BASILICA DI MASSENZIO





La Basilica di Massenzio, detta anche Basilica Nova, o Basilica Constantini, o Basilica Constantiniana, è l'ultima e la più grande basilica civile dell'Urbe, posta all'estremità nord-est del colle della Velia che raccordava il Palatino con l'Esquilino, perché la pianta longitudinale a tre navate con la centrale più larga e alta delle laterali fu adottata dalla tradizione cristiana e diventò il primo modello architettonico di riferimento cristiano. La Basilica prende il nome da colui che iniziò a costruirla verso l’inizio del IV sec. e rappresenta una delle strutture più imponenti risalenti al periodo della Roma Imperiale.

RICOSTRUZIONE
Iniziata da Massenzio, fu terminata da Costantino I che ne fece apportate diverse modifiche. Occupava in massima parte la zona della Velia, e ergeva accanto al tempio della Pace, già in abbandono, e del tempio di Venere e Roma, restaurato invece da Massenzio. L'edificio doveva accogliere l'attività giudiziaria del prefetto urbano.

Nonostante che l’accesso alla basilica si trovi sul lato posto in Via del Fori Imperiali, essa è legata al Foro Romano ed ha il suo accesso da esso.

Gli scavi archeologici, come del resto già risultava dalle tavole della Forma Urbis severiana, hanno dimostrato che in loco sorgesse un grande edificio pubblico di epoca domizianea, a fronte di un edificio gemello eretto sull'altro lato della Sacra via summa, poi demolito durante gli scavi del XIX sec., perché scambiato per una costruzione medievale.

Da quanto si ricava dalla lettura del frammento della mappa severiana, sul luogo in origine si innalzava un enorme complesso utilitario risalente all’Età Flavia. Un’area di questa costruzione era, in passato, occupata da alcuni magazzini in cui erano conservati pepe e spezie e che prendevano il nome di Horrea Piperataria.

Della basilica si perse la memoria del nome, diventando il Templum urbis. Ma agli inizi del XIX sec- fu nuovamente identificata da Antonio Nibby, nonostante l'opposizione di un altro noto studioso, Carlo Fea.
Dell'edificio, di ragguardevoli dimensioni, cioè di 100 m x 65, resta oggi solo il lato nord, con le colonne di marmo proconnesio, alte ben 14.5 m., tutte scomparse, l'unica ancora conservata nel XVII sec. venne fatta collocare da Paolo V in piazza Santa Maria Maggiore nel 1613, dove si trova ancora oggi.

La basilica era caratterizzata dalla presenza di una enorme navata centrale, divisa dalle due laterali tramite pilastri, quattro dei quali isolati al centro, e colonne, con un'area di 80 m x 25 e con l'ingresso originale sul lato est, verso il tempio di Venere e Roma. Orientata da est a ovest, essa era alta 35 metri, lunga 80 e profonda 25. La grande navata si concludeva a ovest con un’abside mentre l’ingresso, previsto originariamente ad est, era caratterizzato da un’anticamera larga e stretta che conduceva alla navata grazie a cinque aperture.

La basilica era a tre navate, con la navata centrale più larga e più alta. Le due navate laterali, una posta a nord e l’altra a sud, erano divise in tre vani, sovrastati da volte a botte cassettonate, intercomunicanti tra loro e con l’ingresso.

L'ingresso dava accesso ad un corridoio trasversale aperto sulla navata centrale mediante cinque aperture ad arco. L'ingresso su uno dei lati corti, opposto all'abside aperta sul lato corto opposto, rappresenta una disposizione che divenne poi tipica delle prime basiliche cristiane.

LA BASILICA OGGI
La navata centrale era coperta da tre enormi volte a crociera in opus caementicium, alte circa 35 m che poggiavano sui setti murari trasversali che separavano gli ambienti laterali e sulle colonne di marmo proconnesio alte 14,5 m ciascuna addossate alla loro terminazione.  Sorreggevano una trabeazione marmorea, di cui restano parti dei blocchi parzialmente inseriti nella muratura.

Sulla navata centrale si aprivano, due navate minori, separate da file di colonne, con tre nicchioni ad abside sul fondo, coperti da volta a botte con cassettoni ottagonali ancora ben visibili.

