LA GUERRA SOCIALE (91-88 a.c.)





GLI ANTECEDENTI

- 95 a.c. - Fin dal tempo dei Gracchi a Roma i popoli italici richiedevano la cittadinanza romana in quanto foriera di importanti diritti, ma nel 95 a.c. Lucio Licinio Crasso e Quinto Muzio Scevola, per togliere ogni speranza agli italici, proposero la Lex Licinia Mucia de Civibus Regundis, che vietava ai non-cittadini romani di spacciarsi come tali e li obbligava a lasciare l'Urbe, fatto che esasperò i ceti elevati italici, che miravano alle cariche pubbliche romane.

Marco Livio Druso si schierò dalla parte della causa italica avanzando proposte di legge a favore dell'estensione della cittadinanza, ma la proposta non piacque né ai senatori né ai cavalieri, ovvero gli equites. Il più accanito rivale di Druso fu il console Lucio Marcio Filippo, che dichiarò illegale la procedura seguita per le leggi di Druso, cosicché queste non vennero nemmeno votate.

- 91 a.c. - Viene assassinato il tribuno della plebe Marco Livio Druso, che voleva  far approvare dal senato la lex Livia de civitate sociis danda che concedeva la cittadinanza romana a tutti gli Italici senza distinzione. Era la promessa che il tribuno aveva fatto all'ambasciatore degli Italici Quinto Pompedio Silo, per cui Marco Livio aveva convocato il popolo per l'approvazione sia della lex de coloniis deducendi, sia della lex Livia de civitate sociis danda.

La sua morte fu l'unico modo trovato dal senato per bloccare le sue iniziative, affinchè il privilegio della cittadinanza non fosse concesso agli stranieri. Gli Italici comprendono, con l'assassinio di Druso, che non otterranno mai la cittadinanza romana in modo pacifico.

- 90 a.c. - Ad Ascoli, durante la celebrazione dei Ludi, vengono uccisi dal popolo il pretore proconsole Quinto Servilio Cepione, il suo legato Fonteio e tutti i cittadini romani presenti. E' l'avvio alla sanguinosa guerra. La Guerra Sociale, dal latino socius, alleato, durerà dal 91 all'88 a.c., combattuta tra Roma e i municipia dell'Italia fin allora alleati del popolo romano.



LA CITTADINANZA ROMANA

Essere cittadino romano comportava molti importanti privilegi, variabili nel corso della storia, con diverse "gradazioni" di cittadinanza. Nella sua versione più completa, la cittadinanza romana consentiva l'accesso alle cariche pubbliche e alle varie magistrature, la possibilità di votare le cariche suddette nel giorno della loro elezione, la possibilità di partecipare alle assemblee politiche della città di Roma, svariati vantaggi sul piano fiscale e soprattutto la possibilità di essere soggetto di diritto privato, ossia di poter presentarsi in giudizio attraverso i meccanismi dello ius civile, il diritto romano.
Nessuno straniero infatti poteva portare in giudizio un civis romanus, che aveva il diritto di essere giudicato da un tribunale romano.

L'ITALIA AI TEMPI DELLA GUERRA SOCIALE

GUERRA SOCIALE  o GUERRA MARSICA o GUERRA ITALICA (91 - 88 a.c.)

ANNO I DELLA GUERRA SOCIALE

- Consoli:
  • LUCIO GIULIO CESARE (patrizio), 
  • PUBLIO RUTILIO LUPO (plebeo) 

- Consoli della confederazione italica:
  • QUINTO POPEDIO SILONE (marso, ufficiale amico di Druso), 
  • CAIO PAPIO MUTILO (sannita)

- Praetori romani:
  • Pretore in Etruria: LUCIO PORCIO CATONE
  • Pretore in Sicilia (I Provincia)
  • Pretore in Sardegna-Corsica (II Provincia)
  • Pretore in Spagna Citeriore (III Provincia):
  • Pretore in Spagna Ulteriore (IV Provincia)
  • Pretore in Macedonia (V Provincia)
  • Pretore in Africa (VI Provincia)
  • Pretore in Asia (VII Provincia):
  • Praetor (governatore) della Narbonese (Gallia Transalpina) (VIII Provincia):
  • Praetor (governatore) della Cilicia (IX Provincia): - 

