CARO - CARUS





Nome completo: Marcus Aurelius Carus
Altri titoli: Germanicus Maximus, Persicus Maximus
Nascita: Narbona, ca. 230
Morte: Mesopotamia, luglio/agosto 283
Predecessore: Probo
Successore: Numeriano
Figli: Carino, Numeriano, Aurelia Paolina
Regno: 282-283 d.c.


Marco Aurelio Caro (latino: Marcus Aurelius Carus; Narbona, ca. 230 – Mesopotamia, 283) è stato un imperatore romano dal 282 alla sua morte. Durante il suo breve regno ottenne una importante vittoria contro i Persiani, anche se la sua morte non permise ai Romani di capitalizzare il successo.


ETTORE DE RUGGIERO

" Dove sia nato, fu incerto: la sua vita lo dice Illirico: le altre fonti (Eutrop. 9, 18. Aur. Vict. epit. 38) invece Gallo, confondendosi forse Narona con Narbo. Era pervenuto sino alla carica di prefetto del pretorio, (vita Caro 5. Vict. Caes. 38, 1 cf. Hirschfeld, Untersuch), quando in Raetia fu proclamato imperatore dai soldati (Zon. 12, 29). Le truppe mandate tardi contro i ribelli dall'imperatore Probo, si ribellarono anch'esse, e questi fu ucciso nell'ottobre del 282. 

I soldati riconobbero subito tutti Caro, che comunicò la sua nomina al senato e punì gli uccisori di Probo (vita Prob. 24, 4. Aur. Vict. Caes. 37, 5. Eutrop. 19, 18,1). Nominò coreggenti i suoi figli, prima il maggiore Carino, poi anche l'altro, Numeriano. Accompagnato da qucsto già nel 282, mosse per una spedizione in Persia, e per via vinse Sarmati e Quadi, che avevano passato il Danubio (vita Car. 8, 1. 9, 4. Kutrop. 9, 18, 1. Cohen, Num. 91 : triumfu(s) Quadorum). 

In Mesopotamia costrinse Varahran II a riconoscere l'autorità dell'impero romano. Vinse quindi i Persiani, passato il Tigri occupò Koche-Ktesiphon (vita Car 8, 1. Eutrop. 9, 13, 1. Oros. 7, 27, 4. Zon. 12, 30 p. 611), e assunse i titoli di Parthicus e Persicus (v. più sotto cf. Cohen, 118 segg.: undique vietores). Mentre si proponeva di proseguire oltre, morì pare per una congiura nel Dicembre (?) del 283 (vita Car. 8, 2-7. Aur. Vict. Caes. 88, 3-4 ; ep. 38, 2. Eutrop. 9, 18, 1. Oros. 7, 24, 4. Zon. 12, 30 p. 611). 

I figli ne consacrarono la memoria, onde le monete colla leggenda: Divo Caro Pio e simili e nel rovescio: Consecratio (Cohen, 14 segg,), cf. le lapidi di Verecunda, C. VIII 4221: 
Pro salute imperatorum dominorum nostrorum Carini et Numeriani divi Cari genitoris eorum templum a fundamentis res publica municipii etc. 
e 4222: Salvis dominis nostris invincissimis Aureliis Carino et Numeriano divo Caro genitori eorum templum a fundamentis etc. 

Il suo nome si trova poi eraso qualche rara volta cf. C. II 4102. VIII 5332 = 17486. Le lapidi, che portano il suo nome come quelle dei figliuoli sono molte, specialmente se si considera il breve tempo del suo governo: sono massime dedicazioni di municipi o relative ad opere pubbliche, attribuendosi forse a lui dei lavori iniziati sotto Probo (v. Probos). Numerianiis, nome di tendenze più letterarie che bellicose (vita Num. 11, 1-3), assunto col fratello l'impero, tornò indietro coll'esercito. Senonchè obbligato, per una malattia agli occhi, a rimanere nella tenda e sul carro, fu ucciso da suo suocero Arrius Aper, prefetto del pretorio (vita Num. 12. Aur. Vict Caes. 38, 6-8 ; ep. 88, 4-5. Eutrop. 9, 19, 2. Oros. 7, 24, 4. Jordan. Rom. 295. Zon. 12, 30 p. 611. SyncelL 1 p. 725). 

II fatto si scoprì appena sul Bosforo: gli ufficiali però scelsero a collega di Carino il comes domesticorumt Diocletianus, il quale senz'altro uccise di spada Arrius Aper: secondo il Chroa. Pasch. 1 p. 510 Bonn, il fatto avvenne a Chalcedonia il 17 settembre 284 (t. Diocletiauiis). La sua memoria fu consacrata dal fratello (Cohen 10 segg.: divo Numeriano Consecratio). II suo nome è spesso abraso, cf. C. VIII 2529. 2530. 5832 =- 17486. 10282. XI 827. 3580. XII 110. XIV 126. 

