sono ancora dalla banda de la dal muro, cioè in I'horto del detto marco, et in evento chel d.° marco pigliassi a cavare I'horto de madonna diana che è li contiguo, possa tirare quella ancora da Ij Item che nel cortile al detto marco possa cavare se se vedessi l'edifitio seguitare nel d." cortile, non altramente.
Idem Marcus qui supra m. p. scripsi et subscripsi
Io bernardo confermo
Io Iacono suo fratello confermo  ».  [Not. Stefano Maccarani, prot. 971, e. 425] .

Non è affatto sicuro che i castra peregrinorum si siano installati sul Celio fin dall’inizio, potrebbero essere un'istallazione successiva. La loro dislocazione comunque non è oggi del tutto riconoscibile, o almeno non con precisione, sicuramente però la struttura si estendeva al di sotto dell’odierna Chiesa di S. Stefano Rotondo, protraendosi verso est fino all’attuale struttura comprendente il Calvary Hospital e il Convento delle suore della Piccola Compagnia di Maria.

"Dal ritrovamento di varie iscrizioni che li nominano (C. VI 231. 354. 428) appare certo, che sorgevano nelle vicinanze di s. Maria in Navicella; Ammiano Marcellino (16, 22, 66) li pone in genere sul Celio; nella Notitia e nel Curiosum del pari son dati nella regione II Augustea. Eran destinati a quel corpo militare composto di non Italici, probabilmente istituito da Settimio Severo (cf. Marquardt, Staatev. 2 p. 493 seg. cf. BI. 1851 p. 113 segg.; 1884 p. 21 segg)"

( Ettore De Ruggiero - 1886)

A sud, l’edificio aveva come limite naturale il declivio del colle; a ovest sembra che terminasse vicino alla Chiesa di S. Maria in Domnica, sede della statio della V coorte dei vigiles; a nord, vi sono tracce archeologiche fino all’attuale Ospedale Militare. Il complesso sembra sia stato in uso dalla fine dell’età adrianea alla seconda metà del III secolo d.c., con una fase di utilizzo anche nel corso del IV sec.

Le caserme dei Castra Peregrina potevano ospitare circa quattrocento uomini, probabilmente la metà degli uomini dell’intera sede operativa poichè un analogo numero di frumentarii era distribuito nelle capitali provinciali. I frumentarii, gli ospiti principali dei castra, mantenevano i ruoli della legione di provenienza, ma erano sottoposti ad una diversa catena di comando. Quando si trovavano a Roma, costituivano un’unità regolarmente organizzata, il numerus frumentariorum, ed erano sottoposti a un centurione che faceva loro da comandante. Per distinguersi dalle altre truppe, questo centurione aveva il titolo di Princeps peregrinorum (Comandante degli stranieri), da cui il nome della loro sede.

I frumentarii non differivano per reclutamento e carriera dagli altri soldati dell’esercito romano. Venivano arruolati localmente, nelle guarnigioni provinciali e potevano essere originari di qualsiasi parte dell’Impero.
Vi sono testimonianze epigrafiche che attestano che erano tanto Occidentali quanto Orientali e che venivano reclutati anche fra la classe media o fra le classi inferiori della popolazione delle province. Sicuramente ciò poteva dar loro il vantaggio anche di mescolarsi meglio nell’esercito e nella popolazione in cui si trovavano ad operare.




MILITES PEREGRINI

Sui peregrini sono si sono fatte diverse ipotesi, alcune sulla testimonianza di epigrafi sepolcrali riguardanti ufficiali di stanza a Roma posti a comando di tali peregrini, chiamati così perché privi di cittadinanza. I milites peregrini sarebbero quindi un corpo militare dell'esercito romano di stanza a Roma costituito da soldati senza cittadinanza.

Successivamente si comprese che i peregrini erano i comandanti di varie formazioni distaccate a Roma, in accampamenti chiamati appunto castra peregrina. Nelle loro file c'erano i corpi specializzati come frumentarii e speculatores distaccati a Roma ma originariamente appartenenti a legioni dislocate in altre province.

Queste formazioni e il loro comandante quindi sarebbero "peregrini" non in quanto privi di cittadinanza ma in quanto non appartenenti a legioni dell'Urbe, pur essendo stanziati a Roma. 
Secondo altri ancora si sarebbero chiamati peregrini in quanto erano in maggior parte provinciali, cioè non italici, mentre tutte le truppe urbane (come urbaniciani e pretoriani) erano arruolate all'interno dei confini italiani.

