CULTO DI MENS






MENS ITALICA

Tertulliano:
"Inoltre per assumere i primi cibi e bevande (si invocano) Potina ed Edula e per sostenere il bambino Statina. Per l'andar via c'è Adeona e per il sopraggiungere, Abeona. Hanno anche Domiduca e la Dea Mente, affinché renda la mente parimente buona e cattiva."

Contrariamente a ciò che si crede il culto di Mens prima che romano fu italico, tanto che figurava fra gli Dei indigentes, come Bona Mens latina venerata a Tivoli, a Cora, a Cales, a Paestum, a Puteoli e ad Alba Fucens. La Dea veniva invocata anzitutto per i bambini, onde dotarli di una bella mente, e in seguito, una volta importata nell'Urbe, per le persone pubbliche che dovevano prendere decisioni per Roma, ma particolarmente per i generali che dovevano guidare gli eserciti.

La frase di Tertulliano "perchè renda la mente parimente buona e cattiva" ricalca il concetto romano dell'equilibrio e della continenza. Per un romano era disdicevole essere cattivo e crudele, ma lo era pure essere troppo buono, perchè significava fare la vittima o essere codardo, insomma mancare di dignità.

Ci sono pervenute iscrizioni su Mens da diverse città. Un' iscrizione di Cori infatti, che è fra le più antiche, ricorda ad esempio degli schiavi e 10 magistri che raccolgono una somma per la Dea Mens, per fare non si sa bene cosa, comunque qualcosa per il culto della Dea o per un suo tempio.
Questo fa ritenere che gli schiavi fossero particolarmente legati al culto della Bona Mens, magari perchè speravano di ottenere la libertà dalla bona mens del padrone.



MENS ROMANA

Cicerone:
"Siano venerati come divinità sia coloro che sono sempre stati ritenuti celesti; sia coloro che per i loro meriti sono stati collocati in cielo, come Ercole, Libero, Esculapio, Castore, Polluce, Quirino; sia le qualità per il cui tramite è dato agli uomini ascendere al cielo, come Mens, Virtus, Pietas, Fides, e a lode di queste vi siano luoghi di culto, ma per nessuno dei vizi. Siano celebrate delle feste solenni. "

MENS CONIATA SOTTO PERTINACE
Dunque Cicerone non ritiene Mens un'autentica divinità, eppure era già venerata in ambito italico e latino, del resto ogni divinità aveva sue qualità per cui era rappresentata e invocata, ma comunque le approva:

"E' cosa buona che qualità umane come Mens, Pietas, Fides e Virtus siano state consacrate; a tutte queste sono stati consacrati pubblicamente a Roma dei templi, affinché coloro che possiedono queste qualità – e tutti i buoni le possiedono – ritengano che gli dei stessi si trovino nel loro animo."

A Roma però alla Dea Mens venne eretto un tempio solo nel 215 a.c., votato poi nel 217 a.c. dal pretore Tito Otacilio Crasso. La Dea doveva rimediare alla ‘carenza di mente’, all'amentia, con la quale il console Caio Flaminio aveva affrontato il nemico. Livio, per descrivere il comportamento di Fabio sugli Appennini, usa numerose parole come cautus, consilia, sollertia, che si ricollegano alla sfera di Mens a cui contrappone temeraritas. Il calcolato comportamento di Fabio, detto il temporeggiatore, contrappone anche la nuova Dea del dittatore, la ‘previdente’ Mens alla improvvida e imprevedibile Fortuna, la divinità del console Flaminio.

"Un bravo generale non è soggetto alla fortuna - dichiarò Fabio in senato sull'operato di Flaminio - perchè in lui prevale l'intelligenza e la prudenza"

Durante la guerra con Annibale, il console Flaminio, adirato per i saccheggi operati dal nemico, lo attacca troppo precipitosamente e perde, ma Fabio lo rimprovera di non aver compiuto i necessari rituali prima di andare alla guerra, per poi invocare la Dea Mens che illumini la mente degli uomini e non faccia loro tentare la sorte in modo sconsiderato. Lo stesso Giulio Cesare dirà poi che sono da compiangere i soldati il cui comandante non si basi sull'intelligenza per guidarli.

Scrive Ovidio nei Fasti:
" Anche la Mente ha il suo nume, vediamo il santuario che le fu dedicato
per timore delle tue ostilità, o perfido cartaginese.