Gli ambienti comunicavano con piccole aperture ad arco. Il vano centrale della navata posta a nord, l’unico conservato oggi, terminava con un’abside fronteggiata da alcuni pilastri da cui si aprivano delle celle per la conservazione delle statue. Nella parte sud, di cui nulla è rimasto, si era edificato un maestoso ingresso, inaugurato sotto Costantino, e caratterizzato da un porticato con quattro enormi pilastri in porfido, da cui partiva la gradinata che si sviluppava tra la Via Sacra e la Velia. In passato la costruzione era utilizzata, come anche le altre basiliche di Roma, per l’amministrazione della giustizia e il disbrigo degli affari.


Al centro della navata laterale settentrionale vi era una grande abside preceduta da una coppia di colonne e con le pareti adornate da nicchie per statue inquadrate da colonnine su mensoloni scolpiti.

Nell'abside si ergeva un colosso, la grande statua di Massenzio, seduta e alta ben 12 m, riadattata poi a statua di Costantino, rinvenuta nel 1487, con la testa alta 2.6 m e il piede lungo 2 m. le cui parti marmoree: testa, braccia e gambe, sono oggi esposte nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio. La statua era di tipo acrolito, cioè con materiale misto, avendo le parti visibili del corpo (testa, gambe e braccia) in marmo ed il resto del corpo in bronzo dorato. Quest'ultimo venne poi fuso e riutilizzato.

Oggi, la testa alta 2,60 metri e il piede di 2 metri di lunghezza si possono osservare nel giardino del Palazzo dei Conservatori. Di notevole bellezza doveva essere anche, probabilmente, la volta della navata centrale, formata da tre enormi crociere che poggiavano su otto pilastri in marmo proconnesio alti 14,50 metri: l’unico pilastro sopravvissuto al corso del tempo e degli eventi fu spostato per conto di Paolo V durante il 1613 e posto nella Piazza di Santa Maria Maggiore dov’è possibile osservarlo ancora oggi.

In corrispondenza dell'abside sul lato sud, verso la via Sacra, Costantino fece aprire un nuovo ingresso, scoperto negli scavi ottocenteschi, che spostò l'asse principale mantenendo però inalterata la tripartizione interna, ma in senso opposto.

Questo secondo ingresso era costituito da un portico tetrastilo con fusti in porfido, con una scalinata, che serviva a superare il dislivello tra la strada e la basilica.


Il nicchione centrale del lato nord, opposto al nuovo ingresso, fu dotata di una seconda abside sul fondo, coperta da una semicupola e con le pareti addobbate da nicchie inquadrate da piccole colonne poggianti su mensole sporgenti dalla parete. Sul fondo dell'abside era realizzato un podio in muratura destinato ad ospitare il tribunale.

All'angolo nord-occidentale era inserita una scala a chiocciola, di cui oggi restano cinque gradini; un'altra doveva trovarsi nell'opposto angolo sud-orientale.

Presso la basilica, nell'abside della navata settentrionale, nel IV secolo sarebbe stato trasferito il Secretarium Senatus, ovvero la sede del tribunale per i processi ai senatori dall'area della Curia Giulia.




LA FINE

LA STATUA DI COSTANTINO ALL'INTERNO DELLA BASILICA
L'edificio crollò in parte col terremoto al tempo di papa Leone IV (metà del IX sec.) ma soprattutto la basilica venne usata come cava di materiali per le nuove costruzioni papali, come le lastre di bronzo dorato che ricoprivano il tetto fatte togliere da papa Onorio I nel 626 per ornare San Pietro.

La Basilica ispirò molti architetti del Rinascimento; si dice che Michelangelo fu influenzato da essa per la progettazione della cupola di San Pietro.


BIBLIO

- Alessandro Carè - L'ornato architettonico della Basilica di Massenzio - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2005 -
- Carlo Giavarini (a cura di) - La Basilica di Massenzio: il monumento, i materiali, le strutture, la stabilità - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2005 -
- Curiosum urbis Romae regionum XIIII -  Elenco dei manoscritti del Curiosum e della Notitia -
- J. Arce - "El inventario de Roma: Curiosum y Notitia" - in W.V. Harris (a cura di) - The Transformation of Urbs Roma in late antiquity - (Journal of Roman Archeology, supplementary series, 33) - Portsmouth e Rhode Island - 1999 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore - Verona - 1984 -
- Famiano Nardini - Roma antica - Roma - 1771 -
- William Gell - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma secondo le osservazione di Sir W. Gell e del professore A. Nibby - Rome 1837 - 1848 -






1 comment:

Unknown on 14 novembre 2020 alle ore 22:24 ha detto...

Perché nella ricostruzione non si vedono le quattro colonne d'ingresso in marmo o altro minerale rosso?Grazie

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