TERME DI EGNAZIA (Puglia)



I RESTI DI EGNAZIA

Egnazia (o Egnathia, o Gnazia o Eγνατία) è un'antica città della Puglia di cui oggi rimangono preziose vestigia, nei pressi di Savelletri di Fasano. Essa fu un importante centro dei Messapi posto ai confini con la Peucezia (abitata appunto dai Peuceti, una delle tre tribù degli Iapigi) a nord, lungo la cosiddetta soglia messapica.

Quest'ultima è una depressione carsica che divide le subregioni pugliesi della Murgia (Valle d'Itria) dal Salento (Alto Salento) correndo lungo la linea sud-ovest/nord-est attraverso la città di Taranto sul mar Ionio, fino al mar Adriatico. 

I Messapi (Messapii) erano una tribù iapigia che nell'antichità classica occupava un territorio corrispondente a buona parte dell'attuale Salento (penisola salentina, il tacco dello stivale italiano). 

RICOSTRUZIONE GRAFICA DELLE TERME (By https://www.katatexilux.com/)

La soglia messapica è caratterizzata dalla presenza di alture, trulli, specchie (antiche vedette ottenute per sovrapposizione a secco di lastre calcaree provenienti dallo spietramento a mano dei soprasuoli murgiani e salentini) gravine (incisioni erosive profonde anche più di 100 metri, molto simili ai Canyon, scavate dalle acque meteoriche nella roccia calcarea), grotte e corsi d'acqua sotterranei con paesaggi di selvaggia bellezza. 

Egnazia in lingua messapica era chiamata Gnathia, mentre dai Romani fu chiamata Egnatia o Gnatia e dai Greci Egnatia o Gnàthia.

Il toponimo romano Egnatia deriva dal fatto che il suo porto veniva principalmente utilizzato per raggiungere l'inizio dalla Via Egnatia (o Via Ignazia), l'antica strada di comunicazione della Repubblica romana che congiungeva l'Adriatico con l'Egeo e il Mar Nero, la cui realizzazione ebbe inizio nel 146 a.c., su ordine del proconsole di Macedonia Gaio Ignazio, dal quale entrambi i toponimi originano.

RICOSTRUZIONE GRAFICADELLE TERME (By https://www.katatexilux.com/)

Citata da Plinio, Strabone ed Orazio, che la ricorda in una Satura in cui narra il suo interessantissimo viaggio da Roma a Brindisi, Egnazia si trova ora in provincia di Brindisi (vicino al confine della provincia di Bari) e pochi chilometri più a nord di Savelletri di Fasano.

Fasano è l'antico Fajano, fondato nel 1088 da una parte della popolazione che aveva abbandonato le rovine di Egnazia, uno dei centri più importanti posti sull'antica via Traiana con il suo importante porto.

Il centro d'Egnazia è uno dei più interessanti siti archeologici della Puglia; per i molteplici ritrovamenti di un particolare tipo di ceramica che ha dato il nome ad uno stile decorativo di ceramiche del IV e III secolo a.c., chiamato "stile di Gnatia", una decorazione a fondo con vernice nera, decorata in bianco, giallo ocra e rosso paonazzo.

RICOSTRUZIONE GRAFICA DELLE TERME (By https://www.katatexilux.com/)

Questi ultimi colori, applicati al nero sopra il nero già esistente e già cotto, sono fissati da una seconda cottura del vaso. Ignazia non fu certamente il principale centro di produzione di tale ceramica di cui si ignora il centro principale di produzione.

Le strutture edilizie egnatine sembrano conservare ancora l'impronta di carattere della magna-grecia nell'uso di blocchi e lastroni. Ma quando subentrano i romani e Marco Vipsanio Agrippa ottiene dall'imperatore Augusto il patronato della città, questi, braccio destro di Ottaviano, diventa promotore di imponenti realizzazioni di edilizia pubblica che dovevano contribuire ad accrescere il consenso dei cittadini nei confronti di Ottaviano ma pure ripagare i cittadini dell'appoggio dato nel corso della guerra civile.

A questa fase risalgono i grandi monumenti romani, tra cui il criptoportico, il porto, la basilica civile, la piazza trapezoidale, l'anfiteatro, e le terme pubbliche. Agrippa elaborerà personalmente il progetto delle terme che verranno poi nel tempo modificate e abbellite.