- Pretori della confederazione italica:
  • TITO LAFRENIO (ascolano), CAIO PONTILIO, 
  • MARIO EGNAZIO (sannita), MARCO LAMPONIO, 
  • CAIO VIDACILIO (ascolano), 
  • ERIO ASINIO (marrucino), 
  • VETTIO SCATONE

- Tribuni della plebe:
  • CAIO QUINTO VARIO IBRIDA SUCRONENSIS,
  • CAIO SCRIBONIO CURIONE 
  • MARCO OTTAVIO
  • QUINTO CECILIO METELLO CELERE 
  • CAIO PAPIRIO CARBONE ARVINA
  • GNEO POMPONIO, 
  • MARCO PLAUZIO SILVANO

- Aediles plebis (n° 2):
- Aediles curules (n° 2):
- Edile: LUCIO CESARE
- Quaestores (n° 8): QUINTO SERTORIO


- Legati del console Publio Rutilio Lupo:

GNEO POMPEO STRABONE (borghesia arricchita, padre di Gneo Pompeo)
QUINTO. SERVILIO CEPIONE  (console del 92)
CAIO MARIO (borghesia arricchita, vincitore di Giugurta e dei Cimbri),
CAIO PERPERNA (borghesia arricchita)
VALERIO MESSALLA (patrizio)


- Legati del console Lucio Giulio Cesare:

PUBLIO CORNELIO LENTULO (patrizio, fratellastro del console Cesare)
TITO DIDIO (console del 98)
PUBLIO LICINIO CRASSO (patrizio, console del 97)
CAIO CLAUDIO MARCELLO (patrizio)
LUCIO CORNELIO SILLA (pretore del 93.)
- Legato in Umbria: AULO PLOZIO
- Tribuni militum (n° 24):
- Princeps senatus: MARCO EMILIO SCAURO (console del 115 a.c., ha 72 anni)

DENARIO DURANTE LA GUERRA SOCIALE

- Senatori (n° 300):

  • MARCO PERPERNA (console)
  • CAIO MARIO (console)
  • LUCIO VALERIO FLACCO (console)
  • AULO POSTUMIO ALBINO (console)
  • TITO DIDIO (console)
  • PUBLIO LICINIO CRASSO (console)
  • LUCIO CORNELIO SILLA (pretore)
  • QUINTO MUCIO SCEVOLA (console)
  • CAIO VALERIO FLACCO (console),
  • LUCIO MARCIO FILIPPO (console),
  • LUCIO GIULIO CESARE (console),
  • PUBLIO RUTILIO LUPO (console),
  • LUCIO PORCIO CATONE (pretore),
  • CAIO QUINTO VARIO IBRIDA SUCRONENSIS (tribuno della plebe.)
  • CAIO SCRIBONIO CURIONE (tribuno della plebe),
  • MARCO OTTAVIO ((tribuno della plebe),
  • QUINTO CECILIO METELLO CELERE (tribuno della plebe.),
  • CAIO PAPIRIO CARBONE ARVINA ((tribuno della plebe),
  • GNEO POMPONIO (tribuno della plebe),
  • MARCO PLAUZIO SILVANO (tribuno della plebe),
  • LUCIO CESARE (edile.),
  • QUINTO SERTORIO (questore.)


I SOCII

Tutta l'Italia centrale muove guerra a Roma, che dispone di 121.000 uomini divisi tra il console Rutilio Lupo a nord e il console Lucio Cesare a sud, mentre i Latini fedeli ai Romani fuggono verso l'Urbe. Ai Picenti di Ascoli si uniscono le 4 tribù sabelliche dei Marsi, Vestini, Peligni, Marruccini, inoltre i Sanniti, gli Irpini e i Frentani, tutti capeggiati dal sannita Papio Mutilo, decisi ad ottenere da Roma la cittadinanza romana.
I confederati dispongono ugualmente di 121.000 uomini divisi in: 70.000 fanti sanniti, 7.000 cavalieri sanniti; 40.000 fanti marsi, marruccini, frentani, vestini, peligni, 4.000 cavalieri marsi, marruccini, frentani, vestini, peligni.



