TEMPIO DI GIANO



DA SINISTRA, TEMPIO DI GIUNONE, TEMPIO DI SPES, TEMPIO DI GIANO 

In età repubblicana, tra il III e il II sec. a.c. furono costruiti a Roma, nel Foro Olitorio, allineati tra l'attuale sede stradale e il Tevere, tre templi, tutti con identico orientamento, dedicati a tre divinità: Giunone Sospita, Giano e Spes.

DECADENZA DEI TEMPLI PRIMA DELLA
TRASFORMAZIONE IN CHIESA
L'attribuzione della posizione dei templi non è del tutto certa, non si sa se il tempio dedicato a Giunone fosse il più piccolo dei tre (in travertino di ordine dorico, le cui colonne sono murate nel fianco sinistro della chiesa), o quello centrale - il più recente - sul quale la chiesa è per gran parte costruita.

Il tempio di destra, presumibilmente quello dedicato a Giano, si dice fosse situato "iuxta Theatrum Marcelli", dalla parte del teatro Marcello, e fu fondato al tempo della Prima Guerra Punica.

Dopo il 26 a.c, Augusto iniziò una ricostruzione del tempio, ma il progetto fu completato solo da Tiberio che lo consacrò nel 17 d.c (Tacitus, Annales 2.49: Iano templum ... forum apud Olitorio). Il lato sud del tempio è parzialmente incorporato nella Chiesa di S. Nicola in Carcere dove è stato ripristinato il piano terra del tempio al disotto della chiesa.

Di questo tempio sono le colonne semisepolte nella muratura destra della chiesa, e nel campanile, costruito a cavallo del vicolo, e ne è individuabile lo spigolo della trabeazione. Resti del tempio sono stati reperiti anche fuori della Chiesa (Crozzoli Aite pl 1). Il tempio è rappresentato anche sulla Forma Severiana (Rodríguez Almeida, Forma pl 23, Frags 31 h, i) "Questi resti sono datati al periodo augusteo per la decorazione architettonica" (Crozzoli Aite 106, 111, contra, Coarelli 91).


Il campanile di oggi è il riadattamento di una torre dei Pierleoni, che nell' XI secolo occupavano quest'area alle pendici del Campidoglio fino all'Isola Tiberina, e ai quali apparteneva anche la torre di fronte alla chiesa, scampata sia pure con rimaneggiamenti, dalle demolizioni del Campidoglio negli anni trenta per l'apertura della Via del Mare.

COLONNE DEL TEMPIO DI GIANO
Negli ambienti sotterranei della chiesa, usati in epoca medioevale come cimitero, sono visibili i podi dei tre templi e i due stretti vicoli che li separavano, nonché delle murature medioevali successive.

Nel podio del tempio centrale sono presenti piccole celle coperte a volta che hanno presumibilmente originato la leggenda del carcere di San Nicola e la confusione di questo sito con il Tullianum.

Secondo il Cristofori, oggi l'ipotesi più accreditata, la denominazione popolare di questo titolo, San Nicola in Carcere Tulliano, sarebbe sbagliata poiché il Carcere Tulliano corrisponde al Carcere Mamertino, che si trova ai piedi del Campidoglio.

SAN NICOLA IN CARCERE

Vi si riconoscono oggi, invece, botteghe di cambiavalute, attinenti alla destinazione commerciale della zona, prossima anche al Foro Boario

GIANO
Come si osserva dalla foto, i templi mancano delle alte gradinate e dei podi templari, seppelliti sotto terra, che potrebbero venire posti in luce senza danno, se il Vaticano lo permettesse.

Sul fronte della chiesa attuale si scorge ancora una parte del podio ricoperto a travertino che sporge dalle scale, anch'esse in travertino, ricavate dalle lastre marmoree dei precedenti templi, per quel vezzo cristiano di deturpare o distruggere ogni ricordo, sia pure un'opera d'arte, che rammenti il paganesimo.

All'interno poi le colonne della chiesa sono con evidenza di recupero dai templi, diverse tra loro in forma e in materiale e sicuramente reperite nell'area.

Il tempio di Giano, Dio del principio e della fine, sia dell'anno, che della guerra, che della vita degli esseri viventi, sorgeva dunque su un podio in opera cementizia rivestito di travertino, maggiormente visibile e meglio conservato sul lato sud, nei sotterranei della chiesa.


Il tempio, di m 26 x 15, privo di colonnato sul lato posteriore, aveva una gradinata frontale che permetteva di accedere al pronao costituito da due file di sei colonne ioniche sulla fronte e otto sui lati lunghi, rivestite interamente di peperino, capitelli e basi compresi.

Di tanto scempio sette colonne del lato meridionale e due del settentrionale, poggianti sul podio, restano ancora in piedi, ben visibili nel prato a sinistra della chiesa. Nello stesso giardino giacciono capitelli, cornicioni e varie parti lavorate sempre in peperino, lasciate alle intemperie senza tener conto che il peperino, al contrario del marmo, è una pietra deperibile all'azione della pioggia. 

Dell'edificio restano, oltre al podio, visibile nei sotterranei della chiesa, la parte inferiore in travertino della gradinata frontale, situata davanti alla chiesa, tre colonne con capitelli ionici della fronte del pronao, inglobate nella facciata e nella cappella del battistero, e le colonne della cella che oggi dividono le tre navate della chiesa.



BIBLIO

- M. Eramo - S. Nicola in Carcere - Ricerche di Storia dell'arte - 1988 -
- G. B. Proja - S. Nicola in Carcere - Roma - 1970 -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -
- Robert Maxwell Ogilvie - The Romans and their gods in the age of Augustus - 1970 -
- Robert Turcan - The Gods of Ancient Rome - Routledge - 1998, 2001 -





3 comment:

Anonimo ha detto...

Ci passo spesso davanti e non ho mai trovato uno straccio di cartello che
dica delle cose stupende che ci sono sotto la chiesa. Andrò a vedere appena posso e bravi bravi bravi.

Romanoimpero on 29 novembre 2010 alle ore 23:58 ha detto...

Ti ringrazio, Roma è tutta da scoprire ed anche io ogni volta trovo qualcosa che non conoscevo.

Unknown on 3 gennaio 2020 alle ore 19:19 ha detto...

Grazie per le informazioni dettagliate. Ne ero alla ricerca disperata,essendo un devoto del Dio Giano. Una domanda mi resta: il sito è visitabile, o la chiesa lo impedisce? Grazie

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