MICHELE VI BRINGA



MICHELE VI

Nome: Michele VI Bringa
Nascita: 996 circa
Morte: 1059
Regno: settembre 1056 -31 agosto 1057
Madre adottiva: Teodora Porfirogenita
Dinastia acquisita: Macedonica


Michele VI Bringa (in greco: Μιχαήλ ΣΤ΄ Βρίγγας , Mikhaēl VI Bringas; 995 – 1059) è stato un imperatore bizantino, ovvero basileus dei Romei (Imperatore d'Oriente) dal settembre 1056 fino al 31 agosto 1057. Quando Teodora Porfirogenita (984 - 1056), alla morte di Costantino IX, divenne imperatrice regnante e attribuì a Michele l'incarico di ministro delle finanze militari (logothetēs toū stratiōtikou, greco: λογοθέτης τοῦ στρατιωτικοῦ)  il che gli valse il soprannome di Stratiotico o Gerota. 

Narra Psello che la principale preoccupazione dei consiglieri e dei ministri era quella di mantenere la loro posizione di privilegio e di governo ed era importante che il successore “rimanesse legato loro e non mutasse animo e garantisse loro immutata l’attuale situazione di privilegio”. Era dunque necessario scegliere una persona facilmente manovrabile e la scelta cadde su Michele Bringas. Il consiglio dei ministri si recò così presso il letto di morte di Teodora, chiedendo di accettare la successione di Michele Bringas. 

Michele aveva tenuto l'incarico per i successivi 21 mesi quando, agli inizi di settembre del 1056, la morente imperatrice, su suggerimento del primo ministro Leone Paraspondilo, lo adottò come figlio e successore; pochi giorni dopo l'imperatrice morì e Michele salì al trono come Michele VI.

Parente del cortigiano Giuseppe Bringa, che aveva servito l'impero prima come ammiraglio e poi ciambellano di corte, rispettivamente come primo ministro sotto il regno di Costantino VII e come reggente con Romano II, Michele era un aristocratico e membro della corte. Era però avanti negli anni e senza esperienza di governo, avendo passato la vita sempre al campo, ma per questo i cortigiani, nella speranza di spadroneggiare ancora, lo avevano indicato a Teodora.



LA CERIMONIA

Michele fu proclamato il 31 agosto 1056, ma la cerimonia dell'incoronazione è controversa. Secondo alcune fonti fu il patriarca, Michele Cerulario, a porre la corona sul capo del nuovo basileus, secondo altri, tra cui Michele Psello, fu la stessa Teodora a farlo. A pochissime ore dalla cerimonia, il 31 agosto 1056 e alla vigilia del capodanno bizantino, Teodora morì. Michele cercò di continuare la politica accentratrice ed assolutista di Teodora, ma senza possederne il carisma né l'energia, per cui si attirò l'odio dell'aristocrazia militare anatolica.
 
Già il giorno dopo, Teodosio, presidente del senato  Monomaco, nipote dell'ex imperatore Costantino IX, già marito di Zoe, sorella di Teodora, tentò di sollevare il popolo contro di lui affermando un diritto di precedenza alla corona. La rivolta fu fermata e sconfitta dall’energico intervento del patriarca Michele Cerulario, che riconobbe la legittimità del nuovo basileus e chiamò il popolo a difenderla. Teodosio fu vinto facilmente e mandato in esilio, mentre alcuni dei più autorevoli generali furono rimossi dai loro comandi.

COSTANTINO IX MONOMACO

DISSIDI CON BRIENNIO

Michele fece richiamare l'etnarca Niceforo Briennio che Teodora aveva inviato al confino ma non gli riconsegnò i beni sequestrati e lo spedì in Cappadocia con una divisione di 3.000 soldati: così Briennio, cominciò a complottare con altri aristocratici anatolici per rovesciare Michele. Intanto quest'ultimo dovette far fronte alla avanzata dei Turchi ed all’opposizione interna guidata dal patriarca di Bisanzio Michele Cerulario.

Ma non finì qui, il governo dello Stratiotico fu di assoluto favore verso la recente classe burocratica della capitale e continuò a congedare buona parte delle forze armate, sostituendo al comando militare di Antiochia Catacalone Cecaumeno, rappresentante dell'aristocrazia anatolica, con un suo congiunto, Michele Urano. Così Michele VI si inimicò l'aristocrazia militare anatolica.

Alcune fonti raccontano di una iniziativa di Michele VI contro i Turchi Selgiucidi che nel 1055 avevano espugnato Baghdad e iniziarono a penetrare in Siria e a minacciare i territori in mano ai Bizantini. Tra la fine del 1056 e gli inizi del 1057, le forze armate bizantine, rinnovate e alleggerite, affrontarono per la prima volta i Selgiucidi e con un certo successo.



