TROPAEUM TRAIANI (Romania)





IL CENOTAFIO

Per l'esercito dell'antica Roma, quando qualcuno moriva lontano da casa, sia stesse servendo nell'esercito che in mare, e non si poteva far tumulare il corpo riportandolo alla sua famiglia, veniva eretto un cenotafio come sede perpetua per la sua anima.

I suoi Lari venivano invocati tre volte invitandoli a entrare nel cenotafio.

Per esempio, quando Enea incontra l'amico deceduto Deiphobus negli Inferi, egli dice, “Poi io stesso sul Rhoetean eressi una cava tomba, e ad alta voce chiamai tre volte sul tuo spirito.”   (Virgil, Aeneid6.505-506).

Un impressionante cenotafio, alto circa 74 piedi, è il Tropaeum Traiani ad Adamclisi, in Romania, nel cui sito si ergono tre monumenti.

TROPAEUM RICOSTRUZIONE
Il più antico è un santuario recante i nomi di 3000 soldati che erano morti in battaglia, probabilmente la Legio XX Apollinaris che combattè nella campagna di M. Cornelius Nigrinus nell'86 dc.

Deve trattarsi di Marco Cornelio Nigrino Curiazio Materno (Marcus Cornelius Nigrinus Curiatius Maternus (40 –  98) che fu un valorosissimo pluridecorato legato e governatore dell'Impero romano, e che si candidò alla successione dell'imperatore Nerva, ma al quale venne preferito Traiano.

Vicino vi è un tumulo funerario su cui giaceva una massa di soldati caduti.
Questi devono essere appartenuti ad un'altra unità, la Legio XXI Rapax, che fu sconfitta dai Daci, o Daciani, nel 92 dc.

Traiano vendicò la sconfitta nel 102 dc. nella battaglia di Tapae.

I TROFEI SULL'APICE DEL MONUMENTO
Quindi egli eresse un cenotafio che si pensa sia di Cornelius Fuscus, il comandante della Legione, di cui la tomba giace attualmente più a nord oltre il Danubio.

Traiano dedicò il Trofeum a Marte Ultore (vendicatore) e lo decorò con scene di battaglia ed immagini di Daci prigionieri.

54 metopes ornavano il trofeo, di cui 48 sono in un museo vicino, ed uno sta ad Istanbul.

Di lato vi è una ricostruzione del Tropaeum Traiani che venne eretto dal governo della Romania nel 1977.

Alle None (7 maggio) le tombe degli antenati venivano decorate con ghirlande di rose.

Con il loro rosso brillante, le rose offrivano alla morte come un gesto per far rivivere i gloriosi combattenti, o almeno un ricordo di come erano stati quando erano vivi.

Il nome al sito della città romana venne dato solo dopo la scoperta del monumento, e cioè Civitas Tropaenzium, perchè in realtà il nome della cittadina è sconosciuto, e di essa, almeno fino ad oggi, nulla è stato trovato o meglio reperito.

ADAMCLISI MUSEUM
Di visibile infatti abbiamo solo le sue mura di pietra, che si direbbe piuttosto imponenti.
Altrettanto avveniva per i caduti della legione, che come gli antenati, diventavano i protettori dei legionari. Pertanto i militari di Roma veneravano i loro compagni caduti con rami di rosmarino o altre erbe, ma pure con ghirlande e offerte di vino, a ringraziarli della protezione che essi offrivano ai commilitoni ancora vivi.

Le rose rosse erano i fiori di Venere, ed erano un rimando ai Giardini di Venere dove gli spiriti della morte, le anime, venivano ospitate con i suoi piccoli geni, dei piccoli Cupidi che vivevano nelle Isole Beate.

Così, offrendo rose ai Mani, si era sicuri di offrire un viaggio ai defunti nei Beati Giardini. Insomma c'era uno scambio tra vivi e morti di reciproco aiuto.
Non c'è dunque dubbio che le Rosalia avessero lo scopo di onorare i morti militari.

Gli stendardi venivano adornati con rose nello stesso modo come le tombe e i cenotafi.
Si sa infatti che i romani portassero con sè i Lari della legione, che erano gli spiriti dei commilitoni morti in battaglia. Ma erano parimenti i loro antenati, naturalmente guerrieri, che li proteggevano.

Questo spiegherebbe ulteriormente perché la perdita delle aquile veniva presa come una tragedia dai Romani. Le aquile erano lo spirito protettore della regione, facenti parte del grande spirito di Roma.

Infatti nel II sec. lo scrittore cristiano Tertulliano criticò molto questa venerazione delle insegne.
Le Rosalia comunque continuarono anche dopo che l'esercito romano si convertì al cristianesimo.