RICOSTRUZIONE GRAFICA DELLE TERME (By https://www.katatexilux.com/)

LE TERME

Nella costruzione delle terme pubbliche venne adottata la tecnica dell'opus vittatum mixtum, come si vede nei setti murari delle terme di Egnazia; tale tecnica realizzata consiste nell'applicazione di porzioni di cortina in tufelli alternati a laterizi ordinatamente sovrapposti e legati da malta. 

I tufelli sono ben squadrati a formare delle file orizzontali di opera quadrata molto precisa a volte regolarizzata dalla malta oppure da qualche raro inserto di tegole rotte. Le palmette a stucco emerse negli ultimi scavi hanno testimoniato la raffinatezza delle terme di Gratia.

Ma le terme, munite di calidarium tiepidarium piscina natante e pure laconicum (corrispondente alla nostra sauna) erano anche arredate da nicchie, vasche di marmo, statue, mosaici, bracieri in bronzo, sedili e salottini.

VASO STILE GNATIA

IL PROGETTO MUSEALE

Sito geografico: Egnazia
Tipo di progetto: Progetto nazionale di valorizzazione e comunicazione di un sito archeologico
Laboratorio: Eva Pietroni
Partner: l'Università di Bari, Altair

"Esiste a tutt'oggi un Progetto di valorizzazione e comunicazione delle Terme di Egnazia (BA) realizzato dal CNR ITABC nel 2015 in collaborazione con l'Università di Bari e lo spin-off Altair, finalizzato alla ricostruzione 3D del complesso termale nel III sec. d.c. e l'implementazione di una applicazione consultabile su tablet a supporto dell'esperienza di visita. 

L'applicazione, implementata su sistema operativo Android su richiesta del museo di Egnazia che fornisce i tablet ai visitatori, consente di accedere alla narrazione di come funzionava lo spazio termale antico e di come esso è stato trasformato dagli interventi di riutilizzo che si sono susseguiti nel tempo. 

In alcuni punti di vista specifici è possibile paragonare e sovrapporre l'immagine attuale con la ricostruzione dello spazio antico, regolando la trasparenza dell'una rispetto all'altra e vivendo così un'esperienza di realtà aumentata. 

Alcuni filmati in computer grafica, con commento audio, illustrano invece i singoli ambienti, il loro utilizzo nel percorso termale ed il loro funzionamento in termini di tecniche costruttive."



La Repubblica
di ANTONIO DI GIACOMO (Fonte)

Archeologia, Egnazia raddoppia e stupisce: aprono terme e acropoli dell'Atlantide di Puglia.
Da venerdì il parco svela aree inesplorate tra percorsi innovativi e visite virtuali con il tablet: sarà la tecnologia a restituire grazie alle ricostruzioni in 3D il senso della vita quotidiana nella città di Gnatia.

Un'altra Egnazia. Come non l'avete mai vista. L'Atlantide pugliese, incastonata fra la scogliera sull'Adriatico di Savelletri di Fasano e le campagne antistanti, schiude per la prima volta una serie di storie nascoste fino a ieri, se non agli addetti ai lavori. Accadrà da venerdì quando apriranno al pubblico una serie di aree prima inaccessibili. 


È il caso, tanto per cominciare, delle terme del foro, che saranno ora visitabili attraverso un percorso su una passerella che ne cinge il perimetro e, soprattutto, adesso protette con una tettoia di copertura perché i mosaici e le strutture siano al sicuro.

Così come apre finalmente i suoi cancelli ai visitatori l'area dell'acropoli, aggrappata sugli scogli a un soffio dal mare. 
"È l'unico luogo che conserva la stratigrafia completa della storia della città di Egnazia, dall'età del Bronzo fino al Medioevo", 
spiega Raffaella Cassano, l'archeologa dell'Università di Bari che, dal 2001, dirige le campagne di scavi all'interno dell'antica Gnatia. Ed è lei ad accompagnarci alla scoperta, in anteprima per Repubblica , della "nuova" Egnazia. Che, appunto, serba una pluralità di storie da raccontare.


Così come apre finalmente i suoi cancelli ai visitatori l'area dell'acropoli, aggrappata sugli scogli a un soffio dal mare. "È l'unico luogo che conserva la stratigrafia completa della storia della città di Egnazia, dall'età del Bronzo fino al Medioevo", spiega Raffaella Cassano, l'archeologa dell'Università di Bari che, dal 2001, dirige le campagne di scavi all'interno dell'antica Gnatia. Ed è lei ad accompagnarci alla scoperta, in anteprima per Repubblica , della "nuova" Egnazia. Che, appunto, serba una pluralità di storie da raccontare.

