ELIA EUDOCIA - AELIA EUDOCIA (401-460)



ELIA EUDOCIA

Nome: 
Aelia Eudocia
Nascita: Atene 401
Morte: Gerusalemme 20 ottobre 460
Padre:  il filosofo sofista Leonzio
Sposò Teodosio II: il 7 giugno 421
Di famiglia pagana si convertì al cristianesimo per salire al trono
Ebbe il titolo di Augusta: il 2 gennaio 423. 

Elia Eudocia (latino: Aelia Eudocia) è stata un'imperatrice bizantina e moglie dell'imperatore Teodosio II. Fu poetessa (compose un centone con i versi di Omero) ed è considerata santa. Il suo primo nome era Atenaide (lingua latina: Athenaïs). 

Nacque ad Atene da famiglia pagana: suo padre, il filosofo sofista Leonzio, le garantì una educazione di tipo tradizionale, avendo anche Iperechio ed Orione come insegnanti. Ebbe due fratelli di nome Valerio e Gessio, ed è noto il nome di uno zio, Asclepiodoto.

Morto il padre, entrò in conflitto con i fratelli sull'eredità: secondo il testamento, Eudocia avrebbe ereditato solo 100 monete d'oro mentre il resto dell'immensa fortuna di Leonzio sarebbe andata a Gessio e a Valerio; dopo aver tentato invano di convincere i fratelli a darle la sua parte dell'eredità, si recò allora a Costantinopoli, presso la zia paterna, per cercare giustizia.

Il testamento: «Alla mia carissima Atenaide ordino che vengano assegnate 100 monete d'oro. Per cavarsela nella vita le basterà la sua bellezza superiore a quella di ogni altra donna.»  

Lo storico Giovanni Malala racconta che durante una udienza in cui esponeva il proprio caso catturò l'attenzione di Elia Pulcheria, sorella dell'imperatore Teodosio II, che agiva da tutrice del giovane imperatore, e di Paolino, il magister officiorum, i quali, colpiti da questa giovane e bella ragazza, vergine, elegante, ben educata alla maniera greca e versata nell'eloquenza, la reputarono adatta a sposare l'imperatore.



L'IMPERATRICE  

La condizione per il matrimonio fu la conversione al Cristianesimo, naturalmente ella accettò l'insperata fortuna e col battesimo abbandonò il nome Atenaide per quello cristiano di Eudocia.

Il 7 giugno 421 Atenaide sposò l'imperatore, assumendo il nome di Elia Eudocia. In brevissimo tempo, Eudocia riuscì ad esercitare una grande influenza sul marito, entrando in concorrenza con la cognata Pulcheria, tanto che i suoi fratelli e suo zio ottennero posti di rilievo nell'amministrazione imperiale.
Asclepiodoto divenne prefetto del pretorio d'Oriente e console, Valerio console e governatore della Tracia, Gessio prefetto dell'Illirico.



LA POETESSA

Per la fine della guerra tra Romani e Persiani nel 422 Eudocia compose un poema in esametri in cui esaltava le imprese dei soldati imperiali. Dopo un anno di matrimonio ebbe una figlia, Licinia Eudossia,  poi sposa di Valentiniano III, e forse per questo, Teodosio le concesse il titolo di Augusta, il 2 gennaio 423. 

Gli anni 420 furono caratterizzati da una intensa attività edilizia in Costantinopoli, e dall'istituzione dell'Università (425) con dieci cattedre di grammatica latina e dieci di greca, oltre a cinque corsi di retorica greca, tre di latina, due di diritto ed una di filosofia.

Nella politica edilizia Teodosio ebbe sostegno dal prefetto del pretorio (e zio di Eudocia) Aclepiodoto, ma a Eudocia va attribuita la costruzione di:
- un palazzo episcopale
- un ospizio presso il Santo sepolcro,
- la Basilica di San Polieucto e della chiesa di san Lorenzo, con le reliquie di santo Stefano, 
- la chiesa di S. Giovanni Battista,
- la chiesa di S. Sofia al Pretorio, 
- la chiesa di S. Pietro al Palazzo di Caifa, 
- la chiesa di Siloe,
- la chiesa all’uscita del canale di Ezechia.




PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA

Durante gli anni 420, però, i rapporti tra Eudocia e Teodosio si guastarono, mentre Pulcheria esercitava ancora molta influenza sul fratello. Sebbene la coppia imperiale ebbe un'altra figlia nel 431, Flaccilla, e forse anche un figlio maschio morto da bambino, Arcadio, il contrasto tra i due aumentò ed Eudocia partì per un pellegrinaggio in Terra Santa nel 438, e si recò nei maggiori centri della fede cristiana in Oriente.