Avevi rinnovato la guerra tu, o Cartaginese, e tutti
per la morte del console temettero costernati le schiere dei Mauri.

La paura aveva scacciato la speranza, quand'ecco il senato
fece voti alla Mente, e subito ella divenne più propizia,
Il giorno in cui fu sciolto il voto fatto alla Dea
vede approssimarsi le Idi dopo sei giorni frapposti "

L'imperatore Pertinace (193d.c.) fece coniare una moneta con l'immagine di Mens in piedi con l'elmo e la coona di alloro in mano, un pò simile a minerva in quanto, addetta soprattutto all'intelligenza politica e militare. L'iscrizione sulla moneta era "menti laudandae."

Il tempio sul Campidoglio fu rinnovato da Marco Emilio Scauro, console nel 115 a.c. e si festeggiava l'8 giugno, nell'anniversario della sua dedica. Cicerone e Plutarco ricordano il tempio di Mens legato ad Emilio Scauro e non a Otacilio, ma essendo anch'esso sul Campidoglio è evidente che si trattasse dello stesso tempio e che Emilio l'avesse rinnovato e non edificato da capo. Comunque che si trattasse di quell'Emilio o del suo omonimo figlio è un dubbio dibattuto.

Sembra che alla Dea si riservassero suppliche, che il nome del tempio fosse anche della Dea Ragione o del Buon Consiglio, nome che il cattolicesimo passerà poi alla Vergine Maria, come Madonna del Buon Consiglio. in varie chiese e santuari.



MENS PERFECTA

STELE DEDICATA A MENS CHE RECITA:
MAG(ISTRI) - MENT(I) - B[ON(AE)]
Io fui mandata avanti dal potere,
ed Io sono venuta presso coloro che riflettono su di me,
ed Io sono stata trovata tra quelli che mi cercano.

Cercatemi, voi che meditate su di me, 

e voi uditori, ascoltatemi.
Voi che mi state aspettando, portatemi a voi.
E non allontanatemi dalla vostra vista.
E non fate in modo che la vostra voce mi possa odiare, 

e neppure il vostro ascolto.
Non ignoratemi, ovunque ed in ogni tempo. 

State in guardia! Non ignoratemi.

Perché Io sono la prima e l’ultima.
Io sono l'onorata e la disprezzata.
Io sono la prostituta e la santa.
Io sono la sposa e la vergine.
Io sono la madre e la figlia.
Io sono le membra di mia madre.
Io sono la sterile
E molti sono i miei figli.

Io sono colei il cui matrimonio è grande, eppure Io non ho marito.
Io sono la levatrice e colei che non partorisce.
Io sono il conforto dei miei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
ed è mio marito che mi generò.

Io sono la madre di mio padre
e la sorella di mio marito
Ed egli è la mia progenie.
Io sono la schiava di lui, il quale mi istruì.

Io sono il sovrano della mia progenie.
Ma egli è colui il quale mi generò 

prima del tempo, nel giorno della nascita.
Ed egli è la mia progenie, a suo tempo, 

ed il mio potere proviene da lui.
Io sono l'appoggio del suo potere nella sua giovinezza, 

ed egli il sostegno della mia vecchiaia.
E qualsiasi cosa egli voglia, mi succede.

Io sono il silenzio che è incomprensibile,
e l'idea il cui ricordo è costante.
Io sono la voce il cui suono è multiforme
e la parola la cui apparizione è molteplice.
Io sono la pronuncia del mio nome.

Perché, voi che mi odiate, mi amate,
ed odiate quelli che mi amano?
Voi che mi rinnegate, mi riconoscete,
e voi che mi riconoscete, mi rifiutate.
Voi che dite la verità su di me, mentite su di me,
e voi che avete mentito su di me, dite la verità.

Voi che mi conoscete, ignoratemi,
e quelli che non mi hanno conosciuta,
lasciate che mi conoscano.
Perché Io sono il sapere e l’ignoranza.
Io sono la vergogna e l’impudenza.
Io sono la svergognata; 

Io sono colei che si vergogna.
Io sono la forza e la paura.
Io sono la guerra e la pace.
Prestatemi attenzione.
Io sono la disonorata e la grande.
Prestate attenzione alla mia povertà e alla mia ricchezza.

