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LUCIO CALPURNIO PISONE |
Nome latino: Lucius Calpurnius Pisus Cesoninus
Nascita: Cedeo 105-101 a.c.
Morte: 43 a.c.
Console: 58 a.c.
Egli discese da un'antica famiglia plebea arricchitasi durante la guerra italica. Era figlio di un armiere e di una delle figlie di Calvenzio di Piacenzia, ricco mercante descritto nel discorso di Cicerone "In Pisonem" come bandista d'asta gallico. Nonostante i suoi genitori non fossero ambedue romani, Cicerone ce lo descrive come un tipico romano: "Nella severità del volto e in quel sopracciglio che appariva alla gente non come un sopracciglio ma come una promessa di buon governo."
Sposò la figlia di un certo Rutilio Nudo che guidò la flotta di Cotta nel 73 a. c.. Ebbe due figli, Lucio Calpurnio Pisone, detto il pontefice, e Calpurnia che nel 59 a. c. divenne la terza ed ultima moglie di Giulio Cesare. Fu il responsabile dell'esilio di Marco Tullio Cicerone nel 58 a.c. dovuto alla legge retroattiva emessa contro coloro che avessero impedito di invocare la "Provocatio ad populum" ai condannati a morte per potersi salvare la vita.
Sposò la figlia di un certo Rutilio Nudo che guidò la flotta di Cotta nel 73 a. c.. Ebbe due figli, Lucio Calpurnio Pisone, detto il pontefice, e Calpurnia che nel 59 a. c. divenne la terza ed ultima moglie di Giulio Cesare. Fu il responsabile dell'esilio di Marco Tullio Cicerone nel 58 a.c. dovuto alla legge retroattiva emessa contro coloro che avessero impedito di invocare la "Provocatio ad populum" ai condannati a morte per potersi salvare la vita.
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VILLA DEI PAPIRI RICOSTRUZIONE |
CURSUM HONORUM
Rivestì la carica di questore nel 70 a.c.,
- di edile nel 64 a.c.,
- di pretore nel 61 a.c.
- di console nel 58 a.c. insieme ad Aulo Gabino, per la celebrazione dei giochi compitali contro il volere del Senato che li aveva aboliti nel 64 a.c. per ragioni di ordine pubblico
LEGGI APPROVATE DURANTE IL CONSOLATO
Grazie anche all'attività legislativa di Publio Clodio Pulcro, alleato di Cesare e del Triumvirato, vennero approvate:
- La Lex Fufia e Aelia, - la Lex Clodia de provinciis consolaribus che assegnava a Pisone e Gabinio le province in cui i consoli si sarebbero recati come proconsoli l'anno seguente, Pisone in Macedonia e Gabinio in vilicia poi mutata in Siria, che attribuiva loro poteri straordinari per nominarelegati e disporre di molto denaro, contraddicendo la Lex Iulia de repetundis,
- di console di nuovo nel 57 a.c. insieme a Cornelio Lentulo Spintere
Nel 49 a.c. Pisone sostenne Cirione che voleva deporre il comando consolare a Pompeo in Spagna e a Cesare in Gallia, proponendosi come ambasciatore a Cesare ma non vi riuscì. Quando Cesare varcò il Rubicone per marciare su Roma, Pisone scappò per non incontrarsi con lui, elogiato per questo da Cicerone.
Dopo l'assassinio di Cesare attaccò Antonio in Senato con l'appoggio di Cicerone, tuttavia nel 43 a.c. sostenne che Antonio non dovesse essere condannato senza un processo e si propose come ambasciatore presso di lui insieme ad altri senatori, ma Cicerone si oppose.
Nel 49 a.c. Pisone sostenne Cirione che voleva deporre il comando consolare a Pompeo in Spagna e a Cesare in Gallia, proponendosi come ambasciatore a Cesare ma non vi riuscì. Quando Cesare varcò il Rubicone per marciare su Roma, Pisone scappò per non incontrarsi con lui, elogiato per questo da Cicerone.
Dopo l'assassinio di Cesare attaccò Antonio in Senato con l'appoggio di Cicerone, tuttavia nel 43 a.c. sostenne che Antonio non dovesse essere condannato senza un processo e si propose come ambasciatore presso di lui insieme ad altri senatori, ma Cicerone si oppose.
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VILLA DEI PISONI O DEI PAPIRI - RESTI |
Grazie anche all'attività legislativa di Publio Clodio Pulcro, alleato di Cesare e del Triumvirato, vennero approvate:
- La Lex Fufia e Aelia, - la Lex Clodia de provinciis consolaribus che assegnava a Pisone e Gabinio le province in cui i consoli si sarebbero recati come proconsoli l'anno seguente, Pisone in Macedonia e Gabinio in vilicia poi mutata in Siria, che attribuiva loro poteri straordinari per nominarelegati e disporre di molto denaro, contraddicendo la Lex Iulia de repetundis,
- la Lex de capite civis Romani che proibiva con valore retroattivo le condanne a morte sancite dal Senato, senza la provocatio ad Populum, l'appello al popolo che poteva concedere la grazia. Questa legge colpiva Cicerone che nel 63 a.c. aveva fatto condannare i Catilinari senza che potessero appellarsi al popolo. Così Cicerone bel 63 a.c. venne condannato all'esilio fino al settembre del 57 a.c.
