CAMPAGNA ELETTORALE DEI CONSOLI



PROPAGANDA ELETTORALE
Nella Roma antica per candidarsi a console bisognava essere cittadino Romano, aver compiuto 42 anni, non avere altre cariche e non aver subito alcun processo penale. Inoltre ci volevano le giuste qualità finanziarie, cioè disporre di una gran quantità di denaro per portare avanti la propria campagna elettorale, che si stimava in 1 milione di sesterzi, pari a circa 2 milioni di euro.

I candidati dovevano presentare ad un consiglio una "professio nominis", cioè una dichiarazione ufficiale. Il consiglio poi decideva se accettare o meno i candidati e poi pubblicava la lista (proscriptio), l’accettazione delle candidature al magistrato incaricato (professiones petentium) e infine la pubblicazione dei nomi.

I cosoli venivano eletti ogni anno (dalle calende di gennaio di ogni anno a dicembre) dai comizi centuriati, ma la campagna elettorale si svolgeva nell'estate dell'anno precedente. Cesare fu eletto nel luglio del 60 a.c. per il 59 e dovette rinunciare al trionfo per essere presente fisicamente a Roma senza armi.
Ma per essere eletti era necessario avere una vasta rete di contatti sia con gli elettori, sia con gli imprenditori di allora, commercianti, armatori e costruttori perché a Roma c’era bisogno del loro appoggio per condurre la campagna, in cambio ovviamente di favori a buon rendere. Ci si rivolgeva inoltre a personaggi influenti che erano a capo di comitati elettorali, i quali a loro volta si rivolgevano ai faccendieri.

Naturalmente il mezzo di propaganda più efficace era dato dalla pubblicità, che venivano dipinti sui muri. Si chiamano i "Programmata" e a Pompei sono state trovate varie iscrizioni di questo tipo, dai toni tutto sommato piuttosto contenuti. Si trattava di iscrizioni parietali, dipinte sui muri, in cui compaiono, oltre al nome del candidato e della nomina a cui concorre, anche i nomi di uno o più sostenitori che invitano la cittadinanza a votare per quel candidato.

Anche se chiunque avrebbe potuto scrivere una frase di propaganda, c'erano però degli scriptores, dei professionisti che nel resto dell’anno si occupavano di ogni genere di avvisi; essi non erano molti, tanto che in tempo di elezioni esistevano degli scriptores ausiliarii, che aiutavano i primi.
Il loro lavoro si svolgeva di notte, quando la città era più tranquilla e nessuno li avrebbe infastiditi, comunque per sicurezza ma pure per organizzazione essi agivano in squadre, che erano composte da:

- uno scriptor professionista,
- degli scrptores ausiliarii,
- un dealbator (imbianchino), 
- uno scalarius, che portava le scale 
- un lanternarius, che doveva far luce.

Sui muri si dipingeva il nome dell'aspirante con qualche definizione delle sue buone qualità come:

- vir bonus et egregius (galantuomo), 
- verecundissimus (assai modesto), 
- dignissimus (molto virtuoso), 
- benemerens (meritevole d’ogni bene), 
- frugis (parco), integrus (integerrimo), 
- innocens (incapace di far del male)

Esempi di Pompei:

- Vi chiedo di eleggere duumviro, per far rispettare la legge, Olconio Prisco: è degno di governare gli affari municipali.
- Vi prego di eleggere Lucio Rusticelio Celere che è degno della municipalità.
- Si invita a votare Bruttio Balbo che conserverà la cassa municipale.- Asellina propone Ceio Secondo come duumviro per imporre la legge.

Oppure:

- Fabio Eupore, capo dei liberti, (propone) / Cuspio Pansa come edile.
- Gli orefici tutti / propongono / G. Cuspio Pansa edile".
- Se si ritiene che la virtù valga qualcosa nella vita, / Lucrezio Frontone è degno di essere eletto alla carica.
- Vi prego di eleggere edile / G. Giulio Polibio. Fa il pane buono.
- Vi prego di eleggere Elvio Sabino come edile, degno dello Stato, uno buono.

Non mancavano i commenti satirici sotto agli inviti, come:

- Votalo e lui ti voterà quando sarà il tuo turno!
- Votalo, perché durante il suo precedente mandato non è morto neppure un asino!
O più in generale:
- Per ambizione quante bugie si scrivono!
- Mi meraviglio, o parete, che tu non sia ancora crollata sotto il peso delle scempiaggini di tanti scribacchini.

Ma i politici di allora avevano anche il manuale elettorale di Quinto Cicerone, fratello del più noto
Marco Tullio, un manuale sui consigli pratici di comportamento per un candidato.

MARCO TULLIO CICERONE
Commentariolum petitionis

QUINTO TULLIO CICERONE (a suo fratello)
Quinto saluta il fratello Marco


I.1. Benché tu sia già dotato di tutto ciò che gli uomini possono raggiungere con il talento o con l'esperienza o con l'applicazione costante, tuttavia, in nome del nostro affetto, ho ritenuto scriverti quanto mi veniva in mente, pensando giorno e notte alla tua candidatura. Non pretendo che vi tragga nuovo insegnamento, ma presentarti in uno sguardo d'insieme ed in un'organica sistemazione delle idee che apparivano sparse e confuse. Benché la natura eserciti una forza notevole, sembra tuttavia che, in una questione della durata di pochi mesi, essa possa cedere il passo a qualche artificio particolare.

