DOMUS TRANSITORIA DI NERONE



RICOSTRUZIONE GRAFICA (By https://www.katatexilux.com/)

L'imperatore Nerone, prima di far erigere la Domus Aurea, aveva già fatto costruire la Domus Transitoria, per collegare le tenute imperiali del Palatino con gli Horti Maecenatis sull'Esquilino, che però bruciò interamente nel grande incendio del 68. Ne sono stati rinvenuti dei resti sotto la Domus Flavia sul Palatino.

Lo storico Svetonio racconta come già fece scandalo a Roma il grande impegno di soldi e maestranze che Nerone aveva dedicato all’edificazione del suo magnifico palazzo privato: la Domus Transitoria, che permetteva di “transitare" dal Palatino all’Esquilino, seguita, dopo l’incendio del 64 d.c., dalla Domus Aurea. E infatti le pitture, gli stucchi e i marmi che la decorano furono un'anticipazione dello splendore e munificenza che profonderà nella Domus Aurea.

Ma soprattutto furono una delapidazione dell'erario di stato, giustamente poi esecrato da traiano che lo trovò profondamente immortale verso il popolo, tanto che fece abbattere la lussuosissima dimora per crearci su, almeno su una parte di essa, le famose Terme di Traiano, con cui il popolo si riprendeva il suo spazio e il suo divertimento.

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Ma Traiano fu un "optimo princeps", onesto, generoso, intelligente e valoroso, e il popolo lo amò, ma cosa strana o almeno insolita, lo ammirò e lo amò anche il senato, ammirato dal suo profondo senso di giustizia, dalla sua sobrietà e dal suo rispetto per tutto l'impero, dal più ricco dei senatori al più infimo dei plebei.

Ma chi era Nerone? Perchè i giudizi su di lui furono così controversi? Spesso odiato dal senato ma molto apprezzato dal popolo, verso cui era estremamente munifico nell'apprestargli spettacoli da capogiro allestiti a prezzi astronomici.

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NERONE

Poichè Nerone dimostrava maggior affetto verso la zia Domizia, com'era naturale che fosse, visto che l'aveva allevato, Agrippina la accusò di complotto contro l'imperatore, facendola condannare a morte. Costrinse inoltre il figlio undicenne a testimoniare contro la zia, unica figura materna della sua vita. Inoltre lo fece fidanzare con Ottavia figlia di Claudio, di otto anni. Insomma lo usò come uno strumento.

C'è da meravigliarsi che Nerone fosse un pessimo soggetto? Perchè pessimo lo era, aveva ucciso sua madre e sua moglie, più tutto il resto, incluso la persecuzione dei cristiani. Oltre a tutto era un mitomane.

Svetonio (Nero, 38). « mirifica…ad lavandum institutum, opus ceteres haud multo dispar”. (Sesto Aurelio Vittore, "de Caesaribus).
"Con essa vennero distrutte le case degli antichi generali, ornate delle spoglie dei nemici vinti, i templi costruiti dai re di Roma o al tempo delle guerre di Gallia e di Cartagine, e tutti i più importanti monumenti dell'antica repubblica".

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Molti pensarono fosse stato l'imperatore a ordinare l'incendio, ma non ci sono prove a riguardo. Gli imperatori romani davano molta libertà alla nuova religione di volta in volta; e alcuni di loro, mossi da una sorta di sincretismo religioso, cercarono perfino di alleare il culto del Cristo con il culto ufficiale dell'impero.

Lo storico Giovanni Malala, (Siria 491 – 578) dice che Nerone fece indagini oneste sulla nuova religione e che, all'inizio, si mostrò piuttosto favorevole nei suoi confronti; un fatto non del tutto improbabile, se prendiamo in considerazione le circostanze dell'appello di Paolo, la sua assoluzione e le sue relazioni con Seneca e con i convertiti de domo Cæsaris "della casa di Cesare".

Fatto sta che per stornare i sospetti la colpa infine venne data ai cristiani. Pur essendo stati espulsi da Claudio, molti cristiani erano rimasti a Roma fondando una importante comunità, aderita soprattutto da schiavi e liberti. La persecuzione fu feroce e sanguinosa.



Placati gli animi Nerone chiamò gli architetti Severo e Celero per il nuovo piano regolatore, così Roma fu riedificata con strade ampie e dritte, case più basse e soprattutto di pietra perchè meno incendiabili.

Le macerie furono talmente tante che i carri giorno e notte le caricavano e le portavano fuori Roma, si che con esse vennero in parte colmate le paludi di Ostia.

Ma anche la reggia dell'imperatore fu ricostruita e sorse così la splendida Domus Aurea che andava dal Palatino al Celio e all'Esquilino. Quella di cui Nerone disse poi: "Ecco una casa degna di un uomo", ma se la godette poco perchè di lì a poco venne ucciso.