Nel 57 Pisone divenne proconsle in Macedonia, ma venne richianato a Roma nel 55 a.c. su richiesta di Cicerone che nel suo "De provinciis consularibus" chiese in Senato che le province venissero sottratte a Pisone e Gabinio e venissero assegnate ai pretori del 55 a.c., adducendo che l'esercito reclutato, reso prigioniero, fu vittima di saccheggi e uccisioni, e che la provincia era stata gravata di pesanti imposte, restrizioni e danni alle opere pubbliche. La denuncia fu accolta solo in Macedonia, e fu affidata al pretore Quinto Ancario, nemico di Cesare e di Pisone.
Tornato a Roma Pisone attaccò Cicerone per aver lasciato Roma quando fu approvata la Lex Clodia de capite civis romani, sia per non aver imputato i rei dell'esilio, Cesare e Pompeo. Cicerone rispose nel 55 a.c. e pubblicata l'anno dopo, con l'invettiva "In Pisonem" mettendo a confronto l'operato di Pisone col suo, criticandolo per il suo epicureismo e per aver ospitato il filosofo greco Filodemo di Gadara nella sua Villa dei Papiri. Lo ridicolizzò poi per il suo portamento ma non lo citò in tribunale temendo evidentemente di avere la peggio.
Infatti nonostante tutto nel 50 a.c. Pisone venne nominato censore insieme a Appio Claudio Pulcro. Nel 49 scoppiò la guerra civile tra Cesare e Pompeo, Pisone si offrì di fare il mediatore con Cesare ma gli aristocratici si opposero, evidentemente non ritenendolo all'altezza. Infatti quando Pompeo fuggì da Roma Lucio lo seguì ma ci ripensò e tornò a Roma dichiarandosi neutrale.
Nel 44 a.c. alla morte di Cesare, Pisone cercò di lasciare validità alle leggi di Cesare contro Marco Antonio salvo poi ripensarci su, cosa che nella vita gli era accaduto spesso, passando da un capo all'atro, e diventò infatti seguace di Antonio. Nel 43 però partecipò a una delegazione di ambasciatori romani a Mutina presso il campo di Antonio per cercare una riconciliazione con Ottaviano.
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AFFRESCO DELLA VILLA |
Tornato a Roma Pisone attaccò Cicerone per aver lasciato Roma quando fu approvata la Lex Clodia de capite civis romani, sia per non aver imputato i rei dell'esilio, Cesare e Pompeo. Cicerone rispose nel 55 a.c. e pubblicata l'anno dopo, con l'invettiva "In Pisonem" mettendo a confronto l'operato di Pisone col suo, criticandolo per il suo epicureismo e per aver ospitato il filosofo greco Filodemo di Gadara nella sua Villa dei Papiri. Lo ridicolizzò poi per il suo portamento ma non lo citò in tribunale temendo evidentemente di avere la peggio.
Infatti nonostante tutto nel 50 a.c. Pisone venne nominato censore insieme a Appio Claudio Pulcro. Nel 49 scoppiò la guerra civile tra Cesare e Pompeo, Pisone si offrì di fare il mediatore con Cesare ma gli aristocratici si opposero, evidentemente non ritenendolo all'altezza. Infatti quando Pompeo fuggì da Roma Lucio lo seguì ma ci ripensò e tornò a Roma dichiarandosi neutrale.
Nel 44 a.c. alla morte di Cesare, Pisone cercò di lasciare validità alle leggi di Cesare contro Marco Antonio salvo poi ripensarci su, cosa che nella vita gli era accaduto spesso, passando da un capo all'atro, e diventò infatti seguace di Antonio. Nel 43 però partecipò a una delegazione di ambasciatori romani a Mutina presso il campo di Antonio per cercare una riconciliazione con Ottaviano.
Ma anche questo non ebbe successo perchè Antonio aveva capito che Ottaviano non gli avrebbe mai lasciato campo. D'altronde Ottaviano era estremamente determinato nella successione a Cesare che l'aveva adottato come figlio nel testamento, e quindi voleva estromettere Antonio dal potere. Pertanto Pisone fallì anche questa missione di pace.
BIBLIO
- Cicerone - Due scandali politici - di G. Ferrara - Milano - BUR - 1998 -
BIBLIO
- Cicerone - Due scandali politici - di G. Ferrara - Milano - BUR - 1998 -
- Cicerone - Orazione contro Lucio Calpurnio Pisone - di G. Butticci - Mondadori - 1970 -

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