2. Considera quale sia la tua città, che cosa tu richiedi, chi tu sia. Quasi ogni giorno, percorrendo la strada che porta al foro, devi riflettere su questo: 'Sono un uomo nuovo, aspiro al consolato, si tratta di Roma'. Alla novità del nome potrai dare sostegno con la tua fama di oratore; l'eloquenza ha sempre riscosso grandissima considerazione: non può essere ritenuto indegno del consolato un degno patrocinatore di uomini consolari. Perciò, dal momento che prendi le mosse da questa fama, e tutto ciò che sei lo devi all'eloquenza, presentati a parlare con una preparazione tale, come se in ogni causa si dovesse dare un giudizio complessivo sul tuo ingegno.

3. Che siano sempre pronti tutti i trucchi del mestiere favorevoli a quest'arte, che, so bene, tu tieni in serbo; ricordati quanto scrisse Demetrio sull'applicazione e sul modo di esercitarsi di Demostene. In secondo luogo, accertati che sia ben chiaro il gran numero dei tuoi amici e la classe a cui appartengono, poiché tu hai dalla tua parte ciò che nessun uomo nuovo ha mai avuto: tutti i pubblicani, quasi tutto l'ordine equestre, molti municipi a te devoti, molti uomini di tutti gli ordini da te difesi, un certo numero di collegi, e infine parecchi giovani, il cui appoggio ti è assicurato dall'interesse per l'eloquenza, amici che ogni giorno ti stanno vicini numerosi.

4. Cerca di mantenere questi vantaggi ricordando con preghiere e con ogni mezzo, a quanti ti devono riconoscenza, che non avranno altra occasione di provartela, che non vi sarà per loro altra occasione di renderti obbligato ad essi. C'è un altro motivo che può essere di grande aiuto ad un uomo nuovo, il consenso dei nobili e soprattutto dei consolari; è utile che quelle persone, al cui rango ed alla cui classe tu ambisci pervenire, ti ritengano degno di quel rango e di quella classe.

5. Bisognerebbe pregarli con discrezione, inviare loro persone e persuaderli che noi abbiamo sempre nutrito nei confronti dello Stato gli stessi sentimenti degli ottimati, e non siamo mai stati favorevoli alla classe popolare; che, se sembra che abbiamo parlato come i rappresentanti della classe popolare, l'abbiamo fatto per attrarre a noi Gneo Pompeo, per avere quell'uomo assai potente come amico nella candidatura. o almeno non ostile.

6. Oltre a ciò fai di tutto per attrarre dalla tua parte giovani della classe nobiliare, o per conservare quelli già affezionati; essi ti procureranno molta considerazione. Tu ne hai moltissimi; fa' che essi sappiano quanto li ritieni importanti. Se riuscirai a far sì che desiderino sostenere la tua causa quanti non ti sono contrari, essi ti saranno di validissimo aiuto.

ORAZIONE IN SENATO
II. 1. E' anche di grande vantaggio alla tua condizione di uomo nuovo il fatto che aspirino al consolato nobili di tal genere, e che nessuno os affermare che la nobiltà debba loro giovare più che a te i meriti. Chi potrebbe pensare che aspirino al consolato Publio Galba e Lucio Cassio, uomini di nobilissima famiglia? Tu riesci a vedere dunque come non possano stare al tuo livello uomini di  famiglie importanti, perchè privi di vigore.

2. Ma Antonio e Catilina sono avversari difficili: eppure un uomo attivo, solerte, integerrimo, buon parlatore, che gode credito presso i giudici, deve augurarsi come concorrenti due assassini fin dall'infanzia, due uomini dissoluti e caduti  molto in basso.
Del primo di loro noi abbiamo visto la confisca dei beni, e l'abbiamo poi udito giurare che egli a Roma non poteva competere da pari a pari in tribunale con un Greco; sappiamo che è stato cacciato dal Senato per la valutazione di ottimi censori; l'abbiamo avuto come concorrente nella pretura, e suoi amici erano Sabidio e Pantera quando non possedeva più schiavi da far vendere (e tuttavia, nel periodo della sua carica acquistò al mercato degli schiavi un'amante che teneva a casa sua, davanti agli occhi di tutti); in qualità di candidato al consolato preferì derubare tutti gli osti, nel corso di una vergognosa ambasceria piuttosto che restare a Roma ed implorare il popolo romano.

3. E qual è, o Dei buoni, la considerazione di cui gode l'altro? E' nobile quanto Catilina. Forse lo è di più? No, è superiore soltanto per le sue doti. Per quale motivo? Perché Antonio è solito aver timore anche della sua ombra, questo invece non teme neppure le leggi, nato in un periodo di estrema povertà, educato in mezzo agli stupri della sorella, indurito dall'eccidio di concittadini; il suo ingresso nella vita pubblica fu segnato dalla uccisione di cavalieri romani (ci ricordiamo di quei Galli, che allora troncavano le teste dei Titinii, dei Nannii, dei Tanusii; Silla aveva messo loro a capo Catilina); tra quelli egli uccise con le proprie mani un uomo assai onesto, Quinto Cecilio, marito di sua sorella, cavaliere romano, di nessun partito, che era stato sempre tranquillo per dote naturale e per l'età.


