NICEFORO I IL LOGOTETA



NICEFORO I

Nome: Niceforo I, in greco: Νικηφόρος Α΄, Nikēphoros I, detto il Logoteta                                            Nascita: Pisidia, nel 750 circa (secondo le fonti orientali la sua famiglia era di origine araba)    
Morte: Pliska, 26 luglio 811                                                                                                                          
Figli: Stauracio, che gli succedette alla guida dell'impero e Procopia, che sposò Michele I, imperatore dall'811-813.
Regno: 802-811   


LA PRESA DEL POTERE

Fu un patrizio della città di Seleucia Sidera, probabilmente di origine araba, che venne nominato sovrintendente alle finanze dall'Imperatrice Irene, da cui il soprannome Logoteta (logothetēs tou genikou). Con l'aiuto di alcuni eunuchi di corte e di alcuni patrizi progettò la detronizzazione di Irene, che aveva grande fiducia in lui.

Salì al potere con una congiura con cui depose l'Imperatrice Irene (802) che aveva perso popolarità per le trattative con il re dei franchi Carlo Magno per organizzare un matrimonio fra i due sovrani; ciò avrebbe permesso di riunire l'Impero romano d'Oriente con il neo-proclamato Impero Carolingio.


IRENE

Irene di Atene, (752 circa - 803) è stata un'imperatrice bizantina, dal 797 all'802. Fin dalla sua incoronazione aspirò a regnare da sola sull'Impero. Dopo la morte del marito Leone IV, divenne reggente per l'erede Costantino VI, di appena nove anni, dal 780 al 790; in seguito governò assieme al figlio per poi detronizzarlo, farlo uccidere e ottenere così il potere assoluto sul trono di Bisanzio.

Si autoproclamò "Autocrate dei Romani", ma una donna sul trono romano era inaccettabile per Papa Leone III pertanto il trono era vacante, e potè incoronare "Imperatore dei Romani" il re dei Franchi e dei Longobardi Carlo Magno, il giorno di natale dell'anno 800, mentre Irene fu declassata dall'Occidente a "Imperatrice dei Greci". Irene però non accettò mai il titolo di imperatore a Carlo Magno, considerando l'incoronazione un'usurpazione di potere.

Ella regnò sull'Impero dal 780 all'802, quando venne deposta dal suo sovrintendente alle finanze (logothetēs tou genikou), Niceforo I il Logoteta. Fu l'unica donna ad assumere anche il titolo imperiale maschile facendosi "basileus dei romei": Zoe, Teodora ed Eudocia Macrembolitissa saranno infatti "solo" imperatrici regnanti.

Nell'864 fu canonizzata dal patriarca Fozio I di Costantinopoli nonostante fosse l'assassina di suo figlio; ed è venerata dalle Chiesa ortodossa come una santa col nome di Santa Irene la Giovane il 7 agosto.

NICEFORO E IL FIGLIO STAURACIO

LA CONGIURA

Mentre Irene si trovava per una villeggiatura nel palazzo di Eleuterio i congiurati si presentarono al Sacro Palazzo con ordini contraffatti dell'Imperatrice, che nominavano imperatore Niceforo per avere il suo aiuto nel combattere Ezio. I soldati consegnarono il palazzo ai congiurati, che divulgarono la proclamazione a imperatore di Niceforo I, mentre Irene veniva imprigionata.

Intanto il popolo e il clero che erano favorevoli ad Irene si presentarono alle porte del Palazzo  chiedendo Irene sul trono ma questa, fidandosi delle promesse di Niceforo, che le avrebbe concesso di stabilirsi nel Palazzo dell'Eleuterio a Costantinopoli, si ritirò dal governo. Invece Niceforo la esiliò prima sulle Isole dei Principi e poi a Lesbo, dove morì in povertà nell'803.

Niceforo venne scelto come imperatore al suo posto il 31 ottobre dell'802, senza rivolte nè militari nè popolari, legando in matrimonio suo figlio Stauracio con Theofania, patrizia ateniese parente dell'imperatrice deposta. Dovette combattere la resistenza di alcuni generali dell'esercito tra cui i futuri imperatori Leone V e Michele II, ma ebbe la meglio.