I NON SOCII

Non si uniscono agli insorti ma propendono per essi i popoli della Lucania, Campania e Apulia. Gli Umbri e gli Etruschi restano incerti in quanto i ricchi latifondisti sono legati da comune interesse con l'oligarchia romana, indifferenti i Greci d'Italia spesso stretti con Roma da trattati favorevoli. Non partecipano invece i Pretuzi, nè la città sannita di Venafro già in possesso della cittadinanza romana, né le colonie latine di Alba Fulcente nel paese dei Marsi ed Esernia nel Sannio, nè Pinna nel paese dei Vestini, nè Minazio Magio di Eclano nel paese degli Irpini. Capitale degli insorti diventa Corfinio Italica, ove si alloggiò il senato della Lega.



IL TRIBUNALE ROMANO

Approvazione a Roma della lex Varia, del tribuno Vario, che istituisce un tribunale speciale per giudicare quelli che avessero istigato gli Italici ad insorgere e i senatori romani filoitalici, il tutto per colpire gli amici dell'assassinato tribuno Marco Livio Druso. Vengono così giudicati:

1) Lucio Calpurnio Bestia, accusato d'essersi lasciato corrompere da Giugurta, che si esilia da solo senza attendere il giudizio.
2) Caio Aurelio Cotta, amico di Druso, accusato da Vario senza attendere il giudizio si esilia da solo.
3) Marco Emilio Scauro, senatore di 72 anni, accusato da Vario per aver cooperato coi ribelli viene processato ma viene assolto dopo le sue parole: "Quinto Vario spagnuolo dice che Marco Emilio Scauro principe del Senato nega; non vi è alcun testimonio; a quale dei due conviene, o Quiriti, che voi prestiate fede?".
4) Mummio viene processato e condannato all'esilio a Delo.
5) Lucio Memmio viene processato e testimonia contro di lui il consolare Lucio Marcio Filippo.
6) Marco Antonio, famoso oratore amico di Druso, viene processato e testimonia contro di lui il consolare Lucio Marcio Filippo.



LA GUERRA

POMPEO STRABONE
- Il legato Pompeo Strabone assedia Ascoli ma è costretto dal pretore confederato Caio Vidacilio a rifugiarsi a Fermo.
- Il legato Caio Perperna viene assalito mentre corre in soccorso della colonia latina Alba Fulcente. 4.000 Romani cadono e gli altri fuggono gettando le armi. Il console Publio Rutilio Lupo destituisce Caio Perperna e dà a Caio Mario il comando dei superstiti.
- Approvazione a Roma della lex Ottavia, proposta dal tribuno Marco Ottavio. E' una legge frumentaria un poi più mite di quella di Caio Gracco.


