VALERIO MESSALLA CORVINO



URNA CINERARIA DI CORVINO

Nome originale: Marcus Valerius Messalla Corvinus.
Nascita: 64 a.c.
Morte: 8 a.c.
Incarico politico: 61-43 a.c.


Marco Valerio Messalla Corvino (latino: Marcus Valerius Messalla Corvinus; 64 a.c. – 8) fu un importante generale della Repubblica romana, nonchè scrittore e patrono della letteratura e delle arti.

I Valerii risiedevano sulla sommità della collina Velia, e godettero a Roma di straordinari privilegi, tra i quali quello di essere gli unici le cui porte si aprivano direttamente sulla strada; nel circo avevano un seggio speciale a loro riservato. Inoltre potevano seppellire i loro defunti all'interno delle mura della città, privilegio riservato a pochissime famiglie, che mantennero anche quando passarono dall'uso dell'inumazione a quello della cremazione.

Sembra inoltre che durante il periodo di transizione dalla monarchia alla repubblica, i membri della Gens Valeria avessero il privilegio di esercitare i poteri regi, in virtù della loro origine sabina e quindi della loro appartenenza alla tribù dei Tities. Infatti diversi membri della Gens Valeria ebbero diritto di coniare monete, sulle quali troviamo incisi i cognomen Acisculus, Barbatus, Catullus e Flaccus.

Valerio era dunque uomo ricco e influente, di tradizioni repubblicane, di vasta cultura e grande amante delle lettere, ma antecedentemente si occupò di milizia. Nessun romano poteva del resto essere stimato se non aveva servito la patria con onore e dedizione.

In ottemperanza ai suoi ideali repubblicani si unì ai cesaricidi  e nella battaglia di Filippi combatté con Bruto e Cassio. In seguito però cambiò idea e si schierò dalla parte di Antonio, ma poi cambiò idea nuovamente ed entrò nelle file di Ottaviano.

TRIONFO DI CORVINO SUL PALAZZO KRASINSKI (VARSAVIA)
Console nel 31 a.c, assieme ad Ottaviano, prese parte con lui alla Battaglia di Azio contro Antonio. Ottaviano, memore della clemenza di Cesare e facendone tesoro come guida di comportamento, non solo lo perdonò d'aver combattuto contro di lui ma gli affidò addirittura il comando nell'Oriente, anche perchè ne conosceva il valore come generale.

Qui Valerio vinse gli Aquitani in rivolta nel 28 a.c. e per questa vittoria celebrò un trionfo nel 27 a.c. Infine, con l'inizio del principato, abbandonò completamente la politica per dedicarsi alle lettere ad alle arti. Ma prima di ciò ricoprì diverse magistrature per volere di Augusto, che dimostrò ancora una volta di saper perdonare le offese come il grande Cesare.

Nel 26 fu nominato infatti praefectus urbis e nel 2 a.c. propose il titolo di pater patriae per Augusto. Sposò Terenzia, vedova di Cicerone e di Sallustio, e in seconde nozze Calpurnia.

Influenzò considerevolmente la letteratura che incoraggiò. sull'esempio di Mecenate, creando un circolo di letterati. artisti e sapienti, riconosciuto da tutti come il "Circolo di Messalla". Tra gli altri comprendeva Tibullo, Ligdamo e la poetessa Sulpicia, oltre a un giovanissimo Properzio e Ovidio nei primi anni di produzione. Fu amico di Orazio ed Ovidio. Tibullo lo descrive coraggioso e lieto di andare a cercare la gloria in guerra come a godersi nei piaceri la pace in villa.

Il suo mecenatismo consisteva nel dare ospitalità agli artisti, per brevi o lunghi periodi, fornendo cibi, letto, regali, o addossandosi le spese delle pubblicazioni che ovviamente erano trascritte a mano, pertanto costose nella produzione e nel prezzo di vendita. Gli furono dedicati due panegirici, uno nel Catalepton virgiliano e uno nel Corpus Tibullianum.

Lo stile di Messalla è definito nitido e candido da Quintiliano e lo Cicerone ne parla come una delle maggiori promesse dell'eloquenza romana. Appartiene ai poeti di ispirazione neoterica e per questo non richiede agli artisti del suo circolo impegno civile o politico, preferendo ancora una poesia di temi privati ed evasiva.

PARTICOLARE DEL TIMPANO RAPPRESENTANTE IL TRIONFO DI CORVINO
Tibullo fu l’esponente principale; lo stesso Corpus Tibullianum testimonia dell’attività del circolo. Tibullo, come risulta da due elegie del I libro, fece parte della cohors amicorum, del seguito di Messalla, seguendolo in diverse spedizioni.

