CARPI (Nemici di Roma)




I Carpi o Carpiani erano una tribù dacica che risiedeva nella Romania orientale, in Moldavia, dal 140 circa fino almeno al 318. Sembra che i Carpi fossero una tribù della nazione dacica, per altri erano una serie di gruppi etnici, tra cui Sarmati, Traci, Slavi, popoli germanici, Balti e Celti.

I Romani li chiamavano Carpi o Carpiani. La prima menzione di questi popoli, come Carpiani, si trova nella Geographia del geografo Tolomeo del II secolo d.c.. Il nome potrebbe derivare dalla catena montuosa dei Carpazi che essi occupavano, anch'essa citata per la prima volta da Tolomeo con il nome di Καρπάτης - Karpátēs. Oppure significava "popolo dei Carpazi", o ancora potrebbe derivare dalla parola slava krepu che significa "forte" o "coraggioso".

L'iscrizione sulla lapide di Publio Elio Proculino, centurione della Cohors VII Praetoria (Philippiana) "mancato nella guerra dacica a Castellum Carporum", secondo Bichir e altri, si riferisce alla guerra contro i Carpi condotta dall'imperatore Filippo l'Arabo nel 246/7, e il castellum Carporum è la roccaforte dei Carpi, menzionata da Zosimo, dove si svolse la battaglia finale della campagna. Ciò dimostrerebbe che i Carpi fossero Daci. Ma altri identificano il castellum Carporum come un forte ausiliario romano sul basso Danubio,

Lo studioso rumeno Vasile Pârvan ha ritenuto che i seguenti popoli registrati nelle fonti antiche corrispondano ai Karpiani di Tolomeo;
- i Kallipidai, menzionati nelle Storie di Erodoto del 430 a.c.. come residenti nella regione del fiume Borysthenes (Dnieper);
- i Karpídai, intorno alla foce del fiume Tyras (Dniester), ricordati nello Pseudo-Scymnus del 90 a.c.;
- gli Harpii, situati vicino al delta del Danubio, citati da Tolomeo.
In tal caso i Carpi sarebbero migrati verso ovest nel periodo 400 a.c. - 140 d.c.

GUERRE DACICHE

- 106 - 318 - Dalla conquista romana della Dacia, Bichir identifica due culture distinte in Moldavia, una cultura sedentaria, "daco-carpica", iniziò intorno al 106 e scomparve intorno al 318 e una cultura più piccola simile ai popoli nomadi delle steppe eurasiatiche, "sarmatica".

- 230 - I Sarmati e i Bastarnae sono attestati in Valacchia, Moldavia e Bessarabia. Vi furono ripetute incursioni dei Carpi a sud del Danubio scontrandosi con i Romani nel III secolo, è probabile che verso il 230 i Carpi avessero esteso la loro egemonia sulla Valacchia orientale, precedentemente dominata dai Roxolani.

- 250 - 270 - Tolomeo, che li cita come pacifici nei confronti di Roma, nel 238 li menziona come uno dei nemici più persistenti di Roma. Nel 250-270 i Carpi si coalizzarono con tribù barbare transdanubiane che comprendevano anche elementi germanici e sarmati, autori della "crisi del terzo secolo".

- 270 - 318 - gli "imperatori militari" romani li sconfissero nel 273, nel 297, nel 298-308 e nel 317, trasferendoli poi con la forza nella Pannonia (Ungheria occidentale), per ripopolare le province danubiane devastate con le tribù barbare arrese. Poiché i Carpi non sono più menzionati dopo il 318, è possibile che i Carpi siano stati in gran parte rimossi dalla regione dei Carpazi verso il 318 o, se ne sono rimasti, si mescolarono con altri popoli residenti o immigrarono in Moldavia, come i Sarmati o i Goti.