BATTAGLIA DEL TOLENO

Il console Publio Rutilio Lupo viene sconfitto dal pretore confederato Vettio Scatone sulla riva del  Toleno (Turano), affluente del Velino, presso Carseoli (Carsoli). Rutilio muore e con lui molti patrizi romani insieme a 8.000 militi.
- L'esercito consolare del nord viene allora affidato ai legati Caio Mario e Quinto Servilio Cepione.
- Il legato Q. Servilio Cepione, dopo una vittoria sul console Q. Popedio Silone comandante di Marsi e Vestini, viene dallo stesso attirato in un agguato e ucciso con buona parte dei legionari. Quindi mentre il legato Pompeo Strabone resiste da solo a Fermo, Caio Mario comandante unico dell'esercito consolare col rimanente delle truppe si allinea sulla via Valeria per chiudere l'accesso a Roma.
- Il console Lucio Cesare si accampa nella Campania settentrionale per tagliare la via Appia agli insorti, difendendo la colonia latina di Esernia (Isernia) nel Sannio.
- In Puglia il pretore confederato Caio Vidacilio si impadronisce della città alleata di Canusio e della colonia latina di Venosa. Incopora fra i ribelli i soldati prigionieri e mette a morte gli ufficiali.
- In Lucania il pretore confederato Marco Lamponio vince il legato Publio Licinio Crasso, incendia il suo campo, uccide 800 uomini e lo costringe coi superstiti a rifugiarsi in Grumento.
- Il console italico Caio Papio Mutilo vince il console Lucio Cesare che tenta di soccorrere Esernia e gli fa perdere 2.000 uomini. Il pretore confederato Mario Ignazio si impadronisce a tradimento della prefettura romana di Venafro e assedia Esernia.
- Il pretore confederato Mario Ignazio sconfigge di nuovo il console Lucio Cesare, forte di 20.000 fanti e 4.000 cavalieri e uccide 800 uomini. Il console Cesare, malato in lettiga, si rifugia a Teano sulla via Latina. Da lì, forte di 10.000 soldati venuti dalla Gallia Cisalpina e da cavalleria numida porta aiuto ad Acerre.
- Il legato Lucio Cornelio Silla, con 24 coorti, rompe l'accerchiamento di Esernia difesa dal legato Caio Claudio Marcello e la rifornisce di viveri. Nel ripiegare però verso la colonia latina di Sessa viene circondato dal nemico e con false trattative riesce a scampare col suo esercito.
- Il console confederato Quinto Papio Mutilo fa condurre presso di sé Oxinte, figlio di Giugurta, liberato dal pretore confederato Vidacilio a Venosa dove era al confino e lo nomina re dei Numidi. Questi cominciano a defezionare sicchè il console Lucio Cesare deve rimandarli in Numidia.


BATTAGLIA DI ACERRA

- Mutilo attacca il campo di Lucio Cesare che contrattacca con la cavalleria e uccide 6.000 Italici sanniti. Viene acclamato dai legionari romani imperator (duce vittorioso).
- Il legato Pompeo Strabone, assediato a Fermo dal pretore T. Lafrenio, riceve rinforzi da Servio Sulpicio Galba con truppe cisalpine. Sconfigge gli Italici che ripiegano su Ascoli e Lafrenio cade in combattimento. I Romani li inseguono e ricacciano gli assedianti.
- Il pretore L. Porcio Catone viene mandato in Etruria ed il legato A. Plozio in Umbria per arginare le rivolte.
- Caio Mario e Lucio Cornelio Silla vincono il pretore confederato Erio Asinio che perde 6.000 italici.



LEX IULIA DE CIVITATE LATINIIS ET SOCI DANDA

 Mentre i Romani a sud combattono contro i Sanniti che assediano Acerre il console Lucio Cesare torna a Roma per tenere i comizi consolari per l'89 a.c.  e fa approvare la lex Julia de civitate latiniis (et soci) danda la quale stabilisce:

LUCIO CESARE
1) concessione della cittadinanza a tutti i comuni latini ed alleati che ne facciano richiesta.

2) consente ai comandanti romani  di concedere la cittadinanza agli alleati italici e non che, combattendo sotto i loro ordini, se ne fossero mostrati degni.

3) i nuovi cittadini non saranno iscritti nelle 35 tribù esistenti  ma in nuove tribù che nei comizi avrebbero votato per ultime.

4) Dà la possibilità ai maggiorenti dei nuovi municipi di accedere come candidati alle elezioni in Roma e successivamente al Senato.

- Vengono assunti i nuovi tribuni della plebe tra cui L. Calpurnio Pisone Frugi, plebeo e nipote dell'omonimo autore della lex contro la concussione.
- Vario, giudicato responsabile dell'avvelenamento di Quinto Metello e dell'assassinio di Druso viene esiliato.
- Marco Tullio Cicerone combatte nella guerra sociale, prima nelle fila di Gneo Pompeo Strabone, poi sotto il comando di Silla.


