MARCO CORNELIO FRONTONE - M. CORNELIUS FRONTO



BUSTO RITENUTO DI CORNELIUS FRONTO

Marco Cornelio Frontone (in latino Marcus Cornelius Fronto; Cirta 100 - Roma 166/170) è stato uno scrittore e oratore romano, fra i più significativi del II secolo, precettore di Marco Aurelio e Lucio Vero. Nel 1815 il filologo Angelo Mai ritrovò in un palinsesto nel monastero di Bobbio la corrispondenza tra i due principi e il precettore. 

Frontone era molto teso ad esaltare i valori della tradizione, attraverso il recupero del vocabolo arcaico, che considerava indiscutibilmente il migliore, a volte senza una vera critica, forse nel rimpianto di un tempo passato un po' favoleggiato. I maestri che prese ad esempio del bel linguaggio furono soprattutto Plauto, Ennio, Catone, Lucrezio e Sallustio.

Di lui restano pochi frammenti e lettere, tuttavia all'epoca era considerato un grande esperto di retorica latina, in grado di rivaleggiare con la scuola sofistica greca, nonché il più importante avvocato romano del periodo antonino. Per i contemporanei Frontone era addirittura quasi un "secondo Cicerone", con una fama che però non è rimasta nei secoli. 

Anche se probabilmente era discendente di immigrati italici, che avevano sempre formato una minoranza rilevante della popolazione della capitale numidica, amava definire se stesso un "libico, dei nomadi libici". Venne a Roma durante il principato di Adriano, e subito guadagnò fama di avvocato ed oratore, inferiore solo a Cicerone. 

Guadagnò una grande fortuna, costruì magnifici edifici e comprò i famosi giardini di Mecenate. Antonino Pio, avendo avuto notizia della sua fama, lo scelse come tutore dei figli adottivi Marco Aurelio e Lucio Vero. Nel 143 fu per due mesi consul suffectus sotto Antonino Pio, ma rifiutò l'incarico di proconsole in Asia, adducendo come motivazione il cattivo stato di salute. In vecchiaia fu colpito dalla perdita di tutti i suoi figli tranne una figlia.

Tale fu la sua fama di insegnante-retore che quando morì l'Augusto fece erigere una statua in sua memoria, tanto fu stimato e ammirato dai suoi contemporanei. Alcuni di questi in seguito furono considerati membri di una scuola, da lui chiamata "Scuola dei Frontoniani". 

Nel suo insegnamento cercò di inculcare l'uso esatto del latino al posto degli artifici di autori del I secolo come Seneca, e consigliava l'uso di "parole poco usate ed inattese", da trovare con la lettura diligente degli autori pre-ciceroniani. Infatti Frontone criticava anche Cicerone per la disattenzione a questo perfezionamento, pur ammirando però tutti i suoi lavori. Il motto della sua scuola fu: "insperata atque inopinata verba" (parole impensate e insperate).

MARCO AURELIO


OPERE PERVENUTE

Fino al 1815 le uniche opere attribuite (erroneamente) a Cornelio Frontone erano due trattati grammaticali, "De nominum verborumque differentiis" (di chi sia è controverso) ed "Exempla elocutionum" (che invece è opera di Arusiano Messio).

Tuttavia nello stesso anno Angelo Mai scoprì nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, un palinsesto pergamenaceo in cui la scrittura primitiva sia stata raschiata e sostituita con un'altra  trasversale rispetto alla prima .su cui originariamente erano state scritte le lettere di Cornelio Frontone ai suoi allievi imperiali e le loro risposte. 

Quattro anni più tardi Mai scoprì altri fogli degli stessi manoscritti conservati al Vaticano. Questi palinsesti erano appartenuti alla famosa Abbazia di San Colombano a Bobbio, ed erano stati usati dai monaci per scriverci gli atti del primo Concilio di Calcedonia.

Nel 1815, appena divenuto disponibile il palinsesto Ambrosiano venne pubblicato a Roma, assieme agli altri frammenti del palinsesto. I testi Vaticani furono pubblicati nel 1823, assieme al suo "Gratiarum actio pro Carthaginiensibus", proveniente da un altro manoscritto Vaticano. Poi nel 1956, quando Bernhard Bischoff, paleografo, filologo e storico tedesco, identificò un terzo manoscritto, di un solo foglio, contenente frammenti di corrispondenza tra Cornelio Frontone e Lucio Vero, in parte corrispondenti al palinsesto di Milano. 