Mentre il circolo di Mecenate sembra un’emanazione diretta del principe e della sua ideologia, quello di Messalla ne è più avulso anche se, una volta schieratosi dalla parte del futuro principe, lo servì fedelmente e ne approvò la politica. Tuttavia, ciò non lo indusse mai a farsi aperto propagandista dell’ideologia del principato. Messalla non si staccò mai da Augusto, non gli fu mai ostile, ma volle una propria autonomia privata.

Il legame con Augusto non gli impedì di mantenere una certa indipendenza, come quando nel 26, assunse la carica di prefetto della città (praefectus urbis), dalla quale si dimise dopo soli sei giorni, perché non riteneva di poterla esercitare in piena autonomia. Fu acuto critico letterario, oratore ammirato da Tacito e da Quintiliano per la sua grazia e per la cura formale; scrisse versi leggeri in latino e in greco. Della sua produzione non è rimasto nulla.

Suoi omonimi furono il padre Marco Valerio Messalla Corvino, console nel 61 a.c. e un discendente Marco Valerio Messalla Corvino console nel 58 come collega dell'imperatore Nerone. Una sua parente (forse una sorella) sarebbe la Valeria, sposa di Quinto Pedio, console nel 43 a.c., insieme ad Augusto, che aveva proposto la lex Pedia contro i Cesaricidi. .



SCOPERTA LA VILLA DI MESSALLA (Fonte)

Nel territorio del Comune di Ciampino è stata scoperta la villa di Marco Valerio Messalla Corvino, mecenate di Ovidio. Negli scavi trovate anche le statue che ispirarono al poeta il racconto del mito di Niobe nelle "Metamorfosi"

"Il cenacolo dei grandi poeti latini d'età augustea, da Ovidio ad Albio Tibullo, riprende vita alle porte di Roma, a Ciampino. Una scoperta che gli archeologi definiscono "eccezionale".
È la villa romana attribuita a Marco Valerio Messalla Corvino, console insieme a Ottaviano e comandante nella battaglia di Azio del 31 a.c..

Ma soprattutto mecenate di poeti e intellettuali d'età augustea che hanno scritto la storia della letteratura classica.
A restituire la villa, citata dalle fonti e il cui riferimento a "Valerii Messallae" deriva dai bolli sulle tubature, è il quartiere termale, dove gli ambienti sfoggiano frammenti di mosaici.
Ma a confermare che si tratta del tesoro di Messalla potrebbe essere un altro ambiente, distante alcune decine di metri: la natatio, la piscina all'aperto lunga oltre venti metri, con le pareti dipinte di azzurro.

Dall'interno della vasca sono riaffiorate una serie di sculture straordinarie.

Sette statue integre, con alcune mutilazioni ricostruibili, di oltre due metri d'altezza. Un repertorio statuario che illustra il mito di Niobe e dei Niobidi.

"Una di quelle scoperte che capita una sola volta nella vita di un archeologo", racconta Aurelia Lupi, guida, sotto la direzione scientifica di Alessandro Betori, dell'équipe della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio che tra giugno e luglio scorsi hanno avviato una campagna di sondaggi preventivi su un'area interessata da un progetto di edilizia sulla via dei Laghi all'interno dei cosiddetti Muri dei Francesi, una proprietà privata corrispondente al Barco dei Colonna.

L'area è la stessa finita di recente sulle cronache per la triste vicenda del Portale di Girolamo Rainaldi, il maestoso ingresso barocco crollato e lasciato in stato di abbandono.

"Statue di Niobe ne sono state trovate in passato, ma nel caso di Ciampino abbiamo buona parte dell'intero gruppo", sottolinea la soprintendente Elena Calandra:
"Sette statue d'età augustea complete, ma anche una serie di frammenti che possono essere ricomposti".

Capolavori che mettono in scena la tragedia del mito, la punizione della superbia di Niobe.

"Queste statue entreranno nei manuali di storia dell'arte classica" aggiunge Calandra.

Le meraviglie del circolo di Messalla dovevano ornare i quattro lati della piscina e un basamento in peperino al centro della vasca.
Sono rimaste inviolate sotto terra per secoli, probabilmente dopo che un terremoto nel II secolo le ha fatte precipitare sul fondo della vasca.

"Le sculture ci offrono nuove testimonianze sull'iconografia di Niobe" dice Alessandro Betori, direttore scientifico degli scavi.

