VIA MINUCIA



PERCORSO DELLA VIA MINUCIA

La via Minucia era all’inizio un tratturo, cioè un percorso erboso che le greggi utilizzavano per la migrazione stagionale dai pascoli dalla montagna alla pianura. trasformato poi in una strada romana opera del console e co-dittatore Marco Minucio Rufo nel 110 a.c.. 

In epoca romana il percorso del tratturello fu utile per collegare Bovianum (Pietrabbondante), capitale dei Pentri (una delle quattro tribù che costituivano il popolo dei Sanniti e che facevano parte della Lega sannitica), con Larinum, capitale dei Frentani, nonchè Teano degli Apuli (Teanum Apulum) e la costa adriatica.



LE CITTA' COLLEGATE

Mommsen credeva che in Pietrabbondante si potesse ravvisare l'antica Bovianum Vetus. II paese si trova nell'Alto Molise a oltre 1000 metri di altitudine e ad una trentina di chilometri distante da Bojano. II suo territorio è disseminato di ruderi sia sannite che romane.

Larium era un fiorente centro abitato, già capitale del popolo dei Frentani popolo italico di lingua osca, posto a 400 m di altitudine, a 26 km dalla costa del mare Adriatico, che si estendeva su un'ampia area, fertile e pianeggiante, l'attuale Piana San Leonardo. I Frentani, popolo molto simile ai Sanniti, erano insediati sulla regione costiera adriatica centrale, tra le foci dei fiumi Sangro e Fortore, negli attuali Abruzzo sud-orientale e sud Molise.

Nel IV secolo entrarono in conflitto con la Repubblica romana con cui dovettero stringere alleanza, pur conservando una certa autonomia fino a quando, nel I secolo a.c., la concessione a tutti gli Italici della cittadinanza romana, a seguito della Guerra sociale a cui avevano partecipato anche i Frentani, fece ben presto romanizzare i Frentani.

Teanum era una città di origine sannita (la monetazione anteriore al 300 a. c. è in lingua osca e dà alla città il nome Tiiatium) in località corrispondente all'odierno Ponte di Civitate sul Fortore. Dal 318 a. c.. legata con foedus a Roma, e divenendo dopo la guerra sociale municipio romano. Nel 326 a.c. la apula Arpi si alleò con i Romani contro i Sanniti.



LA VIA MINUCIA

La via Minucia aveva ricalcato il percorso ovest-est del tratturo Celano-Foggia che prima di Castel di Sangro deviava a sud con il tracciato del tratturo Pescasseroli-Candela, con direzione ovest-est, che collegava i centri dei Pentri: Isernia, Bojano e Sepino; ma era collegato pure con i tratturi Castel di Sangro-Lucera e Celano-Foggia dal tratturello Matese - Cortile - Centocelle. e pure Corfinio dei Peligni, attraversato dalla via Valeria, con Brindisi, centro dei Messapi.

DIRAMAZIONE DELLA MINUCIA A BOVIANUM (BOJANO)
Come testimoniano Cicerone, Strabone ed Orazio, era un percorso alternativo alla via Appia per coloro che da Roma dovevano raggiungere il porto di Brindisi: percorrendo prima la via Latina fino a Venafro, poi da Isernia la via Minucia per Boiano, Sepino, Aequum Tuticum, Herdonia dei Dauni, Canosa, Caelia ed Egnatia dei Peucezi, e finalmente Brindisi.

Cicerone descrive un movimento di truppe a partire dalla lontana regione della Marsica, benché sia anche possibile che Cicerone stesse piuttosto riferendosi a una strada omonima. Orazio, invece, si chiede se il percorso della via Minucia sia preferibile o meno a quello della via Appia negli spostamenti tra Benevento e Brindisi.

Strabone descrive due strade in uscita da Brindisi e dirette a Benevento, una delle quali (la via Appia) più adatta ai carri, mentre l'altra è definita ἠ μινοιϰη, forse ἡ Μινοιϰία (="Minucia") oppure a ἠ μιονιϰἠ (="mulattiera"), che senz'altro può essere riferita alla via Minucia.

La via doveva infatti costituire una variante alla via Appia, ma rivelatasi presto inadatta al traffico pesante, rimase comunque in esercizio fino al 108-110 d.c. per essere poi a sua volta rimpiazzata dalla via Traiana. Infatti in epoca repubblicana questa strada doveva essere più veloce (richiedendo un giorno in meno di viaggio) ma insieme anche più malagevole rispetto alla via Appia.

In effetti le difficoltà logistiche connesse ai collegamenti stradali attraverso l'Appennino meridionale sarebbero state definitivamente risolte soltanto in epoca imperiale mediante la costruzione della nuova via Traiana, nota anche come via Appia Traiana. Benché alcuni autori sostengano che la strada iniziasse a Corfinio, si sa di certo solo che collegava Benevento a Brindisi.

Si ipotizza che il percorso fosse simile a quello della successiva via Traiana, passando per Aequum Tuticum, Herdonia, Canusium, Butuntum, importante centro peuceta che dal VI secolo ebbe relazioni con la Magna Grecia, soprattutto Taranto, con conseguente crescita economica. Successivamente divenne oppidum della provincia romana di Calabria, facente parte del Botontinus ager, percorso dalla via Traiana e dalla Mulis vectabilis.

Inoltre collegò Egnatia, mentre nel tratto tra Benevento ed Aequum Tuticum, dove era situata una stazione di posta e uno svincolo con via Aemilia, la via Minucia si estendeva leggermente più a monte e più a nord della via Traiana. 

Viceversa, tra Αequum Tuticum ed Herdonia la via Minucia doveva seguire un percorso più meridionale, nella valle del Cervaro o del Sannoro anziché varcare i monti della Daunia, come la via Traiana. 

Inoltre, nel tratto compreso tra Butuntum ed Egnatia, la via Minucia doveva seguire una via interna, a differenza della via Traiana che seguiva la costa passando per Barium, connessa alla via Minucia per la via Gellia (da miliario rinvenuto a nord di Modugno), una diramazione dell'Appia proveniente dall'agro di Venusia o una strada diretta a Tarentum o eventualmente a Egnatia per via litoranea,

MONETA DELLA GENS MINUCIA

Strabone data il tracciato della Minucia al II-I sec. a.c., specificando che: "Due poi sono le strade da Brentesio a Roma; una per la quale si può viaggiare co' muli attraversa i Pencezii detti anche Pedicli, i Daunii e i Sanniti fino a Benevento. Lungo questa strada sono la città di Egnazia, poi Celia, Nezio, Canusio e Herdonia; l'altra passa per Taranto lenendo alcun poco a sinistra quant'è il viaggio d'un giorno all'incirca: questa dicesi Via Appia ed è più acconcia ad essere carreggiata".


BIBLIO

- Strabone - Geografia - volume III - libro VI - capitolo V -
- Marco Tullio Cicerone - Epistulae ad Atticum - a cura di Francesco Bentivoglio - vol. IX -
- Horace - Satires - Cambridge University Press - 2012 -
- Vito Antonio Sirago - Puglia romana - Edipuglia srl, - 1993 -
- Italo M. Iasiello - Samnium: assetti e trasformazioni di una provincia tardoantica - Edipuglia - 2007 -
- La Via Appia (a sud di Benevento) e il sistema stradale in Puglia tra Pirro e Annibale - Convegno di Studi sulla Magna Grecia - Napoli 2014 - 52ª ed. -
- Giuliano Volpe - La Daunia nell'età della romanizzazione: paesaggio agrario, produzione, scambi - Edipuglia - 1990 -


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