III. 1. E perché non potrei dire che aspira con te al consolato un uomo che, sotto lo sguardo del popolo romano ha battuto con le verghe, trascinandolo per tutta la città, una persona assai cara al popolo, Marco Mario, lo ha condotto accanto ad un monumento funebre, straziandolo con ogni genere di supplizi e, mentre era vivo l'ha decapitato con la sua destra, tenendolo per i capelli con la sinistra. ed ha portato via la testa con la sua mano, mentre scorrevano tra le sue dita rivoli. di sangue?

Egli, che fu poi in comunanza di vita con istrioni e gladiatori, i primi come compagni di lussuria, i secondi complici di delitti; egli che non potè entrare in alcun luogo tanto sacro e venerabile, in cui la sua dissolutezza non lasciasse sospetto di infamia; che si prese come intimi amici, nel Senato, i Curii e gli Annii, nelle sale di vendita i Sapala ed i Carvilii, nell'ordine equestre i Pompilii ed ì Vezzii; egli così audace e perverso, cosi abile e lussurioso da riuscire a far violenza ai figli vestiti di pretesta quasi fin nelle braccia dei loro genitori?

Che bisogno c'è che io ti scriva dell'Africa, delle parole dei testimoni. Sono ben note, e tu leggile più volte. Non passo sotto silenzio che sia uscito da quel processo tanto povero, quanto alcuni dei suoi giudici prima del processo e che sia divenuto talmente impopolare, che ogni giorno si intenta processo contro di lui. Essi lo temono anche se è tranquillo, più che trascurarlo se è in fermento.

2. Quanto sono migliori le condizioni della tua candidatura, rispetto a quelle presentatesi, recentemente, ad un altro uomo nuovo, Gaio Celio! Egli aspirava al consolato assieme a due uomini assai nobili, ma con qualità superiori alla nobiltà: grandissima intelligenza, altissimo senso morale, innumerevoli benemerenze, estrema accortezza e scrupolo nel condurre la campagna elettorale. E tuttavia Celio ebbe ragione di uno di loro, pur essendo inferiore per nascita e non superandolo quasi in nessun campo.

3. Perció tu, se metterai in azione i mezzi della tua disposizione naturale e gli studi praticati, se farai ciò che richiedono le circostanze, ciò che puoi, ciò che devi, non avrai da sostenere una lotta difficile con quegli avversari, che sono più famosi per i loro vizi che per la loro origine illustre. Ed infatti si può trovare un cittadino tanto disonesto che voglia puntare, con un unico voto, due pugnali contro lo Stato?

OPERA OMNIA
IV. 1. Dal momento che ho esposto i rimedi che tu hai e puoi avere per la novità del tuo nome, mi sembra si debba parlare della importanza di ciò cui aspiri. Tu aspiri al consolato, carica di cui tutti ti giudicano degno; ma vi sono molti che nutrono invidia poiché tu, della classe dei cavalieri, aspiri alla massima carica dello Stato, una carica così elevata che conferisce ad un uomo coraggioso, eloquente, onesto, molto più prestigio che ad altri.

Non credere che quanti hanno rivestito questa carica non vedano il prestigio che tu avrai, una volta ottenutala anche tu. Per quelli di famiglia consolare, e non hanno raggiunto la carica dei loro antenati, suppongo provino astio nei tuoi confronti, a meno che non ti vogliano molto bene. Anche gli uomini nuovi che hanno esercitato la pretura, tranne quanti ti sono riconoscenti, non vogliono essere da te superati nella carriera consolare.

2. So che ti rendi conto di quante persone invidiose si trovino in mezzo al popolo, di quanti siano mal disposti verso gli uomini nuovi per le note vicende di questi anni; è inevitabile che ti sia attirato il rancore di parecchi con le cause da te trattate. Rifletti attentamente se ritieni che l'impegno con cui ti sei dedicato ad accrescere la gloria di Gneo Pompeo, ti abbia procurato inimicizia.

3. Pertanto, dal momento che aspiri alla massima carica statale e vedi che esistono degli interessi a te contrari, devi usare attenzione, vigilanza, impegno scrupoloso.

V. 1. L'aspirazione alle cariche civili comporta due attività; l'assicurarsi la benevolenza degli amici, e assicurarsi il favore popolare. Bisogna che la buona propensione degli amici sia originata da benemerenze, da sentimenti di stima, da antichità di rapporti, da affabilità ed amabilità di carattere. Ma il nome di amici, quando si è candidati, ha un valore più ampio che nel resto della vita.  Chiunque mostri simpatia nei tuoi confronti, ti ossequi, o venga spesso a casa tua, deve essere posto negli amici; ma è un grandissimo vantaggio l'esser cari e graditi a quanti ci sono amici per motivi di parentela, di affinità, di associazione, o di altro legame.

2. Successivamente, quanto più un uomo ti è intimamente legato e più è di casa, tanto più ti adopererai perché ti voglia bene e desideri che tu raggiunga le più alte cariche; e poi perchè lo facciano quelli della tua tribù, i tuoi vicini, i tuoi clienti, i tuoi liberti ed infine anche i tuoi schiavi. Infatti generalmente tutto quanto costituisce la nostra pubblica stima deriva dai nostri familiari.

