TEMPIO DI TELLUS



DEA TELLUS - ARA PACIS

LA DEA TELLUS

Dei documenti greci, il più antico è l'Inno alla Terra, uno degli inni cosiddetti «omerici», anche se databile posteriormente, agli inizi del secolo VI a.c. :

"Mi accingo a cantare alla Terra, Madre universale dalle solide fondamenta,
vecchia venerabile, che nutre quanto si trova sulla superficie di essa.
Da te procede la fecondità e la fertilità, o Sovrana!,
e da te proviene dare e togliere la vita agli uomini mortali.
Beato colui al quale tu, benevola, rendi onori;
questi ha tutto in abbondanza... dea augusta, generosa divinità!
Salve, Madre degli Dei, sposa del Cielo stellato!
Concedimi una vita felice come premio al mio canto!
D'ora in poi mi ricorderò di te nei rimanenti canti."


Tellus, o Madre Terra, è una Dea italica prima e romana poi, con gli attributi della cornucopia , o mazzi di fiori o frutta. Spesso fu associata a Ceres, nei rituali relativi alla terra ed alla fertilità agricola. Varrone elenca Tellus come uno Dei Selecti, i venti principali Dei di Roma, e una delle dodici Divinità agricole.

E' identificata alla bella figura centrale sul “pannello del sollievo dell’Italia” nell’Ara Pacis, che è incorniciato da bucrani e motivi di vegetazione. La Dea veniva invocata sia nelle cerimonie alla nascita di un bambino, quando il neonato era posato a terra, immediatamente dopo la nascita, sia in occasione dei matrimoni.

Numa istituì per la Dea il sacrificio di una mucca incinta, e Ovidio specifica che assicurava la fertilità del grano piantato e già in crescita nel grembo della Madre Terra. Questo sacrificio pubblico fu poi trasformato in olocausto (l'animale veniva interamente bruciato), sacrificio di stato che veniva celebrato in ognuna delle trenta curie, presieduto dalle Vestali.

NINFA DEL MARE

Inno orfico a Gea:

"Riconosco l’essenza dell’unica Dea, 
generatrice di tutte le esistenze; 
le sue forme sono infinite, 
Ella manifesta se stessa nel nostro amore 
e tutti noi siamo suoi amanti. 
Tratto tutti gli esseri con rispetto, 
poiché la Dea vive in ognuno di essi 
tanto quanto in me.
Tollero tutte le altre religioni e non costringo nessuno 
ad unirsi al Cerchio della Dea; 
la Dea stessa provvede a chiamare coloro che sono pronti 
ed essi sentiranno il Suo richiamo. 
Esprimo la mia adorazione alla Dea 
ristabilendo l’equilibrio sul suo pianeta. 
Mangio principalmente cereali, verdura e frutta, 
dimodochè il cibo sul pianeta sia sufficiente per tutti; 
ogniqualvolta mi nutro rivolgo un ringraziamento alla Dea, 
fornitrice di tutte le energie; 
non rifiuto di mangiare con moderazione carne animale, 
ma ogni qualvolta lo faccio, 
rivolgo un ringraziamento allo spirito dell’animale che mi nutre. 
Nel Cerchio della Dea creo il consenso 
per mezzo del rispetto delle differenti opinioni; 
riconosco che nel percorso della Dea vi sono molti percorsi. 
Nella mia casa creo un luogo sacro per la Dea, 
in cui pregarla e compiacerla; 
medito e rivolgo il mio pensiero alla Dea tre volte al giorno: 
al mattino, a mezzogiorno e alla sera. 
La sessualità è il Suo Sacramento, 
godo del suo dono e benedico coloro con cui lo condivido 
con affetto e amore, ricordando che il sopravvento della gelosia 
è causa della cessazione del ciclo della rinascita. 
Annuncio la Dea al mondo attraverso buone opere, 
onesto lavoro e semplici atti di bellezza e amore".



IL TEMPIO

Del tempio dedicato a Tellus, situato nel quartiere delle Carinae (Suet., 15, Servius, ad Aen, 8.361). nessun resto archeologico ne sopravvive, anche se è descritto nella Forma Urbis Severiana del III sec.  (Rodríguez Almeida, Forma pl 59, fragment 672). 

Il Tempio di Tellus è stato il punto di riferimento più importante della Carinae, un quartiere alla moda sul Colle Oppio. Vicino alle case appartenenti a Pompeo e alla famiglia di Cicerone.

Il tempio fu promesso in voto da Publius Sempronio Sophus, console con Appio Claudio Russo, con cui guidò i Romani alla sottomissione definitiva dei Piceni nella battaglia di Ascoli nel 268 a.c., nel giorno in cui un terremoto colpì l'esercito dei Piceni facendolo sbandare fortemente. (Cfr 1.14.2), Sembra però che il tempio venisse poi costruito dal popolo romano (Val. Max. 6.3.1b Shackleton Bailey: aedem Telluris, Dion Hal., Ant. Rom. 8.79.3).  