Ovunque venne accolta con entusiasmo: a Gerusalemme raccolse molte reliquie e ad Antiochia di Siria fece un discorso al senato in stile ellenico, oltre a distribuire fondi per il restauro degli edifici in rovina, tanto che venne eretta una sua statua in bronzo davanti al Museo della città.

Il suo ritorno a Costantinopoli, carica di reliquie, fu molto festeggiato ma nel 443, per un complotto ordito dall'eunuco e spatharius Crisapio, l'imperatrice venne accusata di adulterio col magister officiorum Paolino.

Un contadino aveva donato una magnifica mela rossa all’imperatore che la donò alla moglie Eudocia che, a sua volta, la passò all’amico Paolino che consegnò la mela a Teodosio. Così l'imperatore si vide recapitare la mela che aveva un significato erotico e che avrebbe dovuto avere la moglie. 

Forse Eudocia aveva una relazione con l'amico Paolino, oppure gliela aveva regalata perchè era a
letto con una caviglia dolorante. Comunque Paolino, amico dell'imperatore, era già stato accusato di aver avuto dei rapporti sessuali con la vergine Pulcheria: esiliato in Cappadocia, venne poi giustiziato nel 444.

Comunque l’imperatore chiese alla moglie dove fosse finita la mela. Eudocia rispose di averla mangiata
ma Teodosio tirò fuori la prova dell’inganno. Eudocia partì per sempre dal palazzo, lasciando campo libero a Pulcheria, per trasferirsi definitivamente a Gerusalemme.



L'ESILIO 

Eudocia pur essendo in esilio mantenne una corte personale, dividendosi tra Betlemme e Gerusalemme, rispettata sia per la sua posizione che per la sua ricchezza. Promotrice delle arti, collaborò alla composizione di un centone con i versi di Omero (l'Homerocentones) e scrisse un poema in otto libri sul martirio di san Cipriano e una parafrasi dei libri di Daniele e di Zaccaria. 

EUDOCIA
Difese gli ebrei e i pagani contro le persecuzioni cristiane, finanziò a proprie spese diverse costruzioni in tutto l'Oriente, provvedendo persino all'erezione di nuove mura per Gerusalemme. 

Seguì i monofisiti siriani del 453, assertori che la natura umana di Gesù fosse stata assorbita da quella divina, dottrina che fu dichiarata eretica e punibile con la morte, sostenendo Nestorio contro Cirillo, protetto invece da Pulcheria. Continuò anche dopo il concilio di Calcedonia (450), a difendere con tutti i mezzi i monofisiti, e solo nel 456 si decise ad abbandonarne la causa.

Tuttavia in seguito di riappacificò con Pulcheria e venne riammessa nella Chiesa ortodossa. 

Teodosio inviò il suo comes domesticorum ("comandante della guardia") Saturnino a giustiziare due membri della corte di Eudocia, il prete Severo e il diacono Giovanni, ma l'uomo di Teodosio venne ucciso, o da Eudocia stessa, come riporta Marcellino, o da un uomo della sua corte: in entrambi i casi Teodosio, adirato, le ridusse la corte, pur concedendole di mantenere il titolo di Augusta.



LE OPERE

La sua produzione poetica è di scarso pregio letterario, sempre nello stesso metro eroico e con lo stesso stile di pedantesca imitazione omerica, scrisse: 
- un poemetto in onore di Teodosio, per celebrare una vittoria sui Persiani; 
- le Lodi di Antiochia, discorso letto davanti al senato antiocheno nel suo primo viaggio a Gerusalemme; - traduzioni dell'Ottateuco e delle profezie di Zaccaria e Daniele. 
- A noi resta solo gran parte del poemetto sul Martirio di S. Cipriano, in tre libri, riduzione in esametri della Confessio Cypriani.



LA MORTE

Morì a Gerusalemme il 20 ottobre 460 e fu sepolta nella chiesa di santo Stefano. La Chiesa ortodossa la considera santa e la ricorda il 13 agosto.


BIBLIO

- A. Ludwich - Eudocia Augusta - Proclus Lycius - Lipsia - 1897 -
- F. Gregorovius, Athenais - Lipsia - 1881-
- Enrico Livrea - "L'imperatrice Eudocia santa?" - Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik - 1997 -
- Ch. Diehl - Figures byzantines - Parigi - 1906 -
- G. L. Arvanitakis - Αἱ δύο Εὐδοκία - Cairo - 1907 -
- Konstantin Klein - "The patronage of Aelia Eudokia in Jerusalem"- 2011/2012 -
- Greatrex, Geoffrey - "Aelia Eudocia (Wife of Theodosius II)" - De Imperatoribus Romanis -



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