CELTI CENOMANI (Nemici di Roma)



I Cenomani, detti anche Galli cenomani o Aulerci cenomani, erano un popolo gallico della Gallia cisalpina che confinava con gli Insubri a ovest, i Veneti ad est, il fiume Po a sud e le popolazioni dell'arco alpino dei Camuni e Triumpilini a nord. Il loro territorio si estendeva dall'Adige all'Oglio, a nord raggiungeva la fascia delle colline moreniche lacustri e a sud il corso del Po. 

I Cenomani comprendevano:

- Gli Aulerci Cenomani, un'antica tribù gallica stabilita nel territorio della moderna Le Mans,
- I Cenomani (Gallia Cisalpina), un'antica tribù gallica stabilita nel territorio della Gallia Cisalpina,
- I Cenomani (Gallia Narbonense), un'antica tribù gallica stabilita presso il territorio della moderna Marsiglia.

La loro parentela con i Cenomani della Gallia celtica incontrati da Giulio Cesare è dibattuta dagli storici, ma nel De bello Gallico Cesare riporta che i Camuni si schierarono con la grande rivolta gallica del 52 a.c. guidata da Vercingetorige, fornendo ben 5.000 uomini a supporto contro i Romani.

I Cenomani erano una tribù originaria del territorio attorno all'attuale città di Le Mans (il Maine), a ovest dei Carnuti tra Senna e Loira. La loro capitale era Vindinum o Suindinum (Subdinnum), poi Civitas Cenomanorum e Cenomani (nella Notitia Dignitatum). Al tempo di Augusto (63 a.c. - 14 d.c.) formarono una civitas stipendiaria, legata a Roma da un trattato formale per cui doveva dei tributi ma veniva difesa da Roma in caso di attacco.
Essi abitavano nella Gallia lugdunense (odierna Francia).

«Quella parte della Gallia nota come Lugdunensis contiene i Lexovii, i Vellocasses, i Galeti, i Veneti, gli Abrincatui, gli Ossismi, e il celebrato fiume Ligeris, come anche una molto degna di nota penisola, che si estende nell'oceano all'estremità del territorio degli Ossismi, la cui circonferenza è 62510 miglia... Oltre a questi ci sono i Nannetes, e nell'interno vi sono gli Ædui, popolo federale, i Carnuti, un popolo federale, i Boii, i Senones, gli Aulerci, entrambi soprannominati Eburovices e questi chiamati Cenomanni, i Meldi, un popolo libero, i Parisii, i Tricasses, gli Andecavi, i Viducasses, i Bodiocasses, i Venelli, i Cariosvelites, i Diablinti, i Rhedones, i Turones, gli Atesui, e i Secusiani, un popolo libero, nel cui territorio vi è la colonia di Lugdunum.»
(Plinio il Vecchio, Naturalis historia, IV, 18)
Nel IV secolo invece fecero parte della Gallia Lugdunensis III.

MONETA AUREA CENOMANE

CENOMANI IN ITALIA

Tanto Polibio quanto Livio citano i Cenomani tra le tribù dei Galli, che circa nel 400 a.c., sotto la guida di Elitovio, loro capo militare o religioso, e con l'appoggio di Belloveso capo degli Insubri, tra il VI ed il V secolo a.c. portò il suo popolo da Le Mans (in Francia) alla Lombardia Orientale (in Italia), passando per il Monginevro (valico francese tra Francia e Italia), insediandosi in un territorio tra Brescia e Verona e cacciando da qui i Liguri. che avevano traversato le Alpi in epoca storica.

« ...Subito dopo, un'altra ondata di Galli, questa volta Cenomani guidati da Elitovio, seguì le orme dei predecessori e, dopo aver valicato le Alpi nello stesso punto con l’appoggio di Belloveso, si andò a stanziare là dove oggi si trovano le città di Brescia e Verona.»

(Tito Livio Libro V 35)

E vi si stabilirono dopo aver espulso gli Etruschi dal territorio, perchè i Cenomani non erano capaci di integrarsi con altre tribù.