LA TRANSITORIA

Oggi, dell’originario edificio neroniano, pur vittima del famoso e terribile incendio che devastò Roma, è ancora possibile riconoscere alcuni ambienti molto suggestivi. Tra questi, uno spazio occupato da un ninfeo con giochi d’acqua tra forme architettoniche che ricordano una quinta teatrale, ma pure un triclinio circondato da colonne di porfido e pilastri in marmi policromi, destinato al riposo e allo svago dell’imperatore.

Altre due stanze recano, invece, i segni della preziosa decorazione di affreschi, stucchi e pavimenti marmorei in opus sectile, che sono in parte conservati e visibili nel vicino Museo Palatino. 

Questi affreschi, individuati nel 1912 sotto il triclinio della Domus Flavia e poi staccati dal loro sito nel 1956, per qualità stilistica e ricchezza particolarissima dei materiali impiegati, occupano un posto di straordinaria importanza nel repertorio dell’arte di tutta l'età neroniana. 



IL MUSEO PALATINO

Il Museo Palatino è stato allestito nell’ex convento delle Monache della Visitazione, costruito nel 1868 sui resti del palazzo di Domiziano, dove l’archeologo Alfonso Bartoli, nel 1930 allestì il nuovo Antiquario Palatino. Per consentire l’ampliamento degli scavi archeologici allora in corso sul colle, venne fatto demolire l’edificio in stile neogotico eretto sulla sua sommità.

Successivamente molti dei materiali rinvenuti nei numerosi scavi dell’Ottocento che interessarono il colle Palatino furono trasferiti al Museo delle Terme (di Diocleziano), e in seguito, solo una minima parte della collezione fece definitivamente ritorno al Palatino.

Verso l 1990 il museo fu riorganizzato, soprattutto in occasione del Bimillenario Augusteo, migliorandone la fruibilità grazie anche a installazioni multimediali. 


Il percorso si articola su due piani. Al pian terreno, in ambienti che conservano le strutture originarie delle domus preesistenti, è narrata la storia del colle dalle origini di Roma fino all’avvento del Principato (I secolo a.c.).

Al piano superiore, fra le molte opere esposte, ed esattamente nella sala VII, si conservano i mosaici e le preziose pitture provenienti dalla neroniana Domus Transitoria.



SVETONIO

Svetonio, a proposito della prima residenza di Nerone sul Palatino, scriveva che “tutto era coperto d’oro, pietre preziose e madreperla”, e non esagerava affatto. A onore del vero, i dipinti del ninfeo neroniano, con inserti di pasta vitrea e pietre dure, testimoniano esattamente le parole dell’autore, insieme ai pavimenti e alle pareti intarsiati di marmi colorati rari e pregiatissimi. 


Lo schema decorativo delle volte affrescate, ora esposte al Museo Palatino, riproduce un soffitto a cassettoni, con un telaio virtuale di travi rosse a inquadrare, tra rameggi a grottesche, dove si manifestano le scene figurate dei grandi eroi della tradizione omerica.

D'altronde Nerone, grande appassionato dell'arte greca, sia per la pittura e la scultura, sia per la architettura, nonchè la poetica e la musica, non poteva ignorare la grande epica greca, lui che si sentiva un vate nella poesia e nella musica della sua cetra, lui che aveva partecipato alla gara greca, in Grecia, dei migliori canti poetici, e guarda caso aveva vinto su tutti.

E ti pareva che i greci, dopo aver accolto in modo fantastico e sontuoso l'imperatore di tutto l'impero d'occidente e d'oriente, non lo facessero vincere su tutti, lui che a un suo cenno poteva ridurre in polvere la giuria, i partecipanti e l'intera Grecia?



Ma come non bastasse aveva pure vinto una gara della corsa dei carri. L'imperatore viaggiò fra le isole della Grecia, a bordo di una lussuosa galea sulla quale divertiva gli ospiti (fra questi anche tutti gli stupefatti notabili delle città visitate, compresa Atene) con prestazioni artistiche, naturalmente sue.
Proprio alle Olimpiadi Nerone fu protagonista di un'altra vittoria falsata: mentre partecipava alla corsa dei carri venne sbalzato fuori dal cocchio e rimase indietro; tuttavia gli avversari, probabilmente per paura di ripercussioni future, fecero fermare i cavalli per permettere all'imperatore di rialzarsi, lasciandogli poi vincere la gara.

Prima di lasciare la Grecia, diede nuovamente prova della sua predilezione per la cultura ellenica, annunciando personalmente - ponendosi al centro dello stadio d'Istmia, presso Corinto, prima della celebrazione dei giochi panellenici - la decisione di restituire la libertà alle polis, eliminando il governo provinciale di Roma, un fatto che provocò nuovi malumori dei nobili, soprattutto per la perdita dei tributi.