Qualcosa delle Rosalia rimane anche oggi nella parata dei colori degli eserciti moderni, dove vi sono decorazioni con nastri per commemorare la battaglia in cui una unità ha combattuto, così come per tutti gli uomini che hanno servito e sono morti con l'unità in passato.

La deposizione di una corona di rose sulla tomba del Milite Ignoto, il Memorial Day è un eco delle Rosalia svolte dalle legioni romane. Il Memorial Day per ogni nazione e in ogni nazione è un'eco dei Rosalia un tempo festeggiate dalle legioni romane.

Fu infatti Roma la prima a dare un senso, un ordine, una scuola, una disciplina e una comunione di idee e di collaborazione alle unità dei combattenti. Sopra tutto dette loro i valori della patria, delle fedeltà, dell'onore e del sacrificio per il bene superiore di Roma.


IL MONUMENTO

Il Tropaeum Traiani si trova nella Civitas Tropaensium (sito della moderna Adamclisi in Romania), costruito nel 109 nella Moesia Inferiore, per commemorare la vittoria dell'imperatore romano Traiano sui Daci, nel 102, nella Battaglia di Tapae.

Prima del monumento di Traiano, vi esisteva già un'ara, sulle cui pareti erano iscritti i nomi di 3000 legionari e ausiliari che erano morti "combattendo per la Repubblica".

Traiano per il suo monumento si ispirò al mausoleo di Augusto, e lo dedicò a Marte Ultore nel 107/108.

Sul monumento vi sono 54 metope che illustrano le legioni romane mentre combattono contro i nemici. Sicuramente erano anche un monito alle tribù confinanti con i territori conquistati.
Nel XX secolo il monumento era ridotto a un ammasso di pietre e mattoni, con un gran numero di bassorilievi originali che lo circondavano.

L'edificio odierno è stato ricostruito nel 1977. Il museo vicino contiene molti resti archeologici, incluse le parti originali del monumento romano.

Sul monumento fu posta una grande iscrizione dedicata a Mars Ultor (Marte il vendicatore, "Colui che dalla sconfitta risolleva"). 

L'iscrizione fu ricostituita dagli innumerevoli frammenti reperiti da due siti, con perizia e pazienza:

MARTI ULTOR[I]
IM[P(erator)CAES]AR DIVI
NERVA[E] F(ILIUS) N[E]RVA
TRA]IANUS [AUG(USTUS) GERM(ANICUS)]
DAC]I[CU]S PONT(IFEX) MAX(IMUS)
TRIB(UNICIA) POTEST(ATE) XIII
IMP(ERATOR) VI CO(N)S(UL) V P(ater) P(atriae)
?VICTO EXERC]ITU D[ACORUM]
?---- ET SARMATA]RUM

Ed eccone la traduzione:

A MARTE ULTORE
CESARE L'IMPERATORE,
FIGLIO DEL DIVINO NERVA,
NERVA TRAIANO, AUGUSTO,
CHE SCONFISSE I GERMANI,
I DACI,
PONTEFICE MASSIMO,
PER LA XIII VOLTA TRIBUNO DELLA PLEBE,
PROCLAMATO IMPERATORE DALL'ESERCITO PER LA VI VOLTA,
ELETTO CONSOLE PER LA V VOLTA,
PADRE DELLA PATRIA,
DOPO AVER SCONFITTO GLI ESERCITI DACI E SARMATI."

Sul monumento c'è un fregio comprendente 54 metope.

Di queste metope abbiamo qui riportato solo alcune, anche perchè molte sono così rovinate da essere indecifrabili.

La maggior parte di esse mostrano membri dell'esercito romano spesso in combattimento coi nemici.

Alcune si riferiscono ai barbari in battaglia ma pure alle loro famiglie, viste però con una certa bonomia.

Ci sono poi diverse metope di barbari fatti prigionieri e legati agli alberi.

48 metope sono alloggiate nel Adamclisi museum che sta nei pressi, e una metopa sta all'Istanbul Archaeology Museum, il resto è andato perduto.

Così riferisce lo storico Constantin Giurescu, secondo la cui testimonianza, due di esse caddero nel Danubio durante il trasporto a Bucarest e mai più vennero ripescate. .


BIBLIO

- F.B Florescu - Das Siegesdenksmal von Adamclisi: Tropaeum Traiani - 1965 -
- Traiano - Storia e Archeologia - L'Erma di Bretschneider - 2010 -
- A cura di Grigore Arbore Popescu - Traiano ai confini dell'impero - Milano - 1998 -
- Julian Bennet - Trajan - Optimus Princeps - Bloomington - 2001 -
- Cassio Dione - Geoffrey S. Sumi - Ceremony and Power: Performing Politics in Rome between Republic and Empire - University of Michigan Press - 2005 -






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