Non siate arroganti con me quando 

Io sono gettata fuori sulla terra,
e voi mi troverete in quelli che stanno per giungere.
E non cercatemi nel mucchio di letame
Non andate lasciandomi esiliata fuori,
e voi mi troverete nei regni.
E non cercatemi quando sono gettata fuori
tra coloro che sono disgraziati e nei luoghi più miseri.

Non ridete di me.
E non lasciatemi fuori tra quelli 

che sono uccisi nella violenza.
Ma Io, Io sono compassionevole 

ed Io sono crudele. State in guardia!
Non odiate la mia obbedienza
E non amate il mio auto controllo.
Nella mia debolezza, non abbandonatemi,
e non siate spaventati del mio potere.
Perché voi disprezzate la mia paura
E maledite la mia gloria?
Ma Io sono colei che esiste in tutti i timori
E la forza nel tremare.
Io sono quella che è debole,
ed Io sto bene in un luogo piacevole.
Io sono la dissennata ed Io sono la saggia.
Perché mi avete odiata nelle vostre deliberazioni?
Perché Io dovrò essere silenziosa 

tra quelli che sono silenziosi,
ed Io dovrò apparire e parlare,
Perché quindi mi avete odiata, voi Greci?
Perché Io sono una barbara tra i barbari?
Perché Io sono la saggezza dei Greci
Ed il sapere dei Barbari.
Io sono il giudizio dei Greci e dei barbari.
Io sono quella la cui immagine è grande in Egitto
e quella che non ha immagine tra i barbari.

Io sono quella che è stata odiata ovunque
e quella che è stata amata in ogni luogo.
Io sono quella che essi chiamano Vita,
e che voi avete chiamato Morte.
Io sono quella che essi chiamano Legge,
e voi avete chiamato Illegalità.
Io sono quella che voi avete inseguito,
ed Io sono colei che avete afferrato.
Io sono quella che avete dispersa,
eppure mi avete raccolta insieme.
Io sono quella di cui prima vi siete vergognati,
e voi siete stati svergognati verso di me.
Io sono colei che non riceve festeggiamenti,
ed Io sono quella le cui celebrazioni sono molte.

Io, Io sono senza Dio,
ed Io sono quella il cui Dio è grande.
Io sono quella sui cui avete meditato,
eppure voi mi avete disprezzata.
Io sono incolta,
ed essi imparano da me.
Io sono quella che voi avete disprezzata,
eppure riflettete su di me.
Io sono quella dalla quale vi siete nascosti,
eppure voi apparite a me.
Ma se mai vi nascondeste,
Io stessa apparirò.
Perché se mai voi appariste,
Io stessa mi nasconderò da voi.

Quelli che hanno(…) ad esso (…) insensibilmente.
Prendetemi ( …conoscenza ) dal dolore
Ed accoglietemi
Da ciò che è conoscenza e dolore.
Ed accoglietemi dai luoghi che sono brutti e in rovina,
e sottratti da quelli che sono buoni anche se in bruttezza.
Fuori dalla vergogna, portatemi a voi sfacciatamente,
e fuori dalla sfrontatezza e dalla vergogna,
riprendete le mie membra in voi.
E venite a promuovermi, voi che mi conoscete
E voi che conoscete le mie membra,
e stabilite la Grande tra le prime piccole creature.
Venite ad appoggiarmi presso l’infanzia,
e non disprezzatela perché è piccola e piccina.
E non distaccate le grandezze in diverse parti dalle piccolezze,
perché le piccolezze sono conosciute dalle grandezze.

Perché mi maledite e mi venerate?
Voi avete recato offesa e voi avete avuto misericordia.
Non separatemi dai primi che avete conosciuto.
E non allontanate, né scacciate alcuno
[...] scacciare voi e [...conoscer] lo per niente.
[...].
Ciò che è mio [...].

Conosco quelli che vennero per primi 

e quelli dopo di loro conoscono me.
Ma Io sono la Mente [Perfetta] ed il riposo di [...].
Io sono la conoscenza della mia domanda,
E la scoperta di quelli che aspirano a me,
e il comando di quelli che di me domandano,
e il potere dei poteri nella mia scienza
degli angeli, che sono stati mandati al mio ordine,
e degli dei nelle loro ere dal mio consiglio,
e degli spiriti di ogni uomo che esiste con me,
e delle donne che dimorano dentro di me.
Io sono quella che è venerata, e che è pregata,
e che è disprezzata sdegnosamente.