( http://atlasofancientrome.com/ )

Il 13 dicembre, l'anniversario del Tempio di Tellus era celebrato con un lectisternio (banchetto) per Ceres, che incarnò la produttività della terra.
Per un certo tempo Cicerone visse in prossimità del tempio e riferisce che alcuni Romani affermassero di essere responsabili della sua salvaguardia (Cic., Har., 31). Coarelli interpreta questo passaggio, così come  per suggerire che Cicero ripristinò il tempio e dedicò una statua di suo fratello, Q. Tullius Cicero. (Cic., Q Fr. 3.1.14)

Dionisio di Alicarnasso racconta che il Tempio di Tellus era in piedi sulla "strada che conduceva alle Carinae" (Ant. Rom. 8.79.3; s.v.  Carinae: Strade). 

Utilizzando questo riferimento, e poi prove epigrafiche e letterarie, Palombi offre un'interpretazione convincente della Tavola Severiana che colloca il Tempio di Tellus nelle vicinanze di S. Pietro in Vincoli, un sito sicuro all'interno delle Carinae (156-58, fig. 62-65).

Coarelli, dopo Colini, individua il tempio sul sito di una fondazione in calcestruzzo rettangolare trovato giusto ad ovest del Compitum Acili. Tuttavia, questo podio è di data neroniana (Schingo; Palombi 154; Velia Building) e rientra nei confini della Velia piuttosto che della Carinae (Coarelli sostiene una Velia gravemente limitata per accogliere la sua teoria); Quindi non può essere considerato un punto probabile per il tempio di Tellus.

NINFA DELL'ARIA

LE CARINAE

In realtà non è chiara l'ubicazione delle Carine. - Serv. Aen. 8.361:
"Le Carinae erano edifici fatti a forma di carene che erano attorno al tempio di Tellure. Sono dette splendide o per l'eleganza degli edifici o perchè Augusto, che era nato alle Curie Vecchie, era stato nutrito nelle opulente Carinae. Altri dicono che l'altura è chiamata Carinae poichè il terreno suburbano di fronte alle porte era costoso. Altri dicono che si chiamavano splendidi gli alloggi degli ambasciatori, che in quella regione solevano essere ospitati. Altri poichè qui abitavano i nobili sabini, la cui stirpe si soleva invidiare e deridere".

Secondo alcuni autori il tempio della Dea Tellus si trovava alle Carine, o Carene, tra la Velia e il Fagutal dalle parti del Vicus Sceleratus (oggi via Frangipane), così chiamato, perché in quella via Tullia, figlia del re Servio Tullio, passò con il cocchio sopra il cadavere del padre, che schizzò sangue.

TEMPIO DI TELLUS A DOUGGA

La Devastazione dei resti del tempio ad opera di Pio IV

1550, 6 gennaio. R. IV. IN TELLVRE
"La vigna o villa Mattei occupava l'altipiano del Cespio, tra s. Pietro in Vincoli la via della Polveriera e la via del Colosseo, altipiano oggi tagliato dalla nuova via de' Serpenti, e coperto in gran parte dalla scuola municipale Vittorino da Feltro". (Vedi Nelli, tav, 13-14: tav. XXIX della /". U. R: e Bull. Com. tomo XX, a. 1892, pp. 19-37)

Di questa scoperta parla il Florent anche nel cod. Bruiell. 4347, e. 32, e il Sigonio nell'epistola all'Orsino, in cod. vatic. 4105, e. 219. Vedi CIL. tomo I, parte I, ed. 2% p. 14 e Ligorio Torin. XV, e. 225 : 
« La spira di sotto e delle colonne dell'ordine composito del portico del tempio di Tellure tolta et guasta dalle reliquie che a questi di sono cavate di sotto terra havante alla piazza di Torre de' Conti... le colonne erano di marmo bianco pentellico ».
Questo ricordo del Ligorio si riferisce agli scavi eseguiti in Tellure al tempo di Pio IV per la ricerca di materiali destinati alla costruzione della porta Pia.


BIBLIO

- Angelo Amoroso - Il Tempio di Tellus e il quartiere della Praefectura Urbana - Annuario di Archeologia classica - vol. 4 - Serra Editore - Roma - 2007 -
- Cicerone - Ad Quintum fratrem - III -
- Marija Gimbutas - Il linguaggio della dea - Roma - Venexia - 2008 -
- Georges Dumézil - Feste romane - Genova - Il Melangolo - 1989 -
- Publio Ovidio Nasone - Fasti - I -




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