"Nel gruppo spiccano due figure maschili di giovani colti nell'atto di osservare l'eccidio dei fratelli che appaiono a tutt'oggi inediti. E soprattutto, la villa da cui provengono appartiene a Messalla, protettore di Ovidio.

Non è un caso che la descrizione più vivida del mito di Niobe si trovi proprio nel suo capolavoro, le Metamorfosi. Da assiduo frequentatore del circolo, il poeta avrà forse avuto modo di vedere il gruppo dei Niobidi in tutto il suo splendore e di rimanerne ispirato".

Oppure, potrebbero essere stati i versi del poeta a suggerire a Messalla il tema del gruppo scultoreo che doveva impreziosire la piscina della villa.
Dalla scultura alla poesia, insomma. Ora servono risorse per restaurare e valorizzare le opere."



BARCO COLONNA

Ora la Soprintendenza archeologica per il Lazio ha scoperto la villa romana di Messalla all’interno dei cosiddetti Muri dei Francesi, una proprietà privata corrispondente al Barco Colonna, affacciata sulla via dei Laghi.

C''è un quartiere termale costituito da alcuni ambienti a mosaico e una natatio, piscina all’aperto lunga oltre 20 m, con le pareti affrescate. Da qui sono riaffiorate sette statue che illustrano il mito di Niobe e dei Niobidi. Sculture imponenti, di straordinaria bellezza. Il Barco Colonna è un'area di verde pubblico situata nel comune di Marino, nella zona dei Castelli Romani. Occupa l'area di un'antica riserva di caccia o Barco della famiglia Colonna.

Il Barco sorge in una vallata umida solcata dalla Marana delle Pietrare, una delle più rilevanti zone dei Colli Albani sorta alla fine del XVI sec., dato che nel 1590 venne edificato il portale a bugne in peperino che sorge sul viale principale dell'area verde.

Il parco aveva fontane monumentali, adorne di statue alte fino a due m in peperino, di cui oggi ci restano solo poche testimonianze, come un nicchione e il Cellone, caratteristica statua acefala semi-nascosta fra le piante. Al termine del viale, dove si apre una radura, vi era un teatro delle acque, oggi rimpiazzato dalla cabina dell'acquedotto comunale.
Divenuto dal 1916 di proprietà del Comune di Marino.



MA ECCO IL RISVOLTO DELLA MEDAGLIA
FERMATEVI!
NON SEPPELLITE CON IL CEMENTO BELLEZZA STORIA E PAESAGGIO.


La villa di Marco Valerio Messalla Corvino, rinvenuta pochi mesi fa a Ciampino nei pressi di Roma, insieme alle sette straordinarie sculture di Niobe e dei suoi figli è in pericolo.
55.000 metri cubi di cemento potrebbero essere costruiti ad appena pochi metri di distanza dall'area degli scavi e dalla piscina, scenario originale delle sculture.
L'area dei rinvenimenti è denominata Muri dei Francesi, toponimo legato alla battaglia che lì si svolse e che determinò la fine della cattività avignonese del papato.

Area descritta dalla stessa Soprintendenza Archeologica di notevole valore ambientale, paesaggistico, storico e monumentale già prima delle sensazionali scoperte. Conserva infatti i resti del Barco Colonna, con casali secenteschi e il portale attribuito a Girolamo Rainaldi, dichiarato fin dal 1935 patrimonio nazionale, rovinosamente crollato nel 2011 e finora non restaurato.

Quel luogo, ancora intatto, ha ispirato il circolo letterario di Messalla, frequentato dai più grandi autori classici latini, luogo che con Ovidio e le sue Metamorfosi, permise l'incredibile osmosi tra letteratura e arte plastica rappresentata dal gruppo di Niobidi.

A Ciampino, nell'altra area di scavo in località Colle Olivo, è già stata decisa l'edificazione di 67.000 metri cubi per l'edilizia convenzionata, ad appena 10 metri dalla piscina e dalle terme che sono state recentemente scoperte, stando agli esperti, copia fedele in scala ridotta delle Terme di Ostia Antica.

Edificazione che, a ridosso della sommità del colle, compromette la particolare bellezza dell'orizzonte.

Ad essere in pericolo non sono solo i singoli reperti, ma "l'insieme" materiale ed immateriale costituito dai siti dei ritrovamenti tutti di straordinario valore, archeologico e paesaggistico. Tutti insistenti su di una stessa fascia, a ridosso dell'Appia Antica, tra la "Piana di Ciampino" e le prime pendici dei Castelli Romani, che interrompe il continuum edilizio tra Roma e l'area dei Colli Albani.Per questo motivo chiediamo:

- Di mettere urgentemente in sicurezza quanto rimane del Portale secentesco e provvedere alla sua ricostruzione.