3. Poi bisogna crearsi amici di ogni tipo: per l'apparenza, uomini illustri per cariche e per nome, i quali, anche se non raccomandano il candidato, gli conferiscono decoro; per avere l'appoggio della legge, magistrati, e tra essi principalmente i consoli e poi i tribuni della plebe; per ottenere il voto delle centurie, che godono di un favore considerevole.
Quanti hanno o sperano di avere per merito tuo i voti di una tribù, o di una centuria, o un qualche favore, devi accaparrarteli e tenerteli vicini. Durante questi anni, infatti, uomini avidi di onori si sono dati da fare per ottenere dalla loro tribù tutto ciò che chiedevano. Cerca, con tutti i mezzi possibili, che questi uomini ti siano affezionati con tutta l'anima e la massima sincerità.

4. Chè se gli uomini fossero riconoscenti, tutto ciò ti sarà a portata di mano, come confido sia. Infatti in questi due anni ti sei legato a quattro associazioni. con uomini assai influenti nell'ambito elettorale, Gaio Pundanio, Quinto Gallio, Gaio Cornelio, Gaio Archivio. Quali condizioni i rappresentanti delle loro associazioni abbiano accettato e sottoscritto nell'affidarti la causa di questi personaggi, io le conosco, essendo stato presente.
Pertanto esigi ciò di cui ti sono debitori, ammonendoli, pregandoli, incoraggiandoli, che capiscano che non avranno altra occasione di dimostrarti gratitudine. Indubbiamente la speranza di altri servigi da parte tua, unita ai favori che di recente hai loro accordato, li inciterà a dedicarsi a te con zelo.

5. E poiché rappresentano il massimo sostegno della candidatura amicizie di tal genere, che ti sei procurato patrocinando cause, fa' in modo che coloro che ti sono obbligati abbiano un compito preciso e definito. E, come tu non hai mai dato loro fastidio in alcuna occasione, così fa che comprendano come tu abbia riservato per questa occasione tutto quello che essi ti debbono.

CICERONE BAMBINO
VI. 1. Ma poiché tre cose in modo particolare conducono gli uomini alla benevolenza ed a questo interessamento elettorale, i benefici, la speranza, la simpatia disinteressata, occorre considerare come curare questi tre aspetti. Gli uomini sono indotti, anche da benefici di pochissimo valore, a ritenere ci sia motivo per sostenere un candidato; a maggior ragione quanti tu hai salvato - e sono moltissimi - dovrebbero capire che, se non verranno incontro alle tue esigenze in una simile circostanza, non saranno ben visti dagli altri. Bisogna tuttavia convincerli che noi possiamo divenire obbligati a coloro che fino ad oggi lo sono stati a noi.

2. Per quelli che sono a te legati dalla speranza, un tipo di uomini ancor più zelante e servizievole, fa' che il tuo appoggio sembri a loro completa disposizione, e che tu consideri attentamente i loro servigi; che tu vedi perfettamente e tieni nella dovuta considerazione quanto ti venga dato ciascuno.

3. Il terzo genere di zelo elettorale, è la simpatia spontanea, e sarà opportuno rafforzarla dimostrandoti riconoscente, adattando i tuoi discorsi ad ottenere la simpatia di ognuno, manifestando sentimenti corrispondenti ai loro, e che l'amicizia possa divenire una consuetudine. E tu dovrai giudicare e valutare accuratamente le possibilità di ognuno, in modo da sapere come tu possa venire incontro a ciascuno, e quanto devi attenderti da ciascuno e da ciascuno pretendere.

4. Vi sono taluni uomini influenti nei loro quartieri e nei loro municipi, uomini attivi e  dotati, i quali, anche se in passato non si sono curati di essere elettoralmente influenti, possono darsi da fare in favore di una persona verso cui siano in debito o a cui vogliano essere graditi. Occorre dedicare attenzione a costoro, che capiscano cosa puoi attenderti da loro, che ti rendi conto di ciò che ricevi, che ti ricordi di ciò che hai ricevuto. Altri non hanno alcun potere, o sono odiosi persino ai compagni di tribù, nè hanno vigore e mezzi tali da adoperarsi per una campagna elettorale, tienili d'occhio, che se hai sperato in qualcuno di loro, non ne derivi uno scarso aiuto.

VII. 1. E benchè sia necessario fidarsi e farsi scudo di amicizie solidamente acquisite, tuttavia nella stessa campagna elettorale si ottengono numerosissime e utilissime amicizie. Infatti, tra i vari fastidi, una candidatura offre tuttavia questo vantaggio: tu potrai, cosa non consentita nel resto dell'esistenza, onestamente ammettere gli uomini che tu vuoi alla tua amicizia, mentre se in altre circostanze tu cercherai di farteli amici, sembrerai agire dissennatamente; se invece non lo facessi con molti e con accortezza in una campagna elettorale, non sembreresti assolutamente un candidato.

2. Non esiste persona (tranne che tu non abbia qualche legame con i tuoi rivali), la quale, rendendoti servigi si meriti la tua amicizia e la tua gratitudine; questo purché capisca che tu la tieni in gran conto, che ti comporti sinceramente, che ha fatto un buon affare, che nascerà di lì un'amicizia non breve ed elettorale, ma stabile e duratura.
3. Non vi sarà uomo, credimi, con un minimo di buonsenso, capace di trascurare l'occasione di stabilire un'amicizia con te; e in particolar modo poiché il caso ha posto come tuoi concorrenti uomini la cui amicizia deve essere disprezzata o evitata, e che non possono non soltanto mettere in pratica, ma neppure iniziare quanto ti consiglio.