ANNO II DELLA GUERA SOCIALE

- Consules:
LUCIO PORCIO CATONE, patrizio
GNEO POMPEO STRABONE, plebeo

- Consules della confederazione italica:
QUINTO POPEDIO SILONE (marso)
CAIO PAPIO MUTILO (sannita)

- Censores:
LUCIO GIULIO CESARE, patrizio
PUBLIO LICINIO CRASSO plebeo

- Praetor urbanus: AULO SEMPRONIO ASELLIONE
- Praetor peregrinus:
- Praetor (governatore) della Sicilia (I Provincia):
- Praetor (governatore) della Sardegna-Corsica (II Provincia):
- Praetor (governatore) della Spagna Citeriore (III Provincia):
- Praetor (governatore) della Spagna Ulteriore (IV Provincia):
- Praetor (governatore) della Macedonia (V Provincia): CAIO SENZIO
- Praetor (governatore) dell?Africa (VI Provincia):
- Praetor (governatore) dell?Asia (VII Provincia): MANIO AQUILIO
- Praetor (governatore) della Narbonese (VIII Provincia):
- Praetor (governatore) della Cilicia (IX Provincia):
- Praetor: QUINTO CECILIO METELLO PIO

- Praetores della confederazione italica:
CAIO PONTILIO,
MARIO EGNAZIO (sannita),
LUCIO CLUENZIO (sannita),
M. LAMPONIO (ascolano),
CAIO VIDACILIO (ascolano),
ERIO ASINIO (marrucino),
VETTIO SCATONE

- Tribuni plebis:
MARCO PLAUZIO SILVANO
CAIO PAPIRIO CARBONE ARVINA
LUCIO CALPURNIO PISONE FRUGI
LUCIO CASSIO
- Aediles plebis: MARCO FANNIO, LUCIO CRITONIO
- Aediles curules (n° 2):
- Quaestores (n° 8):
- Legati del console Lucio Porcio Catone: LUCIO CORNELIO SILLA, TITO DIDIO,  LUCIO CORNELIO CINNA, QUINTO CECILIO METELLO PIO
- Legatus del console Pompeo Strabone: CAIO COSCONIO
- Legati: SERVIO SULPICIO GALBA, AULO GABINIO
- Comandante dell'armata romana (legato) del Tirreno: AULO POSTUMIO ALBINO
- Tribuni militum (n° 24):
- Princeps senatus: MARCO EMILIO SCAURO (console del 115 a.C., ha 72 anni)

- Senatores (n° 300):
CAIO MARIO
  • MARCO PERPERNA (console), 
  • CAIO MARIO (console), 
  • LUCIO VALERIO FLACCO (console), 
  • AULO POSTUMIO ALBINO (console), 
  • TITO DIDIO (console, 
  • PUBLIO LICINIO CRASSO (console), 
  • LUCIO CORNELIO SILLA (pretore del 97 a.c.), 
  • QUINTO MUCIO SCEVOLA (console del 95 a.c.), 
  • CAIO VALERIO FLACCO (console del 93 a.c.), 
  • LUCIO CORNELIO SILLA (pretore del 97 a.c.), 
  • LUCIO MARCIO FILIPPO (console del 91 a.c.), 
  • LUCIO GIULIO CESARE (console del 90 a.c.), 
  • QUINTO SERTORIO (questore del 90 a.c.), 
  • LUCIO PORCIO CATONE (console del 89 a.c.), 
  • GNEO POMPEO STRABONE (console del 89 a.c.), 
  • SEMPRONIO ASELLIONE (pretore del 89 a.c.), 
  • CAIO SENZIO (pretore del 89 a.c.), 
  • MANIO AQUILIO (pretore del 89 a.c.), 
  • QUINTO CECILIO METELLO PIO (pretore 89 a.c.), 
  • MARCO PLAUZIO SILVANO (tribuno della plebe 89 a.c.), 
  • CAIO PAPIRIO CARBONE ARVINA (tribuno della plebe 89 a.c.), 
  • LUCIO CALPURNIO PISONE FRUGI (tribuno della plebe del 89 a.c.), 
  • LUCIO CASSIO (tribuno della plebe), 
  • MARCO FANNIO (edile della plebe), 
  • LUCIO CRITONIO (edile della plebe)
- Mentre sta sacrificando davanti al tempio della Concordia il pretore urbano Sempronio Asellione viene ucciso dal popolo istigato dai cavalieri, per aver parteggiato per i debitori sul problema dell'usura in quanto si era richiamato alle vigenti leggi sull'usura.