GLI INSEDIAMENTI

Nel 1976 erano stati identificati 117 insediamenti sedentari, 89 dei quali a ovest del Siret, all'interno dei confini della Dacia definiti da Tolomeo. Vivevano sia in abitazioni di superficie sia in capanne con il pavimento infossato: 
- le abitazioni di superficie, a una sola stanza, erano in argilla e terra battuta, rettangolare o quadrata, tra i 9 e i 30 mq. con un focolare in argilla al centro della stanza.
- le capanne in terra cruda, più numerose, sono invece ovali o tonde. Cremavano i loro morti, ponendo le ceneri dentro le urne. 
Alcune tombe contenevano corredi funerari, ma nessuna arma a parte un unico pugnale. Tra i beni comuni vi sono coltelli, chiavi e fibbie per cinture; specchi, orecchini d'argento, pendenti e perline d'oro.

La cultura sedentaria non emetteva moneta, ma la moneta romana circolò "intensamente" nel loro territorio, come dimostrano  90 ripostigli di monete rinvenuti in Moldavia e circa 100 monete isolate. Ma la circolazione delle monete romane  cessò dopo il 218, dato che non sono stati trovati depositi di monete e solo 7 monete isolate dopo Caracalla (211-218).

Le tombe della cultura nomade sono prevalentemente di inumazione e sono state trovate, nel 1976, in 38 località della Moldavia. Si trovano prevalentemente in pianura, singolarmente o in piccoli gruppi di 2-13 tombe. La grande maggioranza delle tombe della cultura nomade è piatta e contiene sempre corredi funerari, armi e specchi incisi. I sedentari costituivano la maggioranza della popolazione della Moldavia.

FILIPPO L'ARABO

I NEMICI DI ROMA

- 200 - Intorno al 200 iniziarono i grandi spostamenti barbarici forse per la Peste Antonina (165-180), che uccise15-30% degli abitanti dell'impero romano. I Carpi Vengono descritti da Jordanes come "una razza di uomini molto desiderosi di fare la guerra e spesso ostili ai Romani".

- 238 - I Carpi attaccano i romani a sud del Danubio, sotto Gordiano III e i senatori Balbino e Pupieno Massimo, perchè il governatore della Moesia Inferiore, Tullio Menofilo, non vuole versare il sussidio annuale per mantenere la pace. Tuttavia, il governatore riuscì a scacciare i Carpi nel 239.

- 245-247 - sotto Filippo l'Arabo (244-249) i Carpi devastarono la Moesia inferiore. Poichè i governatori non riuscirono a respingere l'invasione, l'imperatore assunse il comando e lanciò il contrattacco ricacciandoli oltre il Danubio. Il corpo principale dei Carpi si rifugiò in una grande roccaforte, dove furono circondati e assediati da Filippo. Gli assediati inscenarono una sortita per distrarre i Romani dall'avvicinarsi dei soccorsi. Ma gli equites Maurorum di Filippo (cavalleria leggera berbera proveniente dal Nord Africa) li intercettarono, costringendo i Carpi a chiedere la pace. Filippo fu acclamato Carpicus Maximus.

- 250-251 - I Carpi parteciparono a una massiccia invasione transdanubiana della Moesia e della Tracia sotto la guida del re goto Kniva limitandosi però al saccheggio: la cattura del maggior numero possibile di schiavi, cavalli, tesori e altri beni da portare nelle loro terre d'origine oltre il Danubio. Nel 250, i Goti si erano spostati a sud, nell'Ucraina occidentale, e compivano frequenti incursioni nell'impero insieme alle tribù locali.

L'orda di Kniva pare comprendesse Goti, Taifali, Vandali, Roxolani, oltre ad alcuni veterani rinnegati dell'esercito romano. Goti e Bastarnae entrarono nella Moesia inferiore, guidata dai due luogotenenti di Kniva. L’assedio di Marcianopoli da parte di una delle colonne di Cniva è respinto, così come l’assedio di Novae, guidato da Cniva stesso. Qui Kniva sarà respinto dal futuro imperatore Treboniano Gallo.
Ancora, quando Kniva punta a sud verso Nicopoli sull’Istro, viene sconfitto in battaglia da Decio, seppur non in modo decisivo.

Il contingente di Carpi contava 3.000 uomini, a fronteggiare l'invasione c'era l'imperatore Decio Traiano, un generale esperto e comandante di Filippo sul fronte danubiano, succeduto al suo patrono dopo che quest'ultimo era stato assassinato da truppe ammutinate nel 249, e Caio Treboniano Gallo, nominato governatore della Moesia Superiore. A Gallo venne affidato il comando delle forze nei forti di frontiera lungo il Danubio, mentre l'imperatore comandava una forza mobile di assalto.

