DECIMO MAGNO AUSONIO - D. MAGNUS AUSONIUS



MONUMENTO AD AUSONIO - MILANO

Nome: Decimus Magnus Ausonius
Nascita: Burdigala 310 d.c.
Morte: Burdigala 395 d.c.
Professione: Poeta e scrittore


Decimo Magnus Ausonio (Burdigala, 310 – Burdigala, 395 circa) era un poeta e insegnante di retorica romana di Burdigala in Aquitania (Bordeaux) in Francia. Fu precettore del futuro imperatore Graziano, che in seguito gli conferì il consolato.



LE ORIGINI

Il nonno materno Agricio, appartenente a un'antica famiglia del popolo degli Edui, aveva vissuto al tempo degli imperatori gallo-romani che da Postumo a Tetrico governarono la Gallia per un decennio. In quel periodo tumultuoso, egli fu proscritto e dovette esiliarsi a Dax, dove visse esercitando l'astrologia e la magia.

Il padre di Ausonio, Giulio Ausonio, nato a Bazas ( 290-378), viveva a Bordeaux dove esercitava la professione medica. Grazie all'influenza del figlio verrà nominato dall'imperatore Graziano prefetto d'Illiria. Ausonio narra che morì quasi novantenne, dopo aver «visto realizzare tutto quel che volle» nella moderazione dei suoi desideri. 
La madre di Ausonio, Aemilia, sembra essersi occupata esclusivamente della famiglia insieme alla zia Aemilia Hilaria, a cui il nipote dedicò affettuosi versi:

Aemilia Hilaria matertera virgo devota
Tuque gradu generis matertera, sed vice matris 
affecu nati commemoranda pio, 
Aemilia in cunis Hilaris cognomen adepta, 
quod laeta et pueri cornis ad effigiem 
reddebas verum non dissimulanter ephebum, 
more virum medicis artibus experiens 
feminei sexus odium tibi semper et inde 
crevit devotae virginitas amor. 
Quae tibi peptenos novies est culta per annos 
quique aevi finis, ipse pudicitiae 
Haec, quia uti mater monitis et amore fovebas, 
supremis reddo filius exequiis 
(Ausonius - Parentalia)

Emilia Ilaria, soprannominata Ilario (Aemilia Hilaria; 300 – 363), un medico gallo-romana, zia di Ausonio, da lui, come si legge, teneramente amata e stimata.
Per non dipendere dal marito rinunciò a sposarsi e venne soprannominata virgo devota (vergine consacrata). Venne indicata come ermafrodita e chiamata al maschile Ilario: pare che odiasse il sesso femminile. Si dedicò alla professione di medico, allora rara per le donne, e all'educazione del nipoteDel resto nei suoi molti altri versi Ausonio mostra la sua preoccupazione per la sua famiglia, gli amici, gli insegnanti e la cerchia di conoscenti benestanti e la sua gioia per la gestione tecnica dei suoi beni. 
Ausonio nacque c. 310 a Burdigala, sotto Costantino, in un periodo di tranquillità politica dopo i lunghi conflitti per il potere. Era figlio di Giulio Ausonio, un medico di discendenza greca, e Aemilia Aeonia, figlia di Cecilio Argicius Arborius, entrambi con un possedimento terriero gallo-romano della Gallia sud-occidentale. 

Decimo cominciò gli studi a Bordeaux, dove imparò a leggere e a scrivere e apprese la storia dal maestro Stafilio e l'erudizione dai libri di Varrone. Tredicenne, passò a Tolosa alla scuola dello zio materno Emilio Magnus Arborius, che era un poeta e professore latino e insegnava retorica a Tolosaa, per impararvi la retorica e l'eloquenza.  Arborio era la gloria della famiglia con ottima reputazione e autore dello stimato poema "Ad Nympham nimis cultam". Ausonio andava bene nella grammatica e nella retorica, ma meno bene in greco. 

AUSONIO

L'ETA' ADULTA

A trent'anni insegnò retorica nella scuola che aveva frequentato nell'infanzia. Il suo allievo più noto fu Ponzio Anicio Meropio Paolino, futuro vescovo di Nola, al quale indirizzerà in tarda età, dopo il 390, tre epistole in versi nelle quali sconsigliò a Paolino di dedicarsi alla vita contemplativa.

