MANIO LABERIO MASSIMO - M. LABERIUS MAXIMUS



TRAIANO OPTIMO PRINCEPS (53 - 117)

Nome: Manio Laberio Massimo, Manius Laberius Maximus
Nascita: Lanuvio, 56 circa
Morte: post 117
Professione: politico e comandante militare
Consolato: 89/103
Padre: Lucio Valerio Massimo
Nonno: Lucio Valerio Massimo
Figlia: Laberia Ostilia Crispina
Gens: Laberia



LE ORIGINI

Appartenente alla gens Laberia, un antica gente plebea, era membro di una famiglia originaria di Lanuvium, dove suo nonno, tale Lucio Laberio Massimo, ricopriva la carica di magistrato. Suo padre, anch'egli chiamato Lucio Laberio Massimo, era un ufficiale di rango equestre che fece un'ottima carriera divenendo a vari livelli praefectus annonae, poi prefetto di Egitto e prefetto del Pretorio tra l'83 e l'84. 

Non si conosce il nome della madre ma di certo le importanti cariche ricoperte dal padre permisero al figlio di venire eletto in senato. Massimo fu console suffetto nell'89 e probabilmente legatus della Numidia prima di diventare governatore della Mesia Inferiore attorno al 100.

Massimo fu, inoltre, un abile comandante militare durante le Guerre Daciche di Traiano nel corso della prima campagna del 101 e 102, dove, come testimonia Cassio Dione, si distinse per coraggio, capacità e lungimiranza. Venne ricompensato per i suoi servizi con un secondo consolato nel 103, che ricoprì insieme all'imperatore Traiano.

ADRIANO (76 - 138)


LE PERSECUZIONI

Si narra che, mentre Manio si trovava in Mesia, un suo schiavo straordinariamente bello, un certo Callidromo, venne catturato dai Daci e dato in dono al re dei Parti, Pacoro II, poiché Decebalo sperava di fare di quest'ultimo, evidentemente molto sensibile al fascino dei giovinetti, un suo alleato nella guerra contro l'imperatore Traiano. 

Callidromo venne incontrato in Bitinia nel 111 da Plinio il Giovane, a cui raccontò le sue disavventure e del tentativo fallito di patto segreto tra i Daci di Decebalo ed i Parti di Pacoro II (Plinio, Epistulae, X, 74). Il donatore dello schiavo dovette essere in effetti Massimo, poiché quando Adriano salì al trono questi era in esilio su un'isola per aver destato il sospetto di ambire al trono tradendo le aspettative di Adriano. 

Non si hanno altre notizie su questi sospetti, se non che il prefetto del pretorio Publio Acilio Attiano, amico personale nonché tutore dell'imperatore Adriano, avesse raccomandato ad Adriano di mandare a morte Massimo come fortemente sospetto. 

Su suo ordine, per il timore che qualcuno potesse attentare al trono sottraendolo ad Adriano, vennero giustiziati Avidio Nigrino, reo di essere uno dei migliori membri del Senato, e quindi degno avversario nella corsa alla porpora imperiale, Cornelio Palma, anch'egli accusato di complotto, Publio Celso e Lusio Quieto, importante generale di Traiano, tutti sospettati all'epoca di voler intralciare l'ascesa al trono di Adriano.



GIUSTIZIA SOMMARIA

Assente da Roma l'imperatore, i quattro furono sottoposti a un sommario processo in absentia conclusosi con la condanna a morte. Lusio Quieto, braccato, ebbe la medesima sorte degli altri: rintracciato mentre era in viaggio, si vide inflitta una sommaria esecuzione sul posto.

È probabile che i quattro fossero semplicemente oppositori della rinunciataria politica imperiale sul limes orientale. Adriano avrebbe preso energicamente le distanze da questo oscuro episodio che segnò negativamente il suo esordio e i rapporti con il senato. Anche nella sua perduta autobiografia ne avrebbe attribuita ogni responsabilità ad Attiano, poi rimosso dalla carica.

Adriano, irritato da questa giustizia sommaria che avrebbe potuto turbare l'opinione pubblica, lo destituì dalla carica di prefetto e lo sostituì con Tito Flavio Longino Marzio Turbone. Sembra che poi l'imperatore abbia riabilitato Massimo che ebbe poi la fortuna di vivere al di fuori corte in tranquillità.



IL SEGUITO

Magno Laberio ebbe un'unica figlia Laberia Ostilia Crispina. Dopo la morte del padre Libero Massimo, Crispina diventò erede della sua fortuna e sposò il console e senatore romano Gaio Bruttio Presente Fulvio Rustico, diventando la sua seconda moglie. Da Gaio ebbe un figlio, il console Lucio Fulvio Gaio Bruttio Presente Laberio Massimo, padre dell'imperatrice Bruzia Crispina, che divenne moglie di Commodo.


BIBLIO

- Plinio - Epistulae - X -
- Plinio il giovane, Panegirico a Traiano. Historia Augusta, (Hadrianus, V,
- Cassio Dione - Storia romana - LVIII -
- A cura di Grigore Arbore Popescu - Traiano ai confini dell'impero - Milano - 1998 -
- Filippo Coarelli - La colonna Traiana - Roma - 1999 -
- Guido Migliorati - Cassio Dione e l'impero romano da Nerva ad Antonino Pio, alla luce dei nuovi documenti - Milano - 2003 -
- Cambridge University Press - Storia del mondo antico. L'impero romano da Augusto agli Antonini - vol. VIII - Milano - 1975 -


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