GOTI

Kniva a sorpresa attraversò inosservato le montagne dell'Haemus (Balcani) per entrare in Tracia, in gran parte indifesa. L'imperatore dovette portare il suo esercito in Tracia a marce forzate. A Beroe (Stara Zagora, Bulgaria), Kniva sferrò un attacco a sorpresa all'esercito romano esausto, infliggendogli una grave sconfitta. L'imperatore dovette ritirarsi nella Moesia inferiore e a lasciare che la Tracia al saccheggio dei barbari. L'orda di Kniva assaltò Philippopolis (Plovdiv, Bulgaria) e trascorse l'inverno del 250/251 nella provincia.

Intanto Decio ricostruì il suo esercito nella Moesia inferiore e nel 251, mentre l'esercito barbaro si dirigeva verso il Danubio, carico di un'enorme quantità di bottino, fu intercettato dall'imperatore ad Abrittus, nella Moesia inferiore. In una dura battaglia, il grosso delle forze di Kniva fu sbaragliato. 

L'imperatore guidò quindi i suoi uomini attraverso una palude per attaccare la forza di riserva di Kniva, che custodiva il bottino dei barbari. Ma i Romani si immobilizzarono nel pantano e morirono tutti, compreso l'imperatore e suo figlio, massacrati a lunga distanza dagli arcieri di Kniva o annegati.

Quando la notizia del disastro raggiunse le legioni rimaste sul Danubio, queste proclamarono imperatore il loro comandante Gallo che concluse una pace con i Goti, che permise loro di tornare in patria con il bottino intatto e garantì la ripresa dei sussidi. Ma l'esercito romano fu paralizzato da una devastante pandemia di vaiolo, (251 - 270 circa) peggiore dell'epidemia antonina, che uccise il 15-30% degli abitanti dell'impero. I barbari transdanubiani invasero più volte il territorio imperiale. 


- 252-253 - I Carpi si unirono ai Goti e a due tribù sarmatiche (Urugundi e Borani) devastando la Moesia e la Tracia e le forze romane del basso Danubio non furono in grado di impedirlo. 

Infine, furono intercettati sulla via del ritorno da Emiliano, comandante dell'esercito di Pannonia con un attacco a sorpresa che li sconfisse. 

Inseguirono i barbari nelle loro terre d'origine, recuperando grandi quantità di bottino e liberando migliaia di civili romani che erano stati rapiti. 

Caio Valerio Serapio infatti dedicò un altare ad Apulum (Alba Iulia), nella Dacia romana, come ringraziamento per essere stato liberato dai Carpi[

Emiliano fu acclamato imperatore dalle sue truppe vittoriose e marciò su Roma, dove le forze di Gallo uccisero il loro capo piuttosto che combattere contro l'esercito danubiano. 

Ma solo tre mesi dopo, Emiliano fu a sua volta assassinato dalle stesse truppe che si sottrassero a Valeriano (253-260), comandante delle forze sul Reno, che aveva marciato in Italia per salvare Gallo.

Valeriano fu proclamato imperatore ed elevò il figlio Gallieno (253-268) ad Augusto (co-imperatore). L'impero subì molteplici e massicce invasioni barbariche sul Reno, sul Danubio e in Oriente; almeno 11 generali lanciarono colpi di stato; l'impero fu diviso in tre parti autonome; lo stesso Valeriano fu catturato dai Persiani e morì dopo anni di prigionia.

- 256-257 - I Carpi, con gli stessi alleati del 253, invasero la Moesia, la Tracia e assediarono senza successo Tessalonica in Macedonia. Valeriano e Gallieno sono costretti a lasciare subalterni con forze inadeguate, essendo occupati, il primo contro i Persiani, il secondo sul Reno contro i Germani. Gli Ateniesi ricostruirono le loro mura già demolite da Silla nell'87 a.c.. I barbari vennero sbaragliati dal luogotenente di Gallieno, Aureolo, che portò a Roma molti prigionieri.