La storiografia moderna ipotizza che i Cenomani si stanziarono sul monte Cidneo, da Cidno o Cicno re dei Liguri che nella tarda età del bronzo invase la pianura Padana e, giunto presso il colle Cidneo al centro dell'attuale Brescia ne fortificò la cima, che per i celti ebbe una funzione culturale e vi innalzarono un tempio al Dio Bergimus. 

Questa divinità, dato che in celtico "berg" significa "capanna" e in germanico significa "monte" o "montagna", può essere la divinità delle case o dei monti, ma poiché in certe rappresentazioni appare vestito con toga e capelli alla romana, si è dubitato possa trattarsi di Bergimus. Occorre però ricordare che i Romani spesso romanizzavano le divinità straniere assimilandoli ai loro Dei.

Successivamente i Cenomani vi crearono un insediamento, probabilmente esteso anche alla zona sottostante dove sono stati rinvenuti materiali di età preromana e piccoli abitati rurali sparsi poco distanti l’uno dall’altro, questo soprattutto grazie al ritrovamento di necropoli di piccole e medie dimensioni.
D'altronde lo storico latino Livio definisce Brescia "caput Cenomanorum" (“in vicos Cenomanorum Brixiamque, quod caput gentis erat”, Livio XXXII 30).



L'ALLEANZA CON ROMA

Durante la grande guerra gallica nel 225 a.c., quando i Boi e gli Insubri presero le armi contro Roma, i Cenomani, come i loro vicini i Veneti, conclusero un'alleanza con la Repubblica romana, e le due nazioni insieme apprestarono una forza di 20.000 uomini, con la quale minacciarono la frontiera insubre.
Quando poi Annibale invase la Gallia Cisalpina i Cenomani continuarono ad essere fedeli alleati dei Romani e apprestarono un corpo di ausiliari che combatté nella battaglia della Trebbia.

Con la fine della II guerra punica, tuttavia, presero parte alla rivolta dei Galli del 200 a.c. sotto Amilcare Barca padre di Annibale, e di nuovo pochi anni più tardi, unirono le loro armi con quelle degli Insubri: ma anche allora la defezione sembrò solo parziale, e dopo la loro sconfitta da parte del console Gaio Cornelio Cetego nel 197 a.c., presentarono la sottomissione e da allora continuarono ad essere fedeli alleati dei Romani.

I Romani attuarono la conquista del territorio celtico della pianura padana a sud del Po che passò alle dirette dipendenze di Roma e vi furono fondate delle colonie latine, mentre a nord del Po il territorio non venne occupato. Nella Gallia Cisalpina ebbe iniziò invece un processo di romanizzazione sul piano culturale, molto veloce e intenso. I Galli cominciarono ad adottare costumi, usi e modelli culturali e la lingua dei Romani.



CITTADINANZA ROMANA

I rapporti di alleanza e la progressiva adozione dei costumi li fecero diventare sempre più parte del popolo veneto tanto che la regione faceva parte della X Venetia et Histria. Da qui in poi scompaiono dalla storia diventando dei peregrini, persone libere soggette al dominio romano senza avere la cittadinanza romana, e dunque privi di molti diritti riservati ai cives romani e latini, finché nel 49 a.c. acquisirono, con il resto di Galli transpadani, i pieni diritti di cittadini romani.

Livio parla di Brixia (Brescia) e di Verona come le città principali sul loro territorio; Plinio li assegna a Cremona e Brixia, mentre Tolomeo gli assegna un territorio più ampio, comprendente non solo Bergomum (Bergamo) e Mantua (Mantova), ma anche Tridentium (Trento), che è stata certamente una città retica.