4. Ed infatti, come potrebbe Antonio associarsi con uomini e ad attrarre amicizia da persone che non riesce a chiamare con il loro nome? Nulla di più stolto che pensare ci sia devoto un uomo che non si conosce. Deve possedere una fama e un prestigio straordinari, una rinomanza di imprese, un candidato innalzato agli onori da sconosciuti, senza che nessuno richieda i loro voti; ma non può accadere, senza grande negligenza, che un uomo disonesto, apatico, privo del senso del dovere, senza talento, senza buona reputazione, senza amici, superi un uomo circondato dalla devozione dei più e dalla stima di tutti.


VIII. 1. Procura perciò, con molte amicizie, l'appoggio di tutte le centurie. Ed in primo luogo, devi darti cura dei senatori e dei cavalieri romani e, per tutti gli altri ordini, delle persone attive ed influenti. Molti cittadini sono capaci di darsi da fare, molti affrancati hanno influenza nel foro e possono aiutarti. Quelli che potrai raggiungere da solo o per mezzo di amici comuni, fa' sì che diventino tuoi sostenitori, va' da loro, invia dei messi, mostra loro che i servigi che ti accordano sono di grandissimo valore.

2. In seguito interessati dell'intera città, di tutti i collegi, distretti, quartieri; se saprai accattivarti l'amicizia dei loro principali rappresentanti, potrai conquistare la massa. Poi cerca di tenere l'intera Italia, divisa tribù per tribù, presente nel tuo animo e nella tua memoria, in modo da non permettere che esista un municipio, una colonia, una prefettura, un luogo infine dell'Italia in cui tu non abbia un appoggio sufficiente.

3. Cerca e scopri uomini in ogni regione, conoscili, assicurati la loro fedeltà, che ti appoggino nella campagna elettorale presso i loro vicini, e siano quasi candidati per tuo conto. Essi desidereranno la tua amicizia se vedranno che tu desideri la loro; riuscirai a far capire loro questo, tenendo un linguaggio adeguato. Gli abitanti dei municipi e della campagna ritengono di esser nostri amici pur essendoci noti solo di nome; ma se ritengono di crearsi anche una qualche difesa, non perdono l'occasione di acquistar merito. Gli altri candidati, e specialmente i tuoi concorrenti, non li conoscono neppure; tu invece non li ignori e facilmente li conoscerai: condizione indispensabile per 1'amicizia.

4. Ma non è sufficiente, pur essendo importante, se non segue la speranza di un'amicizia che rechi vantaggi, affinché tu non appaia uno schiavo nomenclatore, ma anche un buon amico. Così, quando avrai ottenuto l'appoggio nelle centurie di questi  che per ambizione hanno una grande influenza presso la loro tribù, e quando avrai la simpatia degli altri, che hanno potere sulla loro tribù per la loro posizione nel municipio, quartiere o collegio, potrai avere la massima speranza.

5. Per avere l'appoggio dei cavalieri è necessario che si conoscano, che si faccia loro visita ( la loro età giovanile provoca vincoli dell'amicizia); hai poi con te, tra i giovani, tutti i migliori e tutti quelli che nutrono più passione per la cultura. Inoltre, poichè appartieni all'ordine equestre, essi seguiranno la volontà del loro ordine, se tu avrai cura di basare l'attaccamento di quelle centurie non solo sull'ordine equestre, ma anche su amicizie particolari. Lo zelo dei giovani nel procurar voti, nel far visita agli elettori, nel portare in giro le notizie, nell'accompagnare il candidato, è grande e  motivo di orgoglio straordinario.

LA CONGIURA DI CATILINA
IX. 1. Devi preoccuparti di avere ogni giorno un seguito di ogni categoria, di ogni ordine, di ogni età; da quella affluenza si potrà congetturare la quantità delle tue forze e dei tuoi mezzi nel Campo Marzio. Vi sono tre tipi di persone: quelli che vengono a salutarvi quando vengono a casa vostra, quelli che vi accompagnano al foro, quelli che vi scortano ovunque.

2. Quelli che sono a disposizione di tutti e vanno ad ossequiare più d'una persona, devi fare in modo che questo loro atto di deferenza sembri a te assai gradito. Per quelli che verranno a casa tua, fa' loro capire che tu te ne accorgi; mostralo ai loro amici, perché lo riferiscano, dillo spesso a loro stessi. Di frequente accade che questi uomini, quando vanno a visitare parecchi concorrenti, e vedono che ce n'è uno che apprezza in modo particolare le dimostrazioni di omaggio, si affidano a lui, abbandonando gli altri, e, passando a poco a poco da clienti di tutti a clienti di un'unica persona, diventano votanti non più incerti, ma sicuri.
Se hai sentito dire, o ti sei accorto che colui che ti ha promesso il voto fa il doppio giuoco, fingi che tu non l'abbia udito o ne sia a conoscenza; se qualcuno vuole giustificarsi, afferma che tu non hai mai dubitato dei suoi sentimenti, né c'è motivo che ne dubiti. Chi pensa che non si è soddisfatti di lui non può essere in alcun modo un amico.