- 259-260 - Gli Sciti, compresi i Carpi, si divisero in due eserciti. Uno invase la Grecia e saccheggiarono Atene. L'altro giunse alle mura di Roma, dove il Senato romano armò la popolazione civile per presidiare i bastioni, poiché Gallieno era sul Reno a combattere l'usurpatore Postumo. I Goti passarono allora a devastare tutta l'Italia. Furono infine scacciati dal luogotenente di Gallieno, Macriano, che portò in Italia l'esercito del Reno.

- 256-268 - Altre grandi invasioni "scite" nel 265-266 e nel 267-268, che fu un'invasione marittima nel Mar Egeo, e che devastò la Tracia. Fu fermata dall'imperatore Claudio II Gothicus, che distrusse l'esercito barbaro a Naissus (268). 

Avvenne una ripresa militare dell'impero sotto il ferreo dominio dei cosiddetti "imperatori illirici", un gruppo affiatato di militari di carriera con origini comuni nelle province e nei reggimenti danubiani, che dominarono l'impero per oltre un secolo (268-379). Questi non solo sconfissero le tribù transdanubiane ma reinsediarono le tribù sconfitte nelle province danubiane dell'impero, devastate dalla peste e dalle invasioni barbariche.

AURELIANO

- 272 - L'imperatore Aureliano (270-275) vince i Carpi, e gli viene concesso dal Senato il titolo di Carpicus Maximus. In seguito reinsediò un gran numero di prigionieri carpigiani nei dintorni di Sopiana (Pécs, Ungheria), nella provincia romana della Pannonia.

- 296-305 - nel 296, l'imperatore Diocleziano (284-305) entrò in guerra contro i Carpi, vincendoli in modo schiacciante nel 297. Diocleziano diventa Carpicus Maximus. Nel 298, Diocleziano affidò il comando del basso Danubio al suo Cesare, cioè a Galerio che inflisse ai Carpi altre quattro sconfitte in due anni. 

- 305-311- Dopo essere stato nominato Augusto (imperatore a tutti gli effetti) nel 305, Galerio rivendica per la sesta volta il titolo di Carpicus, in un momento del suo regno.

- 318 - L'imperatore Costantino I il Grande (312-337) è registrato come detentore del titolo di Carpicus Maximus in un'iscrizione di quell'anno. Ognuna di queste acclamazioni probabilmente implicava l'uccisione di almeno 5.000 Carpi (come tradizionalmente richiesto per la concessione di un Trionfo a Roma). Per i Carpi, queste sconfitte furono accompagnate da deportazioni di massa e dal reinsediamento all'interno dell'impero, centinaia di migliaia di deportati. Secondo Victor, che scrive nel 361, l'intero popolo carpigiano rimasto fu trasferito nell'impero.

Dopo la morte di Costantino, la pianura valacca e la Moldavia caddero sotto il dominio del ramo dei Thervingi della nazione gotica, come dimostra l'esistenza di un consistente regno gotico alla metà del IV secolo. La Transilvania sembra essere stata dominata nel IV secolo da un gruppo, probabilmente germanico, i Taifali anche essi sotto tutela gotica.

- 350 - Dopo il 350, questi regni germanici furono sopraffatti dagli Unni, dando luogo alla grande migrazione dei Transdanubiani, guidata dai Goti, attraverso il Danubio, che culminò nel disastro romano della battaglia di Adrianopoli nel 378. I Carpi non sono menzionati da nessuna parte nel dettagliato resoconto di Ammiano di questi eventi epici, suggerendo che chi era rimasto a nord del Danubio aveva probabilmente perso la propria identità.


BIBLIO

- Bichir, Gh. - The History and Archaeology of the Carpi from the 2nd to the 4th centuries AD - 
- Zosimus - Historia Nova - 1976 -
- Halsall, Guy - Barbarian migrations and the Roman West, 376-568 - Cambridge Univ. Press - 2007 -
- Ammianus Marcellinus - Res Gestae -
- Eutropius - Historiae Romanae Breviarium -
- Anonymous - Historia Augusta -
- Ptolemy - Geographia -
- Gibbon, Edward (1792): The history of the decline and fall of the Roman empire


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