SORANO DI EFESO - SORANUS EPHESIUS



   MEDICUS VULNERARIUS

Nome: Soranus Ephesius
Nascita: Efeso. II sec. d.c.
Morte: II o III sec. d.c.
Professione: medico

Sorano di Efeso è stato un medico greco-romano antico. Secondo la Suda, un'enciclopedia storica del X secolo in greco bizantino riguardante l'antico mondo mediterraneo, sappiamo che lavorò prima ad Alessandria d'Egitto e più tardi a Roma agli inizi del II secolo.



LA SCUOLA DEI METODICI

Se Asclepiade di Bitinia è l’ispiratore della scuola metodica per averne posto le basi dottrinarie, Temisone di Laodicea dette un “metodo” a quelle idee che, per l’attuazione pratica erano forse troppo vaghe e inattuabili: di qui il nome di metodica a quella scuola.
 
Ma Sorano fu il principale esponente della scuola medica dei Metodici, una scuola che intendeva rettificare le regole fondamentali di Asclepiade, di determinare con migliore precisione il suo metodo e di renderlo assai più semplice e alla portata di qualsiasi intelligenza.

L’interpretazione della malattia, secondo i metodici, si basava sulla supposizione di Asclepiade, che la malattia e la salute consistessero nello stato di strettezza o larghezza dei pori di cui è composta la sostanza.

Si distinse così uno “status laxus” ed uno “status strictus”. Praticamente, lo status strictus si manifestava con rossori, calori, congestioni, sete ardente, stato eretistico [eccessiva eccitabilità nervosa], ipertonia; al contrario, lo status laxus era caratterizzato da pallore, polso debole, tessuti flaccidi, senso generale di astenia e rilassatezza.



GYNAECIA

Sorano scrisse un trattato di ginecologia, intitolato Gynaecia e tradotto in latino da Muscio nel VI secolo, che fu il principale testo di riferimento su questo tema della medicina per tutto il medioevo fino al testo del "Giardino delle rose" scritto da Eucario Rodione nel 1513.



SULLE MALATTIE ACUTE E CRONICHE

La sua opera più importante fu però quella "Sulle malattie acute e croniche" di cui però rimangono solo frammenti in greco ed una traduzione latina del V secolo ad opera di Celio Aureliano.



CELIO AURELIANO

Aureliano fu medico di grande fama soprattutto per l'opera intitolata "Genetia" che però in realtà era la traduzione latina, con poche aggiunte, della Ginecologia di Sorano di Efeso (Περὶ γυναικείων παϑῶν). Aureliano scrisse pure il libro "De morbis acutis et chronicis" che era in realtà la copia del libro di Sorano "Περὶ ὀξέων καὶ κρονίων καϑῶν", tradotta dal greco in latino.

Ciò nondimeno l'opera di Celio è importante perché in essa sono raccolte e conservate le dottrine della celebre scuola medica dei metodici derivante dalla scuola filosofica degli epicurei.



GLI EPICUREI

Gli Epicurei, tra cui Lucrezio, vedevano nella filosofia il conseguimento della felicità, intesa come atarassia (liberazione dalle paure e dalle passioni) per cui occorreva:
- Liberare gli uomini dal timore degli Dei, che non si curano delle faccende degli uomini;
- Liberare gli uomini dal timore della morte, perchè "quando ci siamo noi, non c'è la morte, quando c'è la morte non ci siamo noi";
- Dimostrare la facile raggiungibilità del piacere stesso, che coincide con la felicità;
- Dimostrare la provvisorietà e la brevità del dolore che è di due tipi: quello sordo, con cui si convive, e quello acuto, che passa in fretta.



BIOGRAFIE DI MEDICI

La Suda attribuisce a Sorano l'opera "Biografie di medici", di cui oggi si ritiene faccia parte "La vita di Ippocrate" che fu il padre della medicina, opera comunemente ritenuta una delle poche fonti attendibili, con il geografo bizantino Stefano di Bisanzio, per le biografie di medici.



SULLE FASCIATURE

Ci sono giunte inoltre parti dei trattati scritti da Sorano "Sulle fratture" e "Sulle fasciature". Nel suo trattato "Sulle fasciature", fornito spesso di pratici consigli, Sorano raccomanda che la fasciatura sia di lana.

Raccomanda inoltre che il corpicino venga preventivamente unto ben bene di olio, e poi nella fasciatura dovevano essere stretti nelle fasce prima le braccia separatamente, poi il busto, poi le gambe una per una e poi unite; il tutto, coperto da un fasciatore dai piedi al collo, doveva essere ancora fermato da una lunga benda girata intorno a spirale.

Nove giorni dopo la nascita per il maschio e otto per la femmina (primordia), si procedeva, anche per le persone che avevano assistito al parto, alla purificazione attuata con l'acqua (dies lustricus corrispondente al rito greco dell'Amphidromia) ma nel trattato Ghynaikeia (Ginecologiaî), Sorano critica la pratica di immergere il neonato non nell'acqua ma nel vino, che con i suoi effluvi potrebbe stordire il neonato.


BIBLIO

- Johannes Ilberg - Sorani Gynaeciorum libri IV - De signis fracturarum - Berlin - 1927 -
- Johannes Ilberg - Sorani Gynaeciorum libri IV - De fasciis - Berlin - 1927 -
- Johannes Ilberg - Sorani Gynaeciorum libri IV - Vita Hippocratis secundum Soranum - Berlin - 1927 -
- Johannes Ilberg - Sorani Gynaeciorum libri IV - Corpus medicorum Graecorum - Berlin - 1927 -
- Paul Burguière, Danielle Gourevitch, Yves Malinas - Maladies des femmes - Collezione Budé - 1988 -
- Owsei Temkin et al. - Soranus' Gynaecology - Johns Hopkins Press - 1956 -


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