CASA DELLA PROCESSIONE DIONISIACA (Tunisia)





Le feste di Dioniso non solo stringono il legame tra uomo e uomo, ma riconciliano anche uomo e natura. Spontaneamente la terra offre i suoi doni e gli animali più feroci si avvicinano pacificamente: il carro di Dioniso, incoronato di fiori, è tirato da pantere e da tigri. 
Tutte le divisioni di casta, stabilite tra gli uomini dalla necessità e dall’arbitrio, scompaiono: lo schiavo è uomo libero, il nobile e l’uomo di basse origini si riuniscono nei medesimi cori bacchici.
Il vangelo dell’ «armonia universale» si aggira da un luogo a un altro in schiere sempre più numerose: cantando e danzando, 
l’uomo si manifesta come membro di una comunità superiore e più ideale; ha disimparato a camminare e a parlare. C’è di più: egli si sente preda di un incantesimo ed è realmente diventato qualcosa di differente.
Come gli animali parlano e la terra dà latte e miele, così anche risuona da lui qualcosa di soprannaturale. Egli sente se stesso come dio, e quello che altrimenti viveva solo nella sua immaginazione, ora egli lo sente in se stesso.


(F. NIETZSCHE, “La visione dionisiaca del mondo”)


La “Maison de la procession dionysiaque”, ovvero la Domus della Processione Dionisiaca, è un ampia casa a peristilio, tra le maggiori scavate ad El Jem, nell'attuale Tunisia, e risalente all'età antonina: un'epoca di grande sviluppo e ricchezza per tutto l'impero romano, Africa compresa.

I romani attraverso cisterne, dighe e pozzi erano riusciti a rendere almeno in parte fertili zone che non lo erano prima e che non lo furono dopo (la caduta dell'impero), producendo ricche colture e grandi scambi commerciali tra sud e nord, e tra occidente e oriente.

« [Dal 98. al 180.] tutta la potenza esecutiva del Governo. Nel felice corso di più d'ottant'anni, la pubblica amministrazione fu regolata dalla virtù e dalla abilità di Nerva, di Traiano, di Adriano, e dei due Antonini. In questo e nei due seguenti capitoli, descriveremo il prospero stato del loro Impero, ed esporremo le più importanti circostanze della sua decadenza e rovina, dopo la morte di Marco Antonino (cioè Marco Aurelio 121 - 180); rivoluzione che sarà rammentata mai sempre, e della quale le nazioni della terra tuttor si risentono. »

(Edward Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano)


Le immagini del grande mosaico famoso in tutto il mondo prevedono (da sin. verso dex):

1) - un piccolo altare con festoni e contenitore metallico in oro posto sopra di esso
2) - una Menade, cioè una seguace di Dioniso,  discinta, in possesso di un tamburello e incoronata da un serto di foglie di vite e uva. Questa donna era sia danzatrice e musicista; si può immaginare che bevendo e danzando entrasse in trance durante le processioni.
3) - un albero senza foglie, simile a una vite (la caducità della vita?)
4) - un personaggio maschile (satiro), a torso nudo, in possesso di un sorta di flauto di Pan.
5) - Dioniso / Bacco, raffigurato come un bambino, in sella a un leone, che egli conduce con le redini. La testa di leone è china in segno di sottomissione, il Dio aveva il potere di addomesticare gli animali selvatici, incoronato con una corona di foglie di vite e grappoli d'uva. Aveva in suo possesso un grande vaso d'oro (cratere). Sotto i piedi di leone c'è un'altro tamburello.
6) - un monumento colonnare su cui è attaccato un tamburello.
7) - un personaggio maschile (satiro), a torso nudo, con una sorta di grande corona di foglie di vite intorno al collo e una corona di verdure in testa.
8) - Sileno, il vecchio, completamente nudo, seduto su un cammello. Ci viene mostrata una sorta di cestino sotto il braccio destro e una cornucopia sotto il braccio sinistro.
9) - una pantera, animale comune nelle rappresentazioni di Bacco, posta aldisotto del cammello.
10) - Mystis, la donna che chiude la processione e che ha cresciuto Bacco. Ella porta sulla sua testa un grande cesto, che aveva servito come la culla a Bacco bambino e contiene varie offerte (frutta e un fallo, cioè i simboli di fertilità).