Io sono la pace, e la guerra è venuta per causa mia.
E Io sono uno straniero e un compatriota.
Io sono la sostanza e quello che non ha sostanza.
Quelli che sono senza unione con me sono ignari di me,
e quelli che sono nella mia sostanza 

sono quelli che conoscono me.
Quelli che sono vicini a me sono stati ignari di me,
e quelli che sono distanti da me 

sono quelli che mi hanno conosciuto.
Nel giorno in cui Io sono vicino a te, 

tu sei distante da me,
e nel giorno in cui Io sono distante da te, 

Io sono vicino a te.

[Io sono ...] dentro.
[Io sono ...] delle nature.
Io sono [...] della creazione degli spiriti.
[...] preghiera delle anime.
Io sono il controllo e l'incontrollabile.
Io sono l'unione e la dissoluzione.
Io sono ciò che è perenne ed Io 

sono la dissoluzione della materia.

Io sono quella sotto,
ed essi vengono sopra di me.
Io sono il giudizio e l'assoluzione.
Io, Io sono senza peccato,
e la radice del peccato deriva da me.
Io bramo avidamente l'apparenza esteriore,
e il proprio controllo interiore esiste dentro di me.
Io sono l'ascolto accessibile a tutti
E il discorso che non può essere capito.
Io sono un muto che proprio non parla,
e grande è la moltitudine delle mie parole.

Ascoltatemi in grazia, e imparate di me con approssimazione.
Io sono colei che urla,
e Io sono rigettata sopra la faccia della terra.
Io preparo il pane e la mia mente dentro.
Io sono la conoscenza del mio nome.
Io sono quella che grida,
ed Io ascolto.
Io appaio e [... ] cammino in [... ] sigillo del mio [... ].
Io sono [... ] la difesa [... ].
Io sono quella che è chiamata Verità e ingiustizia [... ].

Voi mi onorate [... ] e voi mormorate contro di me.
Voi che siete conquistati, giudicate chi conquista voi
prima che essi esprimano sentenza contro di voi,
perché il giudizio e la parzialità risiedono in voi.
Se voi siete condannati da questo, chi vi affrancherà?
Oppure, se voi sarete liberati da questo,
chi sarà in grado di tenervi in custodia?
Perché ciò che è dentro di voi è quello che a voi è fuori,
e quello che vi avvolge all’esterno
è quello che dà la forma all’interno di voi.
E quello che voi vedete fuori di voi, voi lo vedete dentro di voi;
esso è evidente ed è il vostro vestito.

Ascoltatemi, voi che mi udite,
e imparate le mie parole, voi che mi conoscete.
Io sono la conoscenza che è accessibile a chiunque:
Io sono il discorso che non può essere compreso.
Io sono il nome del suono
e il suono del nome.
Io sono il segno della lettera
e la destinazione della separazione
Ed Io [...].(3 linee mancanti)
[...] luce [...].
[...] ascoltatori [...] a voi
[...] il grande potere.
E [...] non rimuoverà il nome.
[...] all’entità che mi ha creato.
E Io dirò il suo nome.
Fate attenzione allora alle sue parole
e a tutte le scritture che sono state composte.
Prestate attenzione allora, voi che ascoltate
ed anche voi, gli angeli e quelli che sono stati inviati,
e voi spiriti che vi siete levati dai morti.

Perché Io sono quella che da sola esiste,
ed Io non ho alcuno che mi giudicherà.
Perché sono molti i gradevoli aspetti che esistono
in numerosi peccati
e smoderatezze
e passioni scandalose
e piaceri momentanei
che (gli uomini) assaporano finché non diventano equilibrati
e salgono al loro luogo di riposo.

E loro mi troveranno lì

ed essi vivranno
ed essi non moriranno di nuovo.

(manoscritti gnostici di Nag Hammadi - Tuono - Mente Perfetta -)

Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE


BIBLIO

- Marija Gimbutas - Il linguaggio della dea - Roma - Venexia - 2008 -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -
- Nicola Denzey Lewis - I manoscritti di Nag Hammadi - Una biblioteca gnostica del IV secolo -traduzione di Matteo Grosso - Roma - Carocci - 2014 -
- Marvin W. Meyer (a cura di) - The Nag Hammadi Scriptures - The Revised and Updated Translation of Sacred Gnostic Texts Complete in One Volume - San Francisco - HarperOne - 2009 -



0 comment:

Posta un commento

 

Copyright 2009 All Rights Reserved RomanoImpero - Info - Privacy e Cookies