CULTO DELLA DEA COPIA



Copia, detta pure Abbondanza, è una divinità femminile romana che personifica l'abbondanza e la prosperità, nonché la custode della cornucopia, con cui distribuiva cibo e denaro. Veniva identificata dai Romani con la capra Amaltea che allattò Zeus col proprio latte. Secondo una descrizione di Ovidio, la Dea seguì Saturno quando questi fu cacciato da Giove dai cieli.

Si tratta di un'antica Dea Italica, antecedente alle importazioni greche, una Dea che forniva vita e cibo a tutte le creature viventi, siano uomini, animali o piante, In qualità di antica Dea lunare aveva la cornucopia che altro non era che un corno dell'antica vacca sacra, il cui corno ricorda appunto il crescente lunare. Nel suo aspetto diurno il corno diventava cornucopia ma restava vuoto nel suo aspetto infero. 

La Dea Copia veniva rappresentata come una fanciulla coronata di fiori e circondata da vari frutti della terra. Aveva in una mano un fascio di spighe e nell'altra un corno, secondo alcuni il corno di Acheloo,  ma secondo altri il corno di Amaltea  ricolmo di frutti e fiori, la cosiddetta cornucopia, simbolo della fertilità. 

LA DEA ABUNDANTIA (Rubens)
Acheloo, spesso sotto forma di un toro, era una divinità fluviale che aspirava alle nozze con Deianira, figlia del re degli Etoli, già chiesta in moglie da Eracle. Nel duello che seguì Acheloo si trasformò in serpente, in toro, in drago e infine in un uomo dalla testa di bue così Eracle gli strappò un corno.
Acheloo cedette allora il diritto di sposare Deianira ma rivolle indietro il suo corno, dando però in cambio un corno della capra Amaltea, la nutrice di Zeus, ossia la cornucopia.

Nella mitologia greca e pure romana, il re degli dei, avendo rotto accidentalmente il corno della capra Amaltea, promise che questo non si sarebbe mai svuotato dei frutti del suo desiderio. Il corno venne in seguito passato alla custodia di Abbondanza.

Mentre ci sono pochi templi o segni del culto di Abbondanza rintracciabili a Roma, la Dea venne ampiamente rappresentata nell'arte, con la cornucopia e delle pannocchie di granoturco che lascia cadere a terra,.

Guglielmo d'Alvernia, vescovo di Parigi, menziona una Domina Abundia (Signora Abbondanza), che. secondo il mito, di notte entrava nelle case dove le erano preparate le offerte. 

Qui giunte, bevevano e mangiavano, pur lasciando per miracolo intatte le libagioni; se queste poi erano di loro gradimento, portavano prosperità e fertilità.
 
Il fatto che Giove strappò il corno alla capra Amaltea significa che si appropriò dell'attributo della Dea Capra, quella che in Italia fu
sostituita con Giunone Caprotina.

La cornucopia, o corno di animale, in genere di mucca o di toro, era il simbolo del corno lunare, a significare che la Dea era Caelestis, cioè regnava sulla luna. Il regno della luna indicava la capacità di guardare il mondo notturno senza esserne sconvolti, cioè guardare dentro di sè e comprendere, nel buio del mondo interiore, alla luce della face lunare, i propri istinti e le proprie emozioni. Era insomma il "Conosci te stesso" riapplicato duemila anni dopo da Sigmund Freud. 

Contemporaneamente però la Dea faceva crescere le piante fornendo cibo ad animali e uomini, e in questo caso la cornucopia era piena, traboccante di spighe e di frutta, pertanto era anche Dea delle messi. Ma quando la cornucopia era vuota e rovesciata essa indicava il mondo degli Inferi, perchè la Dea regnava anche nel mondo dei morti. Pertanto proteggeva defunti e soprattutto gli antenati della famiglia, che a loro volta proteggevano la loro gens.


Come Abundantia, Copia, era la Dea dell'abbondanza, quindi di beni, di ricchezze, di terre, di animali, di fortuna e prosperità. ma era pure la Dea della Fortuna che faceva combinare ottimi affari per aumentare la prosperità della famiglia. "Della Dea dice Ovidio che tenne dietro a Saturno quando fu detronizzato da Giove. Essa non ebbe nè templi nè altari presso gli Antichi.

"La si rappresenta sotto l'aspetto d'una giovane Ninfa, grassotta, a vivi colori, con una ghirlanda di vari fiori in testa, e una una veste verde, ricamata in oro. Colla mano destra tiene il corno d'Amaltea, e colla sinistra un fascio di spiche, che cascano alla rinfusa. Le sta vicino un vascello, che indica l'introduzione del frumento forestiero. La statua dell'Abbondanza che conservasi nel Campidoglio tiene una borsa nella mano destra ed un corno nella sinistra. L'Abbondanza marittima si raffigura con una donna che tiene in una mano un timone, nell'altra un fascio di spiche."

La Dea Copia venne inclusa nel Pantheon romano, ma in seguito assimilata a diverse Dee: Bona Dea, Dea Fortuna, Dea Providentia, Dea Felicitas, Dea Pomona, Abuntantia, Cerere, Opi, Annona ecc. Anticamente veniva molto invocata nelle campagne per il buon esito dei raccolti, che non venissero gustati dalla grandine, o che piovesse al momento opportuno, o affinchè il vento gelido non uccidesse i germogli. 

I romani comunque la invocavano parecchio anche in città, soprattutto le donne, affinchè riempisse la dispensa della casa, per fare figli o per la fortuna sul lavoro. Fu comunque rimpiazzata molto dalla Dea Fortuna, invocata anche dagli uomini nella carriera politica o negli affari commerciali. 



 BIBLIO

- Philippe Borgeaud - Avec Doralice Fabiano - Perception et construction du divin dans l'Antiquité - Genève - Droz - 2013 -
- Esiodo - Opere - Traduzione di Aristide Colonna - Torino - UTET - 1977 -
- Ferrari A. - Dictionary of Greek and Latin Mythology - IJTET  1999 -
- D'Alesio - Dei e Miti - Edizioni Labo - 1954 -
- Terzaghi N. - Miti e leggende del mondo greco romano - D'Anna - 1986 -
- Ovidio Publio Nasone - Metamorfosi - UTET - 1989 -
- Virgilio Marone Publio - Eneide - Einaudi - 1970 -


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