LEX CALPURNIA

Viene approvata con un plebiscito a Roma la lex Calpurnia, proposta dal tribuno Pisone Frugi d'accordo col Senato che:
1) concede la cittadinanza ai soci che avevano combattuto per Roma.
2) i nuovi cittadini saranno iscritti in due nuove tribù.


LEX PLAUZIA PAPIRIA DE CIVITATE SOCIIS DANDA

Viene approvata a Roma, su ispirazione dei censori in difficoltà ad applicare la lex Julia, la lex Plauzia Papiria de civitate sociis danda proposta dai tribuni Marco Plauzio Silvano e Caio Papirio Carbone. Essa:
1) concede la cittadinanza non soltanto agli Italici le cui città l'avessero voluta ma a tutti i residenti d?Italia (sino al fiume Arno e al fiume Esino) che ne avessero fatta richiesta al pretore di Roma entro 70 giorni dalla promulgazione della legge.
2) abroga la lex Julia e la lex Calpurnia sulla costituzione delle nuove tribù. I nuovi cittadini saranno iscritti in 8 tribù probabilmente scelte a sorte tra le 35 esistenti o le 31 rustiche.
3) centocinquanta civitates tra italiche, latine e Laziali (Tivoli, Preneste, Cora, Laurento) ottengono la cittadinanza romana in seguito all'esecuzione delle norme emanate dal senato.



BATTAGLIA DI ASCOLI PICENO

- Il console Pompeo Strabone, fallite le trattative col pretore confederato Vettio Scatone, forte di 60.000 uomini lo affronta e lo sconfigge in battaglia a Ascoli Piceno. Tra gli Italici troviamo 18.000 morti in battaglia, 4.000 morti per fatiche, fame, freddo, 3.000 sono i prigionieri. Il pretore Scatone, arrestato da alcune coorti italiche che defezionano viene ucciso da un servo fedele per sottrarlo al ludibrio. Contemporaneamente Pompeo sconfigge i Piceni usciti dalla città a dare man forte a Scatone.