Gli unici ruoli che conosciamo quindi per i peregrini sono:
- Princeps peregrinorum, anche detto Princeps Castrorum Peregrinorum, che era il comandante in campo di tutte le truppe dei castra;
- Subprinceps Peregrinorum ossia il luogotenente del Princeps;
- Optio Peregrinorum ossia il sergente maggiore delle truppe.

Sappiamo che a questi erano subordinati direttamente i centurioni dei frumentarii e che il grado subito successivo era primipilo in una legione.
Al Castrum Peregrinum facevano capo i frumentarii, gli speculatores, i soprannumerarii e i centuriones deputatii; da qui partivano in missione per ogni angolo dell'Impero, Roma inclusa.



FRUMENTARII

I frumentarii erano soldati addetti alla raccolta di viveri e alla scorta dei convogli; detti anche mensores frumentarii o mensores tritici erano soldati specializzati dell'esercito romano (quindi facenti parte degli immunes) che, fin dai tempi della Repubblica, provvedevano all'approvvigionamento delle legioni; erano pressappoco dei furieri, ordinati per ogni legione in un numerus (distaccamento) dipendente da centuriones frumentarii o da praefectus frumentarium e con la sede centrale nei castra peregrina.

L’imperatore romano Ottaviano Augusto fu il primo a organizzare scientificamente il sistema di raccolta delle informazioni di utilità militare che, fino ad allora, era stato organizzato in maniera instabile, anche se Giulio Cesare ne aveva fatto largo uso. La raccolta e la trasmissione delle informazioni erano state quasi sempre orali.

Si avvertiva una duplice esigenza: come raccogliere informazioni su ciò che avveniva all'esterno e come garantire la sicurezza del governo in patria. In seguito ad una modesta riforma della burocrazia attuata ai tempi di Domiziano, i frumentarii vennero investiti ufficialmente del ruolo di addetti alla raccolta delle informazioni.

L'imperatore Adriano era solito servirsi dei frumentarii, dei "corrieri" o, meglio, "polizia segreta" addetta alla sicurezza interna; erano coloro i quali - a Roma e nelle province d'Italia - "scrutavano nei segreti di tutti", ossia erano addetti al controllo interno e quindi alla sicurezza delle istituzioni quali il Senato e l'Imperatore. Un'iscrizione riporta infatti che potevano essere addetti al carcere:
« Dis Manibus Cornelius Florinius frumentarius legionis X Geminae Elpinius Festianus frumentarius legionis I Adiutricis agens curam carceris in memoriae causae contubernale carissimo. »
(CIL  III, 433 da Efeso.)
o anche alla custodia delle armi:
« frumentarius legionis X Geminae Piae Fidelis agens curam custodiae armorum v[...]. »
(AE 1933, 256 da Sardi in Asia minore.)

Le informazioni, anche in politica estera, dovevano servire all’imperatore ad assumere le giuste decisioni e solo in seguito lo Stato romano utilizzò il principio di deterrente, di cui Vegezio, in epoca tardo antica, coglie l’essenza: "Che nessuno osi provocare né attaccare chi riconosce come il più forte in battaglia. Nessuno, infatti, osa sfidare in battaglia o recare un’offesa a quel regno e a quel popolo che sa essere armato e pronto a resistere e a vendicarsi di ogni attacco. Quindi, chi aspira alla pace, si prepari alla guerra" VEGET. III, 8; 31, 3. Si vis pacem para bellum.



SPECULATORES

Gli speculatores erano un distaccamento di cavalleria, che perlustrava o esplorava in zone di guerra, alla ricerca di notizie sulle truppe nemiche, o per azioni di sabotaggio, le spie dell'epoca; di fatto erano addetti alla raccolta di informazioni in tutte le province dell'impero ed alla sicurezza dello Stato.

CASTRA PEREGRINA
Essi costituivano i Servizi Segreti dell'Impero. Erano comandati dal princeps peregrinorum, deputato alla sicurezza globale dello Stato, che, nelle sue funzioni, riferiva direttamente all'Imperatore.

In alcuni casi, dopo aver ricoperto questo ruolo, erano promossi al grado di beneficiarius. Istituiti nel 200 a.c., furono aboliti sotto Diocleziano e sostituiti dagli agentes in rebus, agenti negli affari, da cui il termine italiano agente nel senso di poliziotto.

In un'iscrizione rinvenuta ad Astigi nella Betica, la carriera di un semplice centurione di legione vide lo stesso accedere, prima al grado di centurio frumentariorum, poi a quello di princeps peregrinorum, poi primipilus ed infine tribunus nella cohors I praetoria a Roma. In altre iscrizioni si parla di un centurio frumentarius che aveva le funzioni (agens) di vice-princeps peregrinorum o di centurio frumentariorum subprincipi peregrinorum.