Quando suo zio fu convocato a Costantinopoli per fare da tutore a uno dei figli dell'imperatore Costantino I, Ausonio lo accompagnò nella capitale.  Completati i suoi studi, intraprese per qualche tempo gli studi da avvocato, ma preferì l'insegnamento. Nel 334 divenne un grammatico in una scuola di retorica a Bordeaux, e in seguito retore o professore. 

Dopo trent'anni di questo lavoro, Ausonio fu convocato dall'imperatore Valentiniano I per insegnare a suo figlio, Graziano. Quando Valentiniano prese Graziano nelle campagne tedesche del 368-9, Ausonio li accompagnò e in riconoscimento dei suoi servigi, l'imperatore Valentiniano gli conferì il grado di questore. 

S. PAOLINO DI NOLA
Graziano amava e rispettava il suo precettore, e divenuto imperatore nel 375 conferì ad Ausonio e alla sua famiglia i più alti onori civili. Decimo fu nominato Prefetto della Gallia Pretorio, fece una campagna contro gli Alemanni e ricevette come parte del suo bottino una schiava, Bissula di cui Ausonio si innamorò profondamente e la liberò dalla schiavitù. Scrisse una poesia su di lei, de Bissula, che inviò al suo amico Paulus, A suo padre, sebbene quasi novantenne, l'imperatore assegnò il rango del prefetto dell'Illirico. Nel 376 al figlio di Ausonio, Hesperius, l'imperatore concesse il proconsolato d'Africa e nel 379 ad Ausonio concesse il consolato con Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio come collega, il figlio della poetessa Faltonia Betizia Proba.

Nel 383 l'esercito britannico, guidato da Magnus Maximus, si rivoltò contro Graziano e lo assassinò a Lione; e quando l'imperatore Valentiniano II fu cacciato dall'Italia, Ausonio si ritirò nelle sue proprietà vicino a Burdigala (ora Bordeaux) in Gallia. Quando poi Magnus Maximus fu rovesciato dall'imperatore Teodosio I nel 388, Ausonio non tornò a corte. 

Le sue terre erano, a suo dire, il suo nidus senectutis , il "nido della sua vecchiaia", e lì trascorse il resto dei suoi giorni, componendo poesie e scritti per eminenti contemporanei, molti dei quali erano stati suoi allievi. Le sue proprietà presumibilmente includevano il terreno ora di proprietà di Château Ausone, che prende il nome da lui. Ausonio si convertì al cristianesimo come del resto era obbligatorio sotto Teodosio pena la morte e la confisca dei beni, ma non ne fu affatto entusiasta. Morì circa nel 395.

Anche suo nipote, Paolino di Pella, era un poeta; le sue opere attestano la devastazione che la Gallia di Ausonio avrebbe affrontato poco dopo la sua morte. Paolino si trovò espropriato di tutti i suoi beni, solo e in miseria assoluta ma un visigoto amico lo fece a sue spese riappropriare di un bene che aveva perduto a Marsiglia e potè vivere decentemente.



LE OPERE

- Epigramata de diversis rebus - 120 epigrammi su vari argomenti.

- Effemeridi - Le occupazioni del quotidiano dal mattino alla sera, in vari metri, composta prima del 367. Si conservano solo l'inizio e la fine.

- Parentalia - 30 poesie di varia lunghezza, per lo più in metro elegiaco, una serie di poesie sui parenti deceduti, con un tocco delicato e nostalgico, composte dopo il suo consolato, una serie di epigrammi in memoria dei parenti defunti e epitaffi, del resto era rimasto vedovo a 36 anni. 

- Commemoratio professorum Burdigalensium - Proseguo dei Parentalia, relativo ai famosi maestri della sua città natale, Bordeaux, che aveva conosciuto.

- Epitaphia - 26 epitaffi di eroi della guerra di Troia, tradotti dal greco.

- Caesares - Sui 12 imperatori descritti da Svetonio (69 - 122).