IL CORTEO DIONISIACO (Museo di Sousse)
Nel mosaico della processione dionisiaca: Dioniso, un bambino che guida un leone, è circondato da un ballo Bacchante che batte su un tamburello, due satiri, Silenus appollaiato su un dromedario, una pantera (assimilata ai bacchantes) e la sua nutrice Mystis. Quest'ultima porta sulla testa il liknon, la prima culla del dio in cui vengono offerte offerte di fuits e un fallo che è coperto da un velo.

Questo tipo di scena è chiamato "thiasos Bacchus", cioè una processione rituale del Dio Bacco. Sappiamo che molti mosaici in Africa hanno lo stesso tema; ci sono diverse altre copie di questa scena di El Jem soprattutto. 

C'è anche un bellissimo mosaico con lo stesso tema presso il Museo di Sousse (Bacco è mostrato su un carro trainato da quattro tigri). 

C'è anche un bellissimo mosaico con lo stesso tema presso il Museo di Sousse (Bacco è mostrato su un carro trainato da quattro tigri). 

RESTI DELLA VILLA

LA DOMUS

La Domus romana ha rivelato un ricchissimo complesso musivo, tra i più significativi di tutta l’Africa romana. L’entrata della casa è posta nell’angolo sud est dell'edificio. Al vano d’ingresso segue un atrium piuttosto stretto, ambedue ornati da un semplice zoccolo musivo. Volgendosi a destra si entra nell’ampio peristilium, sul quale si aprono gran parte delle stanze che compongono l’edificio.

Il peristilio presenta una decorazione geometrica, in opus tessellatum; il lato ovest, quello sul quale si aprono il triclinium ed una piccola esedra, decorata da pampini di vite, presenta un disegno più minuto e una tecnica più curata.

La planimetria dell’edificio presenta alcune significative particolarità: il giardino è l’unico noto in città, insieme a quello della “Maison du Paon”, ad essere trasformato in un autentico viridarium, mentre in genere prevalevano cortili battuti, con poche piante, vista la scarsità d’acqua della regione. 


Un muretto, decorato con simboli dionisiaci, separa il cortile dai corridoi di raccordo, isolando i due spazi e schermando la luce proveniente dall’esterno. L’area dell'atrium, per quanto esso sia angusto, presenta una insolita grandezza e complessità, per la presenza di numerosi vani di servizio non pavimentati affiancati all’atrio vero e proprio, decorato con un mosaico geometrico in bianco e nero. 

Il triclinium, come stanza di rappresentanza e di allegra sosta conviviale, possiede una finissima e ricca decorazione figurata, formata da un pannello rettangolare, disposto sulla soglia, con la raffigurazione del trionfo di Dioniso, e da un ampio campo rettangolare con ghirlande floreali che circondano busti di stagioni e figure dionisiache.

La decorazione figurata caratterizza, più complessa e costosa di quella geometrica, anche le stanze collocate a nord est, in un’area ancora solo parzialmente scavata, architettonicamente separata dal resto dell’edificio.

Queste stanze infatti non si aprono direttamente sul peristilio, ma su un corridoio che lo separa dalle stanze di quest’ala dell’edificio, e che presenta la decorazione di un mosaico geometrico analogo a quello del peristilio. 

DIONISO BAMBINO SUL LEONE
I mosaici di queste stanze, realizzati in opus tessellatum, e caratterizzati da una decorazione prevalentemente figurativa, si distinguono per l’altissima cura con cui sono realizzati, e per la preziosità dei materiali. Ma anche tra i più problematici per quanto riguarda la loro interpretazione.

I mosaici figurati sono destinati invece alla decorazione degli ambienti di rappresentanza, triclinium (J) e oeci (A, C), mentre le altre stanze hanno solo motivi decorativi. Le stanze di servizio, come la grande cucina (M), hanno come pavimento una semplice gettata di materiale cementizio.