CENTURIONES DEPUTATI

Un' iscrizione nell'Atrio di Vesta celebra una Vestale per la ragione che essa "in tutti i gradi del sacerdozio, inserviente agli altari di tutti i numi e custodendo il sacro fuoco con pio animo giorno e notte, era meritamente pervenuta al suo alto posto".
I dedicanti erano due centuriones deputati, cioè due ufficiali che, come i corrieri delle ambasciate moderne, facevano il servizio fra il governo centrale di Roma e le amministrazioni delle singole provincie, i quali avevano ottenuto per l'intercessione della sacerdotessa, una promozione o una onorificenza (petito eius ornatus, dice in un' altra epigrafe posta alla Vestale Campia Severina un tribuno della prima coorte aquitanica).



SOPRANNUMERARI

EFFIGE VOTIVA DI MITRA PETROGENICUS
I soprannumerari erano i portatori di bagagli, ruolo non indifferente perchè dovevano saper stipare bene e in gran fretta i loro carri, che non di rado erano chiamati a difendere da eventuali attacchi.

Varie staffette sorvegliavano tutto intorno la zona per evitare eventuali agguati.

La loro caserma stava al Celio, i suoi resti sono stati rinvenuti presso e sotto la chiesa di Santo Stefano Rotondo, con un tempio dedicato a Iuppiter Redux (Giove Reduce) e altri saltuari, tra cui un mitreo, presso S.Maria in Domnica, da cui proviene la statua di Ottaviano Zeno. Le strutture presentano vari rifacimenti tra il II e il IV secolo.



TEMPLUS IUPPITER REDUX

Era il Dio che assicurava il ritorno dalla battaglia, pertanto adoratissimo dai soldati che gli avevano dedicato il santuario dentro lo stesso castra. II tempio ci è noto per un' iscrizione ritrovata presso la chiesa di s. Maria Navicella, sul colle:

Pro salute et reditu d(omini) n(ostri) imp(eratoris)
Caesaris C Julio V
ero Maximino pio felici invicto Aug{usto).
Domitius Bassus (centurio) fiiumentariorum) agens vice principis
peregrinorum templum lovis Reducis C{astrOrum) P(eregrinorum)
omni cultu de suo exornavit in Borghesi

notando che, ove è scritto il nome di Massimino, sia da leggere quelli, abrasi, di Alessandro Severo e di Giulia Mammea. Il tempio sorgeva nel mezzo del Castrum stesso. Un Grenins Caelimontis ci è noto per una altra lapide.


RODOLFO LANCIANI

CASTRA PEREGRINORUM?
« Mi sovviene che appresso s. Stefano Rotondo nella vigna di Adriano Martire accanto l'acquedotto (poi villa Casali) si trovò una statua con la testa di Adriano vestita alla consolare di buona maniera, con delle altre statue, delle quali non mi ricordo il nome, e un tripode da sacrifizio di metallo. Il detto Adriano lo comprò il popolo romano, ed ora si vede nel primo piano della scala del Consiglio publico ».
Vacca, Mem. 87. Il simulacro è riprodotto nell'edizione de Rossi delle statue Cavalieri-Vaccaria, sotto il n. 18.



I CASTRA PEREGRINA

Erano destinati ai castra peregrina i militari delle legioni che operavano nelle province che avevano ottenuto particolari meriti sul campo, questi venivano distaccati nella capitale per funzioni particolari con trattamenti di privilegio. 

Disponevano infatti di una caserma autonoma, scevra anche dal controllo delle coorti urbane e della guardia pretoriana, di forma rettangolare e circondata da mura, con ampie camerate per i soldati, stalle, uffici amministrativi e alloggi per i comandanti. 

In più avevano piccole terme, edicole religiose, un mitreo, un'ara centrale, fontane, un Valetudinarium (ospedale militare) e degli Horrea per grano e scorte di cibo, oltre alle sale d'armi per gli addestramenti e il magazzino delle armi.


BIBLIO

- K. Baillie Reynolds - The Journal of Roman Studies - The castra peregrinorum - 1923 -
- Peter Connolly - The Roman Fort - Oxford University Press - 1991 -
- Giuseppe Cascarino - Castra. Campi e fortezze dell'esercito romano - Rimini - 2010 -
- Elisa Lissi-Caronna - Il mitreo dei Castra Peregrinorum - S. Stefano Rotondo - Leiden E. J. Brill - 1986 -
- D.B.Campbell - Roman legionary fortresses - 27 BC - AD 378 - Oxford - 2006 -



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