- Di fermare le costruzioni a ridosso dei beni rinvenuti.

- Che venga rispettato il dettato dell'articolo 9 della Costituzione: "La Repubblica [...] Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".

- Che venga rispettato il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, in particolare prescrivendo "le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l'integrità del bene culturale, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce".

- Che anche a Muri dei Francesi e a Colle Olivo sia attuato il criterio di tutela espresso nella recente sentenza del Consiglio di Stato in cui si afferma che "cura dell'interesse pubblico paesaggistico concerne la forma circostante, non le strette cose infisse o rinvenibili nel terreno con futuri scavi".

- Che l'intera area del Parco dei Casali sia destinata alla città come patrimonio intangibile da salvare senza cedere a derive speculative che compromettono per sempre la ricchezza del territorio.



LE SPECULAZIONI EDILIZIE (Fonte)

Che alle numerose distruzioni perpetrate anche in anni non lontani nell’area dei Castelli romani non se ne aggiungano di nuove. Come il caso della villa cosiddetta di Augusto, nel territorio di Velletri, nella cui area, nonostante un vincolo archeologico, si è continuato a costruire, o come il caso di Colle Cagnoletto, nel territorio di Genzano, un’altura affacciata sulla via Appia antica, sulla quale la costruzione di un centro residenziale, alla fine degli anni Ottanta del Novecento, ha polverizzato diverse ville romane.

L’amministrazione Comunale di Ciampino continua a confermare i due siti archeologici come luogo per l’edificazione delle zone 167 e rimane completamente insensibile all’importanza storica delle aree e al loro valore!

Quali interessi legano il sindaco, la giunta e le due soprintendenze, che da mesi tengono segreta l’importanza dei ritrovamenti?

Si tratta di ville romane venute alla luce insieme a strutture termali di notevoli dimensioni, magazzini, locali di servizio, statue, mosaici, ecc.. 

In una villa, attribuita a Marco Valerio Massalla Corvino, ultimo console insieme ad Ottaviano, sono state rinvenute ben 7 statue di marmo perfettamente conservate, tutte collocate intorno alla vasca termale e riferite al mito delle Niobi, descritte da Ovidio per le sue “Metamorfosi”, assiduo frequentatore del cenacolo culturale del console, che riuniva dotti e letterati nella sua sontuosa villa, a Muro dei Francesi.

Il Movimento Ciampino Bene Comune ha condiviso e sostenuto la battaglia delle associazioni cittadine per la salvaguardia e la valorizzazione delle aree archeologiche a Ciampino e richiede ora che la Soprintendenza Archeologica diffonda le informazioni sul ritrovamento dei reperti, confermando l’importanza delle aree, contrapponendo così alle mire degli interventi edilizi la necessità di una loro estrema tutela.

Le Soprintendenze ignorano da mesi le richieste di ben 22 associazioni cittadine per conoscere le notizie sui ritrovamenti. Anche l’interpellanza parlamentare dell’on. Antonio Rugghia è rimasta senza esito.

Perché la Soprintendenza ai Beni Archeologici non ha divulgato le informazioni sull’importanza dei siti archeologici di Colle Olivo e di Muro dei Francesi a Ciampino?

Perché la Soprintendenza ai Beni Paesaggistici non è ancora intervenuta con la tutela del vincolo sull’intera area del “Barco dei Colonna”?

Ci preoccupa che sindaco e soprintendenze continuino a incontrarsi senza far conoscere ai cittadini la consistenza e la qualità dei ritrovamenti e gli elementi di valutazione che determineranno le scelte e le decisioni sulle aree archeologiche e la loro tutela. Alle richieste di conoscenza delle associazioni e dei cittadini si risponde: “Non siete graditi”.


BIBLIO

- Eva Cantarella - «Messalla, Ovidio e il circolo dei poeti» - Corriere della Sera -13 gennaio - 2013 -
- Albio Tibullo e autori del Corpus tibulliano - Elegie - Traduzione di Luca Canali - introduzione e commento di Luciano Lenaz - Milano - Rizzoli - 1989 -
- Antonio La Penna - Relativismo e sperimentalismo di Ovidio - in Giuseppe Rosati - Narciso e Pigmalione - Sansoni - Firenze - 1983 -
- Neera di Ligdamo - Versione di G. B. Pighi - Milano - All'insegna del pesce d'oro - 1960 -


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