COFANETTO AUREO CENOMANE

LE SEPOLTURE

I riti funerari praticati dai Celti Cenomani prevedevano di deporre il defunto in posizione distesa in fosse scavate nel terreno. Il defunto era quindi accompagnato da un corredo costituito da:
- armi (spade, lance, coltelli, scudi, elmi).
- oggetti di abbigliamento e di ornamento come fibule, torques (la collana in verga metallica ritorta tipica dei Celti), braccialetti, anelli, armille, 
distinti tra uomo (nella cui sepoltura prevalgono le armi) e donna (il cui corredo, talvolta più ricco di quello maschile vede la presenza di torques e bracciali a serpentina in argento). Nelle tombe del IV e III secolo a.c. manca, fra gli oggetti di corredo, la ceramica, salvo un numero limitato di casi.

Rari ma preziosi sono gli oggetti decorati secondo lo stile caratteristico dell’arte celtica trovati in territorio cenomane. Il più controverso proviene dalla più importante tomba cenomane, ritrovata in territorio mantovano a Castiglione delle Stiviere.

Tra gli oggetti del corredo si trovano numerosi frammenti di bronzo, alcuni decorati, la cui funzione è ancora oggi oggetto di dibattito. L’ipotesi più affascinante è che essi potrebbero essere gli elementi di una carnyx, la tromba da guerra dei Celti. Le lamine di bronzo di questo oggetto enigmatico sono decorate a sbalzo secondo uno stile caratteristico dell’arte celtica del III secolo a.c.



ELMO DI COTTOLENGO

Importanti reperti decorati sono oggi esposti al Museo di Santa Giulia di Brescia: si tratta di un elmo di ferro con applique e paragnatidi di bronzo decorate con un intreccio di motivi floreali e animali proveniente da Gottolengo, rinvenuto nel 1925 insieme a frammenti di spade in ferro, catenelle e armille in bronzo, databile alla seconda metà dal IV sec. a.c., e le fàlere di Manerbio (Brescia), rinvenute nel 1928, probabilmente appese alle armature o ai finimenti dei cavalli come decorazioni o come onorificenze.

L’elmo aveva la calotta in ferro, alla quale erano fissate le due appliques e i paraguancia in bronzo decorato a sbalzo e a incisione, con motivi vegetali e zoomorfi; proviene da una ricca sepoltura che denota l’elevata posizione gerarchica del defunto.



TOPONIMI DI ORIGINE CELTICA

Tra i toponimi di origine celtica c'è Benàco, antico nome del lago di Garda, da "bennacus" cioè “cornuto” che richiama l’antico irlandese "bennach" di pari significato e Brescia, il toponimo Brixia viene ricondotto alla radice celtica "bric - brig - briga" e cioè altura, colle, sommità, rocca, o al nome della Dea Brida, o Brigida, divinità associata alla primavera e alla fertilità, e protettrice dei poeti, dei guaritori, dei druidi, dei combattenti e degli artigiani, di cui in particolare dei fabbri (sostituita poi da santa Brigida).

Fra i toponimi di origine celtica anche Limone sul Garda, da limo “olmo”, all’origine anche di Limone di Gavardo inteso come "luogo ricco di olmi". Altri toponimi anche i derivati da “ bunda “ conca, convalle” (Bondone a Toscolano Maderno), *vobero “ruscello nascosto” (Vobarno).

Altri termini del lessico celtico sono passati nel latino e successivamente nelle lingue e nei dialetti romanzi come betulla “betulla”, broglios “brolo, frutteto” e *benna “carro agricolo, cesto del carro”, presenti ancora nel dialetto del posto.


BIBLIO

- Cesare, De bello Gallico VII 75,3
- Livio - Ab urbe condita -
- Pierluigi Tozzi, Storia padana antica. Il territorio fra Adda e Mincio, Milano, Ceschina, 1972;
- Andrea Rognoni, Toponomastica della Lombardia, 2009.
- Bruno Passamani, AA VV - Arte in Val Camonica - Brescia - Industrie grafiche bresciane - 2004 -


0 comment:

Posta un commento

 

Copyright 2009 All Rights Reserved RomanoImpero - Info - Privacy e Cookies