Tuttavia il manoscritto era stato pubblicato nel 1750 da Dom Tassin, che aveva supposto potesse essere un lavoro di Cornelio Frontone. Ma questi frammenti deluse gli eruditi in quanto al di sotto delle aspettative. Le lettere, raccolte ora in un Epistolario, rappresentano la corrispondenza con Antonino Pio (un libro), Marco Aurelio (cinque libri quando era giovane e cinque quando era Imperatore) e Lucio Vero (due libri) in cui gli ambedue appaiono molto affettuosi nei confronti del vecchio maestro.

Tra le vari lettere vi sono anche delle missive agli amici (altri due libri),principalmente lettere di raccomandazione. La collezione contiene inoltre trattati sull'eloquenza, alcuni frammenti storici nonchè di altri scritti retorici quali: 
- il De bello Parthico, sulla campagna di Lucio Vero contro i Parti, un panegirico dell'imperatore vittorioso
- i Principia historiae, contenenti le idee di F. sulla storiografia, i modelli da preferire (Catone specialmente); 
- l'᾿Ερωτικός (in greco), sull'amore; 
- l'Arion, sulla favola di Arione;
- sulle ferie di M. Aurelio in Alsium presso la spiaggia etrusca,
- le Laudes fumi et pulveris; 
- le Laudes neglegentiae, e altri scritti minori.

L'editio princeps è quella di Angelo Mai, mentre l'edizione standard è quella della Teubner, a cura di M. van den Hout (Leipzig, 1988). La Loeb Classical Library ha stampato un'edizione in due volumi delle lettere di Frontone con a fronte la traduzione inglese di C. R. Haines (1919-1920). Van den Hout ha anche pubblicato un completo commento in inglese (Leiden, 1999). In Italia la Utet ha pubblicato nel 1974 il testo con la traduzione italiana a fronte a cura di Felicita Portalupi.

LUCIO VERO


ELOCUTIO NOVELLA 

Nei frammenti scoperti in "palinsesto" da Angelo Mai nel 1815, ritroviamo parte dell'Epistolario di Marco Cornelio Frontone da cui emerge la teorizzazione della Elocutio novella, ossia il nuovo modo che Cornelio Frontone proponeva per l'arte retorica. Egli si mostra molto attento all'uso del latino, che  auspica di rinnovare tramite l'uso della terminologia arcaica conservatrice dei veri significati. 

Il precetto pratico della inventio, importante per Frontone, è quello che gli viene dal maestro Atenodoto, di correr dietro alle εἰκόνες, a somiglianze d'immagini, a parallelismi appropriati, per dar luce e risalto alle cose

Per scegliere le parole adatte al contesto è richiesta competentia, cioè uno studio approfondito del discorso, poiché la retorica è un'arte che non permette errori, mentre l'inesperienza può essere ben visibile quando la sistemazione dell'orazione non è consona.

Nelle Epistole si segue un elenco di grandi autori da seguire tra cui Catone, Sallustio e Cicerone. Cornelio Frontone però definisce Cicerone un autore che "sorprendeva poco" nella sua ricerca lessicale, basandosi solo sul suo innato talento di oratore. La nuova retorica invece doveva sorprendere il pubblico con l'"inatteso", per cui la nuova arte oratoria era rivolta ad un pubblico dotto.



L'ELOQUENZA IMPERIALE

Essendo insegnante di retorica di Marco Aurelio (121 - 180), nell'epistola intitolata "Ad Marcum Caesarem viene rimarcata l'importanza dell'elocutio per l'imperatore che deve essere "tromba" e non un "flauto", come la tromba fa per l'esercito nell'adlocutio che colpisce e infiamma l'animo dei soldati. Il flauto, per contrappunto, è uno strumento flebile e delicato, ma il discorso di un Cesare deve essere autoritario e incisivo per non perdere, l'importante ruolo di guida e imperatore-


BIBLIO

- Marco Cornelio Frontone, Epistolario - he correspondence of Marcus Cornelius Fronto - Edited and translated by C. R. Haines -
- M. Cornelii Frontonis opera inedita cum epistulis item ineditis Antonini Pii, M. Aurelii, L. Veri et Appiani - Mediolani - Regiis typis, 1815 -
- The correspondence of Marcus Cornelius Fronto with Marcus Aurelius Antoninus, Lucius Verus, Anoninus Pius, and various friends - M. A., F. S. A., London, William Heinemann, 1919 -
- Marco Cornelio Frontone - Opere - Collana Classici latini -Torino - UTET - 1974 -
- A. Klotz - Klassizismus und Archaismus - in Archiv für lateinische Lexikographie-1907 - 
- A. Beltrami - Le tendenze letterarie negli scritti di Frontone - Roma-Milano 1907 - 
- M. D. Brock - Studies in Fronto and his age - Cambridge - 1911 -


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