IMPERATORE GRAZIANO
- Ludus VII Sapientium. Gioco dei 7 sapienti. Il tono è scherzosamente filosofico:
«Delphis Solonem scripsisse fama est Atticum:
γνῶθι σεαυτόν, quod Latinum est: nosce te.
multi hoc Laconis esse Chilonis putant.
Spartane Chilon, sit tuum necne ambigunt,
quod iuxta fertur: ὅρα τέλος μακροῦ βίου,

finem intueri longae vitae qui iubes.
multi hoc Solonem dixe Croeso existimant
et Pittacum dixisse fama est Lesbium:
γίγνωσκε καιρόν; tempus ut noris iubet
sed καιρός iste tempestivum tempus est.
Bias Prieneus dixit: οἱ πλεῖστοι κακοί,
quod est Latinum: plures hominum sunt mali:
sed inperitos scito, quos dixit malos.
μελέτη τὸ πᾶν, Periandri id est Corinthii:
meditationem posse totum qui putat.
ἄριστον μέτρον esse dicit Lindius
Cleobulus; hoc est: optimus cunctis modus.
Thales sed ἐγγύα, πάρα δ᾽ ἄτα protulit.
Spondere qui nos, noxa quia praes est, vetat.
hoc nos monere faeneratis non placet.
dixi, recedam, legifer venit Solon
.» 
«In Delfi, si dice, Solone di Atene scrisse:
γνῶθι σεαυτόν (nosce te ipsum). Alcuni tuttavia 
affermano che questo sia un motto di Chilone di Sparta, 
si dibatte però anche se tua sia quell'altra massima: 
ὅρα τέλος μακροῦ βίου, dove tu ordini di attendere 
prima la fine di una lunga vita. Molti dicono anche 
che questo disse Solone a Creso. E pure che Pittaco 
di Lesbo abbia detto: γίγνωσκε καιρόν – ordinando 
di conoscere il tempo; o meglio καιρός, 
il “tempo tempestivo”, il momento giusto. 
Biante di Priene disse: οἱ πλεῖστοι κακοί, 
che in Latino si dice: plures hominum sunt mali; 
ma sappi che chiama malvagi gli inesperti ignoranti. 
E questo disse Periandro di Corinto: μελέτη τὸ πᾶν, 
la riflessione può tutto.ἄριστον μέτρον insegnava 
Cleobulo da Lindo, ossia: optimus cunctis modus, 
ottima è la misura. E Talete: ἐγγύα, πάρα δ᾽ ἄτα, 
vieta di garantire, perché porta danno, 
motto che certo dispiace a chi presta. 
Ho detto, e mi ritiro: compare ora il legifero Solone!»

Ordo urbium nobilium - 14 brani su 17 (o 22) città in esametri, composti dopo la caduta di Massimo nel 388, dopo un viaggio in cui Ausonio traversando, l' impero romano tra il 388 e il 390, descrive brevemente le principali città dell'Impero Romano, dalla più alla meno importante:
IMPERATORE VALENTINIANO
  1. Roma 
  2. Costantinopoli  
  3. Cartagine
  4. Antiochia 
  5. Alessandria
  6. Treveris ( Treviri )
  7. Mediolanum ( Milano )
  8. Capua
  9. Aquileia
  10. Arelas ( Arles )
  11. Hispalis (Siviglia)
  12. Emerita ( Mérida )
  13. Corduba ( Cordova )
  14. Tarraco ( Tarragona ) 
  15. Bracara ( Braga ). 
  16. Athenae ( Atene )
  17. Catana ( Catania )  
  18. Syracusae ( Siracusa )
  19. Tolosa ( Tolosa ).
  20. Narbona ( Narbonne )
  21. Burdigala ( Bordeaux )
  22. Ludus VII Sapientium (Una sorta di comica) in cui i sette saggi appaiono in successione e hanno la loro voce.
Idyllia, 20 brani  il più famoso dei quali è: 

- Mosella
che tratta infatti del viaggio di Ausonio dalle rive della Nava per poi seguire il fiume che dà il titolo all'opera, la Mosella, fino a Treviri, città dove fu scritto il poema e di cui l'autore tesse un elogio prima di concludere con la celebrazione d'immortalità dello stesso fiume. Nel poema descrisse anche la lavorazione di un mulino ad acqua che segavano marmo sul fiume Celbis affluente della Mosella: 

.... famoso è Celbis per il pesce glorioso, e

quell'altro, mentre gira le sue macine in rivoluzioni furiose e guida le seghe urlatrici attraverso blocchi di marmo levigati, sente da una delle due banche un incessante rumore.
Lo scritto illumina sullo sviluppo della tecnologia romana nell'uso di energia idrica. È uno dei rari riferimenti nella letteratura romana ai mulini ad acqua usati per tagliare la pietra, e pure dell'applicazione della forza idrica alla segatura meccanica della pietra (presumibilmente anche del legno). La segheria di Hieropolis mostra un meccanismo diverso che coinvolge una sega a telaio azionata attraverso una manovella e una biella.

