FAUSTA MAXIMA FLAVIA




Nome: Fausta Massima Flavia ovvero Fausta Maxima Flavia
Nascita: Roma, 289 o 290
Morte: Roma, 326
Padre: imperatore Massimiano Ercole
Madre: Eutropia
Marito: imperatore Costantino I,
Fratello: Massenzio
Figli: Costantino II, Costanzo II e Costante I, tutti succeduti al padre, e due figlie, Costantina e Elena.

Nella zona (tra via dell'Amba Aradam e le mura aureliane, oggi sepolta sotto l'edificio dell'INPS) si trovava la villa di Fausta, seconda moglie di Costantino e sorella di Massenzio. Aveva sposato Costantino I nel 307, più giovane di lui di almeno quindici anni.

Voluto come legame tra Costantino e il tetrarca, per rafforzarne l'alleanza, il matrimonio di Fausta subì due eventi tragici, a seguito dei contrasti di Costantino con il padre e il fratello di Fausta: nel 310, fu Fausta a svelare il complotto del padre Massimiano contro Costantino, il quale si salvò e alla fine farà uccidere il suocero.

Rispetto a suo cognato nel 312, Costantino vinse la famosa Battaglia di Ponte Milvio, e fece mettere la testa del cognato Massenzio, fratello di Fausta, su di una lancia e la fece girare per la città. Nel 313 Fausta concesse la Domus Faustae al vescovo di Roma, Milziade, perché vi tenesse un sinodo episcopale, convocato per combattere lo scisma donatista. Durante il sinodo il Donatismo fu condannato come eresia.

Come moglie di un imperatore, Fausta aveva ricevuto il titolo di nobilissima femina; dopo la vittoria di Costantino su Licinio, signore della parte orientale dell'impero, Fausta ricevette anche il titolo di augusta (324 o 325). Dopo quasi dieci anni di matrimonio senza figli, Fausta diede a Costantino tre maschi e due femmine, il che fa venire molti sospetti, ma all'epoca l'esame del DNA non esisteva.

Nel 326 secondo alcune fonti avrebbe accusato il figliastro Crispo, figlio della prima moglie di Costantino Minervina di averla voluta sedurre per prendere il potere. Costantino le credette e fece prima imprigionare e poi mettere a morte segretamente Crispo. 

Poco dopo Costantino, convintosi dell'innocenza del figlio, l'avrebbe fatta morire nell'acqua bollente delle terme. Secondo altri la fece uccidere per sospetto adulterio con Crispo, e fece uccidere anche il figlio per la stessa ragione. Sebbene non condannata alla damnatio memoriae, il suo nome risulta cancellato su alcune iscrizioni (C.I.L., x, 678; Ann. Epigr., 1948, 85).



RESIDENZA LATERANA

Non si sa quando la residenza del vescovo di Roma sia stata posta al Laterano, comunque la consacrazione ufficiale di palazzo e basilica avvenne nel 324 ad opera di papa Silvestro I, che dichiarò entrambi Domus Dei (casa di Dio).

Sulla facciata dell'edificio sono incise le parole: Sacrosancta Lateranensis ecclesia omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput (Santissima Chiesa Lateranense, madre e capo di tutte le chiese nell'Urbe e nel Mondo).

IMPERATRICE FAUSTA

I DISSIDI

Tra il clero del Vaticano e quello del Laterano si sviluppò un conflitto: entrambe le parti affermavano di possedere le medesime reliquie e che la propria chiesa già dall'antichità avesse la priorità sull'altra. Il clero del Vaticano non esitò a chiamare quello del Laterano con l'epiteto di Giudei infedeli. Tuttavia il luogo principale per le devozioni era sempre il Vaticano, con la tomba di San Pietro; il Laterano, di conseguenza, acquisì un incredibile numero di reliquie del Vecchio e del Nuovo Testamento come: 

- l'arca dell'alleanza, 
- le Tavole delle Leggi, 
- il sangue di Cristo 
- un altare di Pietro.

Finché i papi desiderarono presentarsi principalmente come vescovi romani e padroni della città, il complesso Laterano, costruito su un terreno imperiale, serviva come punto di controllo della città, e sede per la loro consacrazione ed incoronazione. I papi fissarono la loro residenza al Vaticano nel 1377,  anche per enfatizzare, con la vicinanza alla tomba di Pietro, la loro pretesa alla guida universale.

Nella piazza antistante il Palazzo si trovava nel Medioevo la statua equestre di Marco Aurelio, salvata solo perchè che si riteneva fosse un monumento di Costantino, che divenne anche luogo per le esecuzioni, infatti papa Giovanni XIII fece appendere un prefetto urbano ribelle ai capelli della statua:
«papa Giovanni gli fece tagliare la barba, e per i capelli lo attaccò, facendolo pendere, al cavallo di Costantino come esempio per tutti. Spogliato, lo posero sopra un asino all'indietro, con la testa verso la coda dell'asino, con le mani sotto la coda e un campanello al collo dell'asino. E così, castigato ed esposto al ludibrio per tutta Roma, fu mandato in carcere e per molto tempo fu tormentato. Successivamente lo consegnarono all'imperatore e lo spedirono oltre le Alpi ».
 
La statua di Marco Aurelio fu spostata per volere di papa Paolo III nella Piazza del Campidoglio. Nel 1440 l'umanista italiano Lorenzo Valla dimostrò in modo inequivocabile che la donazione del complesso lateranense era completamente falso.


BIBLIO

- Gérard Minaud - The Lives of 12 Roman Emperor Women - Duties, Intrigues & Voluptés - Paris - L'Harmattan - 2012 - La vita di Fausta, moglie di Costantino -
- Christian Settipani, Gentile - Continuity and Family Continuity in Roman Senatorial Families in Imperial Era - Linacre College - Oxford University - 2000
- F. Maurice - Numismatique Constantinienne -  Parigi - 1912 -
- Fl. Maxima Fausta - PLRE 1 - Cambridge - 1971 -


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