RIAPRE LA TRANSITORIA

"Dopo dieci anni di alacri restauri la Domus Transitoria apre al pubblico. Si scendono i gradini per almeno dieci metri di profondità, la temperatura cambia, l'umidità si fa pungente, e il Palatino svela un tesoro praticamente sconosciuto di marmi colorati sui pavimenti, di volte affrescate con scene omeriche e rivestimenti di luminose paste vitree, di ninfei e colonne, di pareti con raffigurazioni vegetali, e persino un graffito che riproduce un uccellino. 

Siamo insomma nella Domus Transitoria, la prima reggia di Nerone, concepita con la grandiosità dei sovrani ellenistici e lo sfarzo dei faraoni dell'antico Egitto, e vissuta per una decina di anni dall'imperatore (come casa di passaggio dal Palatino all'Esquilino), fino all'incendio del 64 d.c. che ne decretò la sorte. 

Sulle sue murature, infatti, Nerone fece costruire la più famosa Domus Aurea. Poi, sotto la scure della "damnatio memoriae", tutto fu seppellito e dimenticato. Ma di una cosa gli archeologi sono sempre più convinti, dopo ben dieci anni di faticoso restauro: che tutto il lusso e l'estro architettonico della leggendaria Domus Aurea derivino dalla prima reggia di Nerone.


«Probabilmente lo stesso Fabullo, il pittore citato da Plinio per la Domus Aurea, ha messo mano in questa prima dimora», suggerisce l'architetto Maddalena Scoccianti che ha diretto il restauro.

Date a Nerone quel che è di Nerone, allora. E lo spettacolo è da vertigine. Per la prima volta, da oggi, la Domus Transitoria apre al pubblico.

Un traguardo per la direttrice del parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo che con un accordo con il Museo archeologico nazionale di Napoli è riuscita a far tornare a casa, per un lungo prestito, gli affreschi originali della reggia staccati dai bulimici Farnese subito dopo la scoperta nel 1721 e confluiti nelle collezioni borboniche.



Un colpaccio, per comprenderne tutta la bellezza: «Una prova tecnica di quella che sarà poi la Domus Aurea», commenta la Russo. Addirittura, l'ipotesi che prende corpo è che alcune porzioni di decorazioni siano state staccate per essere riallestite nella Domus Aurea:

«Troppo preciso, accurato il taglio della spoliazione», 
riflette la Scoccianti. 
Il percorso sotterraneo, articolato in oltre 800 metri quadrati, lascia scoprire 
«il padiglione estivo per i lussuosi banchetti di Nerone » 
racconta l'archeologo Alessandro D'Alessio 
« che si affacciava su un ninfeo di cascate e giochi d'acqua 
articolati su una fronte-scena teatrale». 
Acqua e luce, sono il leitmotiv.

La sorpresa la regala la sequenza di ambienti, con vaste porzioni di pitture. 

Stanze che hanno svelato un raffinato sistema ingegneristico di isolamento termico. 

Fino al mistero della grande latrina da oltre 50 posti. 

L'ipotesi è che fosse al servizio degli operai-schiavi impiegati nell'impresa edilizia della Domus Aurea, che come la precedente dimora si estendeva dal Palatino all'Oppio. 

A rendere ancora più suggestiva la visita, sono le installazioni multimediali curate da Stefano Borghini: visori 3D e proiezioni che raccontano con rigore scientifico l'antico padiglione di Nerone. Una chicca, il videomapping curato da VisivaLab di Riccardo Auci che svela le decorazioni vegetali riscoperte dal restauro.



BIBLIO

- Federico Castelli Gattinara - Sul Palatino riapre la Domus Transitoria - da Il Giornale dell'Arte n° 396 - 12 aprile 2019 -
- Roma, apre al pubblico la Domus Transitoria: la prima reggia di Nerone sul Palatino visitabile dopo 10 anni di lavori - 12 aprile 2019 - Finestre sull'Arte - Rivista Online di Arte Antica e Contemporanea
- Brian H. Warmington - Nerone: realtà e leggenda - Roma-Bari - Laterza 1973 -
- Carlo Palumbo, La vita di Nerone, Le Grandi Biografie, Milano, Peruzzo, 1985 -
- Dimitri Landeschi - Nerone, il grande incendio di Roma e la congiura di Pisone - Edizioni Saecula - 2015 -
- Dimitri Landeschi - "Seneca. Un filosofo al potere" - Edizioni Saecula - 2019 -
- Lucio Anneo Seneca - La brevità della vita - Torino - Einaudi - 2013 -
- Dimitri Landeschi - Terrore e morte nella Roma di Nerone - Boopen - 2011 -
- Girolamo Cardano - Elogio di Nerone: mansuetudine, acume politico e saggezza di un esecrato tiranno - Milano - Gallone Editore - 1998 -



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