SEGHERIA AD ACQUA A HIERAPOLIS, III SEC,
LA I MACCHINA A MANOVELLA E BIELLA
Iddyllia include anche:

- Griphus ternarii numeri

- De aetatibus Hesiodon

- Monosticha de aerumnis Herculis

- De ambiguitate eligendae vitae

- De viro bono

- EST et NON

- De rosis nascentibus. Vi è tutto il tema del carpe diem :
Collige, virgo, rosas, dum flos novus et nova pubes
et memor esto aevum sic properare tuum. 

"Raccogli, ragazza, rose mentre il fiore è fresco e fresco è giovane,
ricordando che il tuo tempo si sta affrettando"
(Epigrammata: «Rosae») 

- Contro paschales

- Epicedion in patrem

- Technopaegnion. Una serie di poesie in cui ogni riga termina in un monosillabo.

Cento nuptialis, composta di versi o brani tratti da altri autori, in particolare Omero e Virgilio. Qui estrae frasi da Virgilio e le riapplica a un accoppiamento nuziale:
Itque reditque viam totiens | uteroque recusso
transadigit costas | et pectine pulsat eburno. 

TEODOSIO PRIMO
    Iamque fere spatio extremo fessique sub ipsam
    finem adventabant: | tum creber anhelitus artus
    aridaque ora quatit, sudor fluit undique rivis,
    labitur exsanguis, | destillat ab inguine virus. 

    "Avanti e indietro fa il suo percorso e, la cavità riverbera,
    spinte tra le ossa e colpi con la penna d'avorio.
    E ora, il loro viaggio si copriva, stancamente si avvicinavano
    il loro obiettivo: la respirazione rapida scuote le sue membra
    e la bocca secca, il suo sudore scorre nei fiumi;
    giù crolla senza sangue; il liquido cola dal suo inguine"

    - Bissula (innamorato perdutamente della schiava)

    - Protrepticus

    - Genethliacon

     - Eglogarum liber  (raccolta di tutti i tipi di versi astronomici e astrologici nel metro epico ed elegiaco, forse retaggio del nonno).

    - Epistolarum liber (25 lettere in metriche diverse)

    - Ad Gratianum gratiarum actio pro consulatu (Prosa di ringraziamento all'imperatore Graziano in occasione del conseguimento del consolato a Treves nel 379)

    - Praefatiunculae (Prefazioni del poeta a varie raccolte delle sue poesie, tra cui una risposta alla richiesta dell'imperatore Teodosio I per le sue poesie)

    - Periochae Homeri Iliadis et Odyssiae (sintesi in prosa dell'Iliade e dell'odissea di Omero, attribuita ma probabilmente non scritta da Ausonio)

    Gli scritti di Ausonio, benché gradevoli non sono più classificati tra i migliori della letteratura latina. Il suo stile è facile e scorrevole, e la sua Mosella è apprezzata per la sua evocazione della vita e della campagna lungo il fiume Mosella; ma è considerato derivato e non originale. Tuttavia, i suoi lavori sono interessanti perchè provano la viticoltura su larga scala nell'ormai famoso paese del vino intorno al suo Bordeaux natio.


    BIBLIO

    - Decimo Magno Ausonio - Mosella - Introduz., testo, traduz. commento, a cura di Maria Elvira Consoli - Congedo Editore - 1998 -
    - Sestio Prete - Decimi Magni Ausonii Opuscola Leipzig - Teubner - 1978 -
    - Decimo Magno Ausonio - Epigrammi - a cura di Luca Canali - Rubbettino - 2007 -
    - Decimo Magno Ausonio - Mosella - Introduz., testo, traduz. commento, a cura di Maria Elvira Consoli - Congedo Editore - 1998 -


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