Carinus, rimasto in Oriente, era un uomo, cui l'impero serviva a soddisfare i capricci (vita Carin. 16, 1. 2. 7; 17. Aur. Vict. Caes. 39, 9-13. Eatrop. 9, 19, 2. Said. s. v. KagTyog. Oros. 7,25, 1. Eanap. fragm. 4, Mtlller 4, 14. Zon. 12, 30 p. 612), ma non mancava di energia. Aveva vinto i Germani (cf. Cohen, 158) Victoria Germanica, e probabilmente riconquistata la Britannia: ora raccolte delle truppe abbattè dapprima l'imperatore lulianus  e poscia combattè felicemente in Moesia centro Diocleziano (vita Carin. 18, 2). 

Anche nella battaglia decisiva sul Margns inferiore era quasi Vincitore, quando fa ucciso da un tribuno per vendetta privata (vita Carin. 18, 2. Aur. Vict. Caes. 39, 12 ; ep. 38, 6-8. Eutrop. 9, 20, 2. Oros. 7, 25, 1. Jordan. Rom. 295. Cassiod. Chron. a. 287. 648). II suo nome fu abraso spessissimo (cf. C. n 3469. 4103. Vm 2529. 2530. 5332 « 17486. 7002. 10157. XIV 126). 

Nomi e titoli di Carus.

L'intero suo nome si ha in quello di imperator Caesar Marcus Aurelivs Carus Pius Felix Invictiis Augustus, a cui talvolta s'aggiungono Persieus (Cohen, 17), o Persicus maximus (C. Vm 12522: a. 283), Parthicus (Cohen 18. 19. 22 etc.), Germanicus (EE. 8, 740) o Germanicus maximus (C. vm 12522). 

Il suo primo consolato cade in un anno incerto prima che salisse al trono, il secondo nel 283 (cf. Klein p. 112) la sua prima tribunicia potestas nel 282, la seconda nel 283. Onde l'indicazione completa de suoi titoli è: pontifex maximus tribunicia potestate (o tribunicia potestate II nel 283), pater patriae, consul (o consul II nel 283), proconsul, cf. p. e. C. n 3660. 4102. 4760. Vni 968. 5332 « 17486. 12522 etc. Deiu et dominus è detto nella moneta Cohen 27, fortissimus et clementissimus nella lapide C. 114102, invictissimus Caesar, piissimus princeps, efficientissimus imperator C. n 4908 (miliario). 

Nomi e titoli di Carinus. un suo nome complete, dopo salito al trono, fu quello di imperator Caesar Marcus Aurelius Carinus Pius Felix Invictus, a cui talora s'aggiungono quelli di Germanicus (EB. 8, 740) o Germanicus maximus (C. Vm 27 1 7 ? 7002) o Britannicus maximus, Persicus maximus (C. XIV 126). Durante la sua coreggenza oltre a Caesar (EE. 7, 671. Cohen, Carus, Carin et Numer.), nobilissimus Caesar {C. U 4103. 4761. 7307. VIII 5332=17486. 10144. 10157. 10219. X 8013. EE. 7, 603; 8, 740. Cohen 3. 8. 19. 29 etc.), princeps iuventutis (11 4103. 4832? Vm 5332 = 17486. 10144. 10219. X 8013. Cohen 81 segg.). 

E' detto per eccezione, ad indicare appunto la sua coreggenza, imperator (Cohen, Carus et Carin 11), imperator Caesar, o Augustus, dove Numeriano è detto soltanto nobilissimus Caesar, Cohen, Carus et Carin, proconsul (C. n 4103. 4832 - cf. Mommsen, Staatsr. 3' p. 1164 seg.). Notevole è il miliario sardo EE. 8, 758: ...Imp. M. Aurelio Carino  Pio Fel. Aug, et imp. Caes. M. Aur el. Carino p. f. Aug, pontif. max., tribunic. potestatis etc. 

Coprì il primo consolato nel 283 insieme al padre (cf. C. H 4103. VHI 5332 = 17485), il secondo nel 284 insieme al fratello (Klein, Fasti consulares p. 11). L'indicazione completa de suoi titoli è: pontifex maximus, tribunicia potestate. pater patriae, consul (o consul n nel 284, cf. C. vm 7002?). Fortissimus et piissimus princeps è detto nella lapide C. 11 1655; victoriosissimus C. II 4103 ; invictissimus C. VI 1115. VHI 2717 ? 4222. "

(Dizionario Epigrafico di Antichità Romane - Ettore De Ruggiero - 1886)


ORIGINI E ASCESA AL TRONO

Nativo di Narbona, forse si chiamava Marco Aurelio Numerio Caro. Aveva due figli, Carino e Numeriano, e una figlia, Paolina; ebbe anche un nipote, Nigriniano, morto prima della sua ascesa al trono, figlio di Carino o di Paolina. La Historia Augusta riporta la storia delle sue origini e della sua vita prima del raggiungimento della porpora, ma questa versione è considerata inventata. Fu prefetto del pretorio sotto l'imperatore Probo, anche se non raggiunse mai il consolato, come per i prefetti Volusiano, sotto Gallieno, e Placidiano, sotto Probo, prima di lui.

