DECIMO GIUNO BRUTO CALLAICO - D. I. BRUTUS CALLAICUS





Nome: Decimus Iunius Brutus Callaicus
Nascita: II sec. a.c.
Morte: 113 a.c.
Padre: Marcus Iunius Brutus
Professione: Generale romano


Decimo Giunio Bruto Callaico, ovvero Decimus Iunius Brutus Callaicus, figlio del console Marco Giunio Bruto, è stato un politico e militare romano del II sec. a.c., di origini aristocratiche.



IL PADRE 

Decimo nacque da Marco Giunio Bruto, eletto console nel 178 a.c. con Aulo Manlio Vulsone; a cui fu affidato il comando della campagna contro gli Istri, descritti dai romani come un feroce popolo di pirati, protetti dalle loro coste rocciose. Ci vollero due campagne militari da parte dei Romani. guidati da Marco Giunio Bruto, per sconfiggerli e conquistarli definitivamente l'anno successivo, nel 177 a.c..



LO ZIO

Ma di illustre Callaico ebbe anche lo zio, il pretore Marco Giunio Bruto nacque nel 180 a.c. e non abbiamo più notizie di lui fino al 138 a.c. quando venne eletto console assieme a Publio Cornelio Scipione Nasica.

DECIMO GIUNIO BRUTO CALLAICO
Si sa che sposò una donna di nome Clodia. Marco Bruto Callaico non ebbe un grande carattere, fu grande sostenitore degli optimates, e quindi avverso ai tribuni della plebe, e a volte in modo insensibile e impietoso.

Infatti quando il senato propose di acquistare del grano per il popolo, egli rifiutò ma i tribuni se la legarono al dito, e quando non concesse di congedare dieci soldati che ne avevano il diritto, il tribuno Gaio Curiazio lo fece imprigionare assieme al collega Publio Cornelio Scipione Nasica, consoli in quell'anno, per le ingiustizie nell'arruolamento militare.

A Roma non esisteva la condanna alla segregazione, la galera serviva solo all'attesa della condanna morte o del processo. Naturalmente Bruto vi rimase in attesa di processo, ma del suo esito nulla sappiamo. Comunque se la dovette cavare bene, sia lui sia Scipione, perchè continuarono a combattere e a farsi onore.



I DISCENDENTI

Ebbe come figlio Decimo Giunio Bruto, console nel 77 a.c. e fu nonno di Decimo Giunio Bruto Albino, uno degli assassini di Cesare.



MARCO GIUNIO BRUTO ASSASSINO DI CESARE
LA PROVINCIA HISPANICA

Di Decimo sappiamo che venne nominato augure, una carica onorifica sacerdotale, e poi ricevette la provincia dell'Hispania Ulterior, dove stroncò la rivolta di Tantalo, successore di Viriato.

Bruto come generale ebbe molto talento, ma anche come uomo ebbe un carattere migliore dei suoi predecessori.

Fondò nell'Hispania Citerior (la parte Nord della Spagna affacciata sul Mediterraneo) la città di Valentia Edetanorum, l'odierna Valencia, lungo la riva destra del fiume Turia, sul luogo di un antico insediamento iberico, in cui trasferì i soldati di Viriato (180 a.c. - 139 a.c.), sconfitto nel 139 a.c.

Questa azione gli fece invece onore, perchè oltre a dare asilo e da vivere a dei combattenti molto audaci che come nemici gli avrebbero dato filo da torcere, riabilitò i vari tradimenti romani perpetrati verso i lusitani di Viriato, con un atto di generosità e di giustizia.



CONQUISTA DELL'IBERIA OCCIDENTALE

Bruto Callaico conseguì molte vittorie nel sud dell'attuale Portogallo: conquistò la città di Olisipo (Lisbona) e la fortificò trasformandola in un avamposto per l'esercito, poi continuò l'avanzata verso nord distruggendo gli insediamenti che incontrava sulla sua strada. Stabilì un centro a Viseu sul fiume Paiva, traversando i fiumi Douro e Limia nel 137 a.c..

I romani denominarono Gallaecia la parte nord-orientale della Penisola Iberica dal nome dei Callaeci, un amalgama di popoli più o meno celtizzati che vivevano tra il Douro e il Miño, conosciuti dai romani per la prima volta con l'arrivo di Decimo Giunio Bruto Callaico al nord del Douro nel 137 a.c. che continuò la sua spedizione verso nord, sottomettendo i popoli castregni, fino al fiume Limia, considerato il Lethes o fiume dell'oblio, per cui chi l'oltrepassa muore. 