3. L'omaggio di coloro che accompagnano è maggiore dell'omaggio di quelli che vengono a salutare; fa' capire e dimostra che esso ti è più gradito, e per quanto ti sarà consentito, scendi al foro ad ore fisse. L'avere ogni giorno un numeroso accompagnamento, quando scende al foro procura al candidato grande reputazione e rispetto.

4. Per le persone che accompagnano i candidati continuamente, procura che capiscano che tu ti senti per sempre obbligato per il loro grandissimo servigio; per quanto riguarda quelli che hanno un debito nei tuoi confronti, esigi chiaramente da loro se l'età e gli affari glielo consentiranno, che stiano assiduamente con te; e se alcuni non potranno accompagnarti, che affidino questo incarico a loro parenti. Io desidero vivamente, e lo ritengo essenziale, che tu sia sempre circondato di persone.

5. E' fonte di grande reputazione e stima l'avere accanto a te quanti tu hai difeso, salvato e liberato nei processi. Dal momento che, senza spese per merito tuo, alcuni hanno mantenuto le sostanze, altri l'onorabilità, altri la loro vita e tutti i loro beni, né si presenterà un'altra circostanza in cui essi potranno dimostrarti la loro gratitudine, chiedi loro con chiarezza che ti ricompensino con questo servigio.


X. 1. Sulla devozione degli amici, ovunque si trovano inganni, tranelli, perfidia. I tuoi grandissimi meriti hanno spinto uomini a fingersi amici e a provare invidia per te. Ricordati perciò del noto detto di Epicarmo, che i nervi e le articolazioni della saggezza consistono nel non fidarsi alla leggera e, dopo esserti assicurato l'interessamento dei tuoi amici, chiedi anche notizie delle ragioni e delle caratteristiche dei calunniatori e degli avversari.

2. Ne esistono tre tipi: quelli che tu hai danneggiato, quelli che non ti sono amici senza motivo, quelli che sono intimi amici degli altri concorrenti. Per quelli che hai danneggiato pronunciando un'orazione contro di loro per difendere un amico, scusati con loro chiaramente.

Ricorda gli obblighi dell'amicizia, portali a sperare che ti occuperai con uguale zelo dei loro affari, se ti diverranno amici. Per quelli che non ti sono amici senza motivo, rendi loro servigi, o infondi loro speranza di servigi o manifesta interessamento nel loro confronti.

Per quelli che hanno avversione nei tuoi confronti a causa della loro amicizia con i tuoi avversari, cerca di accattivarteli con lo stesso metodo, e mostra di avere un atteggiamento benevolo nei confronti di quegli stessi tuoi avversari.

CICERONE E LA TOMBA DI ARCHIMEDE
XI. 1.Dal momento che ho parlato sul modo di crearsi amicizie, occorre parlare dell'altro aspetto della campagna elettorale, dell'accattivarsi il favore popolare: esso esige che si conosca il nome degli elettori, che li si blandisca, che li si frequenti, che ci si comporti in modo benevolo, che si divenga famosi, che la nostra attività sia svolta con magnificenza.

2. Procura che sia a tutti evidente l'impegno che ti assumi di conoscere i cittadini, ed accrescilo e perfezionalo giorno per giorno; niente rende tanto popolari e tanto ben accetti. Imprimiti nella mente che, quanto non è in te per natura, lo devi simulare, così che sembri farlo naturalmente. Non ti manca l'affabilità che si addice ad un uomo di carattere buono e dolce, ma in particolare è necessaria la lusinga, che nella vita è un difetto vergognoso, ma indispensabile in una candidatura.

E' una colpa, quando adulando rende qualcuno peggiore, ma se lo rende più amico non deve esser biasimata, ed è inevitabile per un candidato, il cui atteggiamento, il cui volto ed il cui linguaggio devono essere mutevoli e devono adattarsi a tutti coloro che incontra.

3. Per quanto riguarda l'assiduità, la parola stessa dimostra in che cosa consista. E' di grande giovamento il non allontanarsi, ma non consiste solo nell'essere a Roma e nel foro, ma nel comportarsi assiduamente da candidato, nel rivolgersi di frequente alle stesse persone, nel non correre il rischio che qualcuno possa dire di non essere stato pregato da te, e pregato con insistenza e cura.

4. La generosità, poi, ha un largo campo d'azione: si manifesta nell'uso del nostro patrimonio che, pur non potendo giungere fino alla massa, tuttavia, se è apprezzata dagli amici, riesce gradita alla massa; essa si manifesta nei banchetti, e procura di darli tu e di farli dare ai tuoi amici, sia per invitati presi qua e là che tribù per tribù; si manifesta anche nel modo di rendere servigi, che tu devi estendere a tutti rendendoli partecipi.
Procura anche che si possa accedere a te giorno e notte, e che siano aperte non solo le porte della tua casa, ma anche le porte del tuo animo, e cioè il volto e l'aspetto; se esse fanno vedere che il tuo animo si cela e si occulta, importa poco che sia spalancata la porta di casa: gli uomini infatti non desiderano soltanto che vengano fatto loro delle promesse, soprattutto rivolgendosi ad un candidato, ma che siano promesse generose ed onorevoli.

