LUCIO PONZIO AQUILA - PONTIUS AQUILA (cesaricida)



 

Nome: Lucius Pontius Aquila
Nascita: ... - ...
Morte: 43 a.c.
Professione: politico romano, tribuno della plebe
Gens: Pontia


Pur provenendo da una gens di origine plebea Lucio Ponzio Aquila durante la guerra civile tra l'esponente dei Populares Cesare e e il rappresentante degli Optimates Pompeo si schierò dalla parte di quest'ultimo. Sicuramente chiese ed ottenne poi il perdono da parte di Cesare, altrimenti non avrebbe potuto ricoprire la carica di Tribuno della plebe nel 45 a.c. 

Si ipotizza però che egli sia lo stesso Ponzio Aquila al quale, secondo Cicerone, furono confiscate alcune proprietà nei pressi di Napoli, che poi furono donate da Cesare alla sua amante Servilia, oppure solo acquistate all'asta da quest'ultima a prezzo vantaggiosissimo.

Servilia fu l'eterna amante di Cesare che tale restò anche quando Cesare si era sposato, e che fu madre di Marco Giunio Bruto, che si suppone fosse anche figlio di Cesare, che lui lo supponesse o meno, una delle figure preminenti della congiura delle Idi di marzo assieme a Gaio Cassio Longino e a Decimo Bruto.

Giunio Bruto, noto dopo l'adozione come Quinto Servilio Cepione Bruto (Quintus Servilius Caepio Brutus), fu un politico, oratore, filosofo e senatore della tarda Repubblica romana, che costituì una delle figure preminenti della congiura che portò all'assassinio di Cesare.


Ad ogni modo, che agisse per motivi di risentimento personale, oppure per suoi ideali repubblicani, Lucio Ponzio Aquila si rese protagonista di un atto di temerarietà e di insubordinazione che viene riferita a quando Cesare celebrò, ai primi di ottobre del 45 a.c., il suo quinto trionfo. 

Infatti, quando Cesare sfilò col suo carro trionfale davanti ai seggi dei dieci Tribuni della plebe, nove di essi si alzarono in piedi, ma Ponzio Aquila rimase seduto. Il dittatore anzichè adirarsi lo sbeffeggiò: "Toglimi dunque, o Aquila, la Repubblica, tu che sei Tribuno". (Repete ergo a me Aquila rem publicam tribunus)

Ma Cesare aveva un animo generoso e più che vendicarsi amava ironizzare, tanto che per diversi giorni, ironizzò ancora sul gesto di Ponzio Aquila e ogni volta in cui prometteva qualcosa aggiungeva: "Sempre che Ponzio Aquila sia d’accordo". (Si tamen per Pontium Aquilam licuerit)

E ancora una volta la famosa clemenza di Cesare non venne ripagata e avrebbe avuto buoni motivi per farlo almeno esiliare. Pochi mesi dopo infatti, Ponzio Aquila partecipò alla congiura delle Idi di Marzo del 44 a.c. nella quale Cesare fu assassinato.

Lucio Ponzio Aquila fu, secondo alcuni, un lontano parente di Ponzio Pilato, ma la cosa non è accertata. Comunque Ponzio morì poi nella seconda battaglia di Modena, il 21 aprile del 43 a.c., combattendo quale luogotenente di Decimo Bruto contro Marco Antonio.


BIBLIO

- Barry Strauss - La morte di Cesare. L'assassinio più famoso della storia - Editori Laterza - 2015 -
- Svetonio - Le vite dei dodici cesari - Cesare LXXVIII -
- Barry Strauss - La morte di Cesare -
- Roger Caillois - Ponzio Pilato - Sellerio Editore - Palermo -


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