Anche attraverso il nuovo percorso di visita, accompagnato da un inedito sistema di pannelli illustrativi in italiano e inglese e, dulcis in fundo, da un apparato hi tech. Ovvero una serie di tablet che, passo dopo passo grazie alla localizzazione delle coordinate Gps e alla realtà aumentata, accompagneranno i visitatori alla scoperta delle vicende di Egnazia e dei suoi resti, venuti a galla in un secolo di scavi.

Sarà la tecnologia, insomma, a restituire grazie alle ricostruzioni in 3D il senso della vita quotidiana nella città di Gnatia. Oltre il virtuale, tuttavia, di nuovo, anticipa l'archeologa, da vedere "le numerose calcare, cioè i grandi forni per la produzione della calce che attestano una grande vitalità edilizia della città fra il V e il VI secolo dopo Cristo. 


Mentre grazie a una nuova passerella ci si potrà affacciare su quanto resta delle due basiliche paleocristiane, che documentano l'importanza della diocesi di Egnazia, senza dubbio fra le più antiche in Puglia. Un percorso altrettanto interessante, reso possibile da una recente donazione allo Stato della famiglia Melpignano, sarà quello delle mura messapiche".

Un lungo itinerario nel quale le fortificazioni risalenti al III secolo avanti Cristo si ritrovano a dialogare con il paesaggio e dunque i suoi ulivi secolari. A rendere possibile quest'opera di valorizzazione del parco archeologico, poi, è stato un finanziamento messo a disposizione da Arcus spa, società partecipata dal ministero dell'Economia, come verrà illustrato, più in dettaglio, venerdì e sabato, durante il convegno "Il parco rivela la storia" in agenda nelle sale del museo archeologico di Egnazia. 


A sottolinearlo è Luigi La Rocca, soprintendente archeologo della Puglia, che premette: "Questo progetto evidenzia l'inscindibile connessione di un percorso che dalla ricerca e dallo studio, passando per la tutela e la conservazione, non può che condurre alla valorizzazione e piena fruizione del nostro patrimonio".

"Fruizione che", insiste La Rocca, passa anche "da un completo rinnovamento dei pannelli e dalla produzione di guide su tablet che integrano il racconto tradizionale dell'area archeologica attraverso ricostruzioni tridimensionali e contenuti inediti. E poi c'è una particolare attenzione alla visita per il pubblico non vedente per i quale sono state create audioguide e delle mappe tattili, cioè dei pannelli che ricostruiscono il percorso archeologico attraverso la scrittura in braille".

"In questo senso", conclude La Rocca, "questo intervento finanziato da Arcus e condotto in sinergia fra segretariato regionale dei Beni culturali, Soprintendenza archeologica della Puglia e Università di Bari è importante perché ha coniugato la ricerca, e dunque attraverso gli scavi l'ampliamento delle conoscenze, con opere di restauro e conservazione mirate a una fruizione di impianto quanto mai moderno".


BIBLIO

- Ludovico Pepe - Notizie storiche ed archeologiche dell'antica Gnathia - Ostuni - 1882 -
- Franco Biancofiore - Nuovi dati sulla storia dell'antica Egnazia, in Studi storici in onore di Gabriele Pepe - Dedalo - Bari - 1969 -
- Stefano Diceglie - Il Porto di Egnazia in Osservatorio Geofisico di Fasano (BR) - Fasano - 1972 -
- Antonio Donvito - Egnazia: dalle origini alla riscoperta archeologica - Fasano - 1988 -
- Il Parco archeologico di Egnazia - a cura di Giuseppe Andreassi, Angela Cinquepalmi, Assunta Cocchiaro, Antonio Maruca - Fasano - 2000 -
- A. Cocchiaro - Le tombe a camera di Egnazia - Valenzano - 2000 -
- Tappeti di pietra: mosaici da Egnazia e da Taranto - a cura di Rosa Cannarile e Laura Masiello - Valenzano - 2001 -
- Fabio Galeandro - Egnazia tra Peucezia e Messapia: il contributo della ceramica geometrica - Bari - Roma - 2005 -
- Viriana Redavid - La ceramica "di Gnathia" nella necropoli occidentale di Egnazia - Fasano - 2010 -



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