LEGIO III PARTHICA




La Legio III Parthica fu una legione creata, come indica il nome, per combattere contro l'impero dei Parti e sembra fu l'ultima legione usata per questo scopo. Secondo una moneta ritrovata ad Orange, l'emblema di questa legione era un centauro ma è noto anche quello del toro.

La legione venne fondata nel 197 dall'imperatore Lucius Septimius Severus (r. 193 - 211), insieme ad altre due legioni sorelle, la I Parthica e la II Parthica. Severus progettò di usarle contro l'Impero Partico.

La spedizione fu un successo e culminò col sacco della sua capitale Ctesifone (Ctesiphon). Secondo quanto scrive Cassius Dio, nelle sue "Storie Romane" la I e la III partica rimasero in questa regione, poichè Severus annesse la Mesopotamia (nord dell'Iraq) e convertì quest'area in provincia romana. Invece la II Parthica venne trasferita sui Colli Albani presso Roma, come riserva strategica dell'Impero.

La Mesopotamia non era una comune provincia, perché i suoi governatori erano prefetti dell'ordine equestre e non governatori senatoriali. Di conseguenza, il comandante della III Parthica non era un senatore, ma un cavaliere romano.

Il Prefetto della Mesopotamia era così un magistrato trecenario, in quanto il suo stipendio si attestava sui 300000 sesterzi annui, stipendio molto ragguardevole, al pari del Prefetto d’Egitto e del Prefetto del Pretorio, che erano le massime cariche della carriera equestre. Tale prefetto comandava sia la legio I che la legio III Parthica, avendo come subalterni i comandanti di queste due legioni, che però avevano anch’essi il titolo di prefetti.

Si pensa che Settimio Severo abbia voluto nominare un cavaliere piuttosto che un senatore per aumentare ulteriormente il prestigio del ceto equestre, e che desiderasse quindi bilanciare il potere dei governatori di Siria, Cappadocia, Palestina ed Arabia, facenti parte dell’ordine senatorio, per tema di uno strapotere del senato. Peraltro nella creazione della provincia Severo deve essersi ispirato all’organizzazione esistente in Egitto; forse ai senatori fu proibita l’entrata in Mesopotamia, così come era stata proibita in Egitto.

Secondo la Notitia Dignitatum (Est, 35), scritta all'inizio del V secolo, la III legione partica si trovava ad Apadna, a Osrhoene, vicino alla confluenza dei fiumi Chaboras ed Eufrate. La III Parthica venne stazionata in effetti in una fortezza chiamata Rhesaena sui Chaboras superiori (oggi Khabur). 

IL SACCO DI CTESIFONTE
Gli scavi archeologici, che potrebbero dare maggiori informazioni sulla storia della legione, sono improbabili perché il sito si trova nella zona militare tra la Siria e la Turchia. Infatti, la frontiera è quasi attraverso il sito, che ha, di conseguenza, un nome turco e un nome arabo: Ceylanpinar e Ras al-'Ayn. Esistono però monete con la leggenda LE III P S (Legio III Partica Severiana).

A Rhesaena, che è molto arretrata rispetto alla frontiera attuale, la III Parthica controllava la strada tra gli ex principati arabi Edessa e Nisibis, e difendeva l'impero contro i Parti o, dopo la caduta del loro impero, i persiani sasanidi.

PREFETTO DELLA MESOPOTAMIA
La III legio deve aver partecipato alle spedizioni del III secolo, come quella condotta dal figlio di Severo, Caracalla, e dal suo successore, Macrino (217), e alla guerra condotta da Severo Alessandro contro il nuovo impero persiano sasanide.

I sasanidi avevano invaso l'impero romano nel 230 e avevano insediato un imperatore ad Emessa, ma Alessandro Severo riuscì a ristabilire l'ordine e invase l'Iraq. Nel 243 questa guerra fu rinnovata e a Rhesaena la Terza legione, senza dubbio rafforzata, sconfisse l'esercito persiano.

Le monete con la leggenda L III PIA possono riferirsi a questa vittoria, dimostrando pure che l'unità aveva ricevuto il cognome Pia, "pio", per la virtù dimostrata nel combattimento e nei rituali dovuti. Tuttavia monete simili sono state coniate da Decio (249-251), che non è noto per una campagna orientale, per cui qualche dubbio rimane. Altre monete, provenienti da Sidone, suggeriscono che i veterani della III Parthica si stabilirono in quella città.

Nel 244 i Romani invasero nuovamente l'Iraq, ma il loro imperatore Gordiano III morì e gli successe Filippo l'Arabo, che doveva il suo trono al re sasanide Shapur I. La fortuna voltò le spalle all'Impero Romano e nel 256 Shapur catturò Satala (la fortezza di XV Apollinaris), e due anni dopo raggiunse il Mar Nero e saccheggiò Trapezio. 

Quando l'imperatore romano Valeriano cercò di ristabilire l'ordine e invase l'Iraq, fu sconfitto, catturato, maltrattato e ucciso. Ai soldati romani prigionieri fu ordinato di costruire un ponte nel moderno Shushtar. Queste sconfitte romane sono ricordate su diversi rilievi rupestri sasanidi.

E' stato ritrovato un pezzo d'oro nel teatro romano di Orange, coniato dall'imperatore gallico Vittorio Vittorino nel 271, e che cita la LEG III PARTHICA, ma forse si trattava di una vessillazione.

SETTIMIO SEVERO LAUREATO PER LA VITTORIA PARTHICA

IL RISVEGLIO DI ROMA

Comunque Roma non tardò a risorgere, soprattutto sotto gli imperatori Odaenato di Palmira (261-267) e Diocleziano (284-305), dove vinsero ripetutamente i persiani che nel 298 dovettero firmare un trattato di pace in cui rinunciavano ai territori della Mesopotamia settentrionale. Anche se non si hanno notizie, la III Parthica ha sicuramente partecipato a tali battaglie e con successo.



BIBLIO

- Catherine Wolff - Legio III Parthica - ed. Yann Le Bohec - in "Les Légions de Rome sous le Haut-Empire" tome I - 2000 -
- Joanne Berry, Nigel Pollard - The Complete Roman Legions - ed. Thames Hudson  - 2012 -
- Stephen Dando-Collins - Legions of Rome: The Definitive History of Every Imperial Roman Legion - Quercus - London - 2010 -



1 comment:

aldoamico on 30 luglio 2020 alle ore 18:16 ha detto...

Peccato che a quei tempi di sconoscevs l'uso del petrolio di cui l'Iraq è ricco.

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