5. Ecco un precetto di facile attuazione: ciò che tu dovrai fare, dimostra che lo farai con zelo e di buon grado; un altro precetto di più difficile attuazione, e più adatto alle circostanze che al tuo carattere: ciò che non puoi fare, rifiutalo in modo affabile o non lo rifiutare; la prima è una caratteristica di un uomo buono, la seconda di un buon candidato.
Infatti quando ci è richiesto ciò che non possiamo promettere seguendo l'onestà o senza nostro danno (come se ci pregassero di intraprendere un processo contro un amico), bisogna dire di no cortesemente, dimostrando gli obblighi dell'amicizia, e quanto ci sia di peso il rifiutare, convincendo che si porrà riparo a ciò in altre circostanze.

DOMUS FORMIANA DI CICERONE
XII. 1. Ho sentito raccontare, a proposito di certi oratori a cui affidare la causa, che era riuscito più gradito il discorso di chi glielo aveva rifiutato, del discorso di chi l'aveva assunto. Così gli uomini si lasciano attrarre più dall'atteggiamento e dai discorsi che dalla realtà dello stesso beneficio. Ma questo precetto può ottenere la tua approvazione, l'altro è alquanto difficile farlo ammettere ad un Platonico quale tu sei; tuttavia provvederò a ciò che richiede la tua situazione.

In effetti le persone, alle quali hai negato la tua assistenza per un qualche dovere di amicizia, possono tuttavia allontanarsi da te tranquille e serene; ma quelle a cui tu hai detto di no, dichiarando di essere impedito o dagli affari degli amici o da cause più importanti, o da cause assunte in precedenza, se ne vanno adirate, e preferirebbero che tu dica il falso piuttosto che rifiutare l'assistenza.

2. Gaio Cotta, maestro nel brigare, era solito dire che egli prometteva a tutti i suoi servigì, purché non fossero contrari ai suoi doveri, e che li dedicava a quanti, secondo lui, lo potessero ricompensare nel modo migliore; egli per questo non diceva di no a nessuno, perché di frequente si presentava un motivo che impediva alla persona, alla quale aveva fatto una promessa, di approfittarne, di frequente accadeva che egli stesso fosse più libero di quanto pensasse.

Diceva anche che non può avere la casa piena chi accetta soltanto quegli impegni che vede di poter attuare; che il caso può far sì che un affare su cui non contavamo risponda alla nostra aspettativa, e che un altro, che credevamo di avere nelle nostre mani, resti in sospeso per qualche motivo; peraltro l'ultima cosa da temere è che si adiri la persona a cui si è mentito.

3. Questo rischio, se si fa una promessa, è incerto, lontano, limitato a pochi casi; se invece si dà un rifiuto, si creano inimicizie subito ed in gran numero; infatti sono molto più numerosi quanti chiedono di poter usufruire dei servigi altrui di quanti ne usufruiscono in realtà. E' pertanto preferibile che qualcuno si adiri con te nel foro che tutti subito dopo a casa tua, perché ci si irrita molto di più con quanti oppongono un rifiuto, piuttosto che con un uomo chiaramente impedito da un motivo tale, che nondimeno desidera compiere quanto ha promesso, se ha qualche possibilità di compierlo.

4. E perché non sembri che io abbia deviato dagli argomenti, discutendo del favore popolare nella campagna elettorale, sono convinto che tutto ciò riguarda non tanto l'interesse degli amici, quanto la fama presso il popolo; anche se qualche precetto si ricollega al rispondere amabilmente, al dedicarsi con zelo agli affari ed ai rischi degli amici, tuttavia io tratto a questo punto dei mezzi con cui poter attrarre la massa, perché la tua casa sia piena nel cuore della notte, perché molti siano a te attratti dalla speranza di un tuo aiuto, perché non si allontanino da te più amici di quanti si sono avvicinati a te, perché le orecchie del massimo numero di persone siano colpite dagli elogi.

MORTE DI CICERONE
XIII.

1.E' ora la volta di parlare dell'opinione pubblica, di cui bisogna preoccuparsi in massimo grado. Quanto detto nella precedente esposizione vale anche a divulgare la tua reputazione: 
- la fama nell'eloquenza,
- l'attaccamento dei pubblicani e dell'ordine equestre,
- la simpatia dei nobili,
- la continua presenza dei giovani,
- l'assiduità di quelli che tu hai difeso,
- la folla proveniente dai municipi di persone chiaramente venute per te,
- i cittadini che dicono e pensano che tu li conosca bene, che ti rivolgi loro amichevolmente, che richiedi assiduamente i loro suffragi, che sei benevolo e generoso;
- la casa piena nel cuore della notte,
- l'assidua presenza di cittadini di ogni classe,
- la soddisfazione di tutti per le tue parole,
- di molti per la tua attività pratica,
- la tua opera abile ed incessante, tendente ad ottenere non che la tua reputazione giunga attraverso queste persone al popolo, ma che il popolo per conto suo nutra i loro stessi sentimenti nel tuoi confronti.

2. Già ti sei conquistata la massa degli elettori urbani e l'attaccamento di quelli che tengono le assemblee popolari, riempiendo di onori Pompeo, accettando la causa di Manilio, difendendo Cornelio; bisogna che noi destiamo quella popolarità che nessuno ha ottenuto senza la simpatia dei più illustri personaggi. Bisogna anche fare in modo che tutti sappiano che Gneo Pompeo ti è assai favorevole e che ha una grandissima importanza per la sua causa il conseguimento di quanto tu desideri.