Riguardo l'occasione della sua ascensione al trono, le fonti si dividono tra quelle che la vogliono avvenuta per mano dell'esercito dopo l'inaspettata morte di Probo, e quelle che raccontano della ribellione avvenuta quando questi era ancora vivo. Nel tardo 282, infatti, Probo si trovava al comando dell'esercito romano in Norico e Rezia, quando i soldati si ribellarono all'imperatore, proclamando suo successore il proprio comandante.

Secondo una tradizione greca, Caro fu proclamato augusto contro la propria volontà, e chiese consiglio a Probo prima che le truppe passassero alle vie di fatto; secondo una ben più numerosa tradizione latina, Caro non contattò Probo, anzi fu responsabile per la rivolta. Probo inviò alcune truppe contro il ribelle, che però passarono dalla parte del suo avversario; tra settembre e dicembre di quell'anno Probo fu assassinato e Caro non ebbe rivali. Sebbene non si recò mai a Roma per ratificare la propria elezione dal Senato romano, non di meno rispettò l'antico e prestigioso organo dello stato.

RICOSTRUZIONE DEL VOLTO

CAMPAGNA SASANIDE

Assunse probabilmente il consolato per il resto del 282, in sostituzione di Probo; nominò il figlio maggiore Carino cesare e designò sé stesso e Carino consoli per il 283. Combatté contro i Quadi e i Sarmati, ottenendo il titolo di Germanicus Maximus.

Intraprese poi una campagna contro i Sasanidi, ennesimo episodio delle guerre romano-persiane. Le ragioni per la campagna possono essere diverse: è possibile che fosse stata progettata da Probo, anche se non vi sono prove numismatiche a favore, o che i Romani rispondessero ad un attacco sasanide; in ogni caso, l'occasione fu probabilmente fornita dalla ribellione contro lo scià persiano Bahram II del fratello Ormisda, che tentò di ritagliarsi uno stato semi-indipendente nella parte orientale dell'impero sasanide, prima di essere sconfitto.

All'inizio del 283 associò al trono Carino, nominandolo augusto e incaricandolo dell'amministrazione delle province occidentali; rafforzò ulteriormente la propria posizione dinastica facendo sposare Numeriano alla figlia del prefetto del pretorio Arrio Apro.

La campagna fu un successo. Caro discese dall'Armenia lungo il Tigri, senza trovare opposizione, in quanto il sovrano persiano non aveva ancora consolidato il proprio potere. Caro, accompagnato da Numeriano, conquistò Seleucia e la capitale sasanide Ctesifonte, proseguendo oltre; assunse anche il titolo onorifico di Persicus Maximus.



MORTE

Durante la campagna, Caro morì, nel tardo luglio o all'inizio di agosto 283, in circostanze non chiare.
Le fonti antiche lo dicono morto di malattia o ucciso da un fulmine, in quanto volle proseguire oltre Ctesifonte sebbene un oracolo gli avesse concesso una avanzata vittoriosa solo fino a lì.

Alcune ricostruzioni moderne lo vogliono assassinato dal prefetto del pretorio Arrio Apro. In generale gli storici moderni propendono per la morte per malattia, considerato il fatto che l'esercito aveva appena conquistato una grande vittoria a che la successione del figlio Numeriano avvenne senza intoppi.

Altre si basano sul racconto di Giovanni Malala, secondo il quale Caro fu ucciso durante una campagna contro gli Unni successiva alla campagna sasanide, confermato da una versione raccontata da Giovanni Zonara, per ipotizzare una campagna unnica in oriente, successiva a quella persiana, in cui Caro avrebbe perso la vita. Dopo la sua morte Caro fu divinizzato.



IMPORTANZA DELLA VITTORIA DI CARO

La vittoria di Caro in oriente fu importante dal punto di vista politico, in quanto trattò di una vittoria durevole, che permise a Diocleziano di ottenere un accordo con i Persiani (forse nel 288), ma anche dal punto di vista culturale.

Il poeta africano Nemesiano dedicò molti versi della sua opera Cynegeticon alla celebrazione della vittoria di Caro e Numeriano, raccontando persino un trionfale ritorno a Roma che non ebbe mai luogo. La vittoria ebbe grande eco anche nel IV secolo, se il poeta Sidonio Apollinare si rivolse a Consenzio di Narbona ricordandogli l'opera del suo concittadino Sinesio di Cirene che la citò nel "De regno".



1 comment:

renart on 7 luglio 2017 alle ore 17:15 ha detto...

Where is this bust now,could any body help me to find where this bust of CARUS 282 - 283 is now

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