- Il console Pompeo Strabone sconfigge un distaccamento di 15.000 Italici che si dirige, convinto di non poter rompere l?assedio di Ascoli, attraverso i monti del paese marruccino e peligno verso l'Etruria e l'Umbria. Uccide 5.000 uomini, altri 5.000 muoiono per strapazzi e stenti.
- Il console Pompeo Strabone attacca i Vestini, li costringe alla resa e libera Pinna.
- Il legato Servio Sulpicio sconfigge i Marruccini a Teate (Chieti).
- Il legato Servio Sulpicio Galba attacca i Marrucini e li sconfigge a Teate (Chieti), attacca poi i Peligni. Entrambi i popoli si arrendono. La capitale confederata da Corfinio (Italia o Italica) viene sostituita da Boviano nel Sannio.
- Il console Lucio Porcio Catone riporta inizialmente vari successi sulla bellicosa tribù dei Marsi, ma viene poi sconfitto. Subisce un tentativo di lapidazione da parte dei legionari per la sua severità e viene ferito dal figlio di Caio Mario. Cade poi morto presso il Fucino.
LUCIO CORNELIO SILLA
- I legati Lucio Cornelio Silla e Tito Didio conquistano Ercolano e Pompei.
- Il legato Lucio Cornelio Silla espugna Stabia e la distrugge, il legato Tito Didio prende Ercolano..
- Il legato Aulo Postumio Albino viene lapidato dai soldati per la sua durezza.
- In uno scontro con il pretore confederato Cluenzio (sannita) venuto a difesa di Nola, muore il legato Tito Didio. Il legato Cornelio Silla interviene e sconfigge Cluenzio accorso in aiuto di Pompei assediata dai Romani. Vengono uccisi 18.000 Sanniti e cade lo stesso Cluenzio. Silla inizia l'assedio di Nola e muove verso l'Irpinia ove conquista Eclano e Compsa con 1 legione di Irpini fedeli guidata da Minazio Magio.
- Il legato Silla entra nel territorio dei Pentri, la massima tribù sannitica e sconfigge il console confederato  Caio Papio Mutilo che ferito si rifugia ad Esernia che diviene la terza capitale degli Italici, che resisterà ai Romani fino all'80 a.c. prima di arrendersi.
- Il legato Silla in sole tre ore conquista Boviano, ex capitale e quartier generale della confederazione italica.
- Il legato Caio Cosconio, distaccato da Pompeo, si reca in Puglia incendia Salapia, devasta i territori di Ascoli Satriano e di Venusia, colonia latina caduta in mano ai Sanniti e si trincera a Canne. Si scontra prima a Canusio (canosa) col pretore confederato (sannita) Mario Egnazio, che forse muore in battaglia, poi presso il fiume Aufido (Ofanto) ove sconfigge il sannita Trebazio (o Mario Egnazio?). Periscono 15.000 Sanniti. Dopo di ciò si arrendono i Pencezi (o Pedicoli).
- Il legato Aulo Gabinio espugna molte fortezze ma poi cade in un agguato.
- I legati Lucio Cornelio Cinna e Quinto Cecilio Metello Pio piegano la resistenza dei Marsi e ne ottengono la resa. Il console confederato
- Quinto Popedio Silone si rifugia nel Sannio per continuare la guerra.
- Lucio Cornelio Silla si reca a Roma per preparare la propria candidatura a console per l?anno 88 a.c.
- Il pretore confederato (ascolano ) Caio Vidacilio con 8 coorti riesce a forzare il blocco assediante Ascoli ed entrare in città, ma vista l'impossibilità di resistere si dà la morte.
- RESA DI ASCOLI.
Dopo un lungo assedio la città confederata di Ascoli Piceno si arrende. I maggiorenti e gli ufficiali sono vergheggiati e decapitati, gli schiavi venduti, la popolazione cacciata, la città data alle fiamme. Il console Pompeo Strabone tiene per sé ed i suoi soldati tutto il bottino



LEX PLAUZIA

- Viene approvata a Roma la lex Plauzia, presentata dal tribuno Marco Plauzio Silvano, secondo cui il collegio giudicante nei processi di perduellione è costituito da 15 membri (5 senatori, 5 cavalieri, 5 plebei) designati da ciascuna delle 35 tribù.



LEX POMPEIA

- Viene approvata a Roma la lex Pompeia, presentata dal console Pompeo Strabone. Essa accorda i diritti latini (ius Latii) agli alleati (dei Romani) abitanti oltre il fiume Po fino alle Alpi compresa Aquileia (Gallia Transpadana) e gli indigeni liguri ed emiliani cui la cittadinanza non era riconosciuta in base alla lex Julia e Plauzia Papiria.


BIBLIO

- Gaetano De Sanctis - La guerra sociale - a cura di L. Polverini - Firenze - 1976 -
- Paolo Sommella - Antichi campi di battaglia in Italia, contributi all'identificazione topografica di alcune battaglie d'età repubblicana - Roma - De Luca - 1967 -
- Giovanni Brizzi - Storia di Roma: Le guerre civili - libro 1 e 2 - a cura di Atto Rupnik - Roma - Idee nuove - 2004 -


2 comment:

Anonimo ha detto...

Siano stramaledette le ossa di Silla. Un impero nato sulla sopraffazione e sull'imbroglio, non certo sul valore e sulle virtù che erano presenti invece solo presso gli antichi Romani.
Il cuore dell' Italia fu l'Italia centrale.
La STORIA , quella maiuscola, viene alla luce.

Anonimo ha detto...

A proposito di Guerra Sociale, vi stra consiglio il fumetto La Guerra dei Marsi di Famtauzzi

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