3. Infine abbi cura che tutta la tua campagna elettorale si svolga splendidamente, che sia brillante, grandiosa, popolare, che abbia un aspetto ed un decoro straordinari, che anche, se è in qualche modo possibile, sorga nei confronti dei tuoi avversari un sospetto, appropriato al loro comportamento, o di colpa, o di lusso o di sperpero.

4. Occorre che si nutrano buone speranze sulla tua politica ed un onorevole concetto della tua persona; e tuttavia, nella campagna elettorale, tu non devi intervenire negli affari dello Stato, né in Senato, né nell'assemblea, ma devi frenare questi disegni politici, perché il senato giudichi, sulla base del comportamento da te tenuto in passato, che tu difenderai la sua autorità, i cavalieri romani e gli uomini onesti e benestanti; dalla tua vita trascorsa, che difenderai il loro riposo e la loro tranquillità; la massa, poi, basandosi sul fatto che, limitatamente al discorsi, sei stato favorevole al popolo nelle assemblee ed in tribunale, che tu non sarai contrario ai suoi interessi.

IL MAUSOLEO DI CICERONE
XIV. 1.E' questo ciò che mi viene in mente a proposito di quelle due meditazioni mattutine, che ti ho detto di fare ogni giorno scendendo al foro: 'Sono un uomo nuovo, aspiro al consolato. Resta la terza: 'Si tratta di Roma', una città formata dal concorso delle nazioni, una città piena di tranelli, di inganni, di vizi di ogni genere, nella quale bisogna sopportare l'insolenza, l'astio, la tracotanza, l'odio ed il fastidio di molti. Io mi rendo conto che occorrono molta saggezza e molta abilità, vivendo in mezzo a tanti e tali vizi di uomini di ogni tipo, per evitare l'odio, la calunnia, i tranelli, e per essere l'unico uomo adatto ad una tale diversità di costumi, di discorsi e di voleri.

2. Perciò continua senza sosta a percorrere la via su cui ti sei incamminato, la supremazia nell'eloquenza: è questo che concilia a Roma la simpatia degli uomini, che li attrae, che li distoglie dal frapporre ostacoli o dal procurare danni. E considerato che è questo il difetto maggiore della nostra città, la quale, mentre si fa strada la corruzione suole dimenticarsi delle sue virtù e del suo dignità, sforzati di conoscerti bene a questo proposito, cioè di capire che tu sei uomo tale da poter suscitare negli avversari un timore grandissimo di un processo e dei rischi che esso comporta. Fa' che essi sappiano che tu li sorvegli e li osservi; essi temeranno, oltre alla tua solerzia, oltre al tuo prestigio ed al vigore della tua parola, certamente anche l'attaccamento a te dell'ordine equestre.

3. Io non voglio che tu presenti ciò dinanzi ai loro occhi in modo che tu già dia l'impressione di preparare un'accusa, ma in modo da poter conseguire più facilmente lo scopo che ti prefiggi, servendoti di questo spauracchio. Adoperati veramente con tutto il tuo vigore e tutte le tue possibilità, perché riusciamo ad ottenere quello a cui aspiriamo. Io vedo che non esistono assemblee tanto infangate dalla corruzione, in cui alcune centurie non votino gratuitamente per i candidati ai quali esse sono particolarmente legate.

4. Perciò, se dedichiamo alla questione l'attenzione che merita, se sappiamo suscitare il massimo impegno in quelli che ci sono affezionati, se riusciamo a distribuire dei compiti precisi tra gli uomini che ci appoggiano ed hanno influenza, se poniamo di fronte agli occhi degli avversari la prospettiva di un processo, se incutiamo paura ai compratori di voti ed in qualche modo freniamo i distributori di doni, può accadere che non vi sia più corruzione o che essa non sia più tanto sfrenata.

5. Questo è quanto io ho creduto, non di sapere meglio di te, ma di potere con maggiore facilità, a causa dei tuoi impegni, riunire in un tutt'uno ed inviarti, dopo averlo messo per iscritto. Anche se ciò è stato scritto in modo tale da non valere per tutti quelli che aspirano ad una carriera prestigiosa, ma per te in particolare e per questa tua campagna elettorale, tuttavia, se ti sembrerà necessario cambiare qualche cosa o toglierla del tutto, o se troverai delle dimenticanze, vorrei che tu me lo dicessi; io mi auguro infatti che questo sia ritenuto un manualetto di campagna elettorale esemplare sotto tutti i punti di vista.


BIBLIO

- Antonietta Dosi - Gruppi e partiti politici di età repubblicana - Vita e Costumi dei Romani Antichi – Quasar - Roma - 2002 -
- A.Tighe - The Development of the Roman Constitution - D. Apple e Co. - 1886 -
- Antonietta Dosi - Così votavano i Romani - Vita e Costumi nel mondo romano antico – 2ª serie, Quasar, Roma - 2004 -
- Mario Attilio Levi - Plebei e patrizi nella Roma arcaica - Como - New Press - 1992 -
- Mario Pani - Elisabetta Todisco - Società e istituzioni di Roma antica - Roma - 2005 -



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