POLITICA INTERNA

Niceforo, che aveva condiviso con l'imperatrice la scelta iconodula, aveva anche seguito la sua morbida linea fiscale. Non appena preso il potere però Niceforo invertì la rotta:
- nell' 809 organizzò un censimento generale per la nuova fiscalità imperiale dopo il governo di Irene;
- costrinse gli abitanti dei temi dell'Asia Minore a vendere i possedimenti e a trasferirsi nelle Sclavinie;
- fece pagare gli abitanti dei villaggi una tassa per comprare l'equipaggiamento ai soldati poveri;
- fece pagare una tassa per l'iscrizione nell'elenco dei contribuenti; annullò gli sgravi fiscali concessi da Irene;
- fece pagare le tasse ai monasteri e agli istituti di beneficenza;
- fece tassare ed esaminare attentamente i nuovi ricchi esaminati dagli ufficiali e oppressi;
- tutti quelli che nei precedenti 20 anni avevano scoperto tesori vennero privati del loro denaro;
- pose tasse sull'eredità e sugli schiavi;
- impose ai soldati dei temi marittimi di comprare della terra "per tassarli";
- costrinse gli armatori di Costantinopoli a contrarre prestiti con lo stato con un tasso elevato.
- Rivendicò il primato del potere imperiale sulla chiesa.
- Il villaggio contadino divenne il centro dell'economia del governo e dell'organizzazione territoriale, sotto il profilo economico, produttivo e ovviamente fiscale mentre scomparve il tardo latifondo romano.



POLITICA ESTERNA

- Niceforo non riconobbe assolutamente il titolo imperiale a Carlo Magno e rivendicò per sé, in forma esclusiva, il titolo di "basileus ton romaion", di 'imperatore dei romani'. Per giunta vietò al patriarca ogni relazione diplomatica con il Papa di Roma che aveva incoronato Carlo, dichiarando un tradimento e un'illegalità l'incoronazione del natale 800.
Con vari trattati nell'803 e nel 812 definì i confini tra l'Impero bizantino e quello carolingio, assegnando a Costantinopoli gran parte delle coste della Dalmazia e del Ducato di Venezia, oltreché alcune regioni dell'Italia Meridionale (Calabria, Salento, costa della Campania fino all'Agro nocerino-sarnese e Gargani nell'Apulia) e le isole maggiori (Sicilia, Sardegna e Corsica), mentre a Carlo Magno rimasero Roma, Ravenna, la Pentapoli, l'Italia settentrionale e l'Istria, oltre all'interno della Dalmazia.

- Riconquistò con alcune battaglie dei territori balcanici occupati precedentemente dagli Slavi.  

Invece contro Bulgari e Arabi Niceforo venne duramente sconfitto nell'806 ed obbligato a pagare altissimi tributi al califfo abbaside Hārūn al-Rashīd. Morto il califfo nell'809 smise di pagare e iniziò una nuova campagna contro i Bulgari, che venne perduta. 

- Nel maggio dell'811 Niceforo, dopo avere riunito un esercito enorme mosse nuovamente contro i Bulgari per riprendere Pliska, che, nel frattempo Krum aveva riconquistato. Il Khan si ritirò, secondo la sua abituale tattica, sulle montagne dei Balcani e Pliska, così, fu di nuovo espugnata dai Bizantini. A Pliska, però, avvennero massacri indiscriminati, contrari alla tradizione bellica e in genere alla storia militare bizantina: donne inermi e bambini anche in fasce subirono un terribile massacro, spesso operato attraverso l'uso di mazze chiodate.


LA COPPA DI KRUM


LA MORTE

Ma pochi mesi dopo, il 26 luglio 811 nella battaglia di Pliska l'esercito bizantino venne massacrato dai Bulgari e Niceforo venne catturato e decapitato. Le cronache narrano che dal teschio di Niceforo I fu tratta una coppa per il re bulgaro Krum.



STAURACIO

Gli succedette alla guida dell'impero il figlio Stauracio, che aveva seguito il padre nell'impresa bulgara, e che riuscì a sfuggire al massacro ma, durante la battaglia, fu ferito gravemente ed ebbe la schiena spezzata. Fu trasportato in condizioni disperate a Costantinopoli, dove, dal momento che il suo matrimonio con Teofania era stato infecondo, prese i voti e si ritirò in un monastero.

Era il 2 ottobre dell'811 e Stauracio indicò nel cognato, fratello di Teofano, Michele Rangabe, il suo successore. Tre mesi dopo, agli inizi dell'812, Stauracio, per la gravità delle ferite patite moriva.


BIBLIO

- Anonimo - Historia imperatorum -
- Teofane - Cronaca -
- Georg Ostrogorsky - Storia dell'Impero bizantino - Milano - Einaudi - 1968 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- Giorgio Ravegnani - I bizantini in Italia - Bologna - il Mulino - 2004 -
- Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -
- Giorgio Ravegnani - Bisanzio e Venezia - Bologna - il Mulino - 2006 -
- Giorgio Ravegnani - Introduzione alla storia bizantina - Bologna - il Mulino - 2006 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -


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