Decisamente insolita l’organizzazione di tutto il lato sud ovest, ove si apre una serie di piccoli vani affiancati che farebbero pensare a cubicula se non fosse per la completa assenza di rifiniture pavimentali che li definisce come stanze per la servitù o comunque vani di servizio.

Le decorazioni della “Maison de la Procession dionysiaque” sono legate alle funzioni dei singoli vani, nonché al percorso che doveva essere svolto dal visitatore dell'epoca, con una progressione verso vani decorati da mosaici sempre più complessi, qualitativamente superiori, e materialmente più preziosi, man mano che si procede verso l’interno della casa, e quindi verso le zone private.

I primi vani dell’edificio (atrium e peristilum) hanno decorazione solo geometrica; a partire dalla piccola esedra che chiude il lato sud del peristilio, si incontrano le raffigurazioni dionisiache, che divengono dominanti nel triclinio.


A venir evocato è soprattutto il thyasos dionisiaco, il passaggio del Dio sulla terra, accompagnato dai suoi seguaci, apportatore di felicità ed abbondanza, simboleggiata dalle stagioni. Il thyasos è espressamente rappresentato nel pannello orizzontale, posto sulla soglia dell’edificio, ed evocato dalle singole figure che ricorrono nel pannello centrale.

Il motivo del thyasos dionisiaco ritorna, ma in forma abbreviata, in un altro mosaico dell’edificio: quello che decora la stanza dove è raffigurato Dioniso fanciullo, cavalcante una tigre, circondato dalle piante stagionali. Nella stessa sala un pannello orizzontale posto al di sopra di detto mosaico mostra i busti delle quattro stagioni circondati di pampini.

In entrambi questi mosaici si trova la raffigurazione di Dioniso intento a versare del vino da un contenitore: rispettivamente un kantharos e uno skyphos; il gesto rappresenta il potere rigeneratore del Dio, signore delle forze vitali della natura.

L’ultimo mosaico figurato proveniente dalla “Maison de la procession dionysiaque” introduce un nuovo elemento iconografico: l’associazione fra le stagioni e Annus. Il mosaico decorava un oecus, posto nell’ala N-E dell’edificio, quella maggiormente caratterizzata in chiave di prestigio sociale.

L’importanza del vano è, inoltre, evidenziata dal fatto che esso immette nell’unica stanza (B) che ha restituito tracce di una pavimentazione in opus sectile. La figura di Annus è accompagnata da numerosi simboli dionisiaci, mentre personaggi del corteggio del Dio sono collocati all’interno della ricca decorazione vegetale.

IL PERISTILIO
Annus è quindi visto in stretta relazione con Dioniso, ipostasi stessa del Dio. Annus è inoltre colui che guida il corteo delle stagioni, connesso idealmente al thyasos dionisiaco, secondo una tradizione che risale all’età ellenistica.

La particolarità del tema iconografico, con i continui richiami alle stagioni e al mondo dionisiaco, ha portato L. Foucher ad interpretare l’edificio come sede di un collegio dionisiaco, analogo alla “Villa dei Misteri” di Pompei.

Questa ipotesi si basa su tre elementi: la coerenza del programma decorativo, con il sistematico richiamo a Dioniso e al suo mondo; le ampie dimensioni del triclinium e, soprattutto, della cucina, vengono connesse allo svolgimenti di banchetti corporativi all’interno dell’edificio; e infine, dalla presenza di un piccolo vano, collocato nell’ala nord est dell’edificio, decorato a grottesche, interpretato dallo scavatore come un sacello.

L’edificio ha restituito numerosi frammenti di affresco, tutti di soggetto dionisiaco, piedi di letti triclinari in bronzo, ed una corona di foglie sempre in bronzo.



FOUCHER E L'IPOTESI INIZIATICA

L. Foucher propone una lettura della planimetria dell’edificio secondo lo svolgimento delle cerimonie iniziatiche, più o meno in questa sequenza:

1) Il candidato, dopo dieci giorni di astinenza sessuale cominciava il suo percorso iniziatico entrando dal vestibolo nella galleria di sud ovest.