Decimo vince la superstizione e oltrepassa il fiume continuando fino al Miño dove si ferma. Come risultato di questo primo approccio, il territorio costiero tra il Duero e il Miño rimase malamente esplorato e sottomesso al controllo romano. D'ora in poi la società indigena gallecia comincia a ricevere influenze romane, effettuando interscambi commerciali direttamente con Roma.I galleci vengono citati nel I secolo d.c. tramite il poema epico Punica di Silio Italico sulla I guerra punica:

«La ricca Gallaecia invia la sua gioventù, conoscitrice della divinazione mediante le viscere animali, il volo degli uccelli e le fiamme divine, che urlava canti nella loro lingua nativa o, dopo aver colpito la terra con colpi alternati dei piedi, si dilettava a battere ritmicamente gli scudi sonori»
(Silio Italico, Punica Libro III. 344-347)

Si dice che Decimo abbia avuto anche qualche tensione con i suoi uomini che, giunti sulla riva del fiume Oblivio, si sarebbero rifiutati di attraversarlo. Decimo dovette dare l'esempio e cominciò a guadare il fiume da solo, fino a quando i soldati, colpiti da quel gesto, non 10 seguirono. Per le sue vittorie il governatore ottenne anche il trionfo nel 136 a.c. e un cospicuo bottino; con i soldi guadagnati poté erigere un certo numero di edifici pubblici, presso i quali furono poste delle iscrizioni in versi opera del poeta Lucio Accio, di cui Decimo era mecenate.
BRUTUS NOME DI UNA FAMILIA PLEBEA DELLA GENS IUNIA
Infine raggiunse il fiume Minho in Galizia:
«In Spagna, prima della distruzione di Numanzia, si svolse la brillante campagna di Decimo Bruto il quale, arrivato al centro di tutte le popolazioni di quella regione, catturò un gran numero di nemici, si impadronì di molte città e, avanzandosi in territori dei quali si era appena sentito parlare, si guadagnò il soprannome di Gallaeco». 
II soprannome derivava dal nome di una delle tribù sottomesse durante la campagna, i gallaeci, tribù celtica del nord del Portogallo.

Insieme ai Gallaeci sconfisse i Bracari, altro popolo della Gallaecia (o Callaecia, o Galizia), giunti in aiuto dei Lusitani con un esercito di 60.000 uomini. 

Poco dopo venne chiamato in Spagna Citeriore da Marco Emilio Lepido Porcina, un parente messo in difficoltà da alcune tribù locali, ma dovette desistere anche lui contro i Vaccei.

Il senato sfiduciò Lepido ma non Bruto, a cui anzi accordò nel 136 il trionfo per le numerose vittorie avute sulle popolazioni dell'Iberia e il senato gli conferì il titolo di Callaicus.
Tra il 135 a.c. e il 132 a.c., rieletto console, Decimo Giunio Bruto Callaico condusse felicemente una spedizione in Galizia (nord del Portogallo e Galizia), conquistandone tutto il territorio.

Bruto inaugurò a sue spese il Circo Flaminio a Roma nel 133 a.c. per commemorare le proprie vittorie, servendosi per questo dei versi di Lucio Accio (170 a.c. - 84 a.c.), grande poeta e drammaturgo romano a cui, per amore della poesia e dell'arte, Bruto fece da mecenate, e anche in questo senso si comportò da generoso distinguendosi dai suoi avi.  Cicerone ce lo descrive pure come un brillante oratore e molto versato nella letteratura greca e latina.

Nel 129 a.c. servì di nuovo nell'esercito con Gaio Sempronio Tuditano, console nel 129 a.c. con cui riuscì a sconfiggere le popolazioni della zona Alpina dei Carni e dei Taurisci della zona di Nauporto, nella Slovenia nordoccidentale. Nel 113 a.c. fu nominato proconsole di Lusitania con Gaio Mario. Morì ancora in età da poter combattere ancora molte battaglie, morì infatti nello stesso anno ma per cause imprecisate.


BIBLIO

- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana -
- Fasti triumphales - AE 1930 -
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- G.Cascarino - L'esercito romano. Armamento e organizzazione - Vol. II - Da Augusto ai Severi -- Rimini - 2008 -
- J.R.González - Historia de las legiones Romanas - Madrid - 2003 -
- Kulikowsky - Late Roman Spain and its cities - Cambridge Press - 2004 -


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