LA PASQUA DEL 1057
 
Come da consuetudine a Pasqua, nel 30 marzo 1057, i rappresentanti del Senato, delle magistrature e della burocrazia centrale dello stato furono ricevuti dall'imperatore che li riempì di elogi, di doni e di promozioni. Invece i rappresentanti dell'esercito, che erano soprattutto membri dell'aristocrazia anatolica, che chiesero un aumento delle spese militari e denunciarono il rischio della situazione in Asia Minore, guidati dal magister Isacco Comneno, da Michele Burtse e dall'appena rimosso Catacalone Cecaumeno che era stato un eroe di guerra, in Sicilia, durante l'impresa del Maniace del 1042, vennero criticati e maltrattati. 

Isacco Comneno, umiliato e infastidito, tornò nelle sue tenute in Paflagonia, ma gli altri membri dell'aristocrazia anatolica e i quadri dell'esercito chiesero un secondo incontro con l'imperatore che però rifiutò. A questo punto i generali anatolici organizzarono una sedizione, appoggiata dal Patriarca che li ospitò a Santa Sofia, dove venne individuato Isacco Commeno come capo dell'opposizione ma questi non accettò. 

Allora i generali ribelli abbandonarono Costantinopoli e mossero le loro truppe verso Gunaria, in Paflagonia e l’8 giugno del 1057 Isacco venne issato sugli scudi e fu proclamato basileus. Michele si rese finalmente conto del disastro che aveva provocato nella Pasqua e incaricò Psello di recuperare diplomaticamente la situazione. 

Questi propose al basileus tre cose: vincere le ambiguità del patriarca in materia di governo, inviare a Isacco dei delegati che lo persuadessero a sciogliere l’esercito promettendo in cambio grandi onori e la sua introduzione nell'aristocrazia della capitale, e riunire l’esercito dei territori occidentali rimaste fedeli all'impero e reclutare mercenari stranieri. 



BATTAGLIA DI NICEA

Michele non accettò l'introduzione in Costantinopoli di Isacco, fece armare un esercito di truppe europee e di mercenari franchi, affidato alla guida di un certo Teodoro, un eunuco di corte dalla lealtà sospetta. Molti soldati una volta in Anatolia disertarono, passando al nemico. Nella battaglia di Petroa il 20 Agosto 1057, presso Nicea, i due eserciti si affrontarono. L’ala destra di Michele sfondò l’ala sinistra nemica, la mise in fuga e la inseguì; l’ala destra dell'usurpatore iniziò a fuggire. 

La battaglia sembrava vinta per Michele VI ma in mezzo alla disfatta (si narra) quattro soldati lealisti si introdussero nello schieramento di Isacco Comneno e lo colpirono coi giavellotti; l'usurpatore, seppur ferito, iniziò invece a incitare i suoi alla controffensiva, e questo coraggio galvanizzò i soldati che contrattaccarono e vinsero. Il comandante in capo dell'esercito, Teodoro, consigliò all'imperatore una trattativa con Isacco e l'Anatolia ribelle; Michele promise di adottare Isacco, dandogli il titolo di Cesare e Isacco accettò.

ISACCO COMNENO

SUCCESSIONE E MORTE

Il 30 Agosto, Psello e la sua delegazione si recarono nuovamente presso l'accampamento del Comneno che si era avvicinato a Crisopoli e alla sponda asiatica del Bosforo. Qui Isacco accettò le ulteriori offerte di Michele VI e ordinò la smobilitazione dell'esercito: due giorni dopo sarebbe entrato in Costantinopoli senza armati e senza cerimonie, ma Costantinopoli si ribellò e venne occupata la cattedrale di Santa Sofia; il patriarca formalmente fu ostaggio del movimento ma nella verità politica accolse e appoggiò Comneno.

Michele dovette accettare la deposizione e abbandonò il palazzo per un monastero, dove sarebbe morto due anni più tardi. 1 settembre 1057, primo giorno dell'anno legale bizantino, Isacco entrò trionfalmente in città e si diresse verso Santa Sofia dove Michele Cerulario lo incoronò Isacco I Comneno basileus.
 

BIBLIO

- H. Madler - Theodora, Michael Stratioticos, Isaak Komnenos. Ein Stück byzant - Kaisergeschichte - Plauen - 1894 -
- J. B. Bury - Roman Emperors from Basil II to Isaac Komnenos - in Selected Essays - Cambridge - 1930 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- Giorgio Ravegnani - I trattati con Bisanzio 992-1198 - Venezia - Il Cardo - 1992 -
- Silvia Ronchey - Lo stato bizantino - Torino - Einaudi - 2002 -


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