BATTAGLIA DI ADRIANOPOLI (324 d.c.)



ARCO DI COSTANTINO

La battaglia di Adrianopoli fu combattuta il 3 luglio 324 tra l'esercito romano dell'augusto d'Oriente Licinio e l'esercito del suo collega d'Occidente Costantino I e costituì uno degli episodi finali della guerra civile che portò Costantino ad essere l'unico imperatore romano. Costantino, seppure in inferiorità numerica, riuscì a sconfiggere il collega in questa prima battaglia.


COSTANTINO

Regnò dal 306 al 337, venne acclamato imperatore dall'esercito (306) ma non fu riconosciuto da Galerio. Con la morte di Galerio (311) si sfasciò il sistema tetrarchico e Massimino e Massenzio si allearono contro Costantino e Licinio. Costantino vinse Massenzio, fu riconosciuto Augusto dal senato, sciolse il corpo dei pretoriani, ed emise il decreto di tolleranza verso i cristiani. Nel 326 fece uccidere anche il figlio Crispo e la moglie Fausta.



LICINIO

Licìnio fu nominato augusto nel 308 grazie all'amicizia con Galerio; per ottenere il dominio sull'oriente dell'impero combatté contro l'altro augusto Massimino Daia e si alleò (312) con Costantino. Sconfitto Massimino presso Adrianopoli, e, morto Massimino, fu a capo di tutto l'Oriente ma venne a conflitto con Costantino, e fu sconfitto a Cibale in Pannonia (8 ott. 314). 

Costantino e Licinio furono eletti insieme consoli (315). Licinio si oppose ai cristiani, specie dopo il 320. Nel 324 fu di nuovo in lotta con Costantino; sconfitto ad Adrianopoli (3 luglio) e a Crisopoli (18 sett.), fu costretto ad arrendersi e confinato a Tessalonica. Accordatosi poi con i Goti contro Costantino, venne fatto decapitare.



CASUS BELLI

Morto Massimino, Costantino e Licinio furono i soli capi dell'Impero; Licinio venne vinto a Cibale in Pannonia e cedé la Mesia e la Pannonia a Costantino. Nel 324 l'imperatore intervenne in Tracia, provincia di Licinio, per respingere una invasione di Goti: Licinio, considerando l'intervento violazione di territorio, dichiarò guerra a Costantino.

COSTANTINO (RAFFAELLO SANZIO)


FORZE IN CAMPO

«Amici e compagni di battaglia, questi sono gli dei patrii che noi veneriamo per averli ricevuti dai nostri antenati, mentre chi guida le armate avversarie contro di noi, ha scelto la strada dell'empietà prendendo in considerazione un dio straniero. Questo momento sancirà chi avrà sbagliato riguardo alla religione adottata e determinerà la supremazia degli Dei venerati da noi o dal nostro avversario»

(Eusebio di Cesarea, Vita di Costantino, II, discorso di Licinio)

Nel 324 Costantino intervenne in Tracia, provincia di Licinio, per respingere una invasione di Goti (o di Sarmati): Licinio, considerandolo violazione di territorio, dichiarò guerra a Costantino.

Costantino era un brillante generale e per l'occasione organizzò secondo Zosimo una flotta di 200 navi da guerra (da trenta rematori ciascuna) e 2.000 da carico, oltre a 120.000 fanti, 10.000 tra marinai e cavalleria;

Licinio una flotta di 350 triremi (80 provenienti dall'Egitto, 80 dalla Fenicia, 60 dalla Ionia d'Asia, 30 da Cipro, 20 dalla Caria, 30 dalla Bitinia e 50 dall'Africa) oltre a 150.000 fanti e 15.000 cavalieri.



LA BATTAGLIA

Costantino marciò con il suo esercito fino al fiume Ebro, appena fuori da Adrianopoli (Edirne), dove il nemico era già accampato e nessuno dei due eserciti voleva traversare il fiume. Allora Costantino scorto un punto di traversata più stretto, protetto da un pendio boscoso, ordinò che fosse portato del legname e corde per assemblare un ponte in un altro punto del fiume, come diversivo per le truppe di Licinio, le quali in effetti si prepararono per ricevere lì l'attacco nemico. 

Intanto Costantino fece salire 5.000 arcieri e 80 cavalieri sul vicino colle, nascosti dal bosco. Poi prese un piccolo drappello di cavalieri, attraversò l'Ebro nel punto in cui il fiume era stretto e facilmente guadabile, e piombò a sorpresa sulle truppe di Licinio, le quali spaventate per la repentinità dell'azione caddero o furono messe in fuga. 

Subito dopo passarono gli altri cavalieri e l'esercito. Ne seguì il massacro di 34.000 soldati di Licinio che fuggì alla volta di Bisanzio. Il giorno successivo i superstiti dell'armata di Licinio, che si erano rifugiati sul monte o nei dirupi, o erano rimasti indietro nella ritirata, si arresero a Costantino.

Licinio dopo essere stato vinto ad Adrianopoli venne vinto a Crisopoli, e dovette arrendersi; poi, avendo stretto accordi con i barbari del Danubio, fu condannato a morte. 


BIBLIO

- Eusebio di Cesarea - Vita di Costantino - II -
- Zosimo - Storia nuova -
- Grant, Michael -The Emperor Constantine - London - 1993 -
- Lieu, S.N.C and Montserrat, D. (Ed.s) - From Constantine to Julian, London - 1996 -
- Odahl, C.M. - Constantine and the Christian Empire - Routledge - 2004 -


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