2) Al termine del corridoio si trovava di fronte ad un piccolo vano absidato il cui mosaico presentava un vaso da cui fuoriescono pampini di vite, prima immagine simbolica della presenza.

3) Entrava poi nel grande triclinium, trovandosi subito di fronte la processione trionfale del Dio, la cui potenza è espressa dal dominio sulle fiere. Il vano era probabilmente destinato ad un pasto preiniziatico.

4) Seguiva il percorso negli ambienti dei possibili oeci, decorati con motivi decorativi ed apotropaici (piume di pavone).

5) Qui doveva ascoltare gli I)eroi/ lo/goi, i discorsi sacri che narravano della morte e della resurrezione di Dioniso.

6) Infine subire la triplice purificazione attraverso il fuoco (fumigazioni con torce), l’acqua (abluzioni) e l’aria (ventilazioni).

7) poichè, secondo Foucher, la funzione dei riti iniziatici era di coinvolgere emotivamente piuttosto che di insegnare, seguiva a questo un'atmosfera misterica. Il vano F apparentemente privo di fonti di luce e a livello interrato rievocherebbe la grotta di Nysa, dove il giovane Dioniso era stato allevato dalle ninfe.
Sicuramente il candidato non si limitava ad ascoltare, ma partecipava pronunciando formule rituali che sottolineavano una rappresentazione mistica della morte e della resurrezione del Dio, partecipando alla sua passione e alla sua rinascita.

8) Il momento più importante era dato dal disvelamento del fallo sacro contenuto nel liknon, in quel momento gli veniva rivelato il suo contenuto e la sua valenza simbolica: come la terra diveniva fertile grazie alle sementi purificate contenute nel liknon così il mystes riconosceva il germe della rigenerazione che gli consentiva una seconda nascita.

9) La cerimonia poteva comprendere una flagellazione rituale (!) che lo liberava completamente dalla sua natura passata e dalla realizzazione di un tatuaggio che identificava gli iniziati.

10) L’iniziato passava poi attraverso nella sala E decorata con un mosaico a piume di pavone, animale simbolo di immortalità perché le sue carni era considerate immarcescibili, nella sala dove gli veniva mostrata l’immagine di Dioniso bambino a cavallo di una tigre, non più sostenuto dagli aiutanti e perfettamente capace di dominare la fiera, simbolo dell’iniziato ormai capace di dominare sulle forze malvagie grazie alla protezione del Dio.

11) Infine veniva condotto nella sala A dove gli veniva rivelato l’ultimo aspetto del Dio, quello di Cosmocrator, signore del mondo e garante della vita, signore delle stagioni apportatrici di fecondità e quindi identificato con il genio dell’anno.

C'è da obiettare che la pianta dell’edificio, impostata sull’ampio peristilio, con l’ingresso diagonalmente collocato rispetto ad una grande sala da pranzo, si ritrova in altre ricche domus africane. Poi il tema dionisiaco, come quello stagionale, sono particolarmente diffusi ad El Jem, a partire dalla metà del II sec. fino a tutta l’età severiana.

Per D. Parrish invece non vi sono elementi certi per considerare la “Maison de la procession dionysiaque” sede di un collegio religioso, anche se non si può escluderlo. I mosaici non vanno letti solo come esaltazione della ricchezza del proprietario della casa. Si poteva essere ricchi ma pure molto religiosi.


BIBLIO

- Ammar Mahjoubi - Villes et structures de la province romaine d'Afrique - éd. Centre de publication universitaire - Tunis - 2000 -
- Filippo Coarelli - Storia dell'arte romana. Le origini di Roma - Milano - ed. Jaca Book -
- Nonno di Panopoli - Le Dionisiache - a cura di Fabrizio Gonnelli - volume II - Biblioteca Universale Rizzoli - Milano - 2003 -
- Ennabli, Abdelmajid - in "North